Capitolo 28: Insane
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Capitolo 28
Aiden
Ero al purple poison, le luci al neon viola che costellavano il soffitto del locale si riflettevano sui bicchieri dei presenti, conferendo agli alcolici una colorazione curiosa e gli sguardi degli appartenenti ad alcune delle famiglie più facoltose di Manhattan, i manager di importanti aziende newyorkesi e di tutti coloro che mi circondavano erano rivolti verso il palco. I loro occhi erano fissi sui movimenti sinuosi e fluidi del corpo di Bella semi coperto da una lingerie di pizzo nero che si muoveva contro il freddo palo di metallo, posto al centro della passerella di quel palcoscenico nero illuminato dalla luce violacea. Tutti i presenti erano succubi dell'incantesimo di quella ragazza dai lunghi e morbidi capelli biondi, gli occhi di quest'ultima erano chiusi e la sua mente si era persa in luogo che ero certo si trovasse ad anni luce di distanza da quel locale, da New York e da tutto ciò che detestava, incastrata a svolgere un lavoro che le fruttava abbastanza per vivere e mantenere i suoi vizi facendo ciò che amava di più: ballare.
Ad essere sincero, ancora non ero riuscito a comprendere come Bella riuscisse a sembrare tanto sensuale senza mai risultare volgare, e soprattutto dove trovasse la forza di compiere delle acrobazie tanto complesse e ad arrampicarsi su quel palo con il suo fragile corpo. Aveva perso molto peso nell'ultimo periodo e non mi era chiaro come i suoi muscoli riuscissero a sostenerla sempre, senza mai deluderla.
Bella ballava sulle note di Bring me to life degli Evanescence, ed io trovai incredibilmente divertente il modo in cui il testo di quella canzone si adattasse a lei: la ragazza dagli occhi di pantera che cercava da tutta la vita una via fuga da un'esistenza che non le lasciava scampo e che le dava la costante sensazione di essere rinchiusa in una gabbia.
Sapevo che quella canzone fosse stata scelta proprio dalla ragazza e considerando che in quei giorni mi sembrasse più triste e malinconica del solito, non riuscii a fare a meno di credere che quello fosse il suo modo per gridare aiuto.
Wake me up inside, call my name and save me from the dark.
Bella aveva sempre tentato di trovare in sé stessa tutta la forza e il sostegno di cui necessitava, ma poco tempo addietro aveva domandato proprio a me di salvarla dall'oscurità che la circondava e di riuscire a sottrarla da quel circolo vizioso fatto di dolore masochismo.
In quel momento, il naso di Bella prese a sanguinare, proprio mentre era sospesa nel vuoto e sorretta dal suo braccio a quel palo di metallo, eppure lei non vi prestò attenzione e proseguì la sua danza dandomi l'idea che non si fosse nemmeno accorta delle piccole gocce di sangue che erano ricadute sul suolo sottostante.
" Il suo corpo sta lentamente collassando, non ce la fa più e a lei non interessa nemmeno " disse Lucas che in quel momento era in piedi accanto a me, le braccia incrociate sul petto e il volto serio.
Il tono del ragazzo risultò leggermente divertito alle mie orecchie, nonostante la serietà che tendeva i muscoli del suo viso e di lì a poco un sorriso gli allargò le labbra, permettendo così alla luce violacea di illuminargli i denti bianchi.
" Lo dici quasi come se la cosa non ti interessasse " osservai, rivolgendo a Lucas un'occhiata veloce e riportando poi lo sguardo su Bella.
Il corpo della ragazza si sollevava da terra dando l'impressione che stesse volando sulle note della canzone e accompagnato dalla voce forte di Amy Lee risuonava nel locale. Vedere la figura di Bella volteggiare attorno al palo, sorretta solo da un braccio diffondeva in me una sensazione di nervosismo.
" E tu ne parli come se non sapessi cosa penso di lei. Tu e Matt siete miei amici, io e Hanna ci conosciamo dai tempi delle medie e io sono sempre stato innamorato di lei, mentre lei non ha occhi che per Matt. Invece lui non riesce a pensare ad altri che a Bella e io sono costretto a consolare Hanna ogni volta che sta male per quel cretino che, tanto per dirne una, è così preso da Bella da non vedere nemmeno che si sta autodistruggendo. Non ha neanche quel minimo di coscienza per accorgersi di quanto sta male, è accecato dall'amore che prova per lei" replicò Lucas, la voce animata dalla collera e dalla frustrazione.
Da quando lo conoscevo, lo avevo visto portare a casa sua svariate ragazze diverse, eppure con nessuna di loro aveva fatto coppia fissa e una sera, in preda ai fumi dell'alcol, mi aveva confessato di essere innamorato di Hanna.
Mi ero sentito incredibilmente in pena per lui, considerando che la ragazza della quale era infatuato era completamente incantata da Matt che, ad ogni modo, non la degnava di un solo sguardo. Mi ritenevo fortunato a non essere mai stato innamorato di nessuno, perché proprio non riuscivo a pensare a che dolore che si dovesse provare nel vedere la persona che ami stare con qualcun altro.
" Lo sai come è fatta. In questi giorni però sta peggiorando, sono preoccupato per lei" dissi, prima di scuotere il capo leggermente.
In quel momento il suono della chitarra fu sostituito da quello più dolce del pianoforte, Hanna fece il suo ingresso sul palco e notai che Lucas, che fino ad allora aveva prestato ben poca attenzione a ciò che aveva dinanzi, fissò improvvisamente il suo sguardo sul corpo esile e slanciato della ragazza che somigliava tanto a quella che consideravo la mia migliore amica.
" Sono stanco di starle dietro Aiden e anche tu dovresti sentirti allo stesso modo. È grande ormai, dovrebbe saper badare a se stessa.
