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Capitolo 27: Happy Ending

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Capitolo 27

Hayley

La festa in maschera proseguiva tra sorrisi di circostanza e conversazioni scandite da risate divertite e bicchieri di champagne spumeggiante, l'aria era pervasa dai profumi dei presenti e dalla voce forte e al contempo delicata della cantante che sedeva sul pianoforte. Non erano molte le persone intente a ballare e ciò che di più divertente vi era a quella festa era lo spirito di intraprendenza di Josh, il quale continuava a parlare con ogni donna gli rivolgesse un'occhiata interessata per poi scomparire al piano superiore di quell'edificio lussuoso e ritornare svariati minuti dopo per riprendere a sfoggiare il suo fascino da chitarrista.
Non avevo mai particolarmente apprezzato quei party popolati da ricchi e rilevanti personaggi dell'imprenditoria e non, infatti, quando vi ci dovevo partecipare a Los Angels, finivo sempre per bere quantità eccessive di champagne così da rendere le conversazioni intraprese con gli amici di mio padre leggermente più sopportabili. Ad ogni modo, tuttavia, finivo sempre per trovare un modo per sgattaiolare via e incontrarmi Scott sulla spiaggia, cosa che mi faceva guadagnare ogni volta una ramanzina da parte di mio padre.
In quel momento, a vedere l'espressione cupa dipinta sul volto di Aiden, mi fu chiaro che lui desiderasse trovarsi a chilometri di distanza da quella sala gremita di persone chiassose e noiose, quasi il suo unico pensiero fosse quello di scappare senza mai voltarsi indietro. Quella realizzazione mi portò ad avvicinarmi a mio zio, ignorando platealmente il fatto che stesse flirtando con una donna dai lunghi e lucenti capelli rossi e interrompere la conversazione che i due erano intenti ad avere. La donna mi scoccò un'occhiata interessata, curiosa di sapere cosa portasse una ragazza giovane come me ad avvicinarmi a Josh. Le sue labbra si allargarono in un sorriso quasi beffardo, dandomi a pensare che, probabilmente, trovasse a dir poco ridicolo che io volessi attirare l'attenzione di mio zio, il che mi rese molto difficile non scoppiare a ridere.

Come se io volessi davvero provarci con Josh.
Potresti lasciarglielo credere, sono sicura che sarebbe divertente.
Non ne ho voglia e poi Josh si arrabbia sempre quando rovino le sue conquiste.
Peccato, sarebbe stato divertente.

" Josh, visto che mi vuoi bene puoi farmi un favore? Ho bisogno che tu mi copra, sono stufa di restare qui" dissi, poggiando la mano sulla spalla di mio zio e sfoggiando un sorriso innocente.

Josh ricambiò il sorriso e scosse leggermente il capo, quasi fosse stupito che non glielo avessi domandato prima e che avessi spettato tanto a farlo.
Lui sapeva quanto io detestassi quel tipo di feste, soprattutto perché quel giorno glielo avevo ripetuto fino allo sfinimento e non avevo fatto altro che lamentarmi durante il tragitto in limousine per recarci in quel lussuoso edificio nel cuore di Manhattan.

" Io non ti ho vista e noi non abbiamo mai avuto questa conversazione" replicò lui, prima di sorseggiare il suo champagne e tornare a rivolgere le sue attenzioni alla donna che aveva dinanzi.

Scoccai un bacio sulla guancia di mio zio e mi feci strada tra la folla di persone che gremiva quella grande sala da ballo illuminata dai lussuosi e costosi lampadari di cristallo posti sul soffitto. Trovai Aiden in un angolo della stanza, aveva lo sguardo fisso dinanzi a sé e non sembrava osservare niente in particolare, quasi fosse completamente estraniato da ciò che lo circondava.
Quella sera Aiden pareva essere confuso, come se avesse avuto la mente offuscata da una miriade di pensieri che non era in grado di reprimere e le occhiaie che gli solcavano gli occhi non facevano altro che sostenere la mia tesi, dandomi a pensare che in quel periodo faticasse a dormire di più rispetto al suo solito.
Mi domandai se quel suo stato di confusione fosse dato da Bella e se mai avesse avuto intenzione di parlarmi di lei e del passato che li legava e che, a quel punto, pareva essere intenzionato ad ispessire il muro invisibile che ci sperava giorno dopo giorno.
Avevo a disposizione pochi pezzi di quell'intricato puzzle e non riuscivo proprio a venirne a capo, troppo confusa per anche solo provarci.
Volevo concedere ad Aiden la possibilità di abbandonare i pensieri che lo opprimevano, anche solo per qualche ora, dandogli l'occasione di riemergere dalle proprie acque e tornare in superficie per respirare liberamente.

" Hey Batman, che ne diresti di portarmi via da qui? Mi annoio " gli sussurrai all'orecchio destandolo dal suo stato di trance e spingendolo a voltarsi per guardarmi.

Le sue labbra si allargarono in un sorriso e mi portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio come era solito fare spesso, restando qualche secondo a guardarmi negli occhi, lasciando che io affogassi nell'oceano che si rifletteva nelle sue iridi e che, ogni volta, pareva non volermi lasciare scampo.
Di lì a poco Aiden afferrò la mia mano e mi condusse verso l'uscita di quella sala da ballo, ignorando lo sguardo incuriosito di alcuni dei presenti e ponendosi un dito sulle labbra quando sua sorella e Will lo osservarono come a volergli domandare dove stesse andando, intimando loro di ignorare ciò che avevano visto.
Io ed Aiden ci lasciammo alle spalle la sala da ballo, i facoltosi personaggi presenti al suo interno e la musica che la permeava, avviandoci verso l'uscita dopo aver ripreso possesso del nostro cappotto.
Quella sera di fine marzo il cielo era terso e l'aria era fresca, il vento pareva trascinarsi appreso la tacita promessa dell'arrivo della primavera e il profumo dei peschi in fiore che costellavano l'ingresso dell'edificio all'interno del quale si svolgeva la festa di gala che celebrava mio padre e quello di Aiden.
Il ragazzo accanto a me si preoccupò di chiamare un taxi e di sussurrare la nostra destinazione all'autista in modo che io non potessi udirla.

" Dove mi stai portando? " domandai incuriosita, voltandomi a guardare Aiden e sistemando il tessuto del vestito che indossavo in modo da evitare che si rovinasse.

