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Capitolo 15: Truth

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Buona lettura

Capitolo 15

Hayley's POV
Mi trovavo alla festa di compleanno di Ash ed Aiden che, tra l'altro, avevo perso di vista nel marasma di persone che affollavano il salotto. Non mi stupiva che gli studenti presenti a casa Stephenson fossero tanti, considerando che anche a capodanno si erano imbucati parecchi. Avevo bevuto una quantità di alcolici piuttosto consistente, oltre ad aver mangiato un numero decisamente poco consono delle gelatine alla vodka preparate da Will e dal suo migliore amico.
Sentivo di aver raggiunto e quasi addirittura oltrepassato ciò che io definivo livello Edward Cullen, non ero solita bere alcolici, infatti, quando mi recavo alle feste che venivano organizzate a Los Angeles in compagnia di Scott, solitamente, fumavo marijuana con il mio migliore amico. Probabilmente non era responsabile da parte mia fumare erba, come non lo era bere alcolici, ma in fondo ero un'adolescente e tutto ciò che volevo era disconnettere la mia mente e sforzarmi di rinchiudere i ricordi dolorosi in un cassetto della mia mente, dimenticandomi della loro esistenza anche solo per poco.
Era passato un mese dalla morte di Scott e pensare a lui faceva ancora male, tuttavia, con il trascorrere dei giorni stavo riuscendo a fare ammenda con i miei demoni e accettare il fatto che il mio migliore amico non avrebbe più partecipato con me a nessuna festa. Tuttavia, proprio come come aveva scritto Aiden qualche giorno addietro sotto una delle sue fotografie: le vere amicizie non muoiono mai. Quelle parole mi si erano marchiate a fuoco nella mente, le avevo come tatuate nel cervello con un inchiostro indelebile così da non poterle dimenticare. Scott avrebbe continuato a vivere nei miei ricordi e con il tempo - e tanta forza di volontà - io avrei imparato a rammentare solo quelli felici, lasciando che quelli dolorosi venissero annacquati dal fiume di ricordi e che il senso di colpa per non essere stata una migliore amica migliore venisse estirpato, quasi si trattasse di una pianta velenosa e letale.
I fumi dell'alcol per pochi istanti fecero sì che io mi immaginassi Scott in piedi sul tavolo del salotto di casa Stephenson che, tra l'altro, era occupato da due gruppi di persone intente a giocare a birra pong, intento a ballare e a mettere in scena uno spogliarello improvvisato.
Le mie labbra si allargarono in un sorriso a quel pensiero e sentii un nodo formarmisi in gola.
Di lì a poco deglutii ciò che rimaneva della vodka contenuta nel bicchiere di plastica rosso che reggevo nella mano sinistra. Il liquido mi scivolò lungo la gola e quando raggiunse la bocca dello stomaco sentii quest'ultimo bruciare, le mie papille gustative si impregnarono del sapore alla menta dell'alcolico.
Rivolsi il mio sguardo verso la mia destra, posandolo sulle persone intente a ballare al centro del salotto a ritmo di musica, alcune ragazza erano intente sfoggiare mosse alquanto buffe e a ridere divertite di ciò che facevano. Di lì a poco, tuttavia, tornai a posare i miei occhi sul viso della ragazza che avevo dinanzi e che, tra l'altro, era intenta ad arrotolarsi attorno al dito una ciocca dei suoi lunghi capelli lisci che erano in netto contrasto con la colorazione vivace del vestito che indossava.

" Ciao Angelo, ti ha mai detto nessuno che sei proprio Bella? Credo di non averti mai vista da queste parti, io sono Aiden. Piacere di conoscerti" sentii dire ad una voce a me estremamente familiare.

Quando mi voltai alla mia sinistra, i miei occhi incontrarono quelli chiari di Aiden che, tra l'altro, erano leggermente arrossati e lucidi, immerse nella penombra che avvolgeva il salotto di casa sua le sue iridi parevano le acque marine durante la notte: scure e tanto profonde da parere infinite. Le labbra del ragazzo erano allargate nel sorriso ammiccate che tanto detestavo e il suo sguardo era fisso nel mio, quasi fosse incantato da me.
Alzai un sopracciglio con fare confuso nel sentire le sue parole, considerando che si era comportato come se non mi avesse mai vista prima.

Quanto ha bevuto?
A quanto pare tanto e sono sicura che tra poco inizierà a parlare di Harry Potter.

" Mi sa che bere troppo ha bruciato l'unico neurone che possedevi" replicai, prima di scoppiare in una leggera risata.

Kyla si trovava accanto a me e anche sul suo viso era dipinta un'espressione confusa, la bocca leggermente schiusa quasi volesse dire qualcosa ad Aiden, tuttavia non vi fuoriuscì nulla come se non avesse la minima idea di quali parole scegliere.

" No, lui non è Aiden. È mio cugino Esteban Julio Ricardo Montoja Dela Rosa Ramirez" mi informò Will, prima di posare il braccio attorno alle spalle di Aiden e sorridermi.

Roteai gli occhi e non riuscii a trattenere una seconda risate che, come prevedibile, sfuggì dalle mie labbra. Incrociai le braccia sul petto ed assunsi un'espressione interessata a ciò che i due ragazzi erano in procinto di dire, dato che avevo intenzione di reggere il loro gioco.

" Esatto, ma puoi chiamarmi Carlos. Vengo dal Messico, hola chica" confermò Aiden, porgendomi la mano e facendomi l'occhiolino.

Mi sforzai di trattenere una risata dopo aver udito le sue parole e il suo accento messicano, mentre stringevo la sua mano calda e quel contatto, come spesso accadeva, mi fece venire i brividi. Lui aveva su di me un effetto che nessun altro prima aveva mai suscitato nel mio animo, anche il ragazzo dinanzi a me parve essere colto dai medesimi brividi perché per qualche secondo i suoi occhi sgranarono e parvero fissarsi ancora più intensamente nei miei.

