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Capitolo 4: Ease my mind


Aiden's POV

" Ragazzi datevi una mossa, mi dovete aiutare a preparare la cena" sentii gridare il padre di Hayley dalla cucina e il suono della sua voce sembrò riportare sia me che la mia ragazza alla realtà.

Mi allontanai dalle labbra di Hayley e restai qualche secondo ad osservare i suoi occhi, l'espressione del viso della ragazza mi suggerì che lei fosse infastidita tanto quanto me di quell'interruzione e ciò mi portò a sorridere divertito.

" Io ho quasi finito, arrivo tra poco" gridai, sforzando la voce più che potevo per far sì che Robert mi potesse udire.

A dire la verità, in quel momento, non avrei voluto lasciare il box doccia in cui mi trovavo per nessun motivo al mondo; tuttavia, ero perfettamente consapevole che non sarei potuto rimanere nella doccia con Hayley quanto avrei voluto.

" Anche io papà" aggiunse Hayley, la sua voce leggermente roca.

Riuscivo ancora a sentire la passione bruciarmi dentro e il fatto che la ragazza che avevo dinanzi indossasse solo la biancheria intima che, tra l'altro, era completamente inzuppata d'acqua, non aiutava a placare i miei ormoni.

" Angelo forse è meglio se ti metti qualcosa addosso perché non credo di riuscire a lasciarti uscire da questa maledetta doccia se rimani così" dissi, indicando ciò che indossava e chiudendo l'acqua.

Hayley arrossii leggermente, per poi chinarsi ed afferrare il suo vestito azzurro e poggiarselo sul corpo in modo da coprirlo almeno in parte, eppure, nonostante ciò, la tentazione di ignorare suo padre e di strapparle di dosso la poca stoffa che indossava non si dissipò.

" Hey, non dare la colpa a me se non riesci a controllare i tuoi istinti" mi bisbigliò all'orecchio, il suo respiro caldo mi accarezzò la pelle facendomi venire i brividi.

Dopo aver pronunciato quelle parole e avendo peggiorato la mia condizione, Hayley uscii dal box doccia e io la osservai camminare verso la porta per tutto il tempo. Il vestito azzurro che teneva poggiato sul corpo lasciava completamente scoperta la sua schiena e il suo sedere, permettendomi così di averne una visione completa.
I capelli scuri della ragazza erano completamente fradici e le piccole gocce d'acqua che si accumulavano sulle punte ricadevano sulla sua pelle. La figura della ragazza che avevo dinanzi era circondata dal vapore che avvolgeva il bagno, dandomi l'impressione di trovarmi in un sogno.
Osservai le natiche di Hayley muoversi mentre lei si dirigeva verso la porta del bagno e sentii di non possedere abbastanza forza di volontà per non seguirla.

Dio, quel sedere mi fa impazzire.
Su questo siamo d'accordo idiota, se non la segui io dò le dimissioni. Giuro.

Una volta raggiunta la porta, Hayley abbassò la maniglia e voltò il capo per guardarmi, il suo sguardo seducente come non lo avevo mai visto. Era quasi come se lei mi stesse sfidando a non seguirla.
Non appena Hayley si voltò nuovamente, io mi diressi verso di lei a passo spedito e una volta raggiunta la condussi verso il muro. La ragazza fu colta di sorpresa e lasciò cadere il suo vestito ai nostri piedi, per poi guardarmi fisso negli occhi e ridere leggermente.

" Angelo se fai così non mi faciliti le cose, mi fai diventare pazzo" dissi, poggiando le mani sui suoi fianchi.

" Io? Non mi sembra di star facendo nulla di male" replicò con fare innocente, prima di mordersi il labbro inferiore mantenendo il suo sguardo incatenato al mio.

Sorrisi divertito e mi avvicina al viso di Hayley, sfiorando la punta del mio naso sulla sua guancia e facendo lo stesso con le labbra, senza tuttavia avere un vero e proprio contatto con la sua pelle.
Sentii la ragazza sospirare, riuscendo a percepire una nota di disappunto il che mi fece comprendere quanto in realtà desiderassi che la baciassi. Le mie labbra si incresparono nuovamente in un sorriso e successivamente si avvicinarono all'angolo della bocca di Hayley, sfiorando le sue per una frazione di secondo. Lei sospirò una seconda volta e trovai particolarmente divertente stuzzicarla.
Accarezzai lentamente il fianco di Hayley, ritraendo la mano dopo poco ed interrompendo il contatto. La ragazza allontanò il suo viso dal mio quanto bastava perché i suoi occhi incontrassero i miei, nel suo sguardo ero in grado di scorgere un velo di irritazione che, probabilmente, era un conseguenza dei miei gesti e del mio constante sfiorarla senza mai toccarla sul serio.
Mi divertiva giocare il suo stesso gioco e stuzzicarla fino a spingerla a baciarmi per prima, inoltre, avevo la netta sensazione di essere ad un passo dalla vittoria, lo capivo dallo sguardo che le vedevo riflesso negli occhi.
Sfiorai con le labbra la spalla di Hayley, solo per un secondo e, successivamente, presi a passarle delicatamente le dita lungo la spina dorsale, riuscendo a sentire la sua schiena inarcarsi sotto il mio tocco. Quel gesto fu di breve durata, ma fu abbastanza perché lei sospirasse per l'ennesima volta. Sì, stavo decisamente vincendo a quel gioco, nonostante risultasse complesso anche per me non baciarla.

