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Capitolo 18: Shattered Memories

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Capitolo 18

Aiden's POV

Era trascorsa una settimana dal mio litigio con Hayley ed io e lei avevamo trascorso quell'intero lasso di giorni ignorandoci reciprocamente, quasi tra di noi si fosse formato un muro invisibile ed indistruttibile.
Mi trovavo nella palestra della scuola ed ero intento a tirare a canestro immerso nel silenzio che veniva interrotto solamente dalla palla da basket che rimbalzava sul pavimento lucido della stanza e dal suono prodotto dalla suola delle mie scarpe a contatto con il suolo.
Avevo evitato di frequentare la lezione di matematica tenuta da Moore così da non dover essere costretto a trascorrere un'intera ora in compagnia di Hayley gesto che, probabilmente, dimostrava solamente quanto fossi impaurito dall'effetto che avrebbe sortito su di me restare sessanta minuti nella stessa stanza con lei. La verità era che nonostante Hayley fosse assente, la mia mente era popolata dalla sua costante presenza e dai ricordi che avevo vissuto con lei e che, anche se lo avessi veramente voluto, non sarei mai stato in grado di cancellare.
Mi erano rimaste solo le memorie dei nostri baci e il sapore della sue labbra, le stesse che mi avevano mentito e avevano mantenuto taciuti dei segreti che erano stati svelati nel peggiore dei modi, le stesse labbra - le nostre - che avevano pronunciato parole taglienti come lame e che ci avevano ferito reciprocamente nel profondo scavando una voragine dentro ai nostri cuori.
Mia sorella - dopo avermi dato del cretino e dell'idiota parecchie volte - aveva tentato di spronarmi a parlare con Hayley per ascoltare la sua versione dei fatti senza attaccarla, ma io mi ero sempre rifiutato.
Mi sentivo ancora colmo di rabbia, tanto da tentare in tutti i modi di non pensare a Matt, a Bella e alle azioni di Hayley che mi avevano ferito al punto da farmi incendiare dalla collera. Avevo trascorso ogni sera al Ruby's, talvolta in compagnia di Will che non faceva altro che provare a convincermi che ostinarmi a non voler risolvere il problema non lo avrebbe di certo magicamente cancellato.
Il mio scopo però non era quello di eliminare l'errore di Hayley o i miei, ma quello di fingere che non fossero mai esistiti perché ero convinto che, in quel modo, avrei sofferto un po' meno. Avrei voluto affogare quegli sbagli nelle profondità delle mie stesse acque, lasciandoli affondare nel mio animo, sperando che non sarebbero mai tornati in superficie. Eppure, dentro di me sentivo che Hayley era il tipo di errore che avrei voluto commettere all'infinito perché quello che mi avevano regalato i mesi trascorsi in sua compagnia era più importante, e forse era proprio per quel motivo che restarle lontano mi faceva così male.

Lo sai che la soluzione è semplice, vero?
Sono ancora arrabbiato.
Ah scusa, mi dispiace di aver ferito i tuoi sentimenti principessa.

In quel momento, mentre ero intento a tirare nuovamente il pallone da basket a canestro, udii la porta della palestra aprirsi e vidi Kyla fare il suo ingresso nella stanza.
Quel giorno la ragazza aveva i capelli biondo cenere legati in una coda di cavallo e aveva indosso un morbido vestito di cotone grigio a maniche lunghe che le ricadeva sulle gambe fasciate dalle calze scure e velate.
La palla da basket rimbalzò per qualche secondo sul pavimento, prima che Kyla la afferrasse e si appoggiasse al piedistallo che sorreggeva il canestro, rigirandosela tra le mani con fare spensierato. La osservai con un sopracciglio alzato chiedendomi quale fosse la ragione della sua presenza nella palestra, considerando che non era ancora suonata la campanella.
Trascorremmo qualche secondo immersi nel più totale silenzio, lei intenta a giocherellare con il pallone da basket ed io intento a fissarla incuriosito, in attesa che lei si decidesse a proferire parola.