A me è sufficiente che non trascini Hanna nei suoi casini, ne ha già passate abbastanza e di certo non ha bisogno di sostenere anche il peso dei problemi di Bella. E soprattutto non voglio che la porti a picco assieme a lei, se vuole mandare a puttane la sua vita che lo faccia pure, ma non ho intenzione di stare a guardare mentre distrugge quella di Hanna" rispose Lucas, senza distogliere lo sguardo dal palco e tenendolo fisso sulla figura di Hanna.
In quel momento, dal naso di Bella uscirono nuovamente due gocce di sangue che lei si preoccupò subito di pulire con il dorso della mano, per poi riprendere a danzare spensieratamente.
Avrei voluto disporre delle capacità necessarie a salvarla, a sottrarla dal masochismo che la stava consumando lentamente come il peggiore dei mali.
Notai che, per un attimo, Hanna scoccò un'occhiata preoccupata a Bella ma quest'ultima ignorò l'amica, troppo impegnata a perdere sé stessa nella musica.
La danza sembrava l'unica cosa in grado di salvarla da quell'esistenza congelata in uno stato di morte e scandita da brevi istanti di gioia fugace che le lasciavano un senso di amarezza in bocca.
Era un animale raro, schiavo di una vita che detestava, in cerca di una libertà che non riusciva ad afferrare e avvelenato da ricordi che la incatenavano al passato senza lasciarle via di fuga.
" Non ci riesce a salvarsi da sola e Matt ascolta tutto ciò che dice Bella, bevendosi tutte le bugie che racconta a proposito della sua salute. Lei è troppo orgogliosa per chiedere aiuto, perciò resta in silenzio aspettando che qualcuno prenda l'iniziativa. Dovremmo aiutarla noi " constatai, rivolgendo il mio sguardo verso Matt che era intento a seguire i movimenti della sua ragazza come se avesse avuto paura che se solo avesse guardato altrove, anche solo per un attimo, lei si sarebbe dissolta in una nube di fumo senza mai tornare.
Ogni volta che Bella scappava da New York nel cuore della notte senza contattare nessuno per giorni interi, Matt si lasciava consumare dalla preoccupazione e dalla paura che le non facesse il suo rientro a casa. Viveva di una scintilla di speranza che non si estingueva mai.
Eppure io sapevo quanto Matt soffrisse in quei giorni e quante volte guardasse il telefono, convinto che vi avrebbe trovato un messaggio della ragazza che amava e che, ad ogni modo, non arrivava mai.
Non riuscivo a ricordare il giorno in cui Bella fosse divenuta tanto fredda, quando esattamente la maschera di apatia che indossava fosse divenuta il suo volto e in che momento avesse preso a scappare a notte fonda per poi tornare giorni dopo in silenzio, senza scuse o giustificazioni.
Aveva dato via ad un processo di autodistruzione che, ad essere totalmente sincero, non ero certo di dove l'avrebbe condotta. Avrei voluto poter dire che Matt sarebbe stato in grado di aiutarla e di ricondurla verso casa, ma il problema era che Bella non aveva nessun posto che potesse chiamare tale. Lei era una pantera senza fissa dimora, in attesa del momento i cui sarebbe potuta scappare dalla sua gabbia senza tornare mai più.
Non amava più, in lei viveva solo un odio nero e denso che le stava avvelenando l'anima e che l'avrebbe condotta alla rovina se non avesse trovato un antidoto per tempo.
" Non è più una bambina, Aiden. È perfettamente in grado di prendere le decisioni da sola e di subirne le conseguenze. Migliore amico o no, non spetta a te aiutarla.
Pensa unicamente a sé stessa, noi non siamo altro che i suoi burattini, ma se tagliare i fili significa lasciare Hanna da sola allora sono disposto a farmi manovrare da Bella quanto le pare.
Lo so che ne ha passate tante, ma nessuno fra di noi ha avuto una vita rose e fiori, perciò non è giustificata. E la cosa che mi fa più incazzare è che Hanna la vede come la sorella che non ha mai avuto, mentre Bella non ha fatto altro che trascinarla in questo posto e scaricarle addosso il peso dei suoi casini " disse Lucas, la voce caratterizzata dalla collera che si rifletteva anche sul suo viso dai lineamenti definiti.
" Non posso voler bene a qualcuno che non si ama e che porta tutti quelli che le stanno attorno alla rovina. Spero soltanto che decida finalmente di fare le valige, andarsene da New York e non tornare mai più. Farebbe un favore a tutti quanti, persino a Matt che, comunque, non è di certo quello che definirei un santo.
Bella lo sta rovinando più di quanto non abbia già fatto lui stesso fino ad ora, mentre lei resta a guardare dall'alto tutto e tutti come se fossimo degli scarafaggi. Mi sono stancato del suo modo di fare e se non fosse per Hanna, l'avrei già liquidata da un pezzo.
Se vuole rovinarsi, che lo faccia pure da sola, io non ho voglia di partecipare ai suoi stupidi giochetti " continuò poi, tendendo i muscoli della mandibola ed indicando quanto fosse effettivamente bruciante di rabbia.
A differenza di Matt, io sapevo già quali sentimenti provasse Lucas nei confronti di Bella, perciò quella sua sfuriata non fu una novità per me. In quel periodo era capitato più di una volta che Lucas si sfogasse a quel modo, ma non aveva mai fatto sapere a Bella quali fossero i suoi pensieri - non che fosse un mistero, considerando che non le rivolgeva mai la parola -, soprattutto perché non voleva ferire Hanna o spingere quest'ultima ad allontanarlo perché non gli andava a genio quella che lei considerava come una sorella.
