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Capitolo 23: Feeling real

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Leggete la nota a fine capitolo, c'è una domanda importante per voi!

Capitolo 23

Aiden's POV

Ero seduto sullo spazioso davanzale della finestra nell'appartamento di Bella ed i e la ragazza eravamo seduti l'uni dinanzi all'altra, i nostri sguardi rivolti sulla città di New York che, persino a quell'ora di notte, era attraversata da diverse auto che sfrecciavano sull'asfalto. Il cielo era limpido, permettendomi di ammirare le costellazioni e la falce argentea i quali raggi filtravano all'interno della stanza illuminando parzialmente il volto di Bella, facendo così brillare i suoi luminosi occhi verdi come gli astri del cielo.
Io e la ragazza eravamo gli unici ancora svegli all'interno dell'appartamento, infatti Matt, Hanna e Lucas si erano addormentati tra una chiacchiera e l'altra, sopraffatti dalla stanchezza data dalla quantità d'alcol che avevano ingerito.
Tuttavia, Bella aveva bevuto più di loro e nonostante ciò era sveglia e vigile, sorseggiando di tanto in tanto la vodka contenuta nella bottiglia trasparente posta tra di noi il quale vetro rifletteva la luce della luna.
La stanza era immersa nella penombra e il silenzio creatosi all'interno dell'appartamento era interrotto dal leggero russare di Lucas che, quando si faceva eccessivamente forte, veniva messo a tacere da Matt che rifilava qualche colpo al ragazzo poiché troppo infastidito dal suono che emetteva. Hanna d'altro canto pareva completamente immersa nel mondo nei sogni poiché non provò nemmeno una volta ad intimare a Lucas di cessare di russare tra un borbottio e l'altro, quasi non lo sentisse o fosse troppo pigra e troppo stanca per compiere un gesto simile.
I capelli biondi della ragazza poggiavano sul bracciolo del divano color tortora di Bella e la sua guancia poggiava sul dorso delle sue mani, si era addormentata senza rimuovere il trucco scuro che le circondava gli occhi azzurri e sapevo che il mattino seguente la ragazza avrebbe avuto un aspetto simile a quello di un panda. Bella aveva poggiato sul corpo di Hanna una coperta di lana ed era restata qualche secondo ad osservare il suo viso rilassato con un timido sorriso ad allargarle le labbra, lo sguardo verde e magnetico carico d'amore.
Osservai Bella portarsi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, per poi afferrare la bottiglia di vodka e berne un lungo sorso e storcere leggermente il naso, probabilmente a causa del bruciore che l'alcolico le provocò alla gola e alla bocca dello stomaco.

" Non dovresti bere così tanto" dissi, distogliendo lo sguardo dai grattacieli di New York per spostarlo verso la ragazza che avevo dinanzi i quali occhi erano già puntati su di me.

Bella aveva bevuto gran parte della bottiglia di vodka, considerando che Matt e Lucas avevano preferito dividersi due casse di birra e che Hanna amava la tequila.
Io avevo diviso la vodka con Bella, ma quest'ultima ne aveva bevuta una quantità decisamente maggiore rispetto a me e nonostante ciò, sembrava solo leggermente alticcia.

" Oh andiamo Husky, non fare il guastafeste. Siamo tutti dipendenti da qualcosa che allevia il dolore. La sono solo, lo sei tu e lo sono anche Matt e gli altri, perciò non prendiamo in giro. E poi l'alcol è un po' come una pozione della verità, non hai idea di quanti segreti possano essere svelati dalle labbra di un ubriaco" replicò la ragazza, prima di farmi l'occhiolino e porgermi la bottiglia che conteneva l'alcolico.

Ne bevvi un lungo sorso e cercai di ignorare il bruciore che mi attanagliò la gola, ritrovandomi a pensare che, probabilmente, Bella avesse ragione: eravamo tutti dipendenti da qualcosa che uccideva il dolore. Tutti in quella compagnia avevamo una qualche ragione per voler distruggere ogni traccia di sofferenza dalla nostra vita o che, almeno, ci permettesse di sopportarla meglio, anche solo per poco.

" E tu? Hai qualche segreto da svelarmi?" domandai curioso, prima di poggiare nuovamente la bottiglia di vetro tra di noi.