" Ho parlato con Hayley e Ash per farmi spiegare quale fosse il motivo del litigo che avete messo in piedi nei corridoi la settimana scorsa " esordii la ragazza, rivolgendomi un'occhiata attraverso i suoi occhi azzurri.

" Oh andiamo Aiden, non guardarmi così. La notizia della vostra litigata e dello schiaffo che ti sei preso ha fatto il giro di tutta la scuola, non dirmi che ne sei sorpreso" aggiunse, dopo aver notato il modo in cui il mio sguardo si era accigliato improvvisamente.

Non ero affatto stupito che ormai la maggior parte degli studenti fosse al corrente dello scambio di battute che era avvenuto tra me e Hayley, oltre che dello schiaffo che la ragazza mi aveva dato poiché ferita ed arrabbiata dalle mie parole.
Tuttavia, speravo che la ragione della visita da parte di Kyla all'interno della palestra, non fosse dovuta alla mia lite con Hayley.

" Cosa vuoi Kyla? " domandai, dopo aver sbuffato rumorosamente con fare frustrato e piuttosto incollerito.

Non avevo la benché minima voglia di sentirmi fare l'ennesima ramanzina da parte di uno dei miei amici né, tantomeno, di sentirmi dire nuovamente quanto fossi idiota per non voler chiarire l'intera questione.

" Voglio solo parlare, se vuoi puoi anche non rispondere e far finta di non avermi sentita. Però voglio dirti che tu e Hayley siete entrambi due teste di cazzo, che avete torto marcio tutti e due e che siete il tipo di persone che se non vanno d'amore d'accordo si odiano con ogni cellula del loro corpo.
Lei ha indubbiamente sbagliato ad incontrarsi con quel cretino di Matt che, tanto per la cronaca, spero di non rincontrare mai più in tutta la mia vita, non mi è mai piaciuto quel ragazzo, almeno tanto quanto trovavo simpatica ed affascinante Bella. Non ho mai capito cosa ci trovasse lei in lui, così come non ho mai capito come abbia fatto tu ad esserci amico" disse Kyla, riprendendo a giocherellare con il pallone da basket e prendendo a farlo rimbalzare al suolo con fare spensierato, quasi mi stesse raccontando che cosa aveva mangiato a pranzo.

Le ciocche dei capelli biondi della ragazza seguivano i suoi movimenti e, di tanto in tanto, le accarezzavano le spalle. Kyla pareva intenzionata a farmi riflettere sulle sue parole, perché dopo averle pronunciate si interruppe lasciando che il silenzio fosse riempito solamente dal suono prodotto dai rimbalzi del pallone arancione e leggermente consumato.
Sapevo che la ragazza che avevo dinanzi, come chiunque avesse fatto la sua conoscenza - ad eccezione di Will -, trovava Bella affascinante ed intrigante. Eppure Kyla non aveva mai provato gli stessi sentimenti nei confronti di Matt che, per l'appunto, non le era mai andato a genio perché a detta sua aveva l'aria da persona falsa ed infima. Dopotutto le deduzioni della ragazza non si erano discostate poi molto dalla realtà ed io lo avevo imparato a mie spese, anche se, in fondo, le azioni di Matt potevano essere giustificate dall'amore spasmodico che provava nei confronti di Bella.

" Tu d'altra parte non le hai parlato del tuo passato e non ti biasimo per questo, probabilmente se io fossi stata nei tuoi panni avrei fatto la stessa cosa. Ma il tuo errore più grosso sicuramente non è stato questo, bensì che tu ti sia rifiutato di ascoltare le ragioni di Hayley e che ti sia semplicemente accanito su di lei come un orco. Magari d'ora in poi inizierò a chiamarti Shrek " continuò Kyla, interrompendo i palleggi del pallone e fissando nuovamente il suo sguardo nel mio.