Il problema era che Lucas era perdutamente infatuato di Hanna, al punto di scegliere di sopportare i continui sbalzi d'umore di Bella e i suoi persistenti capricci, oltre che osservare la ragazza che amava guardare con occhi trasognanti Matt. Lucas era disposto a tutto, pur di rimanere accanto a Hanna.
In quell'istante, il mio amico e tutti i presenti nella stanza scomparvero, lasciandomi solo all'interno del Purple poison in compagnia di Bella.
La ragazza si allontanò dal palo e si mise a sedere sul margine del palco sul quale era solita ballare, per poi accendersi una sigaretta e prendere a fumarla spensieratamente. Indossava ancora la lingerie di pizzo nera e un paio di tacchi alti del medesimo colore, le gambe accavallate l'una sull'altra e il viso pallido illuminato dalla luce violacea del locale.
" Sono stanco di sognarti " confessai, il mio tono di voce sconsolato tanto quanto lo ero io.
Era la verità, mi sentivo sfinito e senza forze, come se avessi corso una maratona. Non riuscivo più a chiudere occhio e quando lo facevo, puntualmente, sognavo Bella.
Ero intrappolato in loop senza fine e la stanchezza, la disperazione e la frustrazione stavano avendo il sopravvento su di me, tanto da spingermi alla rovina.
" Ti devo ricordare che hai promesso di non dimenticarmi? Non hai scelta, Husky" replicò lei, prima che il naso prendesse a sanguinarle nuovamente.
Bella aveva il viso magro e scavato, dato che mangiava come un pulcino da giorni e il suo sguardo era spento, quasi qualcuno avesse prosciugato tutta la luce che contenevano un tempo.
La osservai toccarsi le narici con la punta dei polpastrelli, per poi fissare il suo sguardo verde nel mio.
" Ti avevo chiesto di salvarmi e non lo hai fatto. Ti meriti tutto questo e molto più. Sei un mostro, non ti perdonerò mai per ciò che hai fatto " gridò, la voce segnata dalla rabbia e lo sguardo accigliato.
Mi svegliai di soprassalto e con il fiato strozzato, la fronte madida di sudore e un vago senso di disorientamento. I miei occhi impiegarono qualche secondo ad adattarsi al buio che albergava nella mia stanza, mentre il mio cuore non cessò di battere all'impazzata per interi minuti.
Afferrai il cellulare posto sul mio comodino, dopo aver rimosso il piumone dal mio corpo ed essermi seduto sull'orlo del materasso.
Notai che erano trascorse solo due ore da quando mi ero addormentato e che, di conseguenza, erano a malapena le cinque di mattina. Avevo chiuso gli occhi a notte inoltrata, dopo essermi rigirato nel materasso per quella che mi era sembrata un'eternità. Ero incredibilmente stanco, ma il solo pensiero di rimettermi a dormire mi fece rabbrividire, ero decisamente troppo irrequieto, arrabbiato e spaventato per prendere la decisione di sdraiarmi una seconda volta nel letto.
Sullo schermo del mio cellulare era riportato l'ennesimo messaggio da parte di una persona senza nome, l'avevo ricevuto un'ora prima mentre dormivo e leggere le parole in esso contenuto non fece altro che alimentare la mia collera.
Messaggio da: Sconosciuto
Ignorarmi non cancellerà ciò che hai fatto. La verità e il passato ti inseguiranno ovunque andrai come un'ombra, non importa quanto tenti di scappare.
Lanciai con rabbia il cellulare sul letto e mi presi la testa fra le mani, affondando le dita nei capelli con fare disperato.
Mi sembrava di impazzire, persistevo a sognare Bella ogni volta che chiudevo gli occhi e quando li riaprivo l'incubo non finiva.
Avevo iniziato ad allontanare Hayley da me e persino mia sorella, troppo spaventato delle conseguenze che la mia vicinanza avrebbe arrecato.
Persino mio padre aveva notato che qualcosa in me non andasse in quel periodo, perché non aveva tentato di rimproverarmi nemmeno una volta, anzi, mi aveva rivolto qualche occhiata preoccupata assieme ad Ash e mia madre.
Hayley mi aveva domandato più volte quale fosse il problema, ma io avevo sempre liquidato le sue innumerevoli domande e declinato ogni sua chiamata che ricevevo.
Avevo preso ad isolarmi nella mia stanza, impedendo ad Ash di dormire nel mio letto la notte e declinando ogni invito di Will ad uscire, troppo spaventato per socializzare e troppo pazzo per riuscire ad interagire con le persone che amavo.
Tanto per aggiungere un'altra scelta idiota al mucchio.
Non c'erano altre soluzioni.
Rovini sempre tutto.
Avevo iniziato a vedere Bella ovunque: tra le vie di New York quando passeggiavo in cerca di qualche soggetto da fotografare, tra la folla di persone a Time Square e persino a Central Park.
Erano giorni che non andavo a scuola e Ash mi aveva fatto promettere che il giorno seguente l'avrei accompagnata e che sarei entrato alla Beacon High assieme a lei.
Mi alzai dal letto e mi diressi verso il mio sacco da boxe, per poi iniziare a colpirlo con una rabbia che non credevo di possedere.
Ero stufo di essere perseguitato dai fantasmi del mio passato, di tentare di rinchiudere i ricordi dietro una porta che, ormai, era andata completamente in frantumi.
Bella mi stava avvelenando la mente e l'anima, portandomi alla pazzia e lasciandomi credere che non sarei mai stato in grado di trovare un antidoto.
Hanna aveva ragione, lo sconosciuto che mi perseguitava aveva ragione: il passato mi aveva raggiunto e mi stava tormentando tanto da impedirmi di avere un futuro.
Avrei potuto dire la verità a Hayley, certo, ma non se questo implicava metterla in pericolo e in balia di uno sconosciuto che mi aveva chiaramente informato che se non l'avessi allontanata le sarebbe accaduto qualcosa di brutto.