Bella mi sorrise divertita e quel gesto permise ai raggi lunari di illuminare i suoi denti bianchi, conferendo ai suoi occhi una luminosità particolare. Avrei potuto trascorrere intere ore ad osservare le iridi verdi di Bella e il modo in cui la luce giocava con la loro colorazione. Somigliava in modo incredibile ad una pantera dal manto scuro e lo sguardo di smeraldo che non riuscivi a fare a meno di osservare con occhi incantati, in attesa che ti avesse sbranato vivo.

" Ottima idea Husky, facciamo un gioco. Lo chiamerò-" disse interrompendosi per pochi secondi, poggiandosi l'indice sul mento con fare pensieroso " senza veli " concluse.

Scoppiai in una leggera risata che tentai di contenere in modo da non svegliare Matt che sapevo avere un sonno piuttosto leggero e Bella rise assieme a me, coprendosi la bocca con la mano.

" Non guardarmi così, stupido. Sei un pervertito" mi rimproverò, prima di sporgersi verso di me e colpirmi il braccio con fare scherzoso.

Udii Lucas borbottare qualcosa e Bella si poggiò un dito sulle labbra per intimarmi di fare silenzio, le labbra ancora allargate in un sorriso genuino che si discostava incredibilmente dalla smorfia che sfoggiava spesso e che le conferiva un'aria beffarda.

" Però non puoi raccontare a nessuno quello che ti dirò e ad ogni confessione dobbiamo bere un sorso di vodka, giusto per rendere il tutto più divertente" aggiunse, prima di tendere la sua mano verso di me in modo da sancire il nostro patto.

Annuii e congiunsi la mia mano con la sua che era piuttosto fredda ed in netto contrasto con la mia pelle calda, tanto che un leggero brivido mi scosse le spalle. In quel momento, mi sembrò che Bella fosse sul punto di condividere con me una parte di sé che non aveva mostrato a nessuno, neppure ad Ash che, per molto tempo, era stata la sua migliore amica ed aveva ascoltato ogni più tetro e triste dettaglio della vita della ragazza che avevo dinanzi.

" Va bene, allora comincio io. Ho sempre voluto l'approvazione di mio padre, anche per le cose più stupide e invece ho ricevuto solo occhiate di rimprovero e porte in faccia. Penso proprio che mi detesti" confessai, prima di afferrare la bottiglia di vetro e bere un sorso del liquido trasparente in essa contenuto e che, a causa dei raggi della luna che si riflettevano in esso, assomigliava in modo incredibile alla pozione della quale poco prima mi aveva parlato Bella.

La ragazza accanto a me mi rivolse un'occhiata che pareva volermi analizzare, quasi lo scopo della ragazza fosse comprendere se stessi dicendo la verità è quando realizzo che non avevo mentito, scosse leggermente il capo e riportò lo sguardo sulla città di New York. Il viso della ragazza si fece improvvisamente serio e per un attimo ebbi l'impressione che in seguito alla mia confessione, la sua mente si fosse fatta lontana, come se si fosse persa nelle mie parole.

" Potevi iniziare anche con un segreto più allegro, Husky. Però se questa è la piega che deve prendere la serata, va bene lo stesso. Quando mio padre mi picchiava, disegnavo sempre delle stelle sui lividi e fingevo fossero delle nebulose. Certe volte assomigliavo ad una maledetta galassia di dolore" disse, afferrando la bottiglia senza nemmeno distogliere lo sguardo da ciò che era intenta a guardare.

Sapevo che il padre di Bella era solito picchiarla ogni qualvolta beveva in modo eccessivo e questo accadeva spesso, più di quanto lei stessa fosse disposta ad ammettere. Non mi sorprendeva affatto che non appena avesse compiuto i diciotto anni fosse scappata di casa e che avesse addirittura pensato di cambiare nome per non farsi trovare dall'uomo che l'aveva cresciuta a suon di schiaffi e che l'aveva picchiata fino alla nausea.