Ebbi come l'impressione che la ragazza volesse assicurarsi che io vedessi la serietà dipinta sul suo viso mentre parlava e la sincerità riflessa nei suoi occhi che, anche dalla breve distanza che ci separava, parevano essere macchiati di rimprovero.

" Comunque, il punto è che dopo Bella - o anche prima ad essere sincera - non ti ho mai visto felice quanto lo eri in compagnia di Hayley. C'è gente che passa tutta la vita a cercare qualcuno la guardi come lei fa con te e viceversa, mentre voi state mandando tutto a puttane perché siete due emeriti idioti.
Non mi aspetto che il mio discorso ti convinca a parlare con lei, considerando che nemmeno Ash ci è riuscita. Però mi sembrava giusto farti sapere la mia opinione, dato che sono tua amica da una vita e che tu mi hai sempre aiutato quando ne avevo bisogno. La scelta è tua Aiden, ma ricordati che se la lascerai andare sarà una condanna anche per te" concluse, prima di lanciarmi il pallone da basket ed uscire dalla porta della palestra chiudendola alle sue spalle con un tonfo.

Kyla mi lasciò lì, in quella stanza grande che odorava di chiuso e della gomma delle suole delle scarpe, immerso in un silenzio fitto e denso come la neve che ricopriva New York durante l'inverno.
La ragazza non attese nemmeno che io replicassi, probabilmente perché sicura di quale sarebbe stata la mia risposta, o forse perché intenzionata a volermi far riflettere sulle sue parole.
Mi sedetti sul freddo e lucido pavimento di linoleum blu e appoggiai il pallone da basket accanto a me, mentre la mia mente iniziava a rimuginare sul discorso fatto da Kyla e su quanto fosse incredibilmente veritiero.
La rabbia non si era ancora dissipata completamente e io ancora non riuscivo a comprendere se essa derivasse dalle azioni di Hayley, dal fatto che mi avesse nascosto la verità o semplicemente dalla consapevolezza che lei e Matt si fossero incontrati più di una volta per parlare in modo confidenziale chissà di cosa e chissà quanto a lungo.
Ero confuso, una parte di me mi diceva che Kyla aveva ragione, che stavo commettendo un errore madornale ad ostinarmi a non voler chiarire con Hayley, perché mi mancava e io stavo semplicemente tentando di mantenere le distanze perché avevo paura di scoprire cosa avrei fatto se le fossi rimasto accanto per più di qualche minuto. Mentre l'altra era troppo orgogliosa, troppo ferita e ancora troppo incollerita per voler ascoltare le parole e le spiegazioni della ragazza, mi diceva che se fossi tornato sui miei passi avrei sofferto di nuovo e che, consequenzialmente, si sarebbero riaperte anche le ferite che avevano cominciato finalmente a rimarginarsi. Non sapevo quale parte ascoltare e speravo che, prima o poi, l'ago della bilancia avrebbe iniziato a pendere da una sola parte.
Restai nella medesima posizione, persistendo ad arrovellarmi sugli stessi pensieri fino a quando la campanella che segnava la fine delle lezioni suonò, riportandomi alla realtà tanto bruscamente da farmi sobbalzare.

Spero per te che l'unico neurone che possiedi ti dia una mano.
Gentile.

