Capitolo 38: Forgiveness
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Capitolo 38
Aiden
Mi trovavo immerso nel buio della stanza d'ospedale di Hayley e quasi non riuscii a credere ai miei occhi, quando i suoi si aprirono. Il mio cuore prese a battere più velocemente e per qualche istante restai a fissare il viso di Hayley segnato da un'espressione frastornata e spaesata, immobile come una statua di sale.
Mi pareva di aver atteso quel momento così ardentemente e di averlo immaginato così tante volte che, una volta giunto finalmente, non volessi crederci.
Quegli attimi mi parvero durante un'eternità, quasi io e lei fossimo rimasti intrappolati in una fotografia, intenti ad osservarci reciprocamente in silenzio, pensando a cosa dire. Per sempre.
Parte di me, in fondo, desiderava che Hayley non riaprisse gli occhi almeno ancora per un giorno, perché io sapevo quali fossero le mie intenzioni e che decisone avrei preso l'indomani. Non potevo permettermi di essere tanto egoista da restare accanto a lei nonostante sapessi quanto devastante e fatale potesse esserle la mia vicinanza, avevo dimostrato di non essere in grado di proteggerla, di non possedere le forze necessarie per farlo. Era divenuto ormai chiaro che la sua vita sarebbe stata di gran lunga migliore senza di me, che avrei dovuto lasciarla andare, sforzandomi di ignorare quanto solo quel pensiero mi facesse male.
" Ben svegliata, Angelo. Vado ad informare il dottore e Robert, aspetta " dissi, alzandomi dalla sedia sulla quale sedevo e dirigendomi verso la porta della stanza.
Una volta giunto nel corridoio mi preoccupai subito di comunicare al dottore ciò che era appena accaduto e di svegliare Robert, Josh, mia sorella e tutti coloro che, come me, avevano trascorso intere giornate all'interno di quell'ospedale. Ash, come prevedibile, scoppiò a piangere per la gioia e abbracciò Will con una foga tale da farlo barcollare e spingendomi a temere che sarebbero caduti entrambi al suolo.
Il padre di Hayley si precipitò da sua figlia non appena il dottore terminò di effettuare i controlli e ognuno di noi restò in corridoio, quasi sentissimo tutti il dovere di lasciare che i due parlassero tra di loro tranquillamente, senza la nostra presenza a gravare nella stanza. Avevo visto gli occhi di Robert consumarsi per via della preoccupazione e, soprattutto, della paura di perdere l'ultimo membro della famiglia che gli era rimasto.
Per ore avevo continuato ad incolparmi, consapevole che se lui si trovasse in una tale situazione fosse solo ed esclusivamente una responsabilità mia, mi ero illuso che se fossi rimasto accanto a Hayley sarei riuscito a proteggerla ad evitare che qualcosa le accadesse, ma ancora una volta mi ero sbagliato.
Io amavo Hayley, ne ero consapevole, ma sapevo anche che se lei non mi avesse mai incontrato o se io non mi fossi mai innamorato di lei, nessuno di noi si sarebbe trovato in quella situazione. Io sapevo che era stato Matt a spararle, ma per qualche ragione mi sentivo comunque responsabile, perché ero convinto che quel proiettile sarebbe dovuto essere destinato a me e che se io fossi stato abbastanza risoluto da allontanare Hayley finché ero in tempo, lei non si sarebbe mai ferita. Proprio per questa ragione, ero convinto che il grilletto fosse stato premuto proprio da me.
Io avevo avuto la possibilità di aiutarla, ma avevo scelto l'opzione più egoista, quella che risultava più vantaggiosa per me stesso ed evitato quella che, invece, avrebbe giovato a lei. Sapevo di essere umano è che, di conseguenza, mi fosse concesso sbagliare. Ma mi era davvero concessa la possibilità di errare così tante volte?
Avevo commesso diversi sbagli in passato e avrei dovuto sfruttarli al meglio per evitare di ripeterli, invece avevo scelto di ignorarli, di fingere che non esistessero, finendo così per commetterli nuovamente.
