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Capitolo 35: Green day



Vi chiedo per cortesia di leggere la nota a fine capitolo! È importante, grazie mille e buona lettura.

Capitolo 35

Aiden
Mi trovavo all'interno della stanza nella quale si trovava Hayley e lei era sdraiata nel suo letto d'ospedale, i capelli scuri riverso sul cuscino e gli occhi chiusi. Quella notte mi pareva durare un'eternità quasi il tempo si fosse dilatato improvvisamente.
Robert era seduto accanto a Hayley e stringeva la mano di sua figlia tra le sue, gli occhi lucidi che, di tanto in tanto, si lasciavano sfuggire qualche lacrima erano fissi sul volto della ragazza.

" Hayley, tesoro mio, ti prego non lasciarmi anche tu. Sei sempre stata forte, probabilmente anche più di me. Sei la guerriera della famiglia e ne hai passate tante, sopravviverai anche a questo. Devi sopravvivere anche a questo, sei l'unica famiglia che mi rimane.
Da due anni a questa parte siamo stati io e te contro in mondo, non posso andare avanti senza te, non penso che il mio cuore riuscirebbe a reggere il peso di un'altra perdita. E lo so che questo è terribilmente egoista da parte mia da dire, ma ti prego resta per me. Sei la mia bambina e anche se so che in realtà ci sono un'infinità di motivi per cui tu dovresti mollare la presa e lasciarti andare, ne deve bastare anche solo uno perché tu decida di restare" disse Robert, prima che l'emozione prendesse il sopravvento su di lui ed iniziasse a piangere disperatamente.

Emily e Kyla ci avevano raggiunti all'ospedale poco prima ed entrambe avevano lo sguardo fisso sulla figura di Hayley, il viso illuminato dalla luce che posta sul soffitto e da quella che filtrava dalla finestra parzialmente coperta dalla tenda. I loro visi erano spenti e sembravano non riuscire a riflettere il turbine di emozioni che ero certo albergassero nel loro animo.
Josh posò una mano sulla spalla di suo fratello che, in tutta risposta, gli rivolse un'occhiata colma di tristezza e che pareva voler pregare l'uomo accanto a lui di strappagli il dolore che provava di dosso, perché, evidentemente, era troppo pesante da sopportare. In quel momento mi fu improvvisamente chiaro cosa intendesse dire Will quando, poco prima, aveva affermato che essere al posto di Hayley fosse più semplice che trovarsi nei miei panni, così come in quelli di tutti coloro che si trovavano in mia compagnia. Dover gestire un tale tipo di sofferenza era nettamente più complesso e richiedeva un ammontare di energia esagerato, abbastanza da farti sentire estenuato e completamente prosciugato di ogni forza.
Hayley era sdraiata nel letto della stanza nella quale ci trovavamo, gli occhi chiusi e il petto che si alzava ritmicamente. Mi dava l'idea di essere la principessa protagonista della fiaba della Bella addormentata nel bosco: nessuno di noi aveva idea di usando si sarebbe svegliata, ma tutti attendevamo intrepidi quel momento.
Tuttavia, udendo le parole di Robert, mi chiesi se lei desiderasse davvero riaprire gli occhi perché farlo avrebbe significato ripiombare nella realtà, mentre nel mondo dei sogni nel quale si trovava in quel momento poteva avere tutto ciò che desiderava. Era persino in grado di rivedere tutte le persone che aveva amato che, ormai, vivevano solo nei suoi ricordi, di avere ciò che desiderava di più cosa che, nel mondo reale, forse, non sarebbe mai stata in grado di possedere.