" Smettila" disse, il tono di voce a metà strada tra l'irritato e il desideroso.

Mi avvicinai al collo di Hayley e ne sfiorai la pelle calda, delicata e ancora leggermente umida con la punta del naso, facendo sì che il mio respiro la accarezzasse.

" Non sto facendo nulla, Angelo" replicai in tono innocente, bisbigliando le parole al suo orecchio assicurandomi che le mie labbra le sfiorassero la pelle e accarezzandole simultaneamente il braccio.

A quel punto Hayley sembrò averne abbastanza, perché mi afferrò per i capelli in modo da allontanare il mio viso dal suo orecchio, per poi poggiare violentemente le sue labbra sulle mie.
Fu un bacio colmo di passione e completamente senza controllo. Era come se i nostri corpi si muovessero da soli, senza il nostro consenso, come se stessero comunicando tra di loro in una lingua a noi ignota.

Fanculo la cena e le buone intenzioni.
Questo è parlare, fratello. Posso avere un amen?

Sentii le mani di Hayley aggrapparsi ai miei capelli bagnati con fare disperato e desideroso, il che mi fece completamente perdere la testa. Mi allontanai dalle sue labbra solo per iniziare a baciarle la pelle delicata e calda del collo, soffermandomi su diversi punti e lasciandovici dei segni violacei che sapevo l'avrebbero fatta adirare parecchio quando se ne sarebbe accorta.
Il respiro di Hayley si fece più affannato con lo scandire dei secondi e ciò non fece altro che accrescere la mia eccitazione. Portai le mani sulla sua schiena ancora umida e le avvicinai lentamente al reggiseno, interrompendo il mio tragitto all'altezza dell'allacciatura e aspettando che Hayley mi chiedesse di non rimuovere l'indumento. Tuttavia non ricevetti alcuna obbiezione da parte della ragazza, il che mi portò a slacciarle il reggiseno e a lasciarlo scivolare via dalla sua pelle umida.
Mi concessi qualche secondo per ammirare la bellezza della ragazza che tenevo tra le braccia, il modo in cui la luce ardente del sole calante le illuminasse la pelle luccicante per via dell'acqua che non si era ancora completamente asciugata, i capelli scuri e scompigliati e gli occhi iniettati di una passione bruciante.
Se avessi potuto avrei voluto fotografarla in quell'esatto momento, perché mentre la luce rossastra dei raggi solari che filtravano dalla finestra colpiva i capelli bagnati di Hayley, il suo viso e parte del corpo, io non riuscivo a fare a meno di pensare a quanto fosse incredibilmente bella. Mi sarebbe piaciuto immortalare quel momento e quella bellezza tanto affascinante in modo da poter intrappolare quell'istante e riviverlo nel futuro.

" Aiden, tutto a posto? Non oso andare a chiedere a mia figlia quanto ci metterà ancora perché so che passa un'eternità sotto la doccia, però almeno tu mi devi aiutare" sentii dire al padre di Hayley dall'altro capo della porta della stanza in cui io e sua figlia ci trovavamo.

Robert bussò alla porta e vidi il viso di Hayley paralizzarsi per la paura di essere scoperta da suo padre mentre si trovava nella stanza assieme a me, con indosso solo un paio di mutande e niente di più.

" Sì si certo Robert, mi sto facendo la barba arrivo tra due minuti" replicai, la mia voce leggermente roca.

Mi avviai verso la mia valigia, posta accanto al letto e ne estrassi due magliette, per poi lanciarne una a Hayley in modo che potesse coprirsi e che io non potessi più osservare il suo corpo seminudo.
Indossai la maglietta blu che tenevo tra le mani e successivamente mi avvicinai alla ragazza appoggiata al muro della stanza con lo sguardo fisso su di me. I miei occhi passarono dal suo viso al collo e mi ritrovai a sorridere nel vedere i segni lasciati dai miei baci sulla sua pelle.

" Togliti quel sorriso divertito dalla faccia, Stephenson " disse Hayley con fare irritato, per poi incrociare le braccia sul petto.

Il fatto che mi avesse chiamato per cognome mi divertii ulteriormente, così non riuscii a fare a meno di scoppiare in una leggera risata.

" Hey io sono innocente, hai fatto tutto tu. E comunque avevo ragione: il viola è decisamente il tuo colore" replicai, una volta giunto dinanzi alla ragazza e facendole l'occhiolino.

" Di cosa stai – " la voce di Hayley si interruppe a metà frase, probabilmente perché aveva realizzato a cosa alludessi. Ne ebbi la conferma quando vidi la mani della ragazza raggiungere l'altezza del collo e poggiarvisi sopra.

" Io ti ammazzo" esclamò, prima di correre verso il bagno e fermarsi di fronte allo specchio in modo da osservare il suo riflesso.

Scoppiai nuovamente a ridere, mentre osservavo Hayley tirare leggermente il colletto della maglia nera che le avevo prestato per scrutare attentamente i segni violacei sulla pelle.

" Non c'è niente da ridere, cretino. Se mio padre li vede mi uccide. Lo sapevo, ora mi tocca traferirmi in Canada e cambiare nome" disse, parlando velocemente e con tono agitato.