Avevo le mani legate e questo mi faceva sentire incatenato ad un passato e ad un insieme di ricordi che avrei voluto mettere al rogo e ridurre in cenere.
Persistetti a colpire il sacco, senza fermarmi nemmeno quando le mie nocche presero a sanguinare e a sporcare la pelle che lo rivestiva, schiavo di una rabbia che mi teneva prigioniero.
Cessai di scagliare pugni solamente quando mi sentii prosciugato di ogni briciolo di forza che possedevo, privato di energia e con il fiato corto, mentre il cuore mi galoppava nel petto ad un ritmo decisamente troppo veloce.
Eppure il volto di Bella era ancora vivido nella mi mente, chiaro e cristallino come l'acqua di un ruscello.
Conoscevo solo due modi per scacciare i pensieri riguardanti a quel passato fatto di dolore, bugie e lacrime: Hayley e l'alcol.
Considerando che dovevo prendere le distanze dalla prima medicina, optai per la seconda opzione.
Non mi preoccupai nemmeno di medicarmi le mani, decidendo di dirigermi al piano inferiore di quella casa avvolta nel silenzio e di recuperare una bottiglia di vodka dall'armadietto in soggiorno che conteneva tutte le bevande alcoliche appartenenti a mio padre.
Quando tornai in camera mia, mi sedetti sul pavimento della stanza e dopo essermi infilato le cuffie nelle orecchie e aver scelto una canzone, svitai il tappo della bottiglia ed iniziai a bere.
Ignorai il bruciore della vodka, ritrovandomi a pensare che quel sapore fosse di gran lunga migliore del pensiero di Bella o dei mei ricordi.
Era incredibilmente immaturo e stupido da parte mia scegliere di affogare ogni ricordo bell'alcol, ma in quel momento tutto ciò che volevo era dimenticare. Volevo sentire solo il bruciore alla gola e il giramento di testa arrecato dalla vodka, perché ogni cosa era meglio della sensazione di essere sull'orlo del crollo, di non poter trovare una via d'uscita a quel circolo vizioso fatto di odio e dolore.
Bevvi fino a quando i ricordi iniziarono a confondersi gli uni con gli altri, fino a quando i pensieri vennero offuscati dall'alcol, fino a dimenticare ogni cosa e a non sentire più nulla, fino a scordarmi perché bevevo.
Quando entrai nella classe di chimica, ero ancora ubriaco. Avevo terminato l'intero contenuto della bottiglia di vodka che avevo rubato a mio padre e avevo chiesto ad Ash di andare a scuola con un taxi perché io ero intenzionato a farmi una doccia.
Il problema era che il getto di acqua calda non aveva per niente affievolito la mia sbornia, perciò varcai la soglia dell'aula in estremo ritardo e barcollando leggermente.
Gli occhi di Hayley, Will e Ash si posarono su di me e io feci loro l'occhiolino e sorrisi divertito, sperando di apparire normale.
Ero giunto a scuola con un ritardo enorme, infatti la lezione sarebbe terminata di lì a breve, ma io mi ero deciso a non voler deludere Ash e proprio per questa ragione mi ero presentato all'ora di chimica nonostante il mio ritardo.
La testa mi sembrava pesarmi una tonnellata e la stanza non faceva altro che girare, tanto che dovetti poggiarmi alla cattedra per evitare di cadere al suolo.
" Aiden, ti senti bene? " domandò il professor Forbs, alzando entrambe le sue sopracciglia.
Quel giorno l'uomo indossava una maglietta azzurra che era già macchina di sudore sotto le braccia e che era abbinata ad un paio di pantaloni neri. Osservai il modo in cui la sua testa calva rifletteva la luce al neon delle lampade poste sul soffitto e ciò mi portò a pesarmi una mano tra i capelli, ritrovandomi a sperare che non sarebbero mai caduti.
A te è caduto il cervello.
Non lo escluderei. Ciò non toglie che Forbs sembra un uovo.
Ma io cosa ho fatto di male per essere la tua coscienza?
" Lei non si è mai chiesto perché il simbolo della casata corvo nero è un'aquila? Voglio dire: perché non un corvo? " domandai, gesticolando animatamente con le mani, come a voler dar enfasi alle mie parole.
Se solo potessi andare a raccogliere banane in Brasile, giuro che lo farei.
" E sa che le dico? Se mi ricordassi come arrivare in stazione, andrei al binario nove e tre quarti. Sono stanco di stare tra voi babbani" aggiunsi, sedendomi sul pavimento poiché troppo confuso per prendere posto accanto al mio migliore amico che, per altro, si trova in fondo alla classe.
Diversi studenti scoppiarono a ridere, tra cui anche Hayley e Will, tuttavia, i loro volti si fecero presto seri tanto quanto quello di mia sorella che non sembrava affatto divertito.
Ash si alzò dalla sua sedia e si avvicinò a me, lo sguardo accigliato e gli occhi celesti accesi di rabbia. Era chiaro che si fosse ormai accorta che fossi ubriaco e sapevo che vedermi in quello stato a scuola aveva riportato alla sua memoria vecchi episodi che, certamente, avrebbe preferito non si ripetessero.
" Aiden, sei ubriaco? " domandò la ragazza, il tono di voce sufficientemente basso perché il professore non la udisse.
Il profumo alla vaniglia di mia sorella mi invase le narici a causa della sua vicinanza e non riuscii a fare a meno di desiderare che fosse sostituito da quello speziato di Hayley.
Mi mancava incredibilmente sentire la sensazione che mi dava restarle accanto, la sicurezza che si diffondeva in me quando l'abbracciavo e persino portarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Mi mancava tutto di lei e sapere di non poterla avvicinare perché altrimenti l'avrei messa in pericolo, non faceva altro che incendiarmi di rabbia.