" Robbie ha ragione, Uragano. Devi svegliarti. Ti preparerò un hurricane fantastico, sarà anche meglio di quelli che hai bevuto a New Orleans e ti prometto che smetterò di fare il coglione e che proverò a dare una seconda possibilità all'amore, proprio come volevi tu.
Non te l'ho detto fino ad ora perché volevo che lo scoprissi quando sarebbe stato ufficiale, ma la canzone che ho scritto su di te e che ti ho cantato a Natale sarà presto sul mercato. Se non ti svegli non potrò mai regalarti il CD e tu non potrai dirmi che sei fiera di me, o quanto tu sia sorpresa che io abbia firmato un contratto con una casa discografica. Devi combattere, ti prego Hayley. Non sono pronto a dirti addio, nessuno di noi lo è " confessò Josh, lasciando che qualche lacrima gli ricadesse sulle guance.

Aveva l'aria stanca, come se non dormisse da giorni, quasi la sofferenza gli stesse lentamente prosciugando le energie e minacciasse di farlo ricadere al suolo privo di sensi da un momento all'altro. Si era passato le mani tra i capelli castani così tante volte che le ciocche erano ritte sul suo capo, dandogli un aspetto trasandato che era accentuato dalla barba che gli solcava la mandibola.
Mia sorella aveva finalmente cessato di piangere e in quel momento si trovava accanto a Will, il quale la stringeva tra le sue braccia come a volerla rassicurare e le bisbigliava di tanto in tanto che tutto sarebbe andato per il meglio. Io continuavo ad avere l'impressione che se Hayley non avesse riaperto gli occhi per me il mondo sarebbe rimasto in bianco e nero per sempre, perché ora che avevo imparato a vivere nell'occhio del ciclone non ero disposto a farne a meno. Non riuscivo a rinunciare ad un amore che mia aveva salvato da una vita costituita da un mare di rimpianti, senti si colpa, segreti e orrori indicibili. Non ero disposto a continuare a vivere senza l'angelo che aveva preso per mano il demone che viveva dentro di me e lo aveva stretto a sé in un abbraccio.
Lei aveva attraversato l'inferno, lo stesso che le aveva bruciato le ali, macchiandole del nero indelebile dei peccati. Era ricca di una bellezza forgiata tra le fiamme di quell'inferno che l'aveva resa invincibile, abbastanza da permetterle di sfoggiare il suo dolore e il peso che portava sulle spalle come se fossero stati un paio di ali.
E forse il caos che si era creato attorno a noi era scaturito proprio da quell'amore nato tra un angelo ed un demone che si erano incontrati a metà strada tra il paradiso e l'inferno, origine di ogni cosa ed in grado di dare vita ad una serie di avvenimenti e comportamenti del tutto imprevedibili.
In quel momento Kyla si avvicinò al letto di Hayley e restò qualche istante a fissarla in silenzio con sguardo afflitto, prima che si portasse una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio e si decidesse a parlare.

" Hey, lo so che non abbiamo iniziato il nostro rapporto di amicizia nel migliore dei modi, però ora ti considero una delle amiche più sincere ed affidabili che possiedo. E probabilmente non riuscirò mai più ad ammetterlo ma ci tengo a te, perciò devi restare. Se non lo fai chi mi prenderà a schiaffi quando dico cose stupide o decido di prendere decisioni sbagliate? E chi mi rifilerà una serie di Shot alla vodka azzurri ricoperti di panna montata quando mi sento triste? Hayley, io sono stanca degli addii. Sei la persona più cazzuta e testarda che io conosca, quindi vedi di essere forte, di guardare la morte dritta negli occhi e di mandarla a quel paese con eleganza e sfacciataggine come fai sempre. Muoviti a svegliarti sento già la mancanza della tua voce irritante e dei tuoi modi di fare" disse Kyla, facendo ridere leggermente tutti i presenti nella stanza per qualche breve istante.