Notai che l'autista aveva già imboccato l'autostrada e ciò mi portò a pensare che la nostra destinazione non fosse vicina a dove ci trovassimo. Aiden aveva allentato il nodo della sua cravatta e si era passato la mano tra i capelli abbastanza volte da scompigliarli di più rispetto al solito. Aveva rubato una bottiglia di champagne e l'aveva adagiata fra di noi in modo da evitare che cadesse, il che mi fece ridere divertita. Sul viso di Aiden era dipinta un'espressione stanca, quasi non vedesse l'ora di addormentarsi e nonostante ciò avevo la netta sensazione che, in realtà, non volesse affatto dormire, poiché troppo spaventato dalle persone che avrebbero popolato i suoi sogni.

" Se te lo dicessi non sarebbe una sorpresa" replicò lui, il tono ilare quasi il mio quesito fosse stato particolarmente divertente.

Osservai Aiden spegnere il cellulare e riporlo nella tasca dei suoi pantaloni, come se volesse estraniarsi dal mondo e dedicarsi interamente a me. Quella sera mi sembrava così diverso rispetto al solito, mi dava la sensazione di voler scappare lontano e di lasciarsi ogni cosa alle spalle, sperando che il passato non lo avrebbe inseguito.
Da quando avevamo incontrato Hanna, Lucas e Matt, Aiden sembrava sempre assorto nei suoi pensieri e non faceva altro perdervici al suo interno senza riuscire a trovare una via di fuga. Ritrovava una strada per uscirne solo quando io ero nei paraggi, ma quando lo osservavo da lontano, era perso come un bambino che non sapeva quale fosse il cammino che lo avrebbe ricondotto fino a casa.
Aiden era un oceano costantemente in lotta con sé stesso e talvolta finiva per perdersi anche lui in quelle onde impetuose lo controllavano e lasciavano in balia di sentimenti che anche lui faticava a domare.
Il tragitto verso la nostra destinazione durò circa quaranta minuti e quando il taxi parcheggiò, mancava poco allo scoccare dell'una di notte.
Aiden mi aveva portata alla spiaggia di Coney Island che, come prevedibile, a quell'ora di notte era completamente deserta. Aprii subito la portiera del taxi e non aspettai nemmeno che il ragazzo all'interno dell'auto mi seguisse, poiché troppo nostalgica dello sciabordare delle onde e del profumo di salsedine.
Non prestai attenzione al dolore che mi veniva arrecato dai tacchi che indossavo, mentre correvo verso la spiaggia e non appena la suola delle mie scarpe raggiunse la sabbia, mi preoccupai di rimuoverle e di lasciare che le mie dita vi ci affondassero.
Avevo sentito incredibilmente la mancanza di quella sensazione, esattamente come della brezza marina che mi accarezzava la pelle del viso e mi scompigliava i capelli. Lasciai che l'odore di salsedine mi riempisse i polmoni e in quel momento notai che Aiden mi aveva ormai affiancata e che era intento a guardarmi come se fossi stata una stella luminosa: incantevole al punto che distogliere lo sguardo gli risultava difficile.
Mi avvicinai a lui, afferrai la cravatta nera che indossava e che era in netto contrasto con il ghiaccio dei suoi occhi e lo attirai verso di me, incurante del rossetto che mi ricopriva le labbra.
Le mani di Aiden si posarono sulla mia schiena e mi avvicinarono a sé come se ritenesse che fossi ancora troppo distante da lui. Quel bacio mi tolse il respiro e spinse a credere di poter sfiorare le stelle con un dito, incendiandomi di una passione che non trovava confini e che era pronta a consumarmi tra le sue fiamme fino alla fine dei tempi.
Amavo quella sensazione, almeno tanto quanto amavo Aiden e il modo in cui mi faceva sentire stargli accanto. E forse avrei dovuto confessarglielo, proprio lì, in quel momento, sotto il bagliore pallido della luna e lo sciabordare persistente delle onde a farci da colonna sonora. Tuttavia, non lo feci, troppo impegnata a lasciare che la mia mente fosse offuscata da un amore che non mi lasciava via di scampo e che pareva volermi affogare nelle sue acque. Un tipo di sentimento che non conosceva confini e che ogni giorno cresceva sempre di più, portandomi a chiedermi se non avrebbe finito per uccidermi.
Quando mi allontanai da Aiden, risi divertita nel vedere che si era sbavato con il mio rossetto e feci del mio meglio per ripulirgli il viso.
Mi voltai a guardare il mare, osservando le onde baciare la costa per poi ritrarsi timidamente e ritornare a prostrarsi nuovamente per sancire un'altra volta la loro timida promessa d'amore.

" Sai, io e Scott venivamo spesso sulla spiaggia di notte. Ogni volta correvamo lungo la costa l'uno contro l'altra, anche se ad essere sincera non lo facevamo per sfida, infatti lui diceva sempre che se avessimo corso abbastanza veloce, avremmo potuto spiccare il volo" dissi, spostando lo sguardo verso il cielo ed individuando le due stelle che Aiden mi aveva regalato, dando loro il nome del mio migliore amico e di mia sorella.

A volte, prima di andare a dormire, mi soffermavo a fissare il manto scuro della notte e restavo a guardalo per interi minuti sperando che le mie scuse sussurrate potessero raggiungere i due astri che brillavano alti nel cielo. Ancora non ero riuscita a perdonarmi fino in fondo e probabilmente non ci sarei mai riuscita, ma avevo imparato a convivere con quel senso di colpa, a fare ammenda con i miei demoni e a prenderli per mano. Avevo smesso di combattere e mi ero ripromessa di deporre le mie armi, così da poterle affilare per aiutare qualcuno che aveva un disperato bisogno di un alleato per distruggere i suoi nemici: Aiden.

" Beh allora direi che forse è il caso di onorare la tradizione, chissà magari questa volta riuscirai davvero a volare" replicò Aiden, liberandosi della giacca scura che indossava per lasciarla ricadere sulla sabbia fine e umida.

Il ragazzo mi rivolse uno sguardo complice, invitandomi tacitamente a non declinare il suo invito. Sorrisi e iniziai a correre sulla sabbia senza nemmeno aspettare che Aiden desse il via, suscitando così un'imprecazione da parte sua.
Afferrai il tessuto del mio vestito onde evitare che vi ci inciampassi e lasciai che la brezza marina mi accarezzasse la pelle e mi scompigliasse i capelli, mentre nella mia mente si faceva strada il ricordo delle sere che avevo trascorso in compagnia di Scott.
Per un attimo sostituii la risata di Aiden con quella del mio migliore amico, lasciando spazio alle notti estive passate accanto al calore di un fuoco improvvisato e scandite da improbabili teorie sugli extraterrestri con lo sguardo rivolto al cielo in cerca di un ufo che né io né Scott eravamo mai riusciti a scorgere tra le stelle.
Una volta acquistata abbastanza velocità allargai le braccia come ero solita fare in compagnia del mio migliore amico, gli occhi chiusi e la vana speranza che il vento mi avrebbe trascinata via.
Mi voltai a guardare Aiden e lo vidi accanto a me con lo sguardo fisso sul mio viso e le labbra allargate in un sorriso complice che non tardai a ricambiare.