" Non lo so mamma, ti sembro ubriaco?" replicai, rivolgendo il mio sguardo verso Kyla che aveva gli occhi già fissi su di me.
Sul viso della ragazza era dipinta un'espressione sconsolata ed io sapevo perfettamente che fosse data dal mio stato di ubriachezza. Kyla mi aveva visto diverse volte recarmi a scuola in quello stato, almeno tante quanto il mio migliore amico o mia sorella, ma lei non si era mai presa cura di me come Ash, preferendo rimproverarmi e dirmi di smetterla di comportarmi come in bambino.
Se in quel momento fossimo stati soli, probabilmente, Kyla mi avrebbe preso a schiaffi e intimato di darmi una svegliata, forse mi sarebbe servito uno dei suoi discorsi in quella circostanza.
" Kyla è vestita come la Umbridge, quella maledetta vecchia la volevo morta più di Voldemort, giuro" sentenziai, ridendo di gusto nuovamente e distogliendo lo sguardo da Kyla per riportarlo su mia sorella.
Ash si era accucciata dinnanzi a me, i suoi occhi celesti fissi nei miei e illuminati da quella che ritenevo essere una scintilla di giudizio. Ero certo che mia sorella fosse intenta ad analizzare attentamente la situazione e che si stesse domandando perché io avessi ingurgitato un'intera bottiglia di vodka, avrei voluto parlarle di ciò che mi turbava, ma temevo che lo avrebbe riferito a Hayley e io non volevo rischiare.
" Sei proprio una testa di cazzo, Aiden " sentii dire ad una voce che mi era estremamente familiare.
Di lì a poco fui raggiunto da Will, che ignorò platealmente le risate degli studenti e le occhiate incuriosite, per aiutarmi ad alzarmi dal pavimento e condurmi fuori dalla classe sotto il consiglio del professor Forbs.
Prima di uscire dall'aula, mi concessi il lusso di voltarmi a guardare Hayley e la vidi seduta al suo posto nel laboratorio di chimica, le sue iridi ambrate fisse sulla mia figura e il viso distorto da quello che mi sembrò un misto di confusione e preoccupazione.
A dire la verità, mi sembrò sul punto di alzarsi e avvicinarsi a me, ma io mi preoccupai di scuotere il capo in segno di dissenso e inducendola così a rassegnarsi e ad osservarmi uscire da quella classe senza proferire parola. Mi stupì il fatto che Hayley non mi avesse seguito, considerando che non era di certo il tipo che si faceva dire dagli altri cosa avrebbe dovuto fare, eppure le fui grato per avermi ascoltato.
I corridoi della scuola erano deserti e l'aria era appestata dall'odore del disinfettante che veniva utilizzato per pulire i pavimenti, ma l'intero istituto sembrava avvolto dal silenzio ed ebbi come l'impressione di essere l'ultimo rimasto al suo interno.
Avrei voluto che il pavimento di linoleum blu mi inghiottisse, così da non poter pensare più a nulla e riuscire finalmente a placare il flusso di ricordi che persisteva ad allagarmi la mente.
In quel momento mi fu chiaro che l'effetto della vodka stava svanendo, segno che avrei dovuto bere nuovamente oppure uscire da quella scuola e distrarmi cercando qualche soggetto da fotografare.
" Mi spieghi cosa diavolo ti prende? Smettila di fare il coglione" disse Will, fissando i suoi occhi castani dei miei e alzando il tono di voce abbastanza da indurmi a comprendere quanto fosse arrabbiato.
Puoi dargli retta per cortesia?
No.
Ma io dico: non potevo essere la coscienza di un chihuahua? Mi avrebbe dato più soddisfazioni.
Magari di quello di Paris Hilton.
Sicuramente avrebbe avuto più cervello di te.
" Doby è un elfo libero" replicai, ridendo divertito e alimentando così la rabbia del mio migliore amico che sembrò pronto a colpirmi con un pugno.
Ash scosse disperatamente il capo e poggiò una mano sulla spalla di Will con fare amorevole, inducendolo a calmarsi.
Osservandoli in quella circostanza, con lo sguardo perso l'uno negli occhi dell'altra come a voler comunicare attraverso una serie di sguardi silenziosi, mi ritrovai a sentirmi felice per entrambi. Ero contento che Ash e Will fossero una coppia e che potessero contare l'uno sull'altra. Eppure sentii anche una punta di invidia, perché mentre loro due erano sempre spensierati e gli unici problemi che si presentavano nella loro coppia erano futili, come un messaggio senza risposta o un ritardo di trenta minuti ad un appuntamento, io e Hayley non riuscivamo mai a raggiungere la felicità alla quale aspiravamo. C'era sempre qualcosa o qualcuno che ci impediva di amarci come avremmo dovuto e ciò mi fece ribollire di rabbia.
Ero così stanco di non riuscire mai ad ottenere ciò che volevo, di sfiorare sempre la felicità con la punta delle dita senza mai riuscire ad afferrarla.
" Aiden, cosa ti sta succedendo? Dio, da quanto tempo non dormi? " domandò mia sorella poggiando amorevolmente una mano sulla mia guancia ed inducendomi a desiderare di poterle confessare ogni cosa.
Io non avevo mai avuto segreti per Ash, anche durante il periodo in cui ero stato assente da casa le ho sempre detto la verità.
Mia sorella era in assoluto la persona che mi conosceva meglio, certo, anche Will era al corrente di ogni mio segreto, dato che ci conoscevamo da quanto eravamo ancora nella culla, ma il legame tra me ed Ash era nettamente più forte.