Hayley persisteva a passarsi la mano sulla pelle del collo, come se sperasse che quel gesto avrebbe fatto scomparire i segni per magia.

" Angelo non ti sembra di esagerare?" chiesi divertito, facendo il mio ingresso nel bagno e posizionandomi dietro di lei.

Osservai il mio riflesso e notai che anche io, proprio come Hayley, avevo diversi segno violacei sul collo. A differenza della ragazza, tuttavia, io invece di arrabbiarmi scoppiai a ridere.

" Guarda li ho anch'io, adesso ho la prova che non riesci a resistermi" dissi tra le risate, guadagnandomi così un'occhiata velenosa da parte di Hayley.

" Sei scemo per caso? Cosa dico ora a mio padre, che siamo stati attaccati dalla famiglia Cullen? Non è nemmeno credibile, quelli sono vegetariani e lui lo sa perché per un certo periodo si è appassionato alla saga di film di Twilight. Basta è ufficiale: devo cambiare stato. Andrò in Canada, vado a preparare la valigia" rispose, parlando ad una velocità esagerata, facendomi comprendere quanto fosse effettivamente agitata.

Hayley si avviò verso l'uscita del bagno, ma io la afferrai per un braccio e la guardai divertito, sforzandomi ardentemente affinché non scoppiassi a ridere.

" Angelo aspetta. Non puoi coprirli con quella strana cosa che vi mettete sul viso voi ragazza per nascondere i brufoli? Mia sorella la usa sempre, come si chiama? " chiesi, mentre mi spremevo le meningi per cercare di rammentare quale fosse il nome del prodotto a cui stavo alludendo.

Hayley rise di gusto e il suono della sua risata si mescolò alla melodia che giungeva a noi dalla cucina. Probabilmente Robert aveva già iniziato a cucinare e aveva fatto partire la musica come gli avevo visto fare più volte da quando frequentavo sua figlia.

" Si chiama fondotinta e non è una brutta idea la tua; anzi, ti faccio i miei complimenti perché non ci avevo pensato. Il mio primo pensiero è stato il Canada" rispose, prima di prendermi per mano e trascinarmi verso quella che era la sua camera da letto.

Non appena feci il mio ingresso nella stanza, notai le differenze che vi erano tra quella camera e quella che Hayley possedeva a New York.
Le pareti della stanza in cui mi trovavo erano colorate di una chiara tonalità di viola e in più punti vi erano attaccati dei vecchi poster delle band che Hayley più amava. Mentre Hayley frugava all'interno della valigia cercando il fondotinta, lasciai girovagare il mio sguardo per la stanza e notai che il poster dei Green Day posto sulla parete dietro alla scrivania era piuttosto rovinato, sulla testa di ogni singolo membro della band erano stati disegnate delle corna da diavolo con una penna nera. Inoltre, accanto al nome della band era stato scritto a caratteri cubitali " vi odio", trovavo piuttosto divertente l'aspetto di quel poster, ma quando mi ricordai che Hayley mi disse che la notte che aveva fatto l'incidente con Emma stavano tornando dal concerto dei Green Day, il sorriso mi morì sulle labbra. Mi chiesi perché avesse deciso di tenere il poster e di imbrattarlo, invece che gettarlo nella spazzatura, ma successivamente realizzai che, probabilmente, lo aveva lasciato al suo posto perché quella band, in ogni caso, la legava indissolubilmente a sua sorella.
L'interno della camera odorava di detersivo, probabilmente perché quello stesso giorno era stata ripulita da cima a fondo dalla donna di servizio. Il letto era ancora immacolato e il materasso era affossato leggermente sotto il peso della valigia di Hayley.

" Trovato, muoviti vieni in bagno " disse la ragazza, prendendomi per mano e conducendomi verso il bagno posto accanto alla sua stanza.

Osservai Hayley appoggiare la piccola trousse che immaginavo contenesse i suoi trucchi sul ripiano del lavandino, per poi estrarne il fondotinta. La ragazza verso una parte del prodotto sul dorso della sua mano e dopo averne prelevata una piccola quantità con una spugnetta rosa macchiata per metà del medesimo prodotto, si avvicinò al mio collo.
Hayley picchietto sulla mia pelle in modo attendo e meticoloso ben due strati di fondotinta, passai l'intera durata del suo processo di restauro ad osservare la sua espressione concentrata con fare divertito.

" Ti metto anche un po' di correttore e di cipria, voglio essere sicura che non si vedano e soprattutto che il trucco non ti vada via" disse, mentre frugava all'interno della sua trousse.

" Angelo non ho la più pallida idea di cosa tu stia dicendo, spero che lo sappia. E non azzardarti a dire a nessuno che mi hai truccato, il mio ego ne risentirebbe. Ho una reputazione da mantenere" replicai, il mio tono di voce più serio che mai.

Hayley mi guardò per qualche secondo e scoppiò in una leggera risata, prima di tornare seria e completare il suo lavoro.

" Stai zitto, cretino. Ora ho finalmente un modo per ricattarti, sarai il mio schiavo d'ora in poi" affermò, incontrando i miei occhi per un breve istante.

" Sessuale intendi? " chiesi sarcastico, mentre le mie labbra si allargavano in un mezzo sorriso.