Era come se Robert avesse spinto tutti noi a voler dare a Hayley una serie di ragioni per le quali avrebbe dovuto svegliarsi e continuare a lottare per la sopravvivenza, come se sperassimo che la nostra voce sarebbe in qualche modo riuscita a raggiungerla e a ricondurla verso casa. Emily poggiò amorevolmente una mano sulla spalla di Kyla e questa, a causa di quel gesto carico di affetto di comprensione, scoppiò improvvisamente a piangere, come se si fosse trattenuta fino a quel momento, ostinata e decisa ad essere forte, ma avesse perso improvvisamente le energie per continuare a farlo.
Emily strinse Kyla tra le braccia e pianse in silenzio assieme a lei, mentre le accarezzava i capelli e le assicurava che Hayley si sarebbe presto svegliata. La madre di Will era sempre stata amorevole con chiunque incontrasse e più di una volta l'avevo affiancata alla mia stessa madre per via della sua gentilezza. In quella circostanza mi fu chiaro che probabilmente anche Kyla si sentisse a quel modo.
Ash si allontanò da Will e si avvicinò a passo lento ed indeciso al letto in cui Hayley si trovava, aveva gli occhi gonfi ed arrossati per via del pianto a cui aveva dato sfogo. Aveva l'aria spaventata, quasi non riuscisse ancora a credere che si trovasse in quella stanza e che la sua migliore amica fosse sdraiata in un letto di ospedale a causa di un proiettile. Ash ancora non aveva realizzato che ci fossero delle possibilità che Hayley non avesse più aperto gli occhi.

" Hayley, ti prego non lasciarmi. Se non ti svegli poi sarò costretta a dover sopportare Will ed Aiden da sola ancora una volta, dovrò subirmi le continue lamentele del mio ragazzo sull'Australia e su quanto trovi ripugnanti i koala. Per non parlare dell'ossessione piuttosto preoccupante che Aiden ha nei confronti di Harry Potter, come farò a tollerare da sola il fatto che lui voglia riguardare i film della saga regolarmente, come se ne dipendesse la sua vita? E poi, se tu non ti svegli, con chi arrostirò i marshmellow durante le lezioni di chimica? Chi mi crederà tutti gli orsetti gommosi del sacchetto perché sa che li adoro? E chi mi costringerà a pregare dio perché a pranzo ci sia la pizza?
Ti scongiuro, non lasciarmi. Non ho mai visto Aiden tanto felice quanto lo è quando è con te e se tu non dovessi svegliarti credo proprio che perderò anche lui. Non sono pronta per questo. Prometto che se resisti cercherò di non essere troppo disgustata quando tu e mio fratello vi baciate, che assaggerò i nachos con la panna montata anche se sono sempre stata convinta che siano disgustosi e che ti porterò la colazione a casa per il resto dell'anno scolastico. Quindi per favore resta" supplicò Ash, scoppiando a piangere a metà del suo discorso e sforzandosi di rendere la sua voce chiara nonostante fosse strozzata dall'emozione.

La stanza di quell'ospedale era carica di dolore e di un tipo di malinconia tanto densi da dare l'idea che potessero essere toccati. Io mi stavo sforzando in ogni modo di non piegarmi dinanzi a quella sofferenza, certo che se lo avessi fatto non sarei stato più in grado di rialzarmi. Avevo deciso di lottare per me stesso, per Hayley e soprattutto per il nostro amore perché mi era improvvisamente divenuto chiaro che avessi affrontato troppe battaglie perché un singolo proiettile potesse privarci della felicità che ero certo meritassimo.
Io e lei eravamo una catastrofe naturale a sé stante, tanto potente da piegare il mondo e da distruggere e radere al suolo intere città, perciò non avremmo lasciato ad un singolo pezzo di metallo di mandare a rotoli ciò che eravamo. Io non volevo pregare più Hayley perché si svegliasse, ero certo che lo avrebbe fatto. Lei era decisamente troppo forte per arrendersi proprio giunta a quel punto della sua vita: quando tutto sembrava andare finalmente per il verso giusto. Ero convinto che grazie alla sua forza sarebbe tornata da me, che non mi avrebbe lasciato e nonostante si trattasse solo di una scintilla di speranza, avrei dato vita ad un intero fuoco se quello fosse stato necessario per aiutarmi a sopravvivere a quella notte.
Non potevo accettare che quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avrei vista in vita, perché se lo avessi fatto, di certo, ne sarei morto.
A lezione di biologia una volta ci era stato spiegato che nel cuore vi fossero dei piccoli fasci di tendini denominati corde del cuore e che questi aiutino il muscolo a pompare il sangue in tutto il corpo. Ricordo che ci fosse stato detto che a causa di un forte trauma queste corde potessero rompersi e che a causa di un forte trauma emotivo, impedendo così al sangue di essere pompato nel modo giusto. Si può letteralmente morire di dolore a causa di un cuore spezzato.
Ero sicuro che quella sarebbe stata la mia diagnosi se Hayley non si fosse più svegliata, perciò mi ero deciso ad essere positivo, abbastanza per tutti i presenti in quella stanza e sufficientemente perché io non mi lasciassi avvelenare ed accecare dalla rabbia e dal senso di colpa.