Era sera, non avevo cenato e mi trovavo al Blue Moon con un boccale di birra semipieno dinanzi. A causa della freddezza della bevanda, il bicchiere era stato ricoperto da piccola gocce d'acqua che, lentamente, scivolavano sul vetro atterrando sul bancone inumidendone il legno scuro.
L'aria era appestata dall'odore fermentato della birra, misto a quello degli hamburger che venivano cucinati nel pub la quale fragranza mi riempiva le narici ad ogni respiro.
Prima di uscire di casa avevo trascorso un'ora a colpire il mio sacco da boxe, considerando che avevo bisogno di impegnare la mente su qualcosa che non riguardasse Hayley, che dovevo - di nuovo - sfogare la rabbia e la frustrazione che tutta quella situazione aveva diffuso in me e che, di lì a breve, avrei dovuto partecipare ad un incontro. Avevo le nocche completamente spaccate e dopo aver trascorso diversi minuti sotto lo scroscio dell'acqua calda della doccia, ripensando al giorno in cui io e Hayley ci eravamo baciati in California, venendo interrotti da suo padre, avevo preso la decisione di uscire di a casa e schiarirmi le idee.
Mi ero preoccupato quantomeno di disinfettarmi le ferite, ma non mi ero nemmeno fasciato le mani cosa che, come prevedibile, non fece altro che aumentare la preoccupazione di Ash nei miei confronti. Mia sorella non riusciva più a sopportare il fatto che, a detta sua, io e Hayley ci stessimo facendo del male a vicenda.

" Lo sapevo che ti avrei trovato qui" sentii dire alle mie spalle da una voce che mi era estremamente familiare.

Quando mi voltai, i miei occhi incontrarono quelli color cioccolato di Will che erano dissi su di me permeati da un'aria di rimprovero. I capelli biondi del mio migliore amico erano leggermente umidi per via della poggia che poco prima aveva iniziato ad imperversare sulla città di New York, accompagnata da fulmini che persistevano a squarciare il cielo e che venivano seguiti da rumorosi tuoni.

" Che cosa ci fai qui?" domandai, osservando Will prendere posto sullo sgabello vuoto alla mia destra e poggiare i gomiti sul bancone di legno consumato in diversi punti.

Restò qualche secondo con il capo chino con l'aria di chi stava riflettendo attentamente sulla sua risposta e di lì a poco sbuffò rumorosamente con fare stanco e frustrato. Il giubbotto blu notte del mio migliore amico era stato bagnato sulle spalle dall'acqua piovana e mi parve addirittura di riuscire a sentire l'odore della pioggia mescolarsi a quello del suo profumo muschiato.

" Sinceramente? Mi sono rotto le palle di questa situazione, tu e Killer state facendo preoccupare sia me che Ash e noi ci siamo stufati di restare fra l'incudine e il martello. Perciò io ho deciso di venire qui a parlarti e di dirti tutto quello che voglio, che a te piaccia o no" replicò Will, prima di afferrare il bicchiere semipieno che conteneva la mia birra e berne un lungo sorso.

Sospirai con fare sconsolato e il fare di chi era stanco di sentirsi fare la ramanzina dai suoi amici sempre per la stessa ragione, nonostante avessi la netta sensazione che quella di Will mi avrebbe sconvolto più delle altre.

" E io non ho sinceramente voglia di ascoltarti" lo informai, mentre le mie mani si stringevano a pugno per la frustrazione.

Il mio migliore amico lanciò un'occhiata alle mie nocche coperte da ferite ancora fresche e il suo sguardo si fece improvvisamente torvo, probabilmente perché conosceva la ragione per la quale da due settimane le mie mani erano in condizioni pietose. Il viso di Will che solitamente era animato da un'espressione gioiosa, in quel moneto era adombrato dalla collera e mi dava l'impressione che lui avrebbe tanto voluto spaccare il boccale di birra che era intento a sorseggiare.

" Beh sai che c'è? Non mi interessa, tu mi ascolterai comunque e per una volta non farai l'egoista, ti prenderai il tempo che serve per sentire cosa ho da dirti e cercherai di ficcarti in quella testa dura che ti ritrovi quello che dirò. Chiaro?" rispose, voltandosi a guardarmi in modo da permettermi di vedere la serietà riflessa nei suoi occhi.