Ormai non si trattava più di proteggere, ma di comprendere finalmente quale fosse la cosa migliore per la persona che amavo. Dovevo accantonare il mio amore, il dolore della perdita e l'odio che provavo verso me stesso, fare la scelta giusta per lei perché era ormai divenuto chiaro che la mai vicinanza le potesse essere potenzialmente fatale.
Quando Robert uscì dalla stanza di Hayley, la seconda a farle visita fu mia sorella che sentii ridere divertita mentre io sedevo in corridoio, arrovellandomi insistentemente sotto lo sguardo vigile del mio migliore amico.
Improvvisamente quel grande ospedale mi sembrò farsi piccolo piccolo, quasi troppo gretto perché tutti noi potessimo restare al suo interno senza morirne asfissiati.
Senza pensarci due volte, mi alzai e mi diressi a passo spedito verso l'uscita. Ignorai i continui ed insistenti tentativi di Will di richiamare la mia attenzione e proseguii per la mai strada, noncurante del fatto che fosse notte fonda e che avesse preso a povere insistentemente sulla città di New York.
Una volta oltrepassate le porte dell'ospedale respirai a pieni polmoni l'orrore di asfalto bagnato che permeava la città, mi coprii il capo sfruttando il cappuccio della mia felpa e presi a camminare senza meta. Sentivo lo spasmodico bisogno di restare da solo, nonostante fosse alquanto paradossale se si considerava quanto ardentemente avessi sperato in quei giorni che Hayley riaprisse finalmente gli occhi.
Mi sentivo sporco, quasi fossi stato io stesso un criminale e speravo con ogni più piccola cellula del mio corpo che la pioggia che lei tanto amava sarebbe stata in grado di lavare via il nero dei peccati che mi macchiava la pelle.
Camminai senza sosta sotto il getto scrosciante della pioggia che non pareva intenzionata a fermarsi, mentre il tessuto della mia felpa si inzuppava ad ogni passo che compivo, diventando pensante e dandomi l'idea che volesse mimare il peso del senso di colpa e dell'odio che sentivo crescere dentro di me.
Quando mi ritrovavo a camminare sotto qualche balcone, la pioggia si interrompeva improvvisamente e successivamente mi pareva che mi investisse con maggiore vigore quasi a voler bucare la mia pelle, ad insinuarsi sotto di essa così da poter sussurrare il suo nome al mio sangue e colpirmi dritto al cuore.
Avevo letto e sentito parlare di relazioni terminate per via di sentimenti che si affievolivano, che perdevano il loro vigore, di tradimenti e di promesse infrante. Eppure la nostra storia era diversa, il problema non era la mancanza di amore, perché di quello ve ne era abbastanza. Ma non sembrava sufficiente, anzi, pareva addirittura troppo forte, tanto da poter essere potenzialmente letale per entrambi.
Io mi ero convinto che la fiamma di un amore simile non potesse essere in grado di estinguersi e, in parte, avevo avuto ragione perché mi era divenuto ormai chiaro che il fuoco fosse divampato tanto da arderci al suo interno e consumarci fino a quando entrambi saremmo divenuti un mucchio insignificante di cenere.
Hayley era riuscita a combattere al mio fianco, ad aiutarmi ad uccidere i miei demoni. Eppure, in quel processo si era innamorata così tanto di me da non vedere che il vero nemico fossi proprio io e da ignorare la minaccia che rappresentavo per lei. Era riuscita salvarmi, lasciando che apprezzassi la sensazione di libertà anche solo per un attimo, prima che venissi nuovamente inghiottito da un senso di colpa che, evidentemente, non era intenzionato a lasciarmi alcuna via di scampo.
Mi sentivo in trappola perché sapevo perfettamente quanta forza avrei dovuto avere per allontanarmi da Hayley e quanto questo avrebbe fatto soffrire non solo me, ma anche lei.
La stavo affogando nelle mie acque, trascinandola sul fondo ogni giorno di più e lasciando che i suoi polmoni si riempissero del mare inquinato che imperversava dentro di me. Una morte lenta e dolorosa, travestita da sogno d'amore.
Forse mi ero così abituato al dolore, al senso di colpa e all'odio verso me stesso che, ormai, non sapevo più come ci si sentisse ad essere davvero felici. Hayley mi aveva regalato una breve infinità carica di amore e libertà, me io non ero disposto a sacrificare la sua felicità per la mia. Non mi sentivo nella posizione di compiere un tale gesto, non ero così egoista da bruciare il suo futuro solo perché io mi sentissi bene in sua compagnia.