Il suo accento è sexy.
Per te qualsiasi cosa è sexy.

" Piacere di conoscerti Carlos, raccontami qualcosa di te. Cosa ti piace fare? Vorrei conoscerti meglio, sono sicura che sei una persona interessante" replicai, prima di passarmi una mano tra i miei lunghi capelli scuri e iniziare a mordermi il labbro in fervore cosa che, tra l'altro, sapevo Aiden adorasse.

Gli occhi del ragazzo si posarono sulla mia bocca e vi ci soffermarono per qualche lungo istante, prima che tornassero a fissarsi nei miei. Le iridi di Aiden parevano essersi improvvisamente incendiate dalla passione che mi sembrava di veder ardere in quelle pozze d'acqua.

" Le ragazze" rispose il ragazzo, prima di sorridere in modo ammiccante come se sperasse che farlo mi avrebbe conquistata.

Will rise di gusto nel sentire le parole del suo migliore amico e gli diede anche una pacca sulla spalla quasi si volesse complimentare con lui per la sua scelta di parole. Di lì a poco fummo raggiunti da Ash che, tra l'altro, stringeva nella mano un bicchierino di plastica nel quale era contenuto un Shot di gelatina sulla quale superficie si rifletteva la flebile luce che illuminava il salotto.

" Va bene, mettiamo fine a questa farsa. Tu ti chiami Aiden, non Carlos e lei è la tua ragazza" intervenne Kyla che, evidentemente, si era scocciata di assistere al teatrino che era stato messo in piedi da Will e dal suo migliore amico.

Aiden sgranò leggermente gli occhi, quasi come se le parole della ragazza dai lunghi capelli biondi gli fossero sembrate a dir poco assurde e successivamente scosse leggermente la testa come se si fosse risvegliato improvvisamente da un sogno.

" Oh andiamo Kyla, perché glielo hai detto. Lo sai che adoro quando diventa Carlos e non succede quasi mai, sei proprio una guasta feste" si lamentò Will, per poi fare una linguaccia alla ragazza che, di conseguenza, roteò gli occhi scocciata e sbuffò rumorosamente.

" Perché quando credere di essere tuo cugino Carlos usa delle frasi per abbordare che sono patetiche e mi da sui nervi. Però trovo diverte il fatto che con tutte le ragazze che ci sono qui abbia deciso di provarci proprio con Hayley" rispose Kyla, prima di scoppiare in una leggera risata e farmi l'occhiolino.

Udendo le parole della ragazza realizzai quanto effettivamente fosse diverte quel l'intera situazione e quando i miei occhi si puntato su Aiden notai che il ragazzo era intento a strofinarsi la mano sul collo con fare imbarazzato.
Mi avvicinai al ragazzo dagli occhi tempestosi e gli lasciai un delicato bacio sulla guancia, gesto che, per altro, fece in modo che lui puntasse le sue iridi nelle mie che mi osservasse con fare confuso.

" Grazie per averci provato con me invece che con qualche altra ragazza" gli bisbigliai all'orecchio, assicurandomi che le mie labbra gli accarezzassero la pelle.

Il braccio di Aiden mi avvolse la vita e le sue labbra si allargarono in un sorriso sornione, quasi fosse stato fiero di se stesso o avesse improvvisamente compreso qualcosa che, fino ad allora, aveva ignorato.

" Batman torna sempre dalla sua Catwoman" replicò Aiden, prima di lasciarmi un veloce bacio a fior di labbra e sorridere nuovamente.

" Lo spero per te, altrimenti Ronnie farà una brutta fine" lo informai, facendo così scomparire il sorriso dal viso di Aiden.

Guarda che sarebbe una punizione anche per te.
Non mi interessa.
Beh dovrebbe. No Ronnie, no party.

Ash dovette aver sentito le mie parole perché scoppio in una risata fragorosa cosa che, per l'altro, fece anche Will, il che mi diede a pensare che entrambi fossero al corrente di chi fosse Ronnie. Will si appoggiò alla spalla di Aiden per sorreggersi come se ridere mettesse alla prova il suo equilibro. Era chiaro che il ragazzo biondo non fosse nel pieno delle sue facoltà ed ero certa che persistere a bere la birra contenuta nella bottiglia di vetro scuro che reggeva nella mano destra non lo aiutasse.
Kyla, d'altra parte, si limitò a passare lo sguardo da Aiden a me con fare confuso, dato che, chiaramente, non aveva la più pallida idea di che cosa stessi parlando.

" Non puoi minacciare Ronnie, te l'ho detto: è un ragazzo sensibile " replicò Aiden, per poi lasciarmi andare trafugare la bottiglia di birra dalla mano del suo migliore amico e bere un lungo sorso di ciò che conteneva.

Il viso di Will assunse un'espressione offesa e dovette fare tenerezza ad Ash, perché la ragazza si sporse verso di lui e lo baciò sulla guancia, attirando così la sua attenzione.
Gli occhi del ragazzo si soffermarono a lungo sul corpo di Ash fasciato dal vestito azzurro che indossava il quale, per altro, metteva in risalto la colorazione chiara delle sue iridi.

" Amore te l'ho già detto che amo il tuo vestito? Anche Soldato lo ama, ovviamente" disse Will rivolgendosi alla sua ragazza e allargando le labbra in un sorriso ammiccante che mi ricordò quello che spesso sfoggiava il suo migliore amico.

Inizialmente faticai a comprendere cosa intendesse dire Will, sopratutto perché non avevo idea di chi o fosse Capitano, tuttavia, quando vidi Ash sgranare gli occhi e colpire il ragazzo con un pugno sul braccio, la realizzazione si fece strada dentro di me.