" Quando avevo dodici anni, mio padre mi aveva portato con lui ad una conferenza a Boston. Ash aveva l'influenza, perciò mia madre restò qui a New York assieme a lei. Durante l'intera giornata io non facevo altro che chiedere a mio padre se mia sorella si sentisse meglio e se la febbre le fosse scesa almeno un po', ero così preoccupato che finii per perdermi alla conferenza, dato che avevo iniziato a camminare guardando il pavimento e senza preoccuparmi di dove andasse papà. Sai che ha fatto mio padre? Si è dimenticato di me, è tornato a Manhattan senza di me e io ho dovuto prendere l'aereo da solo. Mi hanno accompagnato all'aeroporto degli amici di famiglia che vivevano a Boston, ma per il resto ho dovuto cavarmela da solo. A mia mamma per poco non prese un infarto e per questa ragione non parlò con mio padre per un'intera settimana" replicai, sentendo lo sguardo di Bella su di e senza trovare la forza necessaria per incontrare i suoi occhi verdi e magnetici.

C'era qualcosa di incredibilmente intimo in ciò che ci stavamo raccontando, quasi quella serie di confessioni ci stessero legando l'uno all'altra indissolubilmente. Per un attimo mi parve addirittura che fossimo stati trasportati in un modo parallelo, che l'appartamento si fosse fatto improvvisamente vuoto ed avvolto da un silenzio tanto fitto da mettere i brividi.

" Prima che mia madre morisse, mio padre non era così. Era un uomo con la testa sulle spalle, non beveva mai in modo esagerato e non alzava la voce, se non per richiamarmi la mattina prima di andare a scuola perché facevo sempre tardi. A dire la verità, ho sempre pensato che l'uomo che mi aveva sempre crescita in modo amorevole e che mi rimboccava le coperte prima di andare a dormire quando ero una bambina, fosse morto assieme a mia madre e ne ho avuto la conferma quando una sera, seduto sul divano con una bottiglia di whisky ormai quasi completamente vuota in mano mi guardò fisso negli occhi. Restò ad osservarmi per interi minuti senza dirmi nulla, poi scosse leggermente la testa e mi disse: << vorrei che fossi morta tu al suo posto, mi fai schifo. Le assomigli così tanto che non riesco neanche a guardarti, vorrei che scomparissi dalla faccia della terra e che non ti facessi più vedere. Potrai anche avere il suo aspetto, i suoi occhi e anche alcuni aspetti del suo carattere, ma non sarai mai lei e io non ti amerò mai >>. Riesci a crederci? Mio padre, una delle persone che avrebbero dovuto amarmi più di qualsiasi altra in modo incondizionato, avrebbe preferito che io fossi morta al posto di sua moglie.
Ho sempre invidiato quel tipo di amore: così forte da creare dipendenza, così profondo da essere letale. Un tipo di sentimento che lega due persone in modo così indissolubile che sembra voler dire: se muori tu, muoio anche io " spiegò, afferrando la bottiglia di vodka posta fra di noi.

Bella restò qualche secondo ad osservare il vetro, passandovici sopra le dita quasi fosse un oggetto prezioso a lei caro ed io mi ritrovai a pensare che quella bottiglia di alcolico le avesse improvvisamente ricordato suo padre. Una parte di lei non era in grado di odiare l'uomo che, da un giorno all'altro, aveva sostituito l'affetto con l'odio, le carezze con gli schiaffi e i sorrisi alle lacrime, perché semplicemente non ne era in grado. Bella voleva ancora bene a suo padre, nonostante tutto il dolore che le aveva procurato, non era capace di detestarlo.

" La prima volta che ti ho vista ho pensato che fossi la cosa più fragile sulla quale i miei occhi si fossero mai posati" risposi, aspettando che Bella mi porgesse la bottiglia.

La mia era più una confessione che un segreto ed era in tutto e per tutto la verità. Ricordavo che la prima volta che il mio sguardo aveva incontrato quello verde di Bella, mi ero ritrovato a pensare che dietro l'aura di fascino e mistero che la circondava si nascondesse un dolore atroce. Mi aveva dato l'impressione di essere una pantera che si sforzava di apparire forte agli occhi degli altri, mentre quando era sola si rannicchiava in un angolo a leccarsi le ferite sperando che di rimarginassero più in fretta.
Certo, il fascino della ragazza aveva attirato me tanto quanto aveva attirato chiunque la incontrasse, però io ero riuscito a vedere la tristezza che si rifletteva nelle sue iridi.

" Questo è proprio un bel segreto, Husky" mi informò, soffermandosi qualche secondo a scrutarmi attentamente, per poi abbassare lo sguardo con fare imbarazzato.