Mia sorella riusciva a leggermi dentro attraverso un solo sguardo, anche quando mi sforzavo di nascondere ogni emozione dietro ad una facciata di serietà, lei era in grado di notare come mi sentissi in realtà.
Non sapevo se ciò fosse dovuto al fatto che eravamo gemelli o semplicemente perché mi conosceva come il palmo della sua mano, ma vedere le sue iridi azzurre intente a scrutarmi attentamente in cerca di una risposta, mi rese incredibilmente complesso non proferire parola riguardo ai messaggi.
" Da un po' " confessai, distogliendo lo sguardo da quello di Ash e puntandolo sull'armadietto alle sue spalle.
Osservai il metallo blu come se fosse stata una delle cose più interessanti sulle quali in miei occhi si fossero mai posati e persistetti a scrutarne ogni centimetro, convinto che quel gesto mi avrebbe aiutato a placare la serie di ricordi che si stavano facendo strada nella mia mente.
Si trattava dell'armadietto numero trecento tredici e le mie labbra si allargarono in un sorriso amaro nel vedere il numero. Era l'armadietto che utilizzava Bella quando frequentava la Beacon High e per un attimo mi immaginai la ragazza dinanzi a quell'ammasso di metallo blu, intenta ad inserire la sua combinazione e ad ascoltare la musica con le cuffie nelle orecchie.
La immaginai con indosso un paio di jeans scuri ed attillati che lasciavano intendere quanto fosse minuta, una grande felpa nera le copriva le braccia costellate di lividi e i capelli biondi le ricadevano sulle spalle come fili d'oro. L'immagine era così vivida nella mia mente, che per un attimo, vidi la ragazza voltarsi a guardarmi e sorridermi allegramente, per poi alzare una mano per salutarmi e richiudere l'armadietto con un tonfo.
" Amico, quanto hai bevuto? E spiegami perché diavolo non dormi " chiese il mio migliore amico, spingendomi a distogliere lo sguardo dall'armadietto.
Will sembrava preoccupato tanto quanto Ash, ormai la collera aveva lasciato spazio alla curiosità e i suoi lineamenti mimavano quelli di mia sorella.
Sorrisi ed indicai una piccola quantità con le dita della mano destra, attirando così l'attenzione di Ash sulle mie nocche coperte di lividi e ferite che, per altro, erano caratterizzate dal sangue raggrumato che non mi ero preoccupato di ripulire la sera prima.
Mia sorella mi prese la mano fra le sue e passò delicatamente le dita sulle mie nocche, rivolgendomi poi un'occhiata ricca di preoccupazione e velata leggermente dalle lacrime.
" Sto impazzendo, la vedo ovunque. Non riesco a dormire perché continuo a sognarla e poi ci sono i messaggi e i ricordi, Hanna, Lucas e persino quel coglione di Matt. Devo allontanare Hayley e questo mi fa male tanto quanto fa male a lei, Bella mi sta distruggendo la vita " replicai, allontanandomi da mia sorella e passandomi nervosamente una mano fra i capelli.
Vaneggiavo come un matto e sembravo delirante persino alle mie orecchie, tanto da farmi pena da solo.
Avevo pronunciato un'accozzaglia di frasi prive di senso e ne ebbi la conferma quando notai Ash e Will rivolgersi un'occhiata reciproca come a voler scoprire se l'altro avesse compreso qualcosa di ciò che avevo detto.
Scossi leggermente il capo e mi avviai verso l'uscita della scuola che, per fortuna, era distante pochi metri dall'aula di chimica e quindi da dove mi trovavo. Necessitavo di aria pulita e non appestata dall'odore di disinfettante e profumo alla vaniglia. Avevo bisogno di schiarirmi le idee, sperando che la mia testa avrebbe finito di giocarmi brutti scherzi e che Bella non si sarebbe ripresentata nella mi vita.
In quel momento, vidi la ragazza che popolava ogni mio incubo ridere leggermente e svoltare verso un altro corridoio, guidandomi attraverso il suono della sua risata e invitandomi a seguirla.
Accelerai il passo e seguii Bella nel lungo corridoio, sentendo i passi di Ash e Will alle mie spalle, mentre mi gridavano di fermarmi e chiedevano dove fossi diretto.
Osservai i capelli di Bella ondeggiare sulla sua schiena mentre correva e si voltava di tanto in tanto per assicurarsi che la stessi seguendo, le labbra allargate in un sorriso e lo sguardo verde illuminato dal divertimento.
" Hai promesso di non di medicarmi Husky, ricordi?" disse, prima di ridere nuovamente e fermando improvvisamente la sua corsa per fissarmi intensamente.
Aveva le labbra allargate in un sorriso beffardo e lo sguardo di chi la sapeva lunga, esattamente come la prima volta che l'avevo incontrata. Mi sentii gelare il sangue nelle vene e restai a fissarla immobile, quasi temessi che un movimento brusco da parte mia l'avrebbe indotta a scappare.
Non vi erano due profonde occhiaie a solcarle gli occhi, i suoi lineamenti non erano smagriti in modo eccessivo o la pelle pallida come un cencio, esattamente come l'ultima volta che l'avevo vista. Sembrava come circondata da un'aura diversa, dandomi a pensare che qualcosa in lei fosse cambiato radicalmente.
" Se non hai nulla da dire, è inutile per me restare" mi schernì, nel momento in cui la campanella che indicava la fine delle lezioni suonò e il corridoio fu gremito di studenti che mi impedirono di riuscire a vederla.
Restai a guardarmi intorno con aria confusa, in cerca di qualcuno che non riuscivo a trovare e spaventato da me stesso. Non riuscivo più a reprimere i sensi di colpa o a scacciare i ricordi, stavo impazzendo: incapace di capire quale fosse il confine tra realtà e immaginazione; tra verità e bugie.