Will utilizzò un tono che non ammetteva una replica negativa, il suo sguardo era accigliato e fisso su di me a volermi indicare quanto fosse effettivamente adirato per via di quella situazione.
In quel momento udii in lontananza qualcuno alle mie spalle scoppiare in una fragorosa risata roca e divertita che mi portò a desiderare di provare la stessa ilarità, dato che da due settimane a quella parte non avevo più riso veramente. Era come se da quando avevo allontanato Hayley riuscissi a provare due sole emozioni: rabbia e dolore, che si alternavano tra di loro come due lottatori su di un ring immaginario che si davano il cambio per combattere contro il ricordo e la mancanza.
La verità era che quei giorni mi parevano essere stati incredibilmente lunghi, quasi invece di quindici giorni fossero trascorsi mesi e il fiume del tempo pareva non aver annacquato nemmeno in parte il ricordo dell'immagine degli occhi di Hayley fissi nei miei durante la sera del mio compleanno, le iridi colme di rammarico e di un senso di colpa indelebile che sapevo l'avesse condotta pensare ancora una volta che fosse l'uragano implacabile che distruggeva tutto ciò che incontrava sul suo cammino.
Una volta avevo letto che i cinesi usavano l'espressione : " un giorno tre autunni" per indicare che certe mancanze erano in grado di dilatare il tempo, rendendo ventiquattr'ore intense quanto interi anni. Avevo sempre trovato quello strano proverbio a dir poco assurdo, pensando che fosse impossibile sentire una mancanza tanto profonda da rendere un giorno lungo quanto trecentosessanta cinque, eppure in quel periodo mi pareva di aver veramente compreso il significato delle sue parole.
Io avevo provato ad ingannare il tempo, occupandolo attraverso la boxe e le serate trascorse al pub, ma la verità era che non ero mai riuscito veramente ad allontanare la presenza di Hayley dalla mia mente e questa consapevolezza non faceva altro che alimentare la mia rabbia, come benzina che viene gettata su di un fuoco già ardente.

" Senti Aiden, tu sei il mio migliore amico e per questo motivo è giusto che tu sappia che io penso che tu ti stia comportando da perfetto idiota. Killer ha sbagliato, va bene, lo sappiamo tutti, lei meglio di noi. Però tu dovresti darle l'occasione di parlare perché - cristo santo - ha già perso tre persone che amava nella sua vita e non ha potuto fare nulla per evitarlo, ma con te è diverso e tu non le hai nemmeno dato la possibilità di spiegare le ragioni delle sue azioni. Stasera Robert è con mia madre, perciò Killer è sola a casa. Sarebbe una buona occasione per concederle di parlare senza che tu la insulti" disse Will, interrompendo il fiume dei miei pensieri e spingendomi a distogliere lo sguardo dal liquido ambrato contenuto nel boccale che lui stesso mi aveva sottratto.

Sul viso del mio migliore amico era dipinta un'espressione speranzosa quasi stesse pregando che quel suo breve discorso fosse stato sufficiente a convincermi ad alzarmi dallo sgabello di metallo rivestito di pelle nera e consumata, per recarmi a casa di Hayley.

" Non è rimasto più niente da dire" replicai in tono fermo e deciso, mentre i miei occhi si fissavano in quelli color cioccolato di Will.

Tu sei la dimostrazione vivente che l'uomo deriva dalla scimmia.
Grazie tante.

" Ma allora sei proprio deficiente. Tu più di tutti dovresti sapere che le persone a volte commento degli errori e che quasi sempre ci sono delle buone ragioni nascoste dietro le stupide azioni. Stai permettendo ancora una volta a Matt e a Bella di rovinarti la vita e sei solo un cretino perché nemmeno te ne rendi conto" rispose Will, alzando il tono di voce per via della rabbia e appoggiandomi una mano sulla spalla.

Tentai di ignorare le parole del mio migliore amico e ripresi possesso della mia birra, prendendo a sorseggiarla con fare disinteressato e lasciando che le mie narici si riempissero dell'odore fermentato emesso dal liquido ambrato.