" Hai chiamato il tuo pene Soldato? Ma è una moda, per caso? Una sorta di nuovo trend del quale io non sono al corrente? " esclamai, allargando le braccia in modo da dare enfasi alle mie parole e strappando dalla mano di Aiden la bottiglia di birra.

I miei amici scoppiarono simultaneamente a ridere, compresa Kyla che dopo avermi salutata con la mano si avviò verso la cucina, probabilmente per cercare il suo ragazzo.
Alle mie orecchie giunse un grido gioioso proveniente dal tavolo del salotto e ne dedussi che con ogni probabilità qualcuno avesse segnato il punto decisivo a birra pong.

" Certo, si chiama Soldato perché è sempre sull'attenti" mi informò Will mentre mi sorrideva, guadagnandosi un'occhiata disgustata da parte mia, un colpo dietro al capo dal suo migliore amico per il modo in cui successivamente il ragazzo dai capelli biondi guardò Ash e una gomitata nello stomaco da quest'ultima.

" Che palle, ve la prendete sempre con me. Killer fai qualcosa" si lamentò Will, strofinandosi il retro del capo e assumendo un'espressione affranta.

Risi diverti a nel vedere il viso del ragazzo biondo e anche Ash parve non riuscire a restare seria dinanzi a quell'espressione offesa, infatti non passo molto prima che la mia amica ridesse assieme a me. Di lì a poco, mi alzai in punta di piedi e strinsi il naso di Aiden tra le nocche della mano destra, per poi ritrarle subito dopo e sorridere a Will.

" Gli ho rubato il naso, contento ora?" domandai al ragazzo biondo che, in tutta risposta, annuì più volte soddisfatto del mio gesto.

Aiden d'altro canto si portò le mani sul volto e sbranò gli occhi stupito, per poi fissare le sue iridi dal colore ipnotico su di me. In quel momento udii la risata forte e rumorosa di una ragazza provenire dall'altro lato della stanza, mentre l'odore fermentato della birra che tenevo in mano mi invadeva le narici.

" Cosa? Sono senza naso? Mi hai fatto diventare Voldemort? " esclamò Aiden, il tono di voce distorto dalla sorpresa e dal panico.

Le sue domande come prevedibile fecero scoppiare a ridere sia me che Ash e Will che, tra l'altro, aveva ripreso ad appoggiarsi alla spalla del suo migliore amico per sorreggersi e aveva iniziato a piangere a causa del divertimento che provava.

" No, Aiden tu non sei Voldemort. Tranquillo, il tuo naso è ancora al suo posto. Ora che ne dici se tu e Ash aprite i regali?" dissi, rivolgendomi al ragazzo dinanzi a me prima di lasciarli un delicato bacio sulla punta del naso.

Il ragazzo annuì e dopo aver congiunto la sua mano con la mia mi condusse verso il tavolo del salotto dove due gruppi di studenti - differenti da ugelli che avevo visto in precedenza - erano intenti a giocare a birra pong. Aiden disse loro che era giunto il momento di mettere fine alla partita e li convinse che, dato che la birra non andava sprecata, sarebbe stato opportuno da parte loro consumare l'alcol contenuto nei bicchieri di plastica.
Mentre osservavo i gesti di Aiden e quelli goffi di Will che pareva aver bevuto una quantità di alcolici decisamente eccessiva, mi ritrovai a pensare a quanto fossi felice e spensierata in quel momento. Ero convinta che quella dolce sensazione non fosse dovuta all'alcol ma al fatto che mi ero concessa qualche secondo per osservare i miei amici, il mio ragazzo e le persone che amavo per apprezzarle fino in fondo, lasciando che la mia mente comprendesse quanto quegli istanti fossero preziosi.
Realizzai che, forse, la felicità era degna di essere chiamata tale perché era una sensazione che si trovava agglomerata in alcuni momenti della vita ed io avrei voluto poter capitare quegli istanti, rinchiuderli in un barattolo e avere la possibilità di aprirlo ogni qualvolta mi dimenticavo come ci si sentisse ad essere felici.
Io avevo perso e ritrovato la felicità un numero infinito di volte, tante da averne perso il conto e forse era proprio quella la ragione per la quale avevo iniziato ad apprezzare fino in fondo i momenti gioiosi che vivevo: perché avevo sempre paura che, da un momento all'altro, sarebbero scomparsi come per magia, lasciandomi l'amaro in bocca di un rimorso.
In quel momento fui affiancata da Kyla e la ragazza mi poggiò un braccio sulla spalla e allargo le labbra in un sorriso smagliante che era illuminato dalle luci del soggiorno precedentemente accese da Ash. Io e Kyla dopo aver parlato in palestra, in seguito al mio secondo tentato suicidio, avevamo iniziato a legare sempre di più ed eravamo persino giunte a definire il nostro legame una vera e propria amicizia.
La ragazza che avevo accanto non era come credevo, anzi, più volte mi aveva dimostrato di essere l'esatto opposto dell'immagine che le avevo cucito addosso come un abito. Kyla aveva un carattere particolare e sotto certi spetti mi assomigliava, infatti, lei detestava chi la giudicava senza conoscerla, non amava farsi mettere i piedi in testa da nessuno e trovava piuttosto divertente intraprendere accese discussioni con chi gliene dava l'occasione. Avevo imparato a conoscere Kyla e avevo realizzato che entrambe ci eravamo giudicate troppo in fretta, ognuna per motivi differenti ed ora che avevamo intensificato il nostro legame ero contenta che avessimo trovato un punto d'incontro che - ironia del destino - era stato proprio il lutto che entrambe avevamo dovuto subire: la morte del nostro migliore amico.

" Chi diavolo ha mangiato una parte della panna montata e ha tentato di ricostruire la torta facendo un pessimo lavoro? " esclamò Aiden, attirando così la mia attenzione e facendo simultaneamente ridere sua sorella e gran parte dei presenti.