" Conosco quell'espressione, significa che hai intenzione di fare qualcosa di stupido" disse, fermando la sua corsa e aspettando che io facessi lo stesso.

Risi divertita e mi avvicinai lentamente a lui, osservando il modo in cui il vento gli scompigliava le ciocche di capelli e come il bagliore lunare faceva risaltare il colore dei suoi occhi, conferendo loro una tonalità tendente al grigio.

" Mi conosci bene, Batman" risposi, lasciando che il cappotto mi scivolasse sulle spalle.

Avvicinai la mano alla zip del mio vestito e la abbassai lentamente, senza distogliere il mio sguardo da quello di Aiden che, ogni modo, pareva essersi incatenato al mio in modo indissolubile.
Lasciai scivolare il vestito lungo il mio corpo, per poi lasciarlo ricadere sulla sabbia umida. Il vento mi accarezzò la pelle e sentii un brivido percorrermi la schiena, ma non vi diedi particolare importanza, troppo impegnata a perdermi negli occhi di Aiden.
Feci un passo verso di lui e gli lasciai un delicato bacio a fior di labbra.

" Magari sei anche abbastanza pazzo da seguirmi " gli sussurrai all'orecchio, prima di allontanarmi da lui e correre verso il mare.

L'acqua era tutto fuorché calda, eppure non mi pentii quel mio gesto impulsivo e dettato dall'incoscienza. Mi piaceva apprezzare la libertà ogni qualvolta la vedevo a portata di mano e ne potevo quasi sentire il sapore in bocca in quelle circostanze.
Aiden restò a guardarmi per qualche istante, per poi iniziare ad allentarsi la cravatta quel tanto necessario per sfilarsela dalla testa e privarsi di camicia e pantaloni per raggiungermi tra le onde del mare.
Mi avvolse le braccia attorno alla vita e mi attirò a sé, lo sguardo acceso di passione.
Prima che potessi realizzarlo, le sue labbra si posarono sulle mie e presero a baciarmi in modo famelico. Era come se Aiden faticasse a respirare e vedesse in me il suo ossigeno, l'unica possibilità che aveva di riemergere dalle profonde acque che sciabordavano nella sua mente e minacciavano di soffocarlo, soprattutto in quel periodo.
Avrei voluto sapere cosa lo turbava, aiutarlo a combattere i suoi demoni o ad accettare fino in fondo quel passato che si ostinava ad ignorare. Ma la verità era che Aiden ancora non si sentiva pronto ad aprire gli armadi che contenevano i suoi ricordi e il passato, perché semplicemente non accettava i suoi errori e il fatto che per quanto lo desiderasse non potesse porvi rimedio. Io lo capivo più di chiunque altro, ci ero passata anche io dopotutto e sapevo di quante energie si dovesse usufruire per scappare dai ricordi, per ignorare i problemi. Per questo motivo, speravo che quel bacio avrebbe potuto, ameno in parte, alleviare il dolore che provava ed espiare quei peccato che era convinto di aver commesso.
E in quel momento, sotto la luce argentea della luna e tra le acque fredde del mare tinte dal bagliore del satellite che si protendevano verso la costa per baciarla amorevolmente, mi domandai quali errori si annidassero nel passato di Aiden e cosa vi fosse di tanto cupo e oscuro da tormentarlo ogni notte, abbastanza da spingerlo a non voler più addormentarsi e preferire due profonde occhiaie a solcargli gli occhi.

" Sei la mia medicina preferita" disse, afferrando i miei fianchi e spingendomi ad allacciare le gambe attorno alla su vita.

Le mie narici si riempirono del profumo di salsedine e menta che caratterizzava Aiden, quella fragranza mi faceva sentire a casa, così come la stretta salda delle sue braccia attorno al mio corpo infreddolito e il suo respiro che mi accarezzava la pelle del viso.

" E tu la mia. Aiden, qualunque cosa ti turbi in questo periodo, puoi, possiamo, affrontarlo. Un giorno riuscirai a fare ammenda con i tuoi demoni, i tuoi sensi di colpa di affievoliranno e guardare al passato farà meno male ogni giorno di più. Te lo prometto, Aiden " risposi, chinandomi su di lui e poggiando le mie labbra sulle sue.

Quel bacio voleva al contempo creare una piccola eternità dedicata a noi e sancire una promessa da uragano a mare in tempesta, volta a celebrale un amore che non trovava parole che lo descrivessero adeguatamente. Un ti amo scandito da lievi sospiri e abbracci che giuravano di durare in eterno.

" Forse però è meglio se usciamo da qui, perché mi si stanno congelando le chiappe e ti assicuro che anche Ronnie non è molto felice" aggiunse il ragazzo, facendomi scoppiare in una fragorosa risata e conducendomi verso la riva.

Direi che non è il caso di far congelare Ronnie, ti serve.
Perché sapevo che lo avresti detto?
Perché sono la coscienza migliore del mondo e tu non mi apprezzi abbastanza, testa d'ananas.

Aiden mi fece tornare con i piedi per terra solo una volta raggiunta la spiaggia e io rabbrividii quando la brezza marina si insinuò sotto il mio cappotto e mi accarezzò la pelle ancora inumidita dall'acqua del mare.
Aiden dovette accorgersi di quanto fossi infreddolita, perché afferrò la mia mano e mi condusse verso quello che aveva tutta l'aria di essere un piccolo bungalow che veniva sfruttato dai bagnini.
I gradini di legno cigolarono sotto i nostri passi e osservai Aiden con fare stranito, quando estrasse dalla tasca un coltello pieghevole e si appoggiò al parapetto di legno. Restai piuttosto colpita quando il ragazzo stappò la bottiglia servendosi del coltello, per poi voltarsi a guardarmi con un sorriso ammiccante dipinto sulle labbra.

" Devo dire che non me lo aspettavo" lo informai, incrociando le braccia sul petto.