Negli anni a venire avrei ricordato ogni singolo istante trascorso assieme a lei, avrei tentato di imprimere nella memoria ogni dettaglio del suo viso, l'esatta sfumatura dei suoi occhi e il suo profumo. Avrei fatto il possibile per ricordare come mi sentissi a stringerla tra le mie braccia, a posare le mie labbra sulle sue e a sentirla ridere.
Mi sarei sforzato di accontentarmi di vivere di quei ricordi, sperando che questi fossero sufficienti perché io riuscissi ad andare avanti senza di lei.
Una volta terminato di formulare quel pensiero decisi che, in ogni caso, avrei mantenuto fede alla mia promessa fatta a Hayley ancora per un giorno e che l'avrei informata di quali fossero le mie intenzioni, perché sapevo che meritasse di esserne al corrente. Le dovevo almeno questo.
Quando tornai all'ospedale e oltrepassai la soglia della stanza in cui si trovava Hayley, notai che era gremita da coloro che per quei giorni le erano restati accanto assieme a me. Inoltre, non appena questi si accorsero della mia presenza, si fecero strada verso l'uscita senza proferire parola, quasi si sentissero in dovere di lasciarmi solo assieme a Hayley in modo che potessimo parlare tranquillamente.
Guardai Hayley per qualche istante, prima di dirigermi a capo chino verso la sedia situata accanto al suo letto e prendervi posto.
" Scusami angelo, è colpa mia " esordii, abbassando il cappuccio inzuppato della mia felpa e passando una mano tra le ciocche dei capelli umidi.
Sospirai rumorosamente, prima di prendere il coraggio per incontrare gli occhi ambrati di Hayley che, in quell'istante, erano carichi di rabbia e mi davano l'idea che lei sentisse l'improvvisa voglia di prendermi a sberle. La conoscevo abbastanza da sapere che le mie parole l'avessero infastidita parecchio e che se mi fossi avvicinato troppo, probabilmente, mi avrebbe davvero colpito in pieno viso.
" Non osare dire mai più una cosa del genere. Il dottore mi ha detto che senza di te sarei morta, perciò mi hai salvato la vita, Aiden.
Inoltre, non lo hai premuto il grilletto " replicò stizzita, prima di portarsi la lattina di Dr. Pepper che stringeva in una mano alla bocca.
Sapevo che quella bibita le fosse stata consegnata da mia sorella perché quest'ultima, nei giorni precedenti, l'aveva acquistata e custodita nella sua borsa in attesa del momento in cui Hayley si sarebbe svegliata. Ash era convinta che la Dr. Pepper fosse il regalo di bentornata più adatto il che, pensandoci, era del tutto vero.
Il mio sguardo cadde sulla fasciatura che impediva a Hayley di muovere il braccio destro, così che non lo sforzasse eccessivamente e non rischiasse di far saltare i punti. Mi sentii bruciare dalla rabbia nel notare quel dettaglio e strinsi i pugni tentando calmare i miei nervi tesi come corde di violino.
" Ti giuro che se Matt fosse vivo, io - proseguii, prima che lei interrompesse il mio discorso sul nascere.
" Tu che cosa, Aiden? Andresti da lui e lo picchieresti fino a fargli perdere i sensi? Fino a mandarlo all'ospedale, o, peggio, all'obitorio? È questo che vuoi?
Smettila. Se c'è una cosa che ho imparato da tutto questo è che nella vita bisogna saper lasciare andare. Bisogna mollare la presa, lavare via l'odio, la disperazione, il dolore, tutto. Chiudere le porte in faccia al passato e lasciarselo alle spalle in modo da poter finalmente vivere una vita degna di essere chiamata tale, di apprezzare il futuro.
Non sei stanco di odiare? Guarda dove l'odio ha portato Matt, guarda dove ha portato Bella, porca troia. Io non ho più le forze per provare un sentimento del genere e sarei disposta ad abbracciare Matt per dirgli che lo perdono per quello che ha fatto, che lo capisco e che va bene così.