" Forse Bella e Hayley si assomigliano più di quanto pensassi, magari è per questo motivo che si è trovata tanto bene con Matt" dissi, prima di riprendere a bere.

Tu hai dei problemi seri.
Lo so.

In quel momento, con mia grande sorpresa, Will mi afferrò per il giubbotto e mi costrinse a guardarlo negli occhi iniettati di rabbia, spingendomi a mollare la presa sul boccale di vetro che, inevitabilmente, cadde sul pavimento di legno frantumandosi in mille pezzi.
Il suono prodotto dallo spesso bicchiere spinse alcuni dei presenti nel locale a rivolgere la loro attenzione verso di noi, compresi i due baristi di turno quella sera che, fino ad allora, si erano persi in chiacchiere con due dei loro clienti.
Will scagliò un pugno contro il mio zigomo e il colpo mi fece perdere l'equilibro dallo sgabello, inoltre, dato che il ragazzo indossava uno spesso anello d'argento sull'indice, sentii una ferita aprirmisi nel punto in cui ero stato colpito e qualche goccia di sangue fuoriuscire da essa.

" Non dire stronzate. Killer e Bella sono completamente diverse, stai solo cercando di trovare un motivo per evitare di risolvere il problema. Sei solo un codardo. Vuoi evitare di essere ferito un'altra volta e allora sostituisci il tuo dolore con la rabbia, smettila di comportarti come un idiota e inizia a capire per cosa vale veramente la pena combattere.
Non puoi mandare all'aria l'unica cosa che ti rende veramente felice da due anni a questa parte perché hai paura delle conseguenze. Cazzo Aiden, sei il mio migliore amico e mi sono stancato di vederti così, perché sia io che te sappiamo dove ti porterà la rabbia che provi. E io non voglio vedere di nuovo Ash stare male per colpa tua, smettila di essere un egoista e porta il tuo culo a casa di Killer di tua spontanea volontà, perché altrimenti ti giuro che ti ci porto io a suon di pugni. Non ti permetterò di mandare a puttane un amore del genere solo perché sei un maledetto codardo" gridò Will, mentre il suo viso si arrossava per via della rabbia.

Avevo raramente visto il mio migliore amico tanto incollerito e non era mai capitato che quel tipo di ira fosse rivolta nei miei confronti. Il mio sguardo cadde sui cocci di vetro sparpagliati sul pavimento di legno scuro e bagnato di birra, e mi ritrovai a pensare che, proprio come quelle schegge, i sogni miei e di Hayley si erano frantumati trasformandosi in ricordi.
Forse, in fondo, stavo solo approfittando di quella lite e di quel singolo sbaglio per scappare, trovare un motivo valido per allontanare e Hayley e impedirmi così di ferirla.
Avevo ancora paura che il mare impetuoso e tempestoso che ero avrebbe finito per farle del male sul serio, però, al contempo, ero ancora troppo egoista per volerla lasciare andare così.
Mi ritrovai ad annuire senza proferire parola e ad alzarmi dal pavimento con l'aiuto di Will che mi tese una mano con un sorriso soddisfatto stampato sul viso, per poi lasciare che il mio migliore amico mi lasciasse una pacca incoraggiante sulla spalla.
Ringraziai il ragazzo, prima di decidermi ad uscire dal Blue Moon lasciandomi alle spalle ciò che rimaneva del mio boccale di birra e coloro che erano ancora intenti a fissarmi interessati.