Aiden rise divertito e attese che tutta la schiuma fuoriuscisse dalla bottiglia, per poi porgermela e scassinare la serratura del bungalow.
Non avevo mai visto quel lato di Aiden, certo, sapevo perfettamente che amasse il rischio, me lo aveva dimostrato più di una volta. Per esempio, ricordavo la sera in cui aveva superato il limite di velocità e aveva fatto lo slalom tra le macchine sul ponte di Brooklyn, rischiando una multa salata e i rimproveri di Max. Oppure la notte in cui, alla festa di Stacy, mi aveva fatta sgattaiolare nella piscina riscaldata dell ragazza.
Sapevo anche che Aiden fosse impulsivo tanto quanto me e che preferisse seguire l'istinto che la ragione, ma in quel momento mi sembrò incredibilmente diverso dal suo solito. Avevo l'impressione che fosse avvolto da un'aura differente, quasi fosse improvvisamente animato da una gioia che permetteva ai suoi occhi di brillare di luce propria.
O forse, semplicemente, mi stavo concedendo qualche istante per assaporare la sua presenza e quanto amassi la sensazione che si diffondeva nel mio cuore quando gli ero accanto.
Era un oceano impetuoso, imprevedibile e tanto vasto quanto colmo di segreti che anche lui faticava a gestire. Io mi ero persa tra quelle onde, affogata ed uccisa da un amore che era nato e cresciuto in maniera smisurata senza che io me ne accorgessi.

" Quello non è un gesto da Batman, lo sai?" dissi, allargando le labbra in un sorriso e alludendo al modo in cui Aiden era intento ad armeggiare per scassinare la serratura.

Aiden rise leggermente, voltandosi a guardarmi con le iridi illuminate dai raggi argentei del satellite lunare che brillava alto nel cielo, mostrando fiero il suo volto pallido e bellissimo.

" Beh allora diciamo che per stasera sono meno Batman e più Joker, vuoi essere la mia Harley? " replicò lui, abbassando la maniglia del bungalow e porgendomi la sua mano.

La afferrai senza la minima indulgenza, pensando che lo avrei seguito ovunque, proprio come ero certa lui avrebbe fatto come. Aiden me lo aveva dimostrato tempo addietro, il giorno in cui non aveva esitato nemmeno un instate a gettarsi dalla scogliera dalla quale avevo gettato le ceneri di Scott, nonostante lui avesse il terrore delle altezze. Ne avevo avuto una dimostrazione anche quando si era spinto sul margine del tetto, la mattina durante la quale avevo avuto un crollo emotivo dettato dai sensi di colpa e dal dolore che mi avevano spinta a voler gettarmi dall'edificio della scuola.

" Allora brindo alla nostra disastrosa coppia di criminali e per favore ignora la stupidità di questo brindisi" dissi, ridendo leggermente prima di bere un lungo sorso di champagne e facendo attenzione a non tagliarmi con il vetro.

" Ah e la prossima volta che hai voglia di sfoggiare le tue doti da grande uomo e decidi di stappare una bottiglia con un coltello, puoi farlo quando abbiamo a disposizione dei bicchieri? È un'impresa bere senza tagliarsi " aggiunsi, porgendogli la bottiglia.

Aiden rise di gusto e si accasciò contro la parete di legno, sedendosi sulle assi e osservandomi dal basso con un'espressione divertita dipinta in volto. Il bungalow era completamente immerso nel buio che veniva squarciato dai raggi di luna che filtravano attraverso la piccola parete opposta a quella su cui poggiava Aiden. Vi erano svariati salvagenti, una piccola canoa rosso fuoco e appesi ad un gancio riuscivo a vedere qualche fischietto riflettere la luce lunare.
L'aria era viziata e odorava di stantio, salsedine e legno, le assi del bungalow erano dipinte di una tonalità di celeste tanto chiara da sembrare quasi bianca e in alcuni punti la vernice di era scrostata.
Il pavimento era disseminato di granelli di sabbia che mi pizzicavano la pianta del piede, ma ignorai tutto ciò e presi posto accanto ad Aiden.

" Quando frequentavo Matt, Bella e gli altri, lo facevo spesso. Un giorno ho provato a stappare la bottiglia in modo normale e con il tappo ha colpito Bella in fronte, io, Matt e Lucas abbiamo riso per interi minuti. Hanna e Bella invece sono restate a guardarci nere di rabbia, da quel giorno Bella ha fatto promettere a tutti e tre di non stappare mai più una bottiglia di champagne, se non con un coltello.
Anche se è scappata e preferirei non averla mai conosciuta, mi dispiacerebbe rompere una promessa" mi informò il ragazzo, scoppiando in una risata amara e scuotendo leggermente il capo.

Ero certa che, in fondo, Aiden sentisse la mancanza di Bella e non importava quanto si ostinasse a fingere che non fosse così, non ci credeva nemmeno lui.
Mi chiesi come ci riuscisse, come fosse in grado di ignorare l'esistenza di una persona che aveva influito tanto nella sua vita da plasmare il suo modo di agire anche a distanza di anni. Mi domandai quante energie fossero sufficienti per allontanare dalla mente il fantasma di qualcuno che non voleva essere dimenticato.

" Mi sarebbe piaciuto conoscerla" confessai, prendendo la bottiglia di champagne dalle mani di Aiden.

Il ragazzo si voltò a guardarmi e rise leggermente, ma non mi sembrò per nulla divertito. A dirla tutta, Aiden diventò improvvisamente malinconico e quella circostanza lo trovai incredibilmente simile a Matt: perso in un circolo di dolore che non aveva una fine.
Afferrai il cellulare dalla tasca del mio cappotto e feci partire la riproduzione casuale della musica, prima di alzarmi dal pavimento.

" Mi concedi questo ballo?" domandai, porgendo una mano ad Aiden e attendendo il momento in cui lui l'avrebbe congiunta alla sua.

Trascorse solo qualche secondo e prendemmo entrambi a danzare sulle note di una melodia rock che non faceva altro che fondersi con il suono ovattato delle onde del mare che si infrangevano sulla costa.
E prima che potessi realizzarlo le labbra di Aiden furono sulle mie, permettendomi assaporare il gusto dello champagne mescolarsi a quello salato dell'acqua del mare.
Fu un bacio inizialmente lento delicato, come una pioggerella timida che iniziava a bagnare in silenzio il suolo. Eppure, di lì a poco, quella pioviggine si tramutò in acquazzone e tempesta, accendendo la scintilla della passione e permettendoci di bruciare tra le sue fiamme ardenti.
Le labbra di Aiden si spostarono sul mio collo, mentre io liberavo il suo dalla cravatta ormai priva di nodo ed iniziavo a sbottonare la sua camicia.
Ci liberammo dei nostri vestiti con una foga quasi famelica, come se restare separati ci causasse sofferenza e quando la mia schiena premette contro le assi di legno umide e fredde le pavimento del bungalow, io mi sentii la pelle bruciare.
Le mani di Aiden mi accarezzavano i fianchi e le mie labbra non facevano altro che torturare il suo collo e assaporane ogni lembo. Quando divenimmo una cosa sola ed i nostri corpi iniziarono a muoversi all'unisono, tra sospiri e gemiti soffocati dai baci, ebbi l'impressione che le nostre anime si stessero fondendo l'una all'altra, giurandosi eterno amore dinanzi ad un altare di legno e sotto la benedizione della luna.
La mia felicità aveva preso a dipendere da quella di Aiden, i nostri sentimenti erano tanto forti che non ero certa che i nostri cuori sarebbero stati in grado di contenerli, di sopravvivere. E se quell'amore mi avesse uccisa in quel momento, sarei stata disposta a morire, perché mai l'avrei barattato per un'intera vita trascorsa senza provarlo.