Crescere significa anche questo, Aiden: perdonare e andare avanti. Non farti logorare dall'odio, che sia verso te stesso o qualcun altro, non ne vale la pena.
Ti ricordi cosa mi hai detto al cimitero? Hai detto che eri finalmente libero.
Non ingabbiarti un'altra volta con le tue stesse mani. Devi lasciare andare, Aiden. Lasciamoci entrambi il passato alle spalle e cresciamo" disse, alzando di tanto in tanto il tono di voce e riacquistando la calma poco dopo, quasi non volesse che le sue parole fossero udite da coloro che si trovavano al di fuori di quella stanza.
Probabilmente lei aveva ragione: mi stavo rinchiudendo da solo in un'altra gabbia. Eppure mi sembrava la scelta più saggia per entrambi, se io mi fossi allontanato da lei almeno sarei potuto essere certo che nulla di grave le fosse più accaduto a causa mia. Sarei riuscito finalmente a proteggerla in modo adeguato, soprattutto da me stesso. Mi importava poco se sarei finito per affogare il mio dolore nell'alcol e a rivangare i ricordi trascorsi in presenza di Hayley per il resto della mia vita, mi sarei adeguato a tutto ciò se questo avrebbe significato mantenerla al sicuro dal mostro che ero.
" Infatti, devo lasciarti andare. E permettimi di chiederti cosa, Angelo. Se tu fossi al mio posto cosa faresti?" risposi, il tono pacato e afflitto di chi aveva ormai consumato tutte le energie, persino quelle necessarie per litigare o dare vita ad una vera e propria discussione.
Ero giunto al capolinea, mi ero rassegnato dinanzi alla realtà. Non ero disposto a concedermi di essere egoista ancora per una volta, mi ero deciso a prendere la decisione giusta e lasciare che lei vivesse una vita felice senza di me. E se in un futuro, camminando per le strade di New York, l'avrei rivista accanto ad un uomo che non fossi io ne avrei di certo sofferto, ma sarei contento di sapere che lei abbia afferrato quella felicità che aveva già perso un'infinità di volte. Non avrei permesso al mio amore di distruggerla, non un'altra volta.
" Aiden, tu più di tutti sai quante volte mi sono svegliata desiderando di non essere mai nata. Io so cosa significa ad avere le mani sporche di sangue non sapere come fare a lavarlo via. Sai quante volte sono scappata. L'ho fatto tante volte, probabilmente troppe. Io ho perso le persone che amavo un numero indicibile di volte e sono sicura che il mio cuore non riuscirebbe a vivere con un'altra ferita simile. Non posso dire addio un'altra volta. Non posso. Io ti amo e, Dio, ne abbiamo passate così tante insieme che non riesco a dirti addio.
Io al tuo posto farei ciò che ho fatto per tutta la mia vita, prenderei la decisione più egoista che ci sia e deciderei di restare comunque con te perché saprei che soffrirei troppo ad allontanarmi. Io sono nata egoista, Aiden. Ma tu non lo sei mai stato, ahi sempre fatto la scelta giusta, ti sei sempre deciso a mettere gli altri prima di te stesso. Forse per una volta potresti mettere te davanti agli altri e inseguire la tua felicità.
Se non vuoi essere egoista, allora non esserlo, resta per me. Perché te lo chiedo io. Perché non mi interessa che tu ti senta direttamente responsabile, io so che non lo sei. Tu mi hai salvata, in tutti i modi in cui una persona può esserlo e non lo dico solo perché voglio che resti con me, ma perché è la verità. Non potrei mai mentire riguardo a questo. Mi hai insegnato a vivere proprio quando mi ero dimenticata come si facesse. Mi hai fatto amare come se ne dipendesse la mia vita e mi hai salvata un numero incredibile di volte, perciò non lasciare andare ogni cosa. Non ora, non dopo tutto ciò che abbiamo vissuto.
Tu cosa vuoi fare? Vuoi vivere come Matt? Amando qualcuno in modo sviscerato e cercando conforto nell'alcol sperando che questo ti aiuti a dimenticare? Parlando della ragazza che ami a qualcuno che non conosci, fissando il cielo e sperando che lei ti possa sentire? È questo che vuoi?