Gli occhi chiari del ragazzo si puntarono su Will che, tuttavia, alzò le mani come a voler indicare le sua innocenza e scosse ripetutamente la testa, mentre il suono della sua risata si univa a quella degli altri studenti della Beacon High. Notai che Tyler, il ragazzo di Maya, era accanto a quest'ultima e che era intento guardare la torta di compleanno dei gemelli com fare divertito.

" Avevo fame" mi giustificai, facendo sì che gli occhi di Aiden si incontrassero con i miei e alimentando le risate dei presenti.

Tu hai dei seri problemi a controllare il tuo appetito quando si tratta di torte.
Non è colpa mia.

Aiden si limitò a scuotere ripetutamente la testa con fare disperato e non disse nulla, mentre Ash posizionò la candela a forma del numero diciannove sulla torta. Come me, i gemelli avevano iniziato la scuola un anno dopo rispetto ai loro coetanei e per questo motivo, nonostante si trovassero all'ultimo anno, erano più grandi, il che faceva di Will il più giovane tra noi quattro. Era capitato più di una volta che io ed Aiden ci prendessimo gioco del ragazzo biondo per questa ragione.
Will si preoccupò di accendere la fiamma della candela con l'accendino che portava sempre in tasca, dato che lui era solito fumare le sigarette aromatizzate alla ciliegia che avevano un profumo dolciastro che Aiden detestava profondamente, nonostante di tanto in tanto gliene rubasse una.
Di lì a poco iniziammo tutti ad augurare ai gemelli un felice compleanno e i due si chinarono simultaneamente sulla candela per spegnerla. Osservai i visi di Aiden ed Ash illuminati dalla fiamma giallastra e il gioco di ombre che il fuoco disegnava sui loro lineamenti, le iridi chiare di entrambi parevano ardere e l'azzurro sembrò quasi venir inghiottito dal fuoco. I gemelli chiusero gli occhi e strinsero l'una la mano dell'altro, prima di soffiare sulla candela in modo da far calare l'intera stanza nel buio che aleggiò nel soggiorno per qualche istante, prima che qualcuno accedesse la luce.
Osservai il rivolo di fumo che scaturiva dalla candela appena spenta e mi ricordai di quanto da piccola ero convinta che, se si osservava attentamente, nel fumo era possibile distinguere delle figure. Talvolta mi soffermavo ad osservare anche le fiamme delle candele che mia madre accedeva spesso, quasi ne fossi incanta e finendo addirittura per costruire delle storie attorno alle sagome che ero convinta di vedere al loro interno.
Ricordavo che, spesso, narravo le favole da me inventate a mia sorella Emma e che lei mi ascoltava sempre, le sue iridi celesti e tanto simili a quelle di mia madre da mettere i brividi, fisse sulle mie quasi temesse che se avesse distolto lo sguardo anche solo per un istante io avrei cessato di parlare.
L'odore della cera mi invase le narici facendomi pizzicare leggermente il naso e alle mie orecchie giunse il suono degli applausi rivolti ai festeggiati, misti ad alcuni fischi provenienti dai membri della squadra di basket.
Ash ed Aiden aprirono i regali insieme e quando giunse il momento in cui io avrei dovuto consegnare i miei ad entrambi, mi sentii incredibilmente nervosa e ansiosa, si trattava di un'emozione particolare che mi attanagliava ogni qualvolta dovevo consegnare un dono a qualcuno. In quelle circostanze, infatti, mi sentivo sempre come una bambina, addirittura più gioiosa di coloro che dovevano scartare i regali.
Estrassi dalla mia borsa tre buste delle quali due appartenevano ad Aiden e mi preoccupai di porgerne una al mio ragazzo che a sua volta la consegnò a sua sorella, dato che io e lui avevamo acquistato il regalo insieme, prima di affiancare suo fratello in modo da poter osservare bene la sua espressione dopo averla aperta.

" Due biglietti aerei? Che bello, grazie Hayley. E grazie anche a te fratellone " esclamò Ash, allargando le labbra in un sorriso smagliante che le illuminò il viso.

Una delle cose che amavo di più era vedere Ash felice, perché era come se riuscisse a trasmettere la sua gioia a coloro che le stavano vicino, contagiando chiunque la osservasse e portandolo a sorridere a sua volta.

" Due? Allora uno è per me, fantastico. Avevo proprio bisogno di una vacanza. Amore, dove andiamo di bello?" disse Will, avvicinandosi a noi dato che era troppo distante per poter leggere la destinazione riportata sui biglietti che Ash era intenta a stringere tra le mani.

" In Australia" replicò Aiden, prima che io o sua sorella potessimo rispondere al quesito di Will.

Il ragazzo dai capelli biondi sgranò gli occhi sentendo le parole del suo migliore amico e mi parve addirittura che il suo viso perse un po' di colore, quasi avesse appena visto un fantasma. L'espressione di Will fu talmente buffa che sia io che i miei amici scoppiammo a ridere, mentre lui schiuse leggermente la bocca, per poi richiuderla svariate volte come se non sapesse cosa dire.

" Amore, io credo che quel giorno dovrò assistere al matrimonio di mia cugina Alissa. Mi dispiace, ma non credo di poter venire con te nella terra dannata, voglio dire in Australia" disse Will, balbettando leggermente e iniziando a passarsi nervosamente una mano tra i capelli, scompigliandone alcune ciocche.

Ash udendo la risposta del suo ragazzo roteò gli occhi con fare scocciato, prima di sbuffare rumorosamente e alimentando così il mio divertimento e quello di Adien che, tra l'alto, aveva dipinta sul volto un'espressione soddisfatta.

" Amore, non sai nemmeno che data c'è scritta sui biglietti e poi Alissa ha quattordici anni, mi spieghi come sia possibile che tu debba partecipare al suo matrimonio?" rispose Ash, il tono di voce a metà tra il divertito e lo scocciato, quasi non sapesse se le parole di Will l'avessero offesa o meno.