Era tarda sera e mio padre e Josh si erano addormentati sul divano guardando un vecchio film di fantascienza, russando uno accanto all'altro.
Io ero sdraiata nel mio letto e nonostante fossi restata ore ad occhi chiusi, il sonno quella sera pareva non volermi investire.
Sbuffai rumorosamente, mettendomi a sedere con la schiena poggiata contro la testiera del letto e decisi di rispondere al messaggio che avevo ricevuto qualche minuto prima da Matt. Mi aveva chiesto se fossi disposta a trascorrere del tempo con lui sulla nostra panchina e io avevo deciso di ignorare quel suo invito. Ma considerando che sapevo che in quel momento Matt sicuramente fosse seduto sulla panchina intento a consumare un intero pacchetto di sigarette, decisi di alzarmi dal letto spinta dalla compassione e dalla consapevolezza che non sarei riuscita a prendere sono di lì a breve.
Una volta raggiunto il parco, trovai matt esattamente dove mi aspettavo che fosse e quando lui si accorse della mia presenza le sue labbra si allargarono in un sorriso smagliante.
Aveva il viso pallido e due profonde occhiaie gli solcavano gli occhi, eppure, nonostante ciò, continuava ad essere di una bellezza innegabile. Era completamente diverso da Aiden, caratterialmente e fisicamente, però lo trovavo affascinante a suo modo. Ormai consideravo Matt come un mio caro amico e sinceramente non ero in grado di dire quando la mia curiosità si fosse tramutata in affetto.

" Pensavo che non saresti mai arrivata. Però, sono fiero di informarti che, per tua fortuna, non ho ancora stappato questa" disse afferrando una bottiglia di champagne abbandonata ai suoi piedi e mostrandomela.

" L'ho comprata perché ho pensato che fosse giusto da parte mia farmi perdonare per come mi sono comportato la sera dell'incontro di Aiden" aggiunse, estraendo dalla tasca un coltello pieghevole simile a quello che avevo visto utilizzare ad Aiden due sere prima.

Matt stappò la bottiglia con un gesto fluido e veloce della mano, scostandola dal suo petto in modo da non bagnarsi a causa della schiuma che aveva preso a fuoriuscire dal collo di vetro spezzato.
Si trattava di un tipo di champagne alquanto costoso e ciò mi portò a chiedermi quanto Matt pensasse che valesse il mio perdono, soprattutto perché non mi aveva mai dato l'impressione di essere una persona che navigava nel denaro. Eppure, io più di chiunque altro, sapevo che l'apparenza, spesso, traeva in inganno.

" Lo hai imparato da Aiden" dissi, allargando le labbra in un sorriso divertito e afferrando uno dei bicchieri di plastica che Matt si era evidentemente preoccupato di comprare.

Il ragazzo rise di gusto nell'udire le mie parole e scosse leggermente il capo come se avessi detto qualcosa di incredibilmente stupido. Quando Matt rideva, un paio di fossette si formavano ai lati della sua bocca e ciò lo faceva apparire più giovane di quanto fosse, oltre che animato da un'innata felicità.

" No Tesoro, è Aiden ad averlo imparato da me" mi informò, mentre ero intenta a sorseggiare lo champagne.

Lo osservai estrarre dalla tasca un pacchetto di sigarette e posarsene una tra le labbra ancora allargate in un sorriso beffardo, prima di accederla e prenderne un lungo tiro. L'odore di fumo mi stuzzicò le narici e si mescoló alla fragranza emessa dallo champagne. La luna splendeva alta nel cielo e mentre Matt era intento a fumare la sua sigaretta il suo sguardo era fisso sul satellite argenteo, gli occhi persi e leggermente mente lucidi mentre la sua mente vagava chissà dove.

" Ho fatto un sogno sogno bellissimo ieri notte" esordì, dopo quelli che mi parvero minuti interminabili di silenzio scanditi solo dallo sfrecciare delle macchine in lontananza.

Mi voltai verso il ragazzo dai capelli color cenere, concedendomi qualche secondo per osservare il suo sguardo scuro stanco era scavato dalla stanchezza. Pensai a quante notti insonni avesse vissuto, ripensando a dei ricordi che avrebbe voluto rivivere e desiderando un futuro che non si sarebbe mai realizzato, e mi sentii improvvisamente riempita di una malinconia che un bicchiere di champagne non avrebbe mai potuto curare. Vi era una tristezza nello sguardo di Matt che poteva essere raccontata attraverso un'occhiata e che un intero vocabolario non avrebbe potuto spiegare a parole, nemmeno in parte, nemmeno attraverso un grande sforzo.

" Perché lo dici in modo così triste allora? " domandai, la mia voce piena di quella curiosità e fame di sapere che mi caratterizzavano e che, probabilmente, mai sarei riuscita a soddisfare pienamente.

Matt si voltò per guardarmi in volto, spezzando quell'incantesimo che lo aveva legato alla luna e restando a fissarmi per qualche secondo, in silenzio, senza proferire alcuna parola. Mi sembrò quasi stupito della mia domanda, come se non si fosse accorto di essere sembrato tanto malinconico nel pronunciare le sue parole.

" Perché era così bello che avrei voluto non svegliarmi più, ma quando ho riaperto gli occhi mi sono sentito come se mi avessero strappato il cuore dal petto" rispose, poggiandosi una mano all'altezza del cuore e fissando gli occhi al suolo.

All'apparenza sembra forte e indistruttibile, come un diamante puro. Eppure, a guardarlo bene, dava l'idea di essere fragile come un fiore: un soffio di vento troppo forte era sufficiente per distruggere la sua essenza ed essere trascinato via dalla corrente. Non sembrava in grado di poter sopportare ancora una tale sofferenza, troppo stanco per combattere ed eccessivamente fragile per potersi rialzare da una caduta che lo aveva lasciato senza fiato.