Hayley

Non appena varcai la soglia della porta, mi trovai in un parco giochi e poco distante da me ero in grado di vedere una ragazza seduta sull'altalena, intenta a dondolarsi spensieratamente mentre il vento le scompigliava le ciocche dei capelli biondi.
Quando i miei occhi si posarono su di lei, iniziai a correre nella sua direzione senza nemmeno accorgermene, quasi le mie gambe si muovessero senza il mio controllo. Ignorai il modo in cui il mio cuore avesse preso a galopparmi nel petto, decisa a raggiungere la mia metà poiché spaventata che la persona che avevo dinanzi sarebbe scomparsa se non fossi stata abbastanza veloce.
Una volta raggiunta l'altalena, mi ci sedetti sopra e tentai di regolarizzare il mio respiro, così da placare la sensazione che i miei polmoni stessero andando a fuoco e fossero ad un passo dall'essere ridotti in cenere.

" Sei sempre stata veloce a correre. Giocare a nascondino con te non mi ha mai divertita proprio per questo motivo, non importava che a contare fossi io o tu, perdevo in ogni caso" disse lei, rallentando l'andatura della sua altalena e voltandosi a guardarmi con un caloroso sorriso dipinto sul viso.

Restai diversi istanti a fissarla, come se non riuscissi a credere ai miei occhi. Emma era proprio accanto a me, con le iridi celesti puntante nelle mie e i capelli biondi intenti ad accarezzarle le spalle, coccolati dal vento che di tanto in tanto mi portava alle narici il profumo alle pesche che la caratterizzava, proprio come mia mamma.
Parte di me mi gridava di stringerla tra le mie braccia e di non lasciarla più andare, ma l'altra temeva che se lo avessi fatto, mi sarei ritrovata con un cumulo di cenere insignificante tra le mani. Nulla di più e nulla di meno.
Sapevo perfettamente che mia sorella fosse morta, che fosse stata cremata e che io stessa avessi sparso le sue ceneri nell'oceano. Eppure ai miei occhi appariva così reale in quel momento che iniziai a dubitare dei miei stessi ricordi, arrivando addirittura a pensare che la sua mente fosse stata un terribile incubo e niente di più.

" Ti vuoi dare una svegliata? Mi inquieti se mi guardi così. Perciò te lo dico subito, sì sono reale e no, non sono viva.
Però ci sono delle cose a quanto pare hai bisogno che io ti dica, inoltre ho voluto approfittare dell'occasione per vederti. Mi sei mancata Hayley " continuò Emma, schioccandomi le dita dinanzi agli occhi e ridendo leggermente.