Il ragazzo biondo in tutta risposta iniziò a guardarsi intorno con fare sperduto, come se sperasse che qualcuno dei suoi amici corresse in suo soccorso e lo aiutasse a gestire la situazione.

" Beh, sai come sono le teenager di adesso: vogliono fare tutto e subito" spiego il ragazzo, gesticolando animatamente.

Avevo come l'impressione che Will stesse tentando a tutti i costi di trovare una scusa plausibile che lo avrebbe aiutato a spiegare perché non avrebbe potuto recarsi in Australia.

" Tranquillo Skywalker, è un biglietto per il Giappone. Si da il caso che uno dei migliori amici di mio zio Josh sia un importante stilista e che io gli ho inviato alcuni dei tuoi disegni Ash, così lui ha detto che gli farebbe piacere realizzare alcuni dei modelli che hai ideato. Però in questo momento lui si trova in Giappone per lavoro, quindi io ed Aiden abbiamo pensato di regalarti un biglietto per andare e lo abbiamo comprato anche a Will per non farti andare da sola" spiegai, rivolgendomi prima a Will e poi alla mia migliore amica che, in tutta risposta, sorrise nuovamente.

Il viso di Ash era illuminato da un'espressione tanto felice che gli occhi avevano preso a luccicare come due pietre preziose, quasi quell'emozione di gioia fosse tanto forte da spingerla a piangere. Tuttavia, di lì a poco, il viso della ragazza fu adombrato dalla malinconia.

" Aiden papà si arrabbierà se lo scopre" disse, portandosi una ciocca di capelli scuri dietro all'orecchio ed iniziando a mordicchiarsi nervosamente l'unghia del pollice che, tra l'altro, era smaltata di blu.

Rivolsi un'occhiata ad Aiden e vidi il muscolo della sua mandibola tendersi e il suo corpo irrigidirsi leggermente, sentir anche solo nominare Max aveva un certo effetto su di lui, inoltre il fatto che una sostanziosa quantità di alcol gli scorresse nell'organismo non faceva altro che amplificare ogni sua emozione, rabbia compresa.

" Ash per una volta fregatene di quello che pensa quel rompi palle di nostro padre. Voglio che tu vada in Giappone e che faccia questa cosa, te la meriti. Non pensare all'azienda, dedicati solo a te stessa. Inoltre non deve per forza saperlo, gli diremo soltanto che andrai in Giappone" replicò il ragazzo, il tono di voce che non lasciava trasparire nemmeno un briciolo della sua collera.

Avevo quasi l'impressione che Aiden non fosse in grado di essere aggressivo nei confronti di sua sorella, come se temesse di quale sarebbe potuta essere la sua reazione o come se il suo atteggiamento protettivo nei confronti di Ash comprendesse anche proteggerla da lui.
Dopo quelle parole, Aiden si sporse verso la sorella e le accarezzò delicatamente la guancia con fare amorevole, spingendo così la ragazza a tornare a sorridere felicemente.
Dopo poco Ash aprì il regalo di Will che consisteva in un vestito della stilista Ellie Saab che la ragazza aveva adocchiato da tempo e che, per altro, aveva intenzione di indossare alla festa di inaugurazione durante la quale mio padre e Max avrebbero annunciato la loro collaborazione all'interno di una nuova società. Inutile dire che Ash fece i salti di gioia quando aprì la scatola che conteneva il vestito e che trascorse qualche secondo ad osservarlo con fare affascinato senza nemmeno sbattere le sue lunghe ciglia scure, quasi temesse che lo avesse fatto sarebbe scomparso nel nulla come se fosse stato solo frutto della sua immaginazione.
Guardai Ash passare delicatamente le dita sul tessuto e saltare tra le braccia di Will per lasciargli un lungo bacio a fior di labbra che, con mio grande divertimento, fece storcere in naso ad Aiden.
Di lì a poco la ragazza dai grandi occhi azzurri chiese a suo fratello di aspettarla ad aprire i regali perché voleva prima mettere al sicuro la scatola che conteneva il suo vestito nei versi del quale, tra l'altro, era divenuta incredibilmente protettiva, tanto da schiaffeggiare la mano di Will quando lui tentò di toccarne il tessuto.
Durante l'attesa io ed Aiden finimmo di bere ciò che rimaneva della birra che lui aveva precedentemente sottratto a Will, mentre alle mie orecchie giungeva il suono fastidioso prodotto dalle continue chiacchiere dei presenti nel salotto, misto ad alcune risate.
L'aria era appestata dall'odore dolciastro dell'alcol e dalla scia di profumo alla vaniglia che Ash si era lasciata alle spalle prima di recarsi al piano superiore al quale, tra l'altro, erano state chiuse tutte le porte di ogni singola stanza, tranne il bagno appartenente ai gemelli che la mia migliore amica aveva già affermato di voler igenizzare da cima a fondo il giorno seguente.
Ash era una persona molto pulita ed ordinata, tanto che ogni qualvolta le capitava di recarsi nel mio appartamento non riusciva a fare a meno di riordinare tutti gli oggetti fuori posto che trovava in camera mia nella quale, per antonomasia, regnava il caos più totale. Una volta la ragazza si era persino preoccupata di ripiegare tutti gli indumenti che io avevo ammassato ai pedi del mio materasso poiché troppo pigra per ripiegarli e riporli nell'armadio.
Quando la mia migliore amica fece il suo ingresso nel salotto e tornò ad affiancare suo fratello, io accarezzai una delle due buste che si trovavano nella mia borsa e mentre le mie labbra si allargavano in un sorriso ne porsi una ad Aiden.
Il ragazzo restò a fissare la busta per qualche secondo, gli occhi sgranati è un sorriso smagliante ad illuminargli il viso e le dita che accarezzavano la carta come se non riuscisse a credere a ciò che vedeva.
Ero riuscita a comprare ad Aiden la lettera per Hogwarts e quando lui trovò il coraggio di aprire la busta ne estrasse la mappa della scuola di maghi più famosa al mondo, i requisiti per l'ammissione e i biglietti per il treno che lo avrebbe condotto lì.
Le braccia del ragazzo mi avvolsero in un abbraccio e mi strinsero a se come se non avesse più voluto lasciarmi andare, facendomi così ridere divertita. Quando Aiden si allontanò da me notai che il sorriso non era ancora scomparso dalle sue labbra e vederlo tanto felice mi diede l'impressione che per un attimo lui fosse tornato bambino, il suo viso illuminato dalla gioia mi rendeva felice soltanto a guardarlo.
Di lì a poco gli consegnai il suo secondo regalo, ossia la busta che conteneva i biglietti aerei per Londra e i biglietti per il tour di Harry Potter agli studi della Warner Bross dove lui avrebbe potuto visitare l'intero set della saga che tanto amava.