" Hai sognato Bella, vero? " avanzai, la mia voce sicura e ferma, come quella di chi era certo delle proprie parole e non si sarebbe mai aspettato una negazione al suo quesito.

A volte, lo sguardo di Matt e quello di Aiden sembravano i medesimi, accomunati da un tipo di sofferenza che il fluire del tempo non era stato in grado di alleviare. Io avevo visto troppo volte quel luccichio negli occhi e quel dolore inguaribile, ogni volta che mi guardavo allo specchio e ogni volta che rivangavo il ricordo degli occhi celesti di Scott colmi di un amore distruttivo e ricco di malinconia e senso di vuoto.

" Sì. Ho sognato che non se ne era mai andata, che in realtà la sua fuga non era stata altro che un incubo. Ti lascio immaginare quanto il mio risveglio sia stato traumatico" confessò, la voce animata da un'ironia che solo a sentirla lasciava un retrogusto amaro in bocca.

Non riuscivo ad immaginare quanto doloroso dovesse essere sentirsi abbandonati, perché nonostante Scott avesse preferito lasciarmi sola sul campo di battaglia, io sapevo che mi voleva bene. Ma Matt non possedeva quella consapevolezza, viveva in un circolo vizioso dettato dall'ignoranza e dalla mancanza di una persona che era ovvio fosse scappata assieme alla sua felicità. Il mio cuore era spezzato in più punti, ferito da un numero di traumi che lo avevano scalfito e da promesse perse nel vento, ma quello di Matt pareva aver smesso di battere ormai da tempo, intrappolato in un eterno limbo fatto di ricordi felici che ormai erano andati persi.

" Mi sembri Aiden. Anche lui la sogna spesso sai? Anche più di quanto sia disposto ad ammettere. Per quanto si ostini a sforzarsi di ignorare la sua esistenza e l'impronta che lei ha lasciato sulla sua vita, non ci riesce e a dimostrarlo ci sono le foto di lei che ha appeso sulla parete di camera sua.
Ho visto che Hanna somiglia a Bella in modo strabiliante, è per questo che ci stai assieme? Perché te la ricorda? " risposi, sottraendogli una sigaretta ed accenderla con l'accendino che posava sul pacchetto.

La fiamma mi riscaldò il volto per qualche secondo, contrastando il persistente sferzare del vento primaverile che, quella sera, soffiava più intensamente rispetto al solito, insinuandosi sotto il tessuto della pesante felpa che indossavo.
La verità era che Aiden e Matt potavano nel cuore una ferita simile che, ad ogni modo, aveva portato a risultati differenti. Nel primo caso, il cuore era marcito completamene, lasciando spazio solo al dolore e alla sofferenza; nel secondo, invece, il cuore era all'apparenza sano, tormentato costantemente da sensi di colpa e onde distruttive che, ad ogni modo, lo consumavano lentamente dall'interno. Matt provava un tipo di dolore che avrebbe potuto essere alleviato solo dalla persona che aveva inflitto la ferita, mentre Aiden era alimentato da una rabbia e da un odio ciechi che fungevano solo da maschera, cosicché potessero celare quella sofferenza che non era mai stata abbracciata, allontanandola dalla mente in modo che non fosse in grado di scalfirlo.
Io ero stata entrambi, avevo vissuto come Aiden per anni, ma alla fine il dolore mi aveva raggiunta, il passato era tornato a chiamarmi a gran voce ed ero divenuta come Matt, lasciando che fosse qualcun altro ad aiutarmi a rialzarmi, permettendomi di essere debole e di gridare in cerca di soccorso.
Ma quanto tempo avrebbe impiegato Aiden, per giungere al punto di non ritorno? Quanti giorni, mesi o anni, sarebbero stati necessari per far si che lui si decidesse finalmente a gridare?

" È così così evidente? Forse è un po' patetico da parte mia e anche meschino, ma Hanna lo sa. Solo che lei ha sempre avuto un debole per me e credo che sia proprio per questo motivo che nonostante lei sappia che il motivo per cui mi piace stare in sua compagnia sia proprio perché assomiglia a Bella, non le interessi allontanarmi, preferendo accontentarsi di ciò che ha. Mi sento come se mi stessi approfittando di lei" spiegò, gettando la sigaretta ai suoi piedi e spegnendola con la suola della scarpa.

Matt mi parve quasi disperato, forse addirittura rassegnato ad una realtà che ormai si era sforzato di accettare. Hanna rappresentava l'unica possibilità per lui di rivedere la persona che, probabilmente, non avrebbe sentito neppure ridere mai più.

" Forse, però non ti biasimo. Se io trovassi qualcuno che mi ricorda così tanto mia sorella, il mio migliore amico, o perfino mia madre, credo che anche io mi approfitterei della sua presenza. Anche se rimarrebbe comunque un illusione, come un burattino che indossa la loro maschera" ammisi, realizzando solo nel momento in cui pronunciai quelle parole di quanto fossero effettivamente veritiere e di come, in fondo, avessi sperato in più di una circostanza di trovare una persona simile a coloro che avevo ormai perduto per sempre.

Eppure, per ogni minuto trascorso in compagnia di Matt, mi ritrovai a pensare che lui ed Aiden fossero l'uno l'opposto dell'altro.
Erano come il giorno e la notte e faticavo a credere che, un tempo, fossero stati grandi amici. Dove l'uno provava amore, l'altro non sentiva altro che odio nei confronti di Bella e ad essere sincera, ancora non riuscivo bene a comprendere chi dei due fosse dalla parte della ragione. Quel rebus intricato e contorto, ancora era di una complessità troppo elevata perché io riuscissi a venirne a capo e non sapevo se ciò fosse un bene o un male perché, con il senno di poi, avevo iniziato addirittura a temere di venire al corrente di ciò che si annidava in quel passato che ancora inseguiva sia Aiden che Matt. Avevo paura di scoprire cosa si celava tra i silenzi e le parole trattenute del ragazzo che amavo, così come dietro alla sua rabbia e al suo timore di chiudere gli occhi e perdersi nei sogni.

" Già forse hai ragione, però a volte quella misera illusione mi è sufficiente per andare avanti e fingere che lei non mi abbia abbandonato. A volte vorrei solo che mi avesse detto quali fossero le sue intenzioni, che mi avesse chiesto di scappare assieme a lei, invece di lasciarmi uno stupido ed inutile pezzo di carta. Certi giorni ho l'impressione di non averla mai conosciuta veramente" disse Matt, afferrando un'altra sigaretta ed accendendola solo dopo aver terminato l'intero contenuto del suo bicchiere di plastica.