Il suo gesto non fece altro che darmi la conferma dei miei sospetti, nonostante, ormai, fossi perfettamente consapevole che la sensazione che avevo avuto nel giorno in cui avevo incontrato la ragazza fosse veritiera. Vi era qualcosa nella sua bellezza che la faceva allontanare in modo incredibile dall'innocenza che caratterizzava le ragazza che incontravo a scuola, quasi le esperienze di vita che aveva vissuto le fossero rimaste scolpite sulla pelle e si riflettessero nei suoi occhi. Trovavo paradossale il modo in cui due iridi potessero essere in grado di raccontare così tante storie, quasi fossero le pagine di un libro che, ad ogni modo, poteva essere letto solo di chi ne era degno.

" Sai, il mio lavoro al Purple poison mi permette di essere chiunque io voglia, o meglio, chiunque gli uomini d'affari che mi portano con sé nel privé vogliano che io sia.
Ognuna delle persone con cui parlo è diversa dalla precedente, tutti vogliono parlare con me, sfogarsi, confessarmi che hanno una moglie a casa che li aspetta e che crede siano ancora in ufficio a lavorare oppure dirmi quanto gli piacerebbe che io fossi la loro amante. Altri mi guardano e basta, come se fossi un quadro o una fotografia particolarmente bella.
Tu sai che non possono toccarmi, che io non voglio lo facciano, non importa quale cifra siano disposti a pagare. Io lavoro al Purple solo per guadarmi da vedere ballando, per quanto quel posto sia squallido e non mi dia alcuna soddisfazione personale.
Una volta un uomo piuttosto giovane, mi ha chiesto di raccontagli quale fosse il mio desiderio più grande e sai cosa gli ho risposto? " disse, lo sguardo fisso sui grattacieli di New York come se quelle strutture di vetro e acciaia fossero state incredibilmente interessanti.

In seguito al suo quesito, Bella mi rivolse una veloce occhiata, quasi si aspettasse veramente che io sapessi quale fosse il desiderio racchiuso nel cassetto della sua mente. Mi limitai a scuotere il capo e lei riporto subito il suo sguardo verde sulla città che si estendeva dinanzi a lei.

" Gli dissi che avrei voluto che qualcuno mi insegnasse cosa voleva dire sentirsi reali. Ovviamente quell'uomo mi ha guardata come se fossi stata pazza, così io scossi semplicemente le spalle e liquidai la questione rivolgendogli la stessa domanda. La verità però è che io mi sono sempre nascosta dietro una sorta di maschera e che, con il tempo, non sono più riuscita a toglierla. Il lavoro al Purple poison e le diverse personalità - se così possiamo chiamarle - che mi cucio addosso tutte le volte, non fanno altro che confondermi ancora di più. Perciò, ogni volta che mi guardo allo specchio non capisco chi sia la persona che ho di fronte" continuò, avvicinando la mano al vetro della finestra e sfiorando con la punta delle dita il suo stesso riflesso, quasi sperasse che farlo, l'avrebbe aiutata a riconoscersi.

" Ho un nuovo segreto da svelarti: non mi sei mai sembrata tanto reale quanto la sei in questo momento. Alle tre di notte, in questo appartamento buio e svelandomi parti di te che non ha mai visto nessuno" confessai, spingendo Bella a sorridere e a sottrarmi la bottiglia di vodka.

Le mie parole parvero cancellare ogni traccia di malinconia dal suo sguardo, come un soffio di vento che spazza via le foglie dalla strada durante l'autunno e mii sentii incredibilmente soddisfatto di aver fatto ciò.