Fallo. Ma sappi che questa volta sarai tu stesso a premere il grilletto. E che non sarò così fortunata da sopravvivere" mi informò, puntandomi in dito contro e fissando il suo sguardo nel mio.
Le sue parole mi colpirono nel profondo, tanto da spingermi a rimanere in silenzio ed abbassare il capo con fare colpevole. Lei mi conosceva troppo bene, così tanto che senza che io dicessi nulla riuscisse a leggermi dentro come un libro e sapeva perfettamente quali tasti toccare perché io venissi scosso.
Io ero al corrente di amarla incondizionatamente e che lei mi ricambiasse, ma una voce insistente nella mia mente non faceva altro che ripetermi che questo non fosse sufficiente e che se davvero avessi preso la decisione di restarle vicino l'avrei di certo distrutta una volta per tutte.
Mi sarebbe piaciuto mettere a tacere quella voce, ma per quanto mi sforzassi, proprio non vi riuscivo.
Fino ad allora non mi ero mai soffermato del tutto a pensare a quali ripercussioni la mia lontananza avrebbe avuto su Hayley, certo, sapevo che ne avrebbe sofferto, ma non avevo davvero provato ad immaginare quanto le avrebbe fatto male.
Non avevo preso in considerazione l'ipotesi che, prendendo le distanze, l'avrei distrutta definitivamente dall'interno e che questo sarebbe stato per lei di gran lunga peggiore di un semplice proiettile.
Mi ero dimenticato di pensare quanti adii avesse dovuto pronunciare silenziosamente tra le lacrime e quanto, forse, uno solo in più le potesse essere fatale. In quel momento alle mie orecchie giunse la melodia familiare di Roman Holiday e quando alzai il mio sguardo, vidi Hayley poggiare il suo cellulare accanto a sé.
" Vuoi dirmi addio, Aiden? Fallo sulle note di questa canzone e spezzami il cuore un'ultima volta. Distruggi uno dei ricordi più belli che possiedo e uccidimi" concluse, guardandomi con aria di sfida.
Sospirai rumorosamente, perché udendo quella canzone mi sentii privato della mia forza di volontà e mi decisi di alzare le mani in segno di resa dinanzi a quell'amore che evidentemente non era disposto ad essere collaborativo e a concedermi di non essere egoista. Forse per una volta era giusto che io scegliessi me stesso, che mi mettessi al primo posto e che mi decidessi a lottare per la mia felicità invece che privarmene con le mie stesse mani.
Forse Hayley aveva ragione e io dovevo davvero decidermi una volta per tutte a cessare di incolparmi per qualcosa che sfuggiva al mio controllo, sopratutto perché, la notte dell'incidente, se non ci fossi stato io, lei sarebbe di certo morta. Magari, quella era stata la mia occasione per redimermi, per lavare via i miei peccati e io, come sempre, lo avevo capito solo grazie al mio angelo.
Avevo guardato gli avvenimenti dal punto di vista sbagliato, esattamente come avevo fatto con Bella, senza accorgermi che la verità e la realtà fossero ben diverse da come credevo.
Mi avvicinai a Hayley, posai le mie labbra sulle sue e non appena demmo via a quel bacio lei poggiò la mano del braccio non ferito sul mio collo e mi attirò a sé, esattamente mentre io la avvicinavo a me stringendole la vita.
Quel gesto mi bastò per comprendere che no, non sarei mai stato in grado di allontanarmi da lei e che, anche se ci avessi provato e vi fossi riuscito, non sarei resistito a lungo in sua assenza. Eravamo l'uno la medicina dell'altro, Will lo aveva capito fin da subito e ormai eravamo divenuti completamente ed irrimediabilmente dipendenti dal nostro amore.
Fu il tipo di bacio in grado di farti vedere il paradiso senza averci mai messo piede. Il tipo di bacio capace di condannarti all'inferno e convincerti che ardere tra le sue fiamme non fosse poi così male. Di quelli che ti fanno sfiorare l'eternità e ti promettono in silenzio che ogni cosa andrà per il meglio.
Di quelli che iniziano timidamente come una pioggerellina leggera e poi si trasformano in tempesta.