Sbattei le ciglia ripetutamente, prima che le mie labbra si allargassero in un sorriso ed io decidessi finalmente di distogliere lo sguardo, quasi del tutto convinta che mia sorella non sarebbe scomparsa all'improvviso se lo avessi fatto. Iniziai a dondolarmi sull'altalena, guardando i colori caldi che il cielo aveva assunto durante il tramonto che si stava svolgendo.
Tentai di imprimere nella memoria ogni dettaglio, a partire dal suono prodotto dal vento che spostava le foglie secche che costellavano il suolo, fino ad arrivare al profumo alle pesche di mia sorella che mi riempiva le narici come a volermi ricordare che lei si trovasse proprio accanto a me.

" Di solito per farti stare zitta bisognava darti qualcosa da mangiare, possibilmente della pizza. Invece ora sei così silenziosa, forse è colpa mia. Però mi piacerebbe sentire il suono della tua voce Hayley, guardarti da lontano è bello, ma averti qui con me, anche se per poco, lo è molto di più. Quindi ti prego, dì qualcosa perché altrimenti sarò costretta a parlare io e se lo faccio dovremmo salutarci " proseguì mia sorella, indicendomi a voltare il capo verso di lei.

" Ho visto la mamma e ad essere sincera speravo davvero che avrei rivisto anche te. Sei bellissima, proprio come ti ricordavo.
Emma, scusa se non sono riuscita a salvarti. Ti giuro che ho desiderato una marea di volte di poter prendere il tuo posto o di poter tornare indietro per cambiare le cose, però ovviamente non l'ho mai potuto fare. Però mi sembra quantomeno giusto chiederti scusa e dirti che mi sei mancata da morire, più di quanto tu possa immaginare. Vivere senza di te è e credo che continuerà ad essere difficile, non importa quanto tempo possa trascorrere " confessai, ammettendo le mie colpe e approfittando di quell'occasione per dire ciò che non ero mai riuscita a comunicare a colei che mi era seduta accanto.

Emma si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, per poi sorridere e scuotere leggermente il capo come se ciò che le avevo appena detto fosse estremamente divertente. Per qualche istante non replicò, quasi avesse bisogno di tempo per pensare alla sua risposta, così da scegliere attentamente le sue parole.
Io approfittai di quel silenzio per apprezzare la sua presenza, noncurante del fatto che la nostra conversazione stesse proseguendo a rilento, quando invece, probabilmente, avremmo dovuto approfittare del tempo che avevamo a disposizione per dirci ciò che pensavamo. Ero decisa a voler semplicemente apprezzare il fatto che mi trovassi in sua presenza perché in quel momento nulla pareva contare di più. È questo pareva valere per me tanto quanto per Emma.
Era come osservare la neve attecchire sui tetti durante una fredda giornata d'inverno, mentre si era seduti sul pavimento del salotto, accanto al fuoco crepitante del camino e con una tazza di cioccolata calda tra le mani: tanto confortevole e rassicurante da spingerti a crogiolarti in quell'istante in silenzio.

" Ti ricordi quando eravamo piccole e io fingevo di essere la principessa in pericolo, mentre tu il principe che doveva salvarmi? Hai sempre avuto la tendenza a volermi proteggere da ogni cosa che potesse arrecarmi dolore, senza alcuna eccezione, persino da te stessa. Mi ricordo ancora che quando ti facevo arrabbiare tu non mi prendevi mai a parole. Non lo hai mai fatto, nemmeno una volta. Nonostante fosse tua abitudine farlo con tutti. Scott si lamentava di continuo di questo atteggiamento che avevi nei miei confronti, non sopportava il fatto che io fossi l'unica persona contro la quale non ti accanivi. Soprattutto perché lui, al contrario, quando ti faceva arrabbiare riceveva sempre dei colpi dietro la testa o sul braccio da parte tua.
Sei sempre stata il mio eroe, Hayley. Il fatto che quella notte tu non sia risuscita a proteggermi da un ragazzo ubriaco alla guida, non fa di te un'assassina e io non cambierei per nulla al mondo i biglietti che mi hai regalato per il compleanno e vuoi sapere perché? Perché quel concerto è stato di certo una delle esperienze più belle che io abbia mai vissuto e preferirei morire all'infinito piuttosto che vivere senza aver provato sulla pelle la felicità che ho sentito quella notte.
Ho avuto una bella vita, Hayley. Anche se è stata breve. Ho riso, ho pianto, ho sofferto, ho avuto la sorella migliore che si potesse mai desiderare e mi sono innamorata perdutamente.
Perciò smettila di incolparti e balla con me " disse Emma, per poi premere il tasto play dello stereo posto sul pavimento.