" Angelo, sei fantastica. È in assoluto il regalo di compleanno più bello che io abbia mai ricevuto e visto che i biglietti sono due, tu devi assolutamente venire con me" esclamò Aiden, prima di attirarmi a sé e stamparmi un lungo bacio a fior di labbra.

Quando le labbra di Aiden si incontrarono con le mie, mi parve addirittura di sentire il sapore della sua felicità e che quel bacio avesse lo scopo di farmi comprendere quanto mi fosse grato per ciò che gli avevo regalato, quasi le parole non fossero state sufficienti.
Alle mio orecchie giunsero i fischi emessi da alcuni dei presenti nel salotto, le lamentele di Ash a proposito di quanto detestasse vedere suo fratello baciare qualcuno e Will chiedere alla sua ragazza perché Aiden non avesse chiesto a lui di recarsi a Londra, considerando che era un grande fan di Harry Potter. Sentire le parole del ragazzo mi fece ridere divertita, una volta essermi allontanata dalle labbra di Aiden e al contempo sentii le guance arrossarmisi per via dell'imbarazzo, non ero solita vedere di buon occhio le manifestazioni pubbliche di affetto ed Aiden ne era perfettamente al corrente, tuttavia, sapevo che il suo gesto era stato dettato dalla gioia, perciò non dissi nulla.
Una volta che i gemelli terminarono di aprire tutti i regali e che tutti mangiarono la torna dei festeggiati, Will propose a me, il suo migliore amico e Ash un brindisi, così ci recammo in cucina e il ragazzo dai capelli biondi rimediò quattro bicchierini da Shot e li riempì di vodka.
La musica aveva ripreso a suonare e la luce del salotto da stata spenta nuovamente, lasciando accesa solo la piccola lampada posta vicino al divano del soggiorno e la cucina era divenuta l'unica stanza illuminata a giorno. Le piastrelle di marmo bianche e nere si erano macchiate in alcuni punti di alcol e ne dedussi che qualcuno, probabilmente, aveva accidentalmente versato qualche goccia del suo cocktail sul pavimento. Il bancone di pietra nero era ricoperto di bicchieri di plastica rossi ormai vuoti e di patatine e snack abbandonati su di esso, creando una sorta di deserto fatto di ciotole ormai svuotate e di carcasse di bottiglie parzialmente piene.
In seguito al brindisi proposto da Will, notai che Aiden si era allontanato da noi è che si era posto vicino al piano cottura, intento ad osservare ciò che aveva dinanzi con fare divertito. Mi avvicinai a lui incuriosita e una volta affiancato, notai che le sue labbra erano allargate in un sorriso e io alzai un sopracciglio chiedendomi cosa vi fosse di tanto divertente in ciò che vedeva.

" Aiden ti senti bene?" domandai, poggiando una mano sulla spalla del ragazzo e attirando così la sua attenzione.

Il ragazzo rise divertito nell'udire il mio quesito e la sua reazione non fece altro che incuriosirmi e portarmi a chiedermi se l'alcol che aveva ingerito lo avesse fatto impazzire completamente. Di lì a poco Aiden si avvicinò al mio orecchio e io sentii il suo respiro caldo accarezzarmi la pelle, lasciando che una serie di brividi mi percorresse la schiena.

" Non dirlo a nessuno, ma ho messo il mio nome nel calice di fuoco" mi informò il ragazzo prima di allontanarsi da me e tornare a guardare dinanzi a sé, le labbra ancora allargate in un sorriso.

Sì, è ubriaco.
Grazie capitan ovvio.

" Aiden quello è un barattolo di biscotti e - " dissi, prima di interrompermi nel notare che del fumo fuoriusciva dall'oggetto che Aiden era intento ad osservare intensamente.

Sollevai il tappo del barattolo e notai che al suo interno vi era un tovagliolo consumato dalle fiamme, l'odore del fumo mi invase le narici e mi costrinse a tossire, mentre Aiden rideva divertito. Lanciai un'occhiataccia al ragazzo, tuttavia non riuscii a fare a meno di far sì che il suono della mia risata si congiungesse al suo, mentre estraevo ciò che rimaneva del tovagliolo ormai completamente bruciato dal barattolo di biscotti.

" Hey Will qui c'è un reggiseno, è tuo per caso?" domando Aiden, sollevando l'intimo di colore rosa che poggiava accanto al lavandino e mostrandolo al suo migliore amico.

Sia io che Ash storcemmo il naso, mentre Will si limitò a guadare Aiden con un'espressione seria dipinta in volto, senza tuttavia proferire parola, quasi ritenesse che il suo sguardo fosse sufficiente ad indurre il suo amico a non proseguire quella conversazione. Di lì a poco sia io che la mia migliore amica ridemmo di guasto, mentre Aiden scrollò le spalle e gettò il reggiseno su una sedia.