Le guance di Hayley si colorarono leggermente di rosso e lei tentò di nascondere il rossore abbassando il viso. Lei scosse ripetutamente il capo senza proferire parola, forse perché troppo in imbarazzo per parlare.
Una volta che lei finì di truccarmi, io mi avviai verso la mia camera per cambiarmi i jeans ancora fradici ed indossarne un altro paio, mentre Hayley rimase nella sua stanza a coprire i segni sul suo collo.
Quando terminai di vestirmi mi avviai a passo svelto verso la cucina e non appena vi feci il mio ingresso notai che Robert era intendo a pesare la farina.
Il silenzio della stanza era riempito da una canzone degli Oasis che, tra l'altro, era una delle mie preferite: Stop crying your heart out.

" Hey Robert scusa se ci ho messo tanto. Posso aiutarti? " dissi, avvicinandomi al bancone della cucina e affiancando il padre di Hayley.

" Aiden, finalmente. Iniziavo a darti per disperso. Sì certo, questa sera mangeremo i tacos quindi se non ti dispiace potresti iniziarli a preparare. Trovi tutto il necessario nel frigorifero" replicò sorridendomi, per poi riportare la sua attenzione sul bilanciere.

Annuii, nonostante Robert fosse troppo concentrato su ciò che era intento a fare per vedermi. Mi avviai verso il frigorifero e ne estrassi tutti gli ingredienti di cui necessitavo, avevo sempre amato la cucina messicana e i tacos erano uno dei piatti che mi riuscivano meglio in assoluto.
Mentre il macinato di carne sfrigolava nella pentola assieme alle apposite spezie che, tra l'altro, avevano iniziato a riempire la stanza di un delizioso ed invitante profumo, Hayley fece capolino nella stanza. Aveva i capelli legati sul capo e il collo completamente privo dei marchi violacei che vi ci avevo lasciato. La maglia che indossava era la stessa che le avevo dato io ed era così lunga da darmi l'idea che sotto di essa non indossasse nulla, nonostante fossi sicuro che avesse indossato un paio di pantaloncini. L'indumento le stava piuttosto grande, tanto da far apparire Hayley più piccola di quanto fosse in realtà.
Io e Hayley finimmo di cucinare i tacos insieme, mentre Robert terminava di preparare la torta. La ragazza osservò il padre con fare confuso, dalla sua espressione riuscivo a capire che si stesse chiedendo perché mai Robert fosse intento a cucinare una torta.

" Tuo padre ha saputo quanto adoro i dolci e ha deciso di farne uno per cena" spiegai, mentre mi avviavo verso il frigorifero per prendere la bottiglia dell'acqua.

Robert, sentendo le mie parole si voltò verso sua figlia e le sorrise come a voler confermare ciò che stavo dicendo e nonostante Hayley non sembrò totalmente convinta, non fece ulteriori domande.
Di lì a poco, notai che la ragazza si era seduta sul tavolo da pranzo ancora sparecchiato e che era intenta a giocherellare con il bracciale con il plettro che ornava il polso. L'accessorio era affiancato da un altro braccialetto ornato da perline violacee e da un terzo da cui pendeva un ciondolo a forma di croce color argento.
Hayley persisteva a rigirarsi il plettro precedentemente appartenuto ad Emma che ornava il bracciale regalatole da Scott con fare assente, gli occhi fissi sull'oggetto di metallo che rifletteva le luci che illuminavano la cucina.
Mi avvicinai a lei e le poggiai le mani sulle ginocchia e lei sollevò il viso così che i nostri sguardi si incontrassero. Il viso di Hayley era privo di trucco, se si tralasciavano i residui di quello che aveva indossato quella stessa mattina e che era stato rimosso dall'acqua del mare e da quella della doccia. Ormai rimaneva un solo rigo nero, sottile e leggermente sbavato proprio sotto le sue ciglia inferiori.

" Tutto bene?" chiesi a voce bassa, in modo che potesse udirmi solo lei.

Hayley abbassò lo sguardo per qualche secondo, riportandolo sul suo bracciale e, successivamente, tornò a guardarmi sforzandosi di sorridere e annuì.
Era come se, finché era distratta e aveva la mente impegnata, Hayley stesse bene, ma quando veniva lasciata in solitudine, anche solo per qualche istante, i suoi demoni ne approfittassero per attaccarla. Il suo mondo era infestato dai fantasmi del passato che parevano non avere la benché minima intenzione di lasciarla in pace.
Sapevo perfettamente come ci si sentisse ad avere a che fare con quel tipo di fantasmi, cercando costantemente di scappare da loro che, tuttavia, sembravano trovare sempre un modo per raggiungerti, per seguirti come un'ombra.
Ancora oggi, io faticavo a scacciare gli spiriti del mio passato e a farli tacere. Tuttavia, non avrei lasciato che i demoni avessero la meglio su Hayley, avrei fatto sì che lei sarebbe divenuta un'esorcista e io la sua acqua santa.
Avvicinai una mano al suo viso e le accarezzai delicatamente la mano, prima di lasciarle un bacio sulla fronte.
Presi Hayley per mano non appena udii le note di With me dei Sum 41 scaturire dall'Ipod di Robert, facendola scendere dal tavolo su cui sedeva per ballare assieme a me.
Vidi comparire sul viso della ragazza un sorriso divertito, mentre le facevo fare una giravolta. Con la coda dell'occhio riuscii a scorgere la figura di Robert poco distante da noi guardarci. Ballai assieme a Hayley per l'intera durata della canzone e quando le ultime note della melodia iniziarono a suonare, presi la ragazza in braccio ed iniziai a girare su me stesso. La risata di Hayley si mescolò alle note della canzone e sapere che ero riuscito nel mio intento di distrarla e scacciare i suoi demoni, fece allargare le mie labbra in un sorriso soddisfatto.
Avrei voluto che la ragazza che stringevo a me, le cui braccia erano aggrappate al mio collo, fosse sempre felice, ogni giorno della sua vita. Nonostante fossi perfettamente in grado di capire che, per quanto ardentemente lo desiderassi, tutto ciò non era possibile.