Matt sembrava chiedersi costantemente perché Bella lo avesse abbandonato, lasciando solo in quella città fredda e tanto popolata da farti sentire solo al mondo.
Probabilmente si domandava se avesse fatto o detto qualcosa di sbagliato per lasciarla scappare a quel modo, ma la verità era probabilmente Matt non avrebbe mai avuto una risposta alle sue domande, esattamente come Aiden.
Aiden non amava Bella, di questo ero certa, però mi chiedevo dove finisse l'odio ed iniziasse il senso di colpa, e soprattutto da cosa scaturissero quei sentimenti negativi. Io sapevo cosa significasse incolparsi in modo infantile di ogni cosa, ma anche Matt accusava Aiden di essere stato complice nella fuga di Bella. Proprio per questa ragione, ancora faticavo a capire quanto gravi fossero state le azioni di quel mare in tempesta che tanto amavo.
Avrei voluto salvare Aiden dalle sue stesse acque, ma la distanza tra di noi persisteva a parermi incolmabile, tanto da mettermi paura e spingermi a chiedermi se mai sarei riuscita a raggiungere quell'oceano inquinato e colmo di segreti e bugie che, già da tempo, avevano preso a pregare di essere liberati.

" Sei arrabbiato con lei perché non lo ha fatto? " domandai, nonostante dentro di me sapessi già la risposta a quella domanda.

Da qualche minuto nessuna macchina era passata nelle vicinanze e in quel momento mi sembrò quasi che io e Matt fossimo intrappolati in una bolla di silenzio che ci estraniava dal mondo esterno, così fragile che un solo soffio di vento avrebbe potuto scoppiarla. La nostra panchina si trovava tra due file di peschi che erano già fioriti, la vista dei boccioli rosa mi riempì di gioia e mi sentii come una bambina la notte di Natale.
Vedere il suolo tappezzato di petali, mi ricordava le calde giornate della California e mi faceva finalmente credere che la primavera fosse giunta a New York.

" Non arrabbiato, forse un po' deluso di non essere stato all'altezza delle sue aspettative, di non essere riuscito a darle ciò che voleva e non essere stato in grado di salvarla dall'odio che la divorava lentamente ogni giorno" ammise, posandosi una mano tra i capelli.

Matt dopo aver pronunciato quelle parole, afferrò la bottiglia di champagne abbandonata ai suoi piedi e riempì una seconda volta il mio bicchiere di plastica ormai vuoto. Sorrisi al fine di ringraziarlo e in tutta risposta, lui fece incontrare il suo bicchiere con il mio.

" Non puoi salvare qualcuno che non vuole essere salvato, fidati. Io l'ho imparato a mie spese.
Cosa le diresti se la rivedessi, anche solo per un istante? " dissi, riversando la verità dalle mie labbra e sentendo una fitta dolorosa al cuore nel farlo.

Io non ero riuscita a salvare Scott e probabilmente la situazione tra Matt e Bella era nettamente diversa, però non volevo che il ragazzo seduto accanto a me si sentisse così responsabile. Scott mi aveva avuta accanto per tanto tempo e non aveva mai nemmeno preso in considerazione l'ipotesi di dirmi quanto stesse effettivamente soffrendo per Emma. Non avevo mai considerato il mio migliore amico come un carnefice invece che una vittima, perché sapevo quanto mi amasse, ma Bella ai miei occhi non risultava altro che un'egoista incallita. Proprio per questo motivo, speravo che se l'avesse rincontrata Matt avrebbe quantomeno scelto di rimproverarla per averlo abbandonato, nonostante una parte di me mi suggerisse che probabilmente non lo avrebbe mai fatto.

" Che la amo, che la perdono e che sono disposto a lasciarla andare, se questo la rende felice" rispose, la voce sicura e ferma, senza la benché minima ombra di esitazione.

Quella risposta mi stupì al punto da spingermi a voltarmi verso Matt, distogliendo lo sguardo dai petali che venivano trascinati dai soffi del vento.
Aveva le labbra allargate in un sorriso smagliante, quasi fosse stato pronto a congratularsi con sé stesso per ciò che aveva detto.

" Conosco davvero poche persone che mi darebbero la stessa risposta" confessai, portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Matt fissò i suoi occhi scuri nei miei, due pozzi privi di fondo che nascondevano un dolore ed un amore senza di confini. Aveva ancora le labbra sorridenti e non riuscivo a fare a meno di ritrovarmi a pensare che mi sarebbe piaciuto vedergli dipinta sul viso quell'espressione felice ogni giorno. La tristezza lo faceva apparire tanto più vecchio, mentre l'ilarità lo ringiovaniva, restituendogli la giovinezza che possedeva e pareva aver fatto le valigie ed essere scappata assieme a Bella.

" Beh, allora devono essere davvero poche le persone che conosci e che sappiano cosa significhi davvero amare qualcuno, tesoro" mi informò divertito, prima di bere un lungo sorso di champagne.

Non riuscii a fare a meno di provare ammirazione nei confronti di Matt per ciò che aveva detto, mentre ero intenta ad aspirare un tiro dalla sigaretta che gli avevo sottratto.

" Io credo di essere troppo egoista per dire una cosa simile" ammisi, sorridendo amaramente a quella confessione.

Le mie parole erano intrise di una tale sincerità da farmi male, perciò cercai di dedicare la mia attenzione al meccanico gesto di fumare come se ne fosse dipesa la mia vita. Osservai il vento trascinare via i rivoli di fumo e qualche petalo di pesco, creando quello che mi sembrò un vortice tra morte e vita.

" Se tu sapessi che la persona che ami non è felice dove si trova e che tutto ciò che desidera è fuggire per cercare la libertà che brama da tutta la vita, tu la costringeresti a restarti accanto? Spingendola a sacrificare la sua felicità per la tua? " domandò Matt, fissando il sul suo sguardo sul mio volto.

La voce del ragazzo era carica di stupore, quasi non credesse a ciò che gli avevo detto e la sua curiosità mi ricordò quella di un bambino animato dalla voglia di scoprire i misteri dell'universo. Le domande di Matt erano differenti dalle mie, molto più riflessive e mi costringevano a riflettere a fondo su quella che sarebbe stata la mia risposta.

" Se la persona che amo mi ricambia allo stesso modo, allora troverebbe in me la libertà che tanto desidera. Questo è amare, secondo me" dissi semplicemente, la mia voce sufficientemente sicura da spingere Matt a sorridere.