" Grazie Husky. A dirti la verità, però, la persona che mi fa sentire viva è qui in questa stanza e mi dispiace deluderti, ma non sei tu. Matt mi fa sentire viva, l'amore che provo per lui è così forte che a volte ho come la sensazione che potrei toccarlo e allo stesso modo, lui mi ama tanto da farmi sentire reale.
Tutto questo mi spaventa, perché ho paura che il sentimento che ci lega mi impedirà di essere libera. Però, allo stesso tempo, lo amo troppo per lasciarlo andare, per scappare e lasciarmi tutto alle spalle.
Mia madre amava raccontarmi storie, almeno tanto io adoravo ascoltarle e una volta mi raccontò la storia di questa ragazza. Era un angelo, nello specifico era l'angelo dell'amore e il suo compito era quello di volare in lungo e in largo per il modo, scoccando una freccia alle persone che riteneva fossero perfette le une per le altre, quelle le cui anime avrebbero potuto legarsi indissolubilmente, per sempre.
L'angelo aveva fatto innamorare così tante persone da perderne il conto, in qualsiasi era e in ogni parte del mondo. Senza sosta, tutti i giorni dell'anno, l'angelo volava alto nel cielo e scoccava le sue frecce.
Tuttavia, ogni singola volta, si soffermava ad osservare le coppie da lei create, ammirando il suo lavoro ed apprezzandone ogni più piccola sfaccettatura, ritrovandosi poi a pensare che avrebbe voluto provare il sentimento a cui lei stessa dava vita. Ad ogni modo, però, alla ragazza era stato proibito innamorarsi, perché lei aveva guadagnato la libertà di poter volare ovunque nel mondo, di poter interagire con gli umani se necessario al suo compito, ma mai e poi mai avrebbe avuto la possibilità di provare quel sentimento che, al contrario, era stato concesso a tutti gli altri angeli del paradiso. L'angelo aveva sempre apprezzato la sua libertà, ritenendo che fosse più vantaggioso aver la possibilità di volare ovunque desiderasse, piuttosto che essere segregata in paradiso ed essere schiava di un banale sentimento.
Però, con il trascorrere dei secoli l'angelo divenne sempre più invidioso degli umani e degli altri angeli, perché loro avevano ciò che, con il tempo, lei aveva iniziato a bramare più di ogni altra cosa: l'amore. Così, un giorno, presa dalla disperazione e dalla tristezza, l'angelo pensò di poter ingannare il paradiso e decise di trafiggersi con una delle sue frecce, così che anche lei avrebbe potuto amare qualcuno.
Tuttavia, non appena la punta della sua freccia le trafisse il cuore, l'angelo si accasciò al suolo e morì.
Sai cosa mi ha insegnato questa storia? " rispose pacata, rivolgendomi un'occhiata veloce. Io scossi la testa e aspettai che lei rispondesse al posto mio.

" Che l'amore e la libertà sono due binari che non si incontrano mai, non si possono  ingannare le regole del cosmo: puoi essere l'angelo libero di fare ciò che preferisce o quello rinchiuso nel paradiso, ma non puoi essere entrambi. La decisione, ad ogni modo, spetta a te, ricordatelo sempre. Anche se, a dirti la verità, ho imparato a mie spese che al cuor non si comanda " concluse, passandosi le mani tra i lunghi capelli biondi con fare disperato.

Bella in quel momento sembrava combattuta tra la sua brama di libertà e il suo recondito - e forse represso - desiderio di sentirsi reale; in continua lotta con la parte di sé che non voleva altro che scappare e quella che, invece, voleva apprezzare fino in fondo il sentimento d'amore che la legava a Matt.
Quella sera, immersi nella penombra e nel silenzio che avvolgevano l'appartamento di Bella, io e la ragazza fummo legati da un mosaico di segreti mai pronunciato ad alta voce. Avevamo condiviso delle parte di noi che nessuno aveva mai visto ed io mi ritrovai a pensare che mai sarei riuscito a dimenticare quella notte, nemmeno se fossero passati dieci, venti o cinquant'anni.

Spazio marshmallow💘

Cosa importante: volevo chiederti che cosa ne pensate di fare un incontro a Milano? Vi andrebbe? L'idea vi piace o non vi interessa?

Ciao a tutti! Come vi è sembrato il capitolo? Ad essere sincera, per qualche strano motivo, è uno dei miei preferiti! Lol perdonatemi ma io amo Bella haahah la trovo affascinante persino io, comunque perdonate la brevità del capitolo, non disperate perché mercoledì dovrei riuscire ad aggiornare nuovamente.
Per chi non lo sapesse Storm è stata segnalato per contenuti per adulti, con l'accusa di contenere scene di sesso descrittive e pornografiche...non mi esprimo...
A quanto pare qualche persona aveva voglia di scherzare con me come con altre autrici, quali : _StarFreedom_ @toccandolestelle 
Lasciamo perdere, non voglio dare importanza a certi elementi...
Grazie per il continuo sostegno che mi date! Vi voglio bene!
Baci
Xoxo
-Alex

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