Potrei essere io stesso la sua rovina.
Ancora con questa storia? La vuoi piantare? Fai almeno finta di fare dei pensieri furbi
Lo sai che le farò del male, è inevitabile.
Prova a fare qualche stronzata e ti assicuro che me ne vado.
Ho la netta sensazione che finirò per rovinare tutto.
Idiota

In quel momento in campanello di casa suonò e io feci tornare Hayley con i piedi per terra, lei lanciò un'occhiata verso la porta con un'espressione confusa dipinta sul volto.

" Tesoro puoi andare ad aprire per favore?" domandò Robert, mentre lavava il recipiente in cui aveva preparato l'impasto della torta sotto il getto di acqua calda del lavabo.

Hayley sbuffò rumorosamente e, controvoglia, si avviò verso la porta per poi girare le chiavi già inserite nella toppa.
Lanciai un'occhiata complice a Robert che, tra l'altro, aveva dipinta sul viso un'espressione soddisfatta, quando l'uomo si accorse che lo stavo guardando mi fece l'occhiolino e sorrise.

Hayley's POV

Mentre facevo scattare la serratura della porta, mi chiesi chi mai potesse trovarsi dal di là di essa. Avevo diversi amici che vivevano a Los Angeles, ma dubitavo seriamente che qualcuno di loro si fosse recato a farmi visita all'ora di cena, soprattutto se si considerava che quello stesso giorno si era svolto funerale del mio migliore amico.
I miei vecchi compagni di scuola sapevano perfettamente quanto potessi essere scontrosa in quelle che io ero solita denominare " giornate no", perciò, a maggior ragione, ero certa che non si trattava di nessuno dei miei precedenti amici. Nemmeno uno di loro era abbastanza coraggioso da avvicinarsi a me durante quelle giornate, ci aveva sempre pensato il mio migliore amico.

Allora chi cavolo è?
Lo stai chiedendo a me? Ti sembro l'oracolo divino per caso?
Che antipatica che sei, speravo solamente che fossi utile per una volta. Tutto qui.

Allungai la mano verso la maniglia fredda, in netto contrasto con il calore del mio palmo, e l'abbassai.
Le mie labbra si allargarono in un sorriso smagliante quando i miei occhi si posarono sulle persone che si trovavano dietro la porta, accompagnati da tre bagagli poggiati sullo zerbino di casa mia.

" Killer" esclamò Will, allargando le braccia e venendomi in contro con un largo sorriso ad illuminargli il viso e fargli luccicare i suoi calorosi occhi castani.

Il ragazzo mi avvolse in un abbraccio tanto forte da togliermi il fiato e mi sollevò da terra come se fossi stata un sacco di piume, facendomi ridere divertita.
Le mie narici si riempirono della fragranza del profumo di Will che, tra l'altro, aveva una nota agrumata e mi era estremamente famigliare.

" Will non uccidere la mia ragazza" sentii dire ad Aiden, il tono di voce chiaramente divertito.

" Esatto, lasciala andare così posso abbracciare la mia migliore amica" aggiunse una voce che mi era estremamente familiare e che mi era mancata incredibilmente nonostante fossero passati solo due giorni dall'ultima volta che l'avevo udita.

Will mi mise giù e mi guardò felice, i suoi occhi castani puntati nei miei riflettevano la luce che illuminava la stanza e parevano luccicare tanto da darmi l'impressione che, da un momento all'altro il ragazzo sarebbe scoppiato a piangere.
Will mi ricordava un cucciolo di Labrador: sempre pronto a farti le feste e a scodinzolare. Risi leggermente, immaginandomi una coda da cane color burro attaccata al fondoschiena di Will muoversi da una parte all'altra in modo da indurmi a comprendere quanto fosse felice.
Mi voltai verso Ash e la ragazza si avvicinò a me prendendo la rincorsa, per poi saltarmi addosso e allacciare le gambe dietro la mia schiena come se fosse stata un koala. Sentii il dolce profumo alla vaniglia che caratterizzava la ragazza riempirmi le narici e quella fragranza, come sempre, mi avvolse il cuore e riuscii a scaldarlo. Era come se Ash fosse riuscita ad abbracciare la mia anima e per questo le ero infinitamente grata. Lei e ed Aiden sembravano possedere una sorta di super potere: rendermi felice quando la felicità mi sembrava ad anni luce di distanza da me.

" Ash, il discorso vale anche per te, non uccidere Hayley" disse Aiden alle mie spalle, il tono a metà tra il divertito e il serio.