In quel momento il ragazzo mi ricordò Aiden, perché non vi era gioia nel suo sorriso, solo una profonda amarezza che, probabilmente, era scaturita da una realizzazione colma di malinconia e a confermare la mia teoria vi furono le parole che Matt pronunciò successivamente.

" Forse hai ragione e questo non fa altro che convincermi sempre di più che io non fossi abbastanza per Bella e che il nostro amore non valesse così tanto per lei, almeno non tanto quanto contava per me. Le volevo chiedermi di sposarmi sai? " mi confessò, fissando il suo sguardo verso la luna e spostandolo poi su di me.

La sua voce fu dapprima triste e sconsolata, ma quando Matt pronunciò l'ultima frase fu animato da una gioia tale che gli fece luccicare gli occhi, come se pronunciare quelle parole ad alta voce gli fosse sufficiente per riempirlo di felicità.
Eppure io mi sentii abbracciata da una coperta cucita con fili di dolore e tristezza. Non riuscivo nemmeno a concepire che Matt amasse Bella tanto da volerle promettere amore per sempre, mentre lei non ricambiava quel sentimento nemmeno quel tanto necessario per confessargli di non essere felice in sua compagnia.

" Lo porto al collo da quando se ne è andata, immaginandomi ogni giorno come sarebbe stato vederglielo al dito. Immagino che non avrò mai questa soddisfazione, forse in un'altra vita. Evidentemente cercava un tipo di perfezione che io non ero in grado di darle" continuò, afferrando la catena d'argento che gli ornava il collo e mostrandomi un anello di fidanzamento che, fino ad allora, era stato nascosto dalla felpa nera che indossava.

Il diamante rifletté la luce della luna che lo fece brillare intensamente, accentuando la sua bellezza. Quando spostai il mio sguardo dall'anello semplice ed elegante, notai che Matt non riuscisse togliergli gli occhi di dosso, quasi fosse stato vittima di un incantesimo.

" Perfezione? Che parola stupida, l'ho sempre trovata senza senso. Sono sempre tutti in cerca di questa sconosciuta chiamata perfezione, quasi fossero convinti che se la desiderassero abbastanza a lungo riuscirebbero a trovarla. Sarebbe ora di spiegare a quelle teste di cazzo che la perfezione non esiste e che, di conseguenza, non vale la pena faticare tanto per trovarla.
Io sto bene nella mia imperfezione, ci vivo bene e non la scambierei con nient'altro " dissi, lasciando che dalla mia voce trapelasse tutto il disprezzo che provavo nei confronti di quella parola.

Matt rise leggermente al termine del mio discorso, annuendo ripetutamente e dimostrandomi quanto, dopotutto, si trovasse d'accordo con ciò che avevo detto. Terminó di bere ciò che rimaneva del suo champagne e restò con un sorriso smagliante dipinto sul volto e gli occhi fissi su di me.

" Penso che tu saresti piaciuta molto a Bella, avrebbe di certo avuto bisogno di una persona come te nella sua vita" ammise, per poi offrirmi una seconda sigaretta che accettai volentieri.

Alzai un sopracciglio con fare incuriosito nell'udire le parole di Matt e mi trovai improvvisamente in disaccordo con lui. Bella era troppo egoista, persino in confronto a me e avevo la netta sensazione che io non avrei mai trovato un punto d'incontro con la ragazza che aveva ferito così tante persone con la sua fuga.

" Una persona come me? " chiesi, spinta come sempre dalla mia innata curiosità.

Sia Aiden che Matt mi avevano confessato che, per certi versi, io e Bella ci somigliassimo in modo incredibile. Eppure io non riuscivo ad immaginarmi lasciare alle spalle i miei amici e il mio ragazzo - considerando che, da quanto ricordavo, Bella fosse fuggita dal padre - per inseguire una libertà fittizia. Avrei voluto sapere quali ragioni di nascondessero dietro alle azioni della ragazza, ma avevo la netta sensazione che nessuno sarebbe mai riuscito a soddisfare la mia curiosità fino in fondo, nemmeno Matt.

" Una combattente, qualcuno che sappia essere libero senza sforzarsi continuamente di esserlo o che non abbia bisogno di fare le valigie per sentirsi tale. Aiden è un ragazzo fortunato" disse semplicemente, prendendo un tiro dalla sua sigaretta e lasciando il fumo fuori uscirgli dalle natici.

Le mie labbra si allargarono in un sorriso spontaneo e mi sentii colma di gioia per ciò che Matt aveva detto. Le sue parole mi ricordarono ciò che era solito ripetermi Scott e per un attimo mi ritrovai a pensare che, forse, Matt sarebbe potuto divenire il mio migliore amico e che con lui avrei potuto avere una seconda possibilità. L'occasione di espiare i miei peccati e rendere di nuovo felice una persona che si era vista la felicità scivolarle dalle mani come granelli di sabbia.
Matt e Scott in fondo avevano diversi punti in comune.

" Beh, è anche grazie a lui se sono qui. Si potrebbe dire che mi abbia salvata proprio quando ne avevo più bisogno" replicai, mentre il cuore prendeva a battere più velocemente.

Ero infinitamente grata ad Aiden per ciò che aveva fatto per me e non riuscivo a fare a meno di vivere con la speranza che un giorno sarei riuscita a ricambiare il favore, che anche lui mi avrebbe dato la possibilità di salvarlo dal passato. Non mi consideravo un'eroina, ma per una volta avrei voluto riuscire a far restare in piedi ciò che rimaneva, invece di distruggere ogni cosa.

" Confermo: quel figlio di puttana è proprio fortunato " disse Matt, sorridendomi e facendomi l'occhiolino, quasi quella fosse stata una sorta di benedizione da parte sua.

Matt mi sembrava degno del finale felice a cui tanto aspirava, di un ' e vissero felici e contenti', eppure pareva essere condannato a domandarsi dove fosse la sua principessa ed osservare quel finale riflettersi solamente nel diamante di un anello senza padrone, per sempre.

Spazio marshmellow:
Ciao a tutti! Scusate il ritardo, ma l'influenza mi ha resa un po' indisposta e rimbambita...
Come vi è sembrato il capitolo? Lo so, è un po' noioso, chiedo venia ma volevo un po' di tranquillità, almeno per un po'.
Aggiornerò presto! ( si spera) sto finalmente ultimando la revisione di Hurricane, perciò vi chiedo un po' di pazienza 💘
PUBBLICITÀ: Un amore proibito di _StarFreedom_
Vi voglio bene
Baci
Xoxo
-Alex

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