Fu il tipo di bacio scandito dai tuoni ed illuminato dai lampi, di quelli che cancellano il dolore ed incatenano il passato per sempre. Fu una promessa d'amore sancita da un paio di labbra che si giuravano amore dinanzi ai fulmini e al cielo piangente.
" Sei e sarai sempre il mio Batman, ricordatelo. E comunque mi devi una pizza e considerando che mi hai appena fatta incazzare in maniera spropositata, anche se hai recuperato bene, non sei stato del tutto perdonato. Perciò, visto che devi dimostrare il tuo amore per me, devi comprarmi una pizza" disse Hayley, una volta essersi allontanata dalle mie labbra.
La osservai incrociare le braccia sul petto e sforzarsi di rimanere seria nonostante fosse ovvio che stesse morendo dalla voglia di sorridere felicemente. Infatti, non appena mi avvicinai nuovamente a lei per posarle un delicato bacio sul naso, scoppiò in una fragorosa risata.
" Lo sai che per colpa della pizza sei quasi morta, vero?" la schernii, nonostante fossi certo che quelle parole l'avrebbero adirata e osservandola spegnere la musica.
Hayley spalancò la bocca come se l'avessi appena insultata e di lì a poco mi colpì il braccio con un pugno, quasi a volermi rimproverare per ciò che avevo detto. Mi si scaldò il cuore a vederla, perché in quella circostanza realizzai quanto mi fosse mancato vederla ridere e sgridarmi ogni qualvolta dicevo qualcosa che non l'aggradava.
" Non osare dare la colpa alla pizza, chiaro? Lei non c'entra niente" mi rimproverò, prima di schiaffeggiarmi leggermente il braccio.
Quel suo gesto mi porto ad avvicinarmi una terza volta a lei per tempestarle il volto di baci per quanto fosse adorabile ed in grado di rendermi felice senza nemmeno sforzarsi. Ripensandoci, probabilmente, mi sarei preso a pugni da solo se l'avessi davvero lasciata e non faticavo nemmeno a credere che Will e mia sorella mi avrebbero inseguito ovunque mi fossi recato per costringermi a ritornare a New York, esattamente dove ero destinato ad essere.
In quel momento sentii la porta della stanza aprirsi, suono che fu susseguito da gridolino di protesta da parte di Ash. Quando mi volta, i miei occhi incontrarono quelli color cioccolato di Lucas e quelli azzurri di Hanna ed io mi sentii gelare il sangue nelle vene nell'osservare quelle iridi ghiacciate e cariche di collera.
Hanna aveva l'aria stanca, come se non dormisse da giorni e pareva aver pianto tanto da non possedere più lacrime, l'aria così triste da mettere malinconia solo a guardarla.
" Hanna, parla " la spronò Lucas, spingendola delicatamente verso il letto di Hayley e rivolgendo successivamente un'occhiata verso di me.
Lo osservai con fare confuso e lui abbassò il capo con aria colpevole, attendendo che la ragazza accanto a lui si decidesse finalmente a proferire parola, invece che persistere a guardarmi come se avesse voluto sotterrarsi per l'imbarazzo. Ero certo che in quel momento stesse ancora soffrendo per la morte di Matt, perché io sapevo quanto Hanna tenesse a lui nonostante fosse rimasto accanto a lei solo perché gli ricordava incredibilmente la ragazza che amava e che aveva ormai perduto da tempo.
Lei si era accontentata di ciò che aveva ricevuto, nonostante fosse consapevole che il suo amore non fosse ricambiato e proprio non osavo immaginare come si sentisse a sapere che era morto anche lui.
" Sappi che non lo sto facendo per te. Ti ritengo ancora responsabile e questo non cambia assolutamente nulla. Sono qui solo per la tua ragazza, perché si merita di sapere la verità e perché non riesco a vivere con questo senso di colpa.
Sono stata io ad inviarti tutti quei messaggi anonimi, l'ho fatto perché me lo ha chiesto Matt. Sapevo che voleva allontanarvi per farti soffrire, voleva che sapessi come ci si sentisse a vivere senza la persona che ami.