" Aiden, sei ubriaco. Forse è meglio se torniamo a casa" disse Ash, avvicinandosi a suo fratello e prendendolo per mano in modo da condurlo fuori dalla cucina.

Io e Will ci scambiammo un'occhiata confusa cosa che, per altro, fece anche Aiden. Sia io che il ragazzo biondi ci preoccupammo di seguire i gemelli che, nel frattempo, avevano raggiunto la porta di casa e notai che la mia migliore amica era sul punto di abbassare la maniglia.
Aiden d'altro canto afferro una sciarpa nera poggiata sull'appendi abiti e se la posò sulle spalle come se fosse un mantello e sia io che Will ci scambiammo nuovamente un'occhiata confusa.

" Sorellina siamo già a casa" disse Aiden rivolgendosi ad Ash ed allentano sola dalla porta porta che, per altro, era in procinto di fare Will.

La ragazza dai grandi occhi celesti si voltò a guardare suo fratello e si poggiò il palmo della mano sulla fronte, come se solo in quel momento si fosse ricordata di dove si trovasse e io non riuscii a fare a meno di ridere.
In quel momento fummo raggiunti di Kyla e si concesse qualche secondo per osservare Aiden con fare divertito, mentre era intenta ad ondeggiare sulle note di Alone di Alan Walker una canzone che io adoravo profondamente e così affiancai la ragazza e ballai assieme a lei, lasciando che mi facesse fare una giravolta che, per altro, mi fece perdere leggermente l'equilibrio.

" Adien mi spieghi cosa stai facendo con la mia sciarpa?" domandò Kyla, persistendo ad ondeggiare i fianchi ed allargando le sue labbra finte di rosso in un sorriso divertito.

Il ragazzo guardò sia me che Kyla per qualche istante ed io lasciai che i miei occhi vagassero lungo la sua figura, soffermandosi sul suo abbraccio che era esposto dato che aveva arrotolato le maniche della camicia nera che indossava.

Amo quella camicia.
Io lo preferisco senza.

Osservai la grande onda di Kanagawa tatuata sulla pelle di Aide, ripensando alla notte durante la quale lui mi aveva spiegato che rappresentava alla perfezione ciò che era: un mare in tempesta. Il disegno che si districava sul suo avambraccio era dettagliato e privo di colore ed io avevo l'impressione che guardandolo fisso, lasciando che i minuti scorressero in modo implacabile, l'onda si muovesse infrangersi sugli scogli e dando vita un suono tanto forte da farmi eco nelle orecchie.

" Sono Batman" replicò Aiden, prima di legare gli angoli della sciarla di Kyla attorno al suo collo e correre in soggiorno.

Sia io che i miei amici ci voltammo a guardare il ragazzo e scoppiammo simultaneamente a ridere, inoltre io di lì a poco mi preoccupai di rincorrere Aiden e nel processo persi una delle Vans che portavo ai piedi, probabilmente perché le stringhe mi si erano slacciate senza che io me ne accorgessi.

" Batman ho perso una scarpa. Sono Cenerentola " esclamai, attirando l'attenzione di Aiden e di altri presenti nella stanza che mi osservarono divertiti.

Tu sei scema, te lo dico io.
Gentile come sempre.

Il ragazzo dagli occhi tempestosi fece vagare il suo sguardo da me alla mia scarpa abbandonata nel mezzo del salotto sulla quale, per altro, Will inciampò, candendo al suolo e guardandosi attorno con fare sperduto come se non avesse pienamente compreso cosa gli fosse accaduto.
Vidi Ash aiutare il suo ragazzo a rialzarsi, afferrando la sua mano mentre era scossa dalle risate che si mescolarono al suono della musica che riempiva la stanza.

" No Angelo, sei solo ubriaca" mi informò Aiden, prima di prendermi in braccio e poggiarmi sul divano.