" Non rompere l'hai avuta tutta per te fino ad adesso, ora è il mio turno. E poi lo sanno tutti che le migliori amiche sono meglio dei fidanzati, quindi sta zitto e apparecchia la tavola perché ho fame. " replicò Ash appoggiando il mento nell'incavo della mia spalla.

Udendo le parole della ragazza io e tutti i presenti nella stanza – tranne Aiden – scoppiammo in una fragorosa risata e solo in quel momento realizzai che sulla soglia della porta si trovava anche Emily, la madre di Will. Ero sicura che la donna dai capelli biondi e dalla figura slanciata si trovasse lì più per mio padre che per me, tuttavia ne ero estremamente felice. Mi faceva piacere che Emily si fosse presa la briga di allontanarsi da New York per recarsi fino a Los Angel solo per assicurarsi che io e mio padre stessimo bene.
Volevo che lei stesse accanto a papà perché sapevo che lui, anche se sforzava di non darlo a vedere, era incredibilmente preoccupato per me. Ero certa che il gesto estremo di Scott avesse riportato alla memoria di mio padre il mio quasi suicidio.
Ash, dopo avermi abbracciata per un ammontare di tempo piuttosto consistente, decise di tornare con i piedi per terra e trotterellare allegramente in direzione di mio padre e di suo fratello.

" Ciao Emily, è un piacere vederti. Prego, entra pure" dissi, rivolgendomi alla madre di Will e chiudendo la porta alle sue spalle una volta che lei fece il suo ingresso nell'abitazione.

Emily mi sorrise felicemente e si avvicinò a me per stringermi in un abbraccio forte e vigoroso, tanto da indurmi a domandarmi se andasse in palestra.
La donna dai capelli biondi che, per altro, erano di un paio di tonalità più chiari di quelli di suo figlio si allontano da me solo per puntare i suoi occhi castani nei miei e sorridermi nuovamente.
Emily e Will si somigliavano molto, sia nei lineamenti del viso che nelle espressioni facciali. Inoltre caratterialmente, erano piuttosto simili, entrambi sempre allegri e felici, capace di far sorridere chiunque li circondasse. Madre e figlio sembravano essere avvolti da un'aura positiva e calorosa in grado di influenzare coloro che gli si avvicinava o che avevano a che fare con loro.

" Grazie Hayley, anche per me è un piacere" rispose, allungando una mano verso il mio viso e accarezzandomi delicatamente la guancia.

Il gesto della donna mi fece provare un fitta al cuore, perché il calore del palmo di Emily a contatto con la mia guancia e l'amore che mi trasmise quel semplice contatto mi ricordò le carezze che era solita farmi mia madre poco prima che mi addormentassi.
Si trattava di una carezza colma di amore, calore e comprensione, la carezza di una madre. Mi sentii gli occhi pizzicare per l'emozione, mentre quelli castani e amorevoli di Emily erano fissi nei miei. Avevo dimenticato cosa si provava ad essere accarezzati in quel modo perché, per quanto amore vi ci mettesse, le carezze di mio padre erano diverse da quelle che mi dava mia madre. Emily era riuscita a trasmettermi un tipo di amore che ormai viveva soltanto nei miei ricordi annacquati dal fiume del tempo.
Trovai incredibile come quella donna, che conoscevo da così poco tempo, fosse riuscita a trasmettermi un'emozione così forte e amorevole.
Sorrisi felice e osservai Emily allontanarsi da me per dirigersi verso mio padre e dargli un delicato bacio a fior di labbra, ero felice che loro due si stessero frequentando, soprattutto perché volevo con ogni più piccola particella del mio corpo che mio padre fosse di nuovo felice. Ero sicura che lui non sarebbe finito per dimenticare mia madre, parte di lui l'avrebbe sempre amata, però gli era concesso anche trovare un nuovo amore, mamma avrebbe voluto che andasse così.
Vidi Aiden poggiare i piatti sopra la tovaglia grigia che era stata stesa sul tavolo da pranzo, proprio mentre Will apriva ogni singolo cassetto della cucina alla ricerca delle posate.

" Will primo cassetto a destra" lo informai, mentre mi avviavo verso lo sportello posto sopra il lavabo per prendere i bicchieri.

Impilai gli oggetti di vetro gli uni sopra gli altri, distribuendoli in un due file. Mio padre ed Emily, nel frattempo era intendi a tagliare il cheddar a striscioline in modo da poterlo distribuire liberamente sopra i tacos.

" Aiden papà è arrabbiatissimo con te" disse Ash rivolgendosi a suo fratello ed attirando la mia attenzione, nonostante il tono di voce della ragazza non fosse particolarmente alto.

Mi voltai a guardare i due gemelli e sul viso della mia migliore amica vidi dipinta un'espressione preoccupata, mentre i suoi occhi celesti erano puntati in quelli tempestosi di suo fratello.

" Stai tranquilla, sorellina" replicò Aiden, allungando una mano verso il viso di sua sorella e portandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio, proprio come era solito fare con me.

Vidi il viso di Ash addolcirsi leggermente, nonostante i suoi occhi continuassero a trasmettere al fratello tutta la sua preoccupazione.

" Ash ti prometto che non ci litigherò, piuttosto quando vedrò che sono sul punto di perdere la pazienza uscirò di casa. D'accordo? Non gli permetterò di farti versare nemmeno una lacrima" le comunicò il ragazzo, i suoi occhi puntati in quelli della mia migliore amica.