Però vi giuro che non sapevo che volesse sparare a lei, in quel caso lo avrei detto alla polizia. Sono felice che tu sia sopravvissuta, è già difficile sapere che il ragazzo che amavo è morto, non mi serve del senso di colpa in più, anzi, ne faccio volentieri a meno.
Mi dispiace per ciò che è successo, se potessi vorrei cambiare le cose " disse finalmente Hanna, la voce strozzata dall'emozione e dalle lacrime che non tardarono a solcarle il viso.
A guardarla in quella circostanza, mi sembrò incredibilmente simile a Bella nell'ultimo periodo della sua vita: così carica d'odio e tristezza da dare l'idea che si sarebbe rotta da un momento all'altro. Lucas le posò una mano sulla spalla, ma lei si sforzò di rimanere ferma ed impassibile dinanzi a me, come a volermi sfidare a replicare.
" Ascoltami bene, Hanna, perché te lo dirò una volta sola. Non voglio più vederti, mia più. Mi fai schifo e non ti meriti neanche un briciolo di perdono, dato che è evidente che non provi nemmeno una goccia di rimorso.
Matt aveva le sue ragioni per fare ciò che ha fatto, ma tu ti sei semplicemente comportata come la bambina capricciosa che sei sempre stata. Volevi solo la sua approvazione, lo hai sempre fatto e farò finta di credere che tu non fossi al corrente di cosa Matt volesse fare. Anche perché, ripensandoci, se lo avessi saputo davvero, di certo glielo avresti impedito. Proprio come hai detto tu. Ma puoi star certa che non credo che tu lo avresti fatto per me o per Hayley, ma per te stessa. Perché avresti voluto salvare Matt così che tu potessi continuare a vivere al suo fianco nonostante sapessi quanto soffrisse e quanto vivere senza Bella lo facesse sentire già morto.
Anzi, sai che ti dico? Ti prendono. Non vali nemmeno le energie che sprecherei per incazzarmi con te " la informai, mantenendo il mio tono di voce incredibilmente calmo, stupendo persino me stesso.
Hanna non replicò, abbassò semplicemente il capo e restò a piangere in silenzio per lunghi istanti, prima di voltarsi e dirigersi verso l'uscita della stanza sotto il mio sguardo e quello di Hayley.
" Mi dispiace, Aiden. Se lo avessi saputo, le avrei impedito di farlo. Però entrambi sappiamo quanto le tue parole l'abbiano ferita e forse questo non era il momento più adatto per farlo, tu sai perfettamente quanto tenesse a Matt. Sapere che lui ha preferito morire e lasciarla piuttosto che continuare a vivere senza Bella, l'ha distrutta. Eravamo una famiglia, ricordatelo " disse Lucas, poggiandomi una mano sulla spalla come a volermi confortare al contempo scusarsi con me attraverso quel semplice gesto.
In seguito a quelle parole, anche lui uscii dalla stanza ed io restai in silenzio per dei lunghi ed interminabili istanti. Riflettei a su ciò che avevo appena saputo, sforzandomi di concepire quanto l'odio avesse consumato quelli per un lungo periodo della mia vita erano stati come membri della mia famiglia e al modo in cui i fili che ci legavano si fossero spezzati uno ad uno, senza lasciare più nulla. Era restato solo un odio profondo ed una rabbia che non sembrava intenzionata ad estinguersi, ma, anzi, a crescere con il trascorrere del tempo.
Forse io e Matt avremmo dovuto lasciarci alle spalle quell'odio prima che fosse troppo tardi perché, in quel caso, le cose sarebbero andare diversamente. Eppure io mi ero stancato di sforzarmi di comprendere quanto fosse beffardo e crudele il destino.
Non volevo che quei sentimenti negativi logorassero anche Hanna, forse era davvero giunto per me il momento di crescere e di perdonare anche chi, in fondo, non se lo meritava affatto.
In seguito a quel pensiero mi corsi a perdifiato verso l'uscita dell'ospedale, deciso a salvare le uniche due persone che erano rimaste quali testimonianza di un passato che per lungo tempo mi ero ostinato a dimenticare.
Vidi Hanna e Lucas sul lato opposto della strada, la ragazza bionda intenta a singhiozzare sotto il getto insistente della pioggia con la testa tra le mani. Gli occhi di Lucas incontrarono i miei e mi parve quasi di vedere il suo viso supplicarmi di aiutarlo, pregarmi di trovare una soluzione e di aiutarlo a salvare almeno Hanna.