Le note di 21 guns scaturirono dall'apparecchio elettronico ed io mi sentii mancare il respiro, mentre il mio cuore perdeva un battito, prima di prendere a galoppare nel mio petto.
Emma si alzò dall'altalena, si pose dinanzi a me e mi tese una mano invitandomi silenziosamente ad afferrarla, i suoi occhi celesti illuminati dal sorriso smagliante che le allargava le labbra e le le ciocche bionde dei suoi capelli che riflettevano la luce rossastra del sole.

" Em, non posso. Non ci riesco ad ascoltare questa canzone" dissi, rivolgendo il mio sguardo verso lo stereo e desiderando che iniziasse improvvisamente a piovere, così che andasse in cortocircuito.

Quando Billie Joe iniziò a cantare, Emma fece lo stesso e io mi sentii pizzicare gli occhi per l'emozione perché avevo desiderato per ben tre anni di udire un ultima volta il suono dolce della sua voce. Mi sembrava di vivere in un sogno, in un luogo dove ogni mio desiderio poteva divenire realtà e avrei tanto voluto che fosse durato più a lungo di quanto sapevo sarebbe accaduto.

" Sì che puoi. Viviamo un'altra volta quella notte, senza lacrime o spargimenti di sangue. Solo io, te e i Green Day. È il mio ultimo desiderio e lo so che è anche il tuo, no mentire a te stessa " mi spronò Emma, per poi afferrare il mio braccio e spingermi ad alzarmi dall'altalena sulla quale sedevo che dondolò nel vuoto senza di me.

Presi un profondo respiro e tentai di ricacciare la paura e i brutti ricordi in un angolo remoto della mia mente, sotto lo sguardo celeste di Emma che era intenta a sorridermi amorevolmente. In un primo momento i miei movimenti furono titubanti ed impacciati, ma quando il ritornello della canzone che da tre anni a quella parte avevo evitato come la peste iniziarono a suonare, io e mia sorella saltammo insieme cantando a squarciagola.
Chiusi gli occhi per qualche istante, assaporando il senso di felicità e di libertà che provavo in quel momento che sembrava perfetto nonostante incredibilmente distante da ciò che era accaduto nella realtà. In quella circostanza io ed Emma eravamo felici come le eravamo state durante la notte del suo compleanno, quando tutto il resto del mondo sembrava essere scomparso per lasciare spazio a noi due e alla gioia che ci animava.
Sapere che mia sorella non provasse nemmeno un briciolo di rancore nei miei confronti e che mi definisse ancora il suo eroe, per me era stato sufficiente per sentirmi totalmente ed indissolubilmente libera dalle catene che mi avevano tenuta ancorata a quel passato che mi aveva tormentata per anni.
Non potevo cambiare ciò che era accaduto ad Emma, ma poter condividere ancora una volta la nostra passione per i Green Day e cantare a squarciagola assieme a lei, mi era sufficiente.

" È stato divertente come immaginavo che sarebbe stato, anche se è durato troppo poco. Ora dobbiamo salutarci, Hayley. Ho portato a termine il mio compito e ora le nostre strade si devono separare. Devi lasciarmi andare, andare avanti e proseguire per la tua strada. Quella porta di condurrà da un'altra persona che hai bisogno di vedere, ma penso tu sappia già di chi si tratti. Ti voglio bene.
Ricordati che sei stata una sorella fantastica, non dimenticarlo mai e non dubitarne mai " mi informò mia sorella, quando le ultime note della canzone suonarono.