Scorsi una chioma bionda poco distante da me ed iniziai a farmi strada tra gli studenti, mentre mia sorella persisteva a chiamare il mio nome assieme al mio migliore amico, sperando che farlo mi avrebbe fermato sul posto.
Tentai di fare il possibile per raggiungere la ragazza che stavo inseguendo, ma di lì a poco qualcuno mi afferrò il polso e mi indusse a voltarmi.
I miei occhi incontrarono quelli ambrati di Hayley che erano carichi di preoccupazione e di quella che ero certo fosse curiosità.
" Angelo, devo andare. Ho una cosa importante da fare, non posso restare qui" dissi, liberandomi della presa di Hayley con riluttanza e sforzandomi di non cedere dinanzi alla parte di me che mi pregava di portarla lontano da quella scuola assieme a me.
" Aiden, spiegami cosa ti prende almeno. Me lo devi, non puoi allontanarci tutti così " sentii gridare alla ragazza, mentre mi allontanavo da lei e mi dirigevo nuovamente verso l'uscita della Beacon High.
Camminai a passo spedito e non mi voltai nemmeno una volta a guardare Hayley, convinto che se l'avessi fatto sarei tornato indietro per stringerla in un abbraccio e prometterle che non l'avrei mai lasciata.
Prendere le distanze da lei era più difficile di quanto credessi, abbastanza da privarmi di ogni energia e sufficientemente perché io provassi l'irresistibile voglia di prendere a pugni il mio sacco da boxe per dare sfogo a tutta la rabbia e alla frustrazione che provavo.
Non appena aprii la porta che conduceva all'esterno, respirai a pieni polmoni l'aria inquinata di New York e sperai che il vento estirpasse ogni singolo ricordo dalla mia mente, trascinandoli in luoghi lontani in modo che io potessi finalmente riposare.
Per un istante, mi sentii in pace, proprio lì: fuori dall'istituto scolastico che frequentavo, sotto il cielo limpido di New York e con i polmoni pieni di smog. Tuttavia, quel mio stato di pace durò ben poco, perché il mio cellulare prese a squillare e io dovetti attendere qualche secondo, prima di trovare il coraggio di guardare lo schermo.
Messaggio da: Sconosciuto
Il fatto che lei sia il tuo Angelo non fa di te una persona degna del paradiso e sicuramente finirai per trascinarla con te all'inferno.
" Aiden, io non so perché ci stai allontanando tutti e se non me lo vuoi dire va bene lo stesso. Però voglio che tu ti fermi per un istante e capisca che non puoi fare sempre l'eroe: preoccuparti di mettere in salvo tutti e di non pensare a ciò che è meglio per te.
Se c'è qualcosa che ti turba, tu puoi parlarmene " sentii dire ad una voce che conoscevo con troppo bene.
Mi voltai a guardare gli occhi celesti di Ash e decisi di sedermi sui gradini dinanzi all'ingresso della Beacon High, sperando che lei avrebbe fatto lo stesso.
Avevo ricevuto l'ennesimo messaggio anonimo e ero così confuso che avevo iniziato a sospettare che il mittente fosse chiunque conoscessi. Era chiaro che si trattasse qualcuno che sapeva bene quali fossero i miei tasti dolenti e che conoscesse le mie pure, ma questa consapevolezza non mi aiutava in alcun modo a riuscire a risalire alla persona che mi stava conducendo verso la pazzia.
" Ash, sto impazzendo. Sono stanco e continuo a ricevere dei messaggi da uno sconosciuto che mi sta spingendo ad allontanarmi da Hayley e ad aver paura di addormentarmi. Non ne posso più di sognare Bella, mi sta facendo diventare matto" confessai in preda alla disperazione e fissando il mio sguardo su un mozzicone di sigaretta che avevo dinanzi.
Ash prese posto accanto a me, quel giorno indossava un maglione bianco che era in netto contrasto con il colore dei suoi capelli e che faceva apparire la sua pelle più chiara di quanto già fosse.
Io detestavo il bianco, rappresentava per me l'assenza di ogni cosa, l'apatia e la privazione di una qualsivoglia caratterizzazione. Il bianco sembrava voler indicare la perfezione che, ad ogni modo, non durava mai e poteva essere sporcata così facilmente da mettere i brividi.
Il bianco era il nulla, il vuoto più totale, un tipo di purezza e di luminosità che mi metteva paura.
" Di che diavolo di messaggi stai parlando? " domandò mia sorella.
Io mi limitai a porgerle il mio cellulare e mostrarle ogni cosa, lasciando che lei ne traesse le proprie conclusioni. Ero decisamente troppo affaticato e stremato per spiegarle ciò che intendevo e mostrarglielo era, senza ombra di dubbio, il modo più veloce e semplice per indurla a comprendere quale fosse la ragione del mio comportamento.
" Aiden non puoi allontanare Hayley per dei maledetti messaggi, non comportarti da cretino. E deciditi a raccontarle la verità, mi sono stancata di sviare le sue domande.
Non potresti semplicemente andare dalla polizia e finirla qui? Sarebbe molto più facile che fare del male ad entrambi" aggiunse lei, restituendomi il cellulare e fissando i suoi occhi celesti su di me.
Ignorai il suo sguardo e restai a fissare un punto indefinito dinanzi a me, prima di scuotere leggermente il capo con fare disperato e ritrovandomi a pensare che, nonostante Ash avesse ragione, mi ero stancato di rovinare la vita a tutti quelli che erano abbastanza coraggiosi - o stupidi - da avvicinarsi alla tempesta che ero.
" Certo, dirle la verità forse sarebbe la soluzione migliore, considerando che probabilmente dopo mi vedrebbe per il mostro che sono. Almeno in quel caso sarebbe lei a prendere le distanze e io non dovrei fare la fatica di allontanarmi da lei e resistere all'impulso di abbracciarla ogni volta che mi guarda preoccupata.