La ragazza annuì ed Aiden le sorrise felicemente, prima di lasciarle un leggero ed amorevole bacio sulla fronte.
Adoravo osservare Aiden ed Ash rapportarsi tra di loro, era come se, guardandoli, fossi in grado di vedere il filo che li legava. Trovavo estremamente affasciante il modo i cui i due gemelli riuscissero a capirsi attraverso un solo sguardo, ad entrambi bastava un'occhiata per comprendersi fino in fondo.
Io ed Emma condividevamo un bel rapporto, ma era diverso da quello che legava Ash ed Aiden, io e mia sorella eravamo l'una l'opposto dell'altra e talvolta risultava troppo complesso per noi due quali fossero le esigenze dell'altra.
La mia migliore amica e il mio ragazzo, invece, erano al contempo uguali e diversi, e riuscivano a capirsi nonostante le differenze che li caratterizzavano. Ad essere completamente sincera con me stessa, una parte di me invidiava un po' quel tipo di rapporto. Ash sembrava capire Aiden in un modo che avevo come l'impressione che io non sarei mai riuscita ad eguagliare, e lo stesso valeva per Aiden nei confronti di sua sorella.
Osservai il mio ragazzo scompigliare i capelli della sorella con fare scherzoso, riuscendo così a far nascere un sorriso sulle labbra di Ash.

" È bello vederli in questi momenti, non trovi? Sembra quasi che riescano a sentire l'uno le emozioni dell'altra" disse Will, posizionandosi accanto a me e reggendo tra le mani le posate d'argento che riflettevano la luce che illuminava la stanza.

" Già, sembrano non avere nemmeno bisogno delle parole per confortarsi a vicenda" replicai, portandomi un ciocca di capelli scuri sfuggita al mio chignon dietro l'orecchio.

" È il legame dei gemelli. A volte li vedo fare gli stessi gesti e mi fanno quasi impressione, anche se fisicamente e caratterialmente non si somigliano molto, a volte sembrano la stessa persona" continuò Will, prima di allungare una mano verso il mio viso e pizzicarmi una guancia.

Lanciai un'occhiataccia al ragazzo che, in tutta risposta, alzò le spalle con fare innocente e si allontanò da me per dirigersi verso il tavolo da pranzo.

" Scusa Killer, non ho saputo resistere" disse tra le risate, mentre posizionava le posate accanto ai piatti precedentemente disposti da Aiden.

Di lì a poco prendemmo tutti posto a tavola, al centro di quest'ultima era stato disposto un piatto di ceramica dalla forma rettangolare su cui erano stati disposti i tacos. Il profumo del coriandolo e delle spezie della carne mi invasero le narici, facendomi venire l'acquolina in bocca e ricordandomi che non avevo mangiato per tutto il giorno.
Il sole era ormai calato da tempo e dalla finestra del soggiorno posta alle spalle di mio padre che, tra l'latro, sedeva a capotavola, ero in grado di scorgere il cielo ceruleo che non si era ancora scurito completamente illuminato qui e là dalle stelle. Tuttavia, non ero in grado di vedere nemmeno il bagliore della luna.

" Tesoro io tra due giorni devo andare in Australia per lavoro, tu e i tuoi amici dovrete prendere l'aereo da soli per tornare a New York. Dovrei riuscire a tornare a casa entro il fine settimana, mi raccomando fai la brava" mi informò mio padre, prima di addentare il suo secondo taco.

" Sì, tranquillo. Lo sai che sono un angelo" risposi, sorridendo innocentemente e disegnandomi un'aureola immaginaria sopra il capo.

Tutti i presenti a tavola mi osservarono per qualche secondo prima di guardarsi a vicenda e scoppiare a ridere simultaneamente, facendomi così sbuffare simultaneamente.

" Tu un angelo? Ma per favore Killer, il tuo nome fa rima con guai. Comunque Robert fai attenzione, c'è da avere paura ad andare nella terra dannata" disse Will, rivolgendosi prima a me successivamente a mio padre.

Lanciai un'occhiataccia al ragazzo che alzò le mani in segno di resa, mentre mio padre e gli altri commensali lo guardavano con un'espressione confusa dipinta sul volto.

" Amore che cos'è la terra dannata?" chiese Ash incuriosita, rivolgendosi al suo ragazzo

Le mie labbra si allargarono un sorriso quando realizzai che la mia migliore amica aveva appena chiamato Will " Amore" e notai che anche la madre del ragazzo sembrava particolarmente felice del nomignolo affibbiato da Ash a suo figlio.

" L'Australia, ovviamente. Quel paese brulica di animali e insetti letali, io avrei paura ad andarci " spiegò Will, sul suo viso dipinta un'espressione seria.

Vidi Aiden colpirsi la fronte con il palmo della mano con fare disperato, per poi scuotere il capo. Mio padre, d'altro canto, scoppiò in una leggera risata prima di terminare di mangiare ciò che rimaneva del taco che reggeva nella mano destra.

" Will sei scemo, per caso?" chiesi io, per poi sorseggiare dal mio bicchiere la Dr. Pepper.