Aveva il fiato corto e il suo respiro era pesante, quasi avesse appena corso una maratona, esattamente come il mio. Eppure aveva l'aria felice e non sembrava riuscire a smettere di sorridere, ma io non ero in grado di sentire una punta di amarezza in bocca nel realizzare che il nostro tempo assieme fosse giunto al termine e che io le avrei dovuto dire addio ancora una volta.
Ero certa che avrei continuato a sentire la mancanza del suono della sua risata, di come i suoi occhi si illuminassero quando rideva e della dolce tonalità che assumeva sua voce quando cantava. Avrei di certo sorriso amaramente ripensando alla notte durante la quale lei era morta, combattuta tra il bel ricordo del concerto al quale avevamo preso parte e quello straziante del nostro incidente.
Avrei fatto tutto ciò che era in mio potere per permettere ad Emma di vivere nella mia memoria, di far sì che le persone che amavo e che non avevano avuto la fortuna di conoscerla avessero l'impressione di sapere esattamente chi fosse, grazie a me.

" Mi mancherai Em e ti vorrò sempre bene, scusa se non te l'ho detto a sufficienza.
Il mondo rimarrà sempre un posto un po' più buio senza di te. Addio " replicai, prima di stringerla in un abbraccio che durò poco, decisamente non abbastanza perché io fossi pronta ad allontanarmi da lei.

Addio era una parola difficile da pronunciare, perché chiunque sperava di non doverla dire mai a nessuno che abbia amato e perché in quelle parole si perde anche un frammento della propria anima.
Era un semplice vocabolo, ma sembra una delle più grandi sfide che un essere umano dovesse affrontare: lasciare andare qualcuno per sempre, anche se arreca sofferenza e si porta alle spalle una scia di tristezza indelebile. Addio significa non udire più una voce, non ridere più assieme ad una persona, abituarsi ad un vuoto che non potrà essere colmato da nessun altro e probabilmente la cosa più difficile era pronunciarlo anche se non si era pronti e, quasi sempre, non lo si è. Purtroppo chiunque dicesse addio sapeva già cosa comportasse, quali fossero le conseguenze e trovare la forza per dirlo nonostante ciò, risultava incredibilmente difficile. Forse era proprio quella la ragione per la quale le persone preferivano andarsene in silenzio: perché rinunciare ad un amore è troppo doloroso, perché gli adii si portando appresso una serie di ricordi dai quali sono inscindibili.

" Sono fiera di te Hayley. E ti faccio i miei complimenti perché il tuo ragazzo è proprio un gran figo, mi sarebbe piaciuto conoscerlo. È simpatico " concluse Emma, prima di aggirarmi ed impedirmi di vedere dove fosse diretta, lasciandomi sola con una porta, esattamente come aveva fatto mia mamma.

Spazio marshmallow:
Ciao a tutti! Anzi tutto chiedo venia perché il capitolo è più corto rispetto al solito...
Poi vorrei chiedervi come vi è sembrato ^^
Ed in fine vorrei avvisarvi che AlMeroni mi ha proposto un'intervista e che lei vorrebbe che a farmi le domande riguardo me e le mie storie foste proprio voi lettori! Quindi vi invito a scrivere le vostre domande uni nei commenti, sulla mia bacheca oppure a su quella di AlMeroni o su Instagram appena posterò l'avviso ( poterete farle nei commenti del post oppure in direct ).
Questo è tutto! Consideratelo come una sorta di nuovo #AskAlex
Potete fare tutte le domande che volete, non c'è un numero limitato ^^
Grazie mille per i bellissimi commenti che mi lasciate sempre, spero che l'iniziativa vi piaccia.
Baci
Xoxo
-Alex

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