Osservai il ragazzo recuperare la mia scarpa dal pavimento ed avvicinarmisi per calmarla al mio piede ed allacciarne le siringhe cosa che, tra l'altro, impiegò un ammontare di tempo eccessivo per fare.
Io e miei amici trascorremmo il resto della serata a ballare nel salotto di casa Stephenson, a litigare con i vicini di casa che ci avevano rimproverati per via del volume troppo alto della musica e ridendo a crepapelle fino a quando il soggiorno iniziò via via a svuotarsi sempre di più. Quando i presenti nella casa furono poco più di una decina, i gemelli che ormai si erano rinsaviti, così come gran parte degli invitati, si preoccuparono di informare i loro amici che al festa era terminata.
Dopo aver richiuso la porta di casa, preoccupandosi di girare la chiave nella serratura, Ash accese la luce del soggiorno e il suo viso fu distorto per una manciata di secondi da un'espressione stupita, per poi essere sostituita da una disgustata a causa dell'ammontare di sporcizia che albergava nella stanza.
Svariati bicchieri di plastica erano stati abbandonati in diversi angoli del soggiorno, il tavolo era macchiato in più punti di birra e alcune palline da ping pong giacevano abbandonate sul pavimento e addirittura sul divano.
L'aria era ancora appestata dall'odore dolciastro dei cocktail, da quello fermentato della birra e da quello fastidioso di sudore che, per altro, mi fece storcere in naso in segno di disgusto.
I piatti che erano stati utilizzati per riporvi le fette della torta di compleanno dei gemelli erano stati lasciati in svariati punti della casa e ad essere sincera avevo l'impressione che dentro all'abitazione fosse passato un uragano.
La mia migliore amica scosse la testa ripetute volte con dare sconsolato, per poi spegnere nuovamente la luce del soggiorno come se avesse preferito non vedere il disastro che albergava al suo interno fino al giorno seguente.
Dopo svariati tentativi ero riuscita a convincere Aiden a restituire la sciarpa di Kyla - o quello che lui definiva mantello - alla legittima proprietaria e considerando che era piuttosto tardi sia Will che io decidemmo di trascorrere la notte a casa dei gemelli.
Quando feci il mio ingresso nella camera da letto di Aiden, le mie labbra si allargarono in un sorriso divertito nel notare che era disordinata tanto quanto la mia e lasciai ricadere la mia borsa ed il mio cellulare sul materasso, prima di mi avviarmi verso la finestra per osservare la città di New York a quell'ora della notte.
La luna splendeva alta nel cielo privo di nuvole ed illuminato dalle stelle scintillanti come diamanti, gran parte dei grattacieli erano completamente bui, tuttavia, qui e là ero in grado di vedere alcune finestre ancora illuminate. Le macchine sfrecciavano sull'asfalto e di tanto in tanto qualche passante notturno si palesava nel mio campo visivo.
Di lì a poco sentii una mano di Aiden posarmisi sul fianco, mentre l'altra scostava i capelli dalla mia spalla in modo che lui posse posarvici le labbra in modo delicato.
Il ragazzo iniziò a tracciare una serie di baci sulla pelle del mio collo, tanto leggeri che mi pareva di essere accarezzata da una piuma ed io sollevai un braccio e poggiai la mia mano dietro al collo di Aiden, sperando che quel gesto avesse prolungato la durata dei suoi dolci baci. Tuttavia, con mio grande disappunto, il ragazzo provava un certo divertimento nel stuzzicarmi, così si limitò a sfiorarmi la pelle con il naso lasciando che il suo respiro facesse in modo che la mia schiena fosse scossa da una serie di brividi. Successivamente le labbra di Aiden raggiunsero il mio orecchio e sentii i suoi denti sfiorarlo delicatamente, spingendomi ad affondare le dita nelle ciocche dei suoi morbidi capelli scuri.
Udii il ragazzo ridere leggermente e io non riuscii a fare a meno di immaginare le sue labbra allargate nel sorriso ammiccante che tanto detestavo e di roteare gli occhi con fare scocciato.
Mi voltai verso Aiden e fissai i miei occhi nelle sue iridi illuminare dalla luce giallastra che scaturiva dalla lampada posta sul soffitto della stanza e quella argentea dei raggi della luna. Avvicinai le dita al suo viso e tracciai la lunghezza della cicatrici posta vicino al suo sopracciglio destro, per poi accarezzare la sua guancia e attirare le sue labbra verso le mie.

" Killer mi puoi dare una mano per favore? " sentii gridare a Will, la sua voce proveniente dalla camera di Ash.

Mi allontanai dal viso di Aiden e notai che su di esso era dipinta un'espressione piuttosto incollerita e sorrisi divertita nel realizzare che, evidentemente, il ragazzo non fosse per niente felice che il suo migliore amico ci avesse interrotti.

" Angelo, io ti giuro che ammazzo " disse il ragazzo, causando una risata da parte mia e passandosi una mano tra i capelli, scompigliandoli maggiormente.

Io gli do una mano.
Stai calma tu.

" Calma i bollenti spiriti Batman, torno subito" replicai, prima di lasciargli un bacio a fior di labbra e di dirigermi verso la stanza della mia migliore amica.

Quando aprii la porta Will mi informò che la zip del vestito di Ash era rimasta incastrata e che, dato che la ragazzo non si fidava di permettere al ragazzo di forzarla, aveva insistito perché lui chiamasse me. Era chiaro che Ash non volesse che Will rovinasse il suo vestito con i suoi modi di fare poco delicati, perciò non la biasimai per aver richiesto il mio aiuto.
Impiegai svariati minuti ad aprire la zip dell'indumento senza arrecarvi nessun danno e soprattuto senza lasciare che il briciolo di pazienza che possedevo si esaurisse, pazienza che, per altro, fu messa a dura prova di Will dato che il ragazzo non distolse lo sguardo da me nemmeno per un istante, quasi stessi svolgendo un'operazione chirurgica.
Il profumo dolce alla vaniglia si Ash mi riempiva le narici riuscendo in qualche modo a calmare i miei nervi e a ristare alla tentazione di lanciare una delle mie scarpe in direzione del ragazzo dai capelli biondi.
Quando abbassai completamente la cerniera del vestito della mia amica, augurai la buona notte sia a lei che a Will, per poi uscire dalla stanza e avviarmi verso la camera di Aiden, la quale porta era socchiusa.
Non appena feci il mio ingresso nella stanza notai che il ragazzo aveva spento la luce del soffitto per lasciare accesa soltanto la lampada che poggiava sul suo comodino e che lui era seduto sul bordo del letto, la testa bassa ed un oggetto tra le mani: il mio cellulare.

" Mi spieghi perché Matt ti ha chiamata a quest'ora della notte e ti ha anche inviato un messaggio chiedendoti se fossi disposta ad incontrarti con lui alla vostra panchina? " domandò il ragazzo, lasciandomi intuire quando fosse adirato ed alzando il capo in modo da poter puntare le sue iridi nelle mie.

Sentii il mio cuore perdere un battito e mi ritrovai a maledire me stessa e l'intero universo perché, evidentemente, in quei pochi minuti di assenza ero stata contattata dalla persona Aiden detestava più di tutte, forse anche più del padre.
Avrei dovuto essere completamente onesta con Aiden, per poi fargli sapere che in ogni caso per me non aveva significato nulla quel bacio, che per me esisteva solo lui e che non lo avrei mai voluto sostituire con nessun altro. Eppure non avevo fatto nulla di tutto ciò, mi ero lasciata incatenare dalla paura della perdita e dal mio senso di colpa. Non avevo confessato ad Aiden il mio segreto perché ero spaventata da quella che sarebbe potuta essere la sua reazione. Temevo di perderlo e lui era la prima cosa bella che mi era capitata da ormai molto, molto tempo. Eppure ormai