Cosa dovrei andare a dire alla polizia, Ash? Che sto ricevendo dei messaggi da uno sconosciuto che, comunque, non contengono nessuna minaccia esplicita? Che sto impazzendo per degli stupidi messaggi?
Non ho voglia di causare altri problemi a papà, risparmiami la fatica. Sono già abbastanza stanco" risposi, alzando il tono di voce progressivamente e permettendo alla rabbia di prendere il sopravvento.
Mi alzai dal gradino su cui sedevo e dopo essermi sistemato lo zaino sulla spalla, mi voltai a guardare Ash. Sul suo viso era dipinta un'espressione afflitta, quasi l'avessi appena schiaffeggiata o fosse stata proprio la realtà a farlo, eppure, di lì a poco, i suoi lineamenti furono distorti dalla collera.
" Smettila di ripetere che sei un mostro, mi sono rotta le palle di sentirtelo dire.
E non sottovalutare così Hayley, dalle almeno la possibilità di scegliere invece di prendere le decisioni da solo.
Sei mio fratello e io ti voglio bene, però quando fai delle cazzate è giusto che io te lo dica. Cresci un po' Aiden, sono stufa di vederti stare male per Bella e lo so che eravate migliori amici, maledizione era anche la mia, ma se ne è andata e ti assicuro che, contrariamente a ciò che pensi tu o Matt, non è colpa tua" replicò Ash, alzandosi di scatto dal gradino di pietra e puntandomi il dito contro.
I suoi occhi si riempirono lentamente di lacrime che non tardarono a solcarle il viso e vederla in quello stato mi provocò una stretta a cuore.
Ash era sempre stata incredibilmente emotiva, perciò ogni qualvolta provava un'emozione troppo forte, che fosse positiva o negativa, scoppiava a piangere all'improvviso. Eppure io non avevo mai sopportato vedere le lacrime di mia sorella, nonostante qualche volta mi fossi ritrovato ad invidiarla, dato che io non piangevo dall'età di nove anni, quando mio padre mi aveva detto che dovevo sempre essere forte. Un'altra delle innumerevoli cose che facevo per l'uomo che provava gioia nel litigare con me.
" Ci vediamo stasera all'incontro, non fare tardi " fu tutto ciò che dissi, prima di voltare le spalle a mia sorella e scendere i gradini di marmo.
Mi trovavo nel luogo dove si svolgevano i miei incontri clandestini di boxe, proprio sul lato opposto della strada in cui si trovava il Purple poison. Sorrisi amaramente nel pensare che mi trovassi ad un passo da un luogo che racchiudeva un'infinità di ricordi e quel passato tanto doloroso quanto ricco di risate che mi ostinavo ad ignorare e a tenere lontano dal cuore, così come dalla mente.
Indossavo un paio di pantaloncini larghi neri e nulla di più, non mi ero nemmeno informato su colui che mi avrebbe sfidato e non avevo domandato ad Adam di quanto fosse la posta in gioco. Ero troppo impegnato a tenere la mia mente occupata con qualsiasi pensiero non riguardasse Bella e Hayley.
Mi trovavo nello spogliatoio e riuscivo a sentire il suono della musica rock provenire dalla stanza in cui si svolgevano gli incontri mischiarsi al chiasso prodotto dalla folla, mi guardai allo specchio per un istante, prima di dirigermi verso l'uscita dello spogliatoio.
Non appena mi feci strada tra il marasma di persone che gremiva il Black Hole - così chiamavano quel posto-, in molti presero ad acclamarmi e i suoni mi arrivarono ovattati alle orecchie, come se la mia mente fosse così distante che la realtà mi pareva estremamente lontana.
Mi sembrò addirittura che il mio corpo si muovesse da solo, mentre prendevo posto al centro del cerchio e quando il mio sguardo incontrò quello di Hayley che ero convinto non si trovasse in quel luogo, mi sentii al contempo privato di ogni energia e carico di una rabbia senza confini.
Eppure, mi sembrava di essere uno spettatore del pubblico che mi accerchiava, come se io non fossi veramente al centro del ring e non stessi attendendo l'arrivo del mio avversario.
" Aiden, è da un po' che non ci vediamo. Felice di vedermi? Dimostrami cosa sai fare" sentii dire ad una voce alle mie spalle che mi spinse a distogliere lo sguardo da Hayley per voltarmi.
Sgranai gli occhi quando incontrai quelli scuri di Lucas e il ragazzo allargò le labbra in un sorriso divertito nel vedere la mia reazione.
Udii Adam dare il via all'incontro ed io scossi leggermente il capo convinto che quella fosse solo l'ennesima allucinazione. Rivolsi il mio sguardo alla folla che mi circondava, convinto che farlo avrebbe restituito al mio sfidante il suo vero volto e fu proprio in quel momento che notai una chioma di lunghi capelli biondi. I miei occhi incontrarono quelli verdi di una ragazza dal viso estremamente familiare che, nel vedermi, si posò un dito sulle labbra come a volermi suggerire che il fatto che io l'avessi vista fosse il nostro segreto.
Sentii un colpo raggiungermi il volto e poi tutto si fece nullo ed ogni cosa attorno a me scomparve.
Spazio marshmellow:
Ciao a tutti! Che ve ne pare del capitolo?
Aiden sta impazzendo...ciò che vedere sarà reale o no? Sono allucinazioni o è la realtà?
I messaggi di chi saranno? Riuscita Aiden ad allontanare Hayley una volta per tutte?
Quante domande lol haahah sto impazzendo pure io!
Spero il capitolo vi sia piaciuto!
Vi voglio bene
Baci
Xoxo
-Alex
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