" Lucas io non ce la faccio. Voglio morire. Fa troppo male, io non riuscirò mai a sopravvivere un'altra volta a questo dolore, non ce la faccio. Non ho più le forze per combattere. Basta. Mi arrendo. Che senso ha lottare? Bella è morta, Matt mi ha lasciata ed Aiden mi detesta. Mi merito di sentirmi così, ciò che fatto è imperdonabile. Volevo solo riuscire a salvare quello che era rimasto e invece ho mandato tutto a puttane. Non è rimasto più niente della famiglia che avevamo costruito, solo io e te. Ma tu ora hai i tuoi fratelli e io invece cos'ho? Niente. Non mi è rimasto nient'altro che il nulla più assoluto. Volevo solo che Aiden la pagasse, ma solo ora ho capito che siamo tutti responsabili. Persino Matt. Siamo tutti colpevoli per quello che è successo.
Vorrei tornare indietro. Vorrei rivivere ancora per una volta quel periodo, prima che tutto andasse a rotoli. Vorrei che Aiden mi perdonasse davvero e non solo perché gli faccio schifo " sentii gridare ad Hanna, la sua voce tanto forte e carica di disperazione da raggiungere le mie orecchie.
Nessuno di noi era riuscito nell'arduo intento di salvare Bella, però forse con Hanna sarebbe potuto essere tutto diverso. Per una volta, magari, avrei potuto sforzarmi di mettere da parte il rancore, l'odio e la rabbia, chiudere le porte in faccia al passato e scrivere un nuovo inizio. Non volevo sentirmi responsabile di un'altra morta, non potevo vivere ancora sapendo di non aver fatto tutto il possibile per salvare una vita. Quella volta avrei lottato sul serio e non sarei rimasto a guardare mentre una delle persone che amavo si sgretolava lentamente dinanzi ai miei occhi.
Hanna ed io avevamo avuto una sorta di relazione e ci conoscevamo l'un l'altra come le nostre tasche, un tempo eravamo stati grandi amici e ci supporta amo a vicenda in quanto tali. Non ero pronto a vedere quella che per me era stata come un membro della mia famiglia accartocciarsi su se stessa come una foglia secca durante l'autunno e lasciarsi calpestare dalla vita, dal peso dei suoi errori.
" Hanna, non osare fare stronzate o ti giuro che ti resuscito e ti porto all'altro mondo con le mie mani. Abbiamo fatto tutti una serie infinita di cazzate, perdoniamoci a vicenda e costruiamoci un futuro invece di mollare ogni cosa e scappare. Stai ferma lì, arrivo" gridai, attirando l'attenzione della ragazza che mi restò a guardare con gli occhi sgranati, quasi non riuscisse a credere a ciò che vedeva.
Iniziai a correre in direzione dell'altro lato della strada, dimenticandomi di controllare il traffico come se fossi stato un bambino intento a rincorrere un pallone: troppo ingenuo per ricordarsi delle macchine e sufficientemente stupido perché rischiasse la vita.
" Aiden" sentii urlare all'unisono a Lucas e Hanna, un attimo prima che un auto mi colpisse.
Tutto: la pioggia, i lampi, i tuoi, il mondo intero, venne inghiottito dal buio più totale non appena il mio corpo colpì l'asfalto bagnato. L'ultimo pensiero che attraversò la mia mente, prima che un grande sipario cadesse sulla realtà che mi circondava fu che, ancora una volta, proprio sul più bello, la vita avesse deciso di farmi lo sgambetto come un ragazzino dispettoso.
Spazio marshmellow💘:
Ciao a tutti!
Dunque, vi prego niente minacce di morte hahaah mi state accorciando la vita...
Volevo informarvi che Storm sarà composto da 41 capitoli più l'epilogo, quindi ne mancano solo 4. Lo so, è dura anche per me, ve lo assicuro!
Ad ogni modo spero che il capitolo vi sia piaciuto e mi scuso se ci ho messo un po' ad aggiornare.
Vi voglio bene
Baci
Xoxo
-Alex
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