Hayley's POV

Era venerdì sera ed io avevo trascorso buona parte della nottata precedente a sorseggiare vodka da una bottiglia comprata ad un supermercato aperto ventiquattr'ore su ventiquattro, con la speranza che sarei riuscita a colmare la mancanza di Aiden con l'alcol. Avevo tentato di affogare il mio dolore ad ogni sorso, eppure, non riuscivo mai ad essere abbastanza ubriaca da cacciare la presenza di Aiden dalla mia mente.
Quando avevo iniziato a sentire la testa prendere a girarmi, così come la mia camera da letto, mi ero vergognata di me stessa per aver compiuto un gesto tanto pietoso. Il problema era che avevo creduto che la vodka sarebbe stata in grado di interrompere il marasma di pensieri che affollavano al mia testa, anche solo per poco. Avevo sperato che l'alcol sarebbe riuscito a cancellare il dolore che ancora provavo per Scott, per Emma, per mia madre e per Aiden, che avrebbe estirpato il senso di colpa ed allontanato i demoni che mi infestavano la mente. Eppure la verità si era rivelata un'altra: la vodka era solo riuscita a farmi sentire ridicola, patetica e come un'aspirante alcolista anonima. Così dopo aver rimesso l'intero contenuto del mio stomaco per un'intera ora, mi ero decisa a gettare la bottiglia di alcolico nonostante fosse ancora mezza piena e a rifugiarmi tra le coperte del mio letto.
Quella mattina, infatti, mi ero svegliata con una terribile emicrania che, per fortuna, ero riuscita a scacciare con un medicinale.
Avevo trascorso quelle due settimane a sfoggiare un collage di sorrisi finti dinanzi a quelli che consideravo miei amici, proprio io che avevo sempre detestato le persone finte. Mi vergognavo di me stessa, perché la lontananza, la mancanza e la collera che provavo mi stavano lentamente trasformando in qualcuno di diverso.
Quella sera mio padre si era recato a casa di Emily per trascorrere con lei una cena romantica e lui si era preoccupato di assicurarsi che io fossi propensa a trascorrere la nottata a casa da sola e che stessi effettivamente bene quanto affermavo. Io tuttavia avevo sentito l'improvviso bisogno di restare da sola con i miei pensieri, di guardarmi un film accoccolata nel mio letto.
Nel tardo pomeriggio aveva iniziato a piovere e la pioggia non aveva cessato riversarsi sulla città di New York nemmeno per un momento, portandomi a rivangare i ricordi dei baci che io ed Aiden ci eravamo scambiati sotto lo scroscio dell'acqua e la felicità che avevo provato in quei momenti che, allora, mi parevano appartenere ad un passato lontano anni luce dal mio presente.
Avevo trascorso ben trenta minuti all'interno della doccia, immersa nel vapore e accarezzata dalle gocce d'acqua calda, ripensando ai ricordi che avevo condiviso con Aiden e che, per quanto mi sforzassi, non ero in grado di estirpare dalla mia mente, quasi si trattasse di piante infestati e velenose che minacciavano di uccidermi lentamente.
Quando uscii dal bagno, i miei capelli erano ancora piuttosto umidi, dato che dopo aver tentato di asciugarli con il phon per circa cinque minuti mi ero stancata ed avevo finito per decidere di lasciare che si asciugassero da sé.
Ero intenta a pensare a quale film avrebbe accompagnato la mia nottata, quando udii il citofono suonare, il rumore mi prese tanto alla sprovvista da farmi sobbalzare e quando mi avviai verso la porta mi preoccupai di guardare dallo spioncino chi si trovasse dall'altro lato, rimanendo stupita nel constatare che si trattava di Aiden.

Spazio Marshmallow 💘:
Hola! Che ve ne pare del capitolo? Chiedo perdono per la brevità....
Io volevo anche ricordavi che le ragazze del gruppo whatsapp stanno candidando  Hurricane e Storm agli Italian FanFiction Awards 2017 nella categoria " Best Original sotries"! Se volete votare basta che scriviate un commento con scritto: Voto Hurricane di Alex9230 ( dovete taggarmi).
Trovate la storia degli IFA sul profilo di DaisyYrral . ( dovete votare Hurricane e Storm separatamente in due commenti distinti)

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