Il ragazzo biondo puntò i suoi occhi castani nei miei e mi osservò come se quella stupida fossi stata proprio io, perché non ero in grado di capire il suo punto di vista.
Ash lanciò un veloce occhiata a Will ed ebbi l'impressione che il quel momento si stesse sforzando più che poteva per non scoppiare a ridere come aveva fatto poco prima mio padre.

" Ma sei seria? Ci sono i maledettissimi coccodrilli di acqua salata, voglio dire uno potrebbe evitare di andare a farsi il bagno nel fiume per non incontrare degli alligatori, e invece facendo il bagno in mare rischierebbe comunque di venire sbranato vivo. Per non parlare delle cubo-meduse che rientrano nella classifica degli animali più letali al mondo, degli squali, delle decine di specie di serpenti e dei ragni velenosi e dei pesci pietra" spiegò Will, gesticolando animatamente con le mani con fare agitato.

La luce proveniente dalla lampada posta sopra il tavolo si rifletteva sui capelli biondi del ragazzo, facendoli così apparire particolarmente chiari. I presenti a tavola osservarono Will divertiti, me compresa poiché iniziavo a ritenere a dir poco esilarante quanto il ragazzo credesse in ciò che stava dicendo.

" Pesci pietra?" chiese mio padre incuriosito dal discorso del mio amico, prima di sorseggiare la birra chiara dal suo bicchiere e pulendosi la schiuma rimastagli sul labbro superiore con il fazzoletto di carta che poggiava accanto al suo piatto.

" Certo, grandi quanto questo piatto ed in grado di far fuori un'intera squadra di football. Poi ci sono anche i koala" esclamò Will, facendosi sempre più agitato.

Era come se anche solo parlare di quelle specie di animali gli trasmettesse un consistente ammontare di paura, il ragazzo pareva visibilmente impaurito.

" Si può sapere cosa ti hanno fatto di male i koala?" chiese Aiden, prendendo il suo quarto taco dal piatto posto al centro della tavolata.

" Sembrano carini e coccolosi ed invece sono aggressivi e disgustosi, mangiano le feci della propria madre. Voglio dire, che schifo" si giustificò Will, allargando le braccia in modo da enfatizzare ciò che stava dicendo.

A quel punto nessuno dei presenti a tavola fu più in grado di trattenere le risate, compresa la madre di Will che tra l'altro prima di scoppiare a ridere guardò suo figlio con un'espressione stranita dipinta sul volto. Pareva quasi che Emily si stesse chiedendo come fosse possibile che Will dicesse delle tali idiozie.
Una volta che la cena terminò, mio padre ed Emily si offrirono di lavare i piatti, lasciando che io ed i miei amici trascorressimo la serata per conto nostro e che, soprattutto, li lasciassimo trascorrere del tempo insieme da soli.
Io andai in camera mia per indossare il mio paio di Vans nere e Ash mi seguii per farmi compagnia. Dentro di me ritenevo che la mia migliore amica volesse starmi accanto per evitare che io restassi da sola con i miei pensieri e per questo le fui grata.
Io ed i miei amici chiamammo un taxi e ci facemmo accompagnare fino alla spiaggia, avevamo portato con uno un pacchetto di marshmellow e vedere quei dolciumi mi riportò alla memoria le diverse nottate che avevo trascorso in compagnia di Scott. Sentii una fitta al cuore e un profondo senso di malinconia che, tuttavia, riuscii a scacciare sfruttando tutte le forze di cui possedevo.
Una volta giunti alla spiaggia, mentre Will ed Aiden si preoccupavano di accendere un piccolo falò, io ed Ash sedemmo l'una accanto all'altra sulla sabbia.
Il mio sguardo era fisso sullo spicchio di luna che brillava alto nel manto nero della notte, illuminato dalle stelle. Le chiacchiere del mio ragazzo e del suo migliore amico mi giungevano ovattate alle orecchie, come se provenissero da un altro mondo e la mia mente sembrava pareva sul punto di essere affollata da mille pensieri diversi.
In quel momento, tuttavia, la mia migliore amica mi poggiò una mano sul braccio, riportandomi così alla realtà e costringendomi a voltarmi verso di lei. I miei occhi si puntarono in quelli celesti e screziati di sfumature castane in prossimità della pupilla di Ash, le iridi riflettevano i raggi argentei della luna e parevano luccicare come due rare pietre preziose.

" Hayley ti devo dire una cosa" esordì la ragazza, prima di abbassare lo sguardo con fare imbarazzato.

" A che proposito?" domandai incuriosita, senza distogliere gli occhi dal suo viso illuminato dal pallore lunare.

Ash si voltò per qualche secondo a guardare suo fratello ed il suo migliore amico, lo sguardo fisso su quest'ultimo mentre un lieve sorriso si faceva strada sulle sue labbra.

" Will " rispose, riportando gli occhi nei miei e passandosi una mano tra i capelli scuri e lunghi.

Spazio Marshmallow 💘
Ciao a tutte! Allora come vi è parso il capitolo? Secondo voi cosa vorrà dire Ash a Hayley?
Che vi aspettate dai prossimi capitoli?
Spero che questi momenti di leggerezza e di ilarità vi abbiano fatto piacere e che siano stati in grado di farvi sorridere! Io come sempre vi ringrazio per gli splendidi commenti e vi auguro una buona serata💘
Vi voglio bene
Baci
Xoxo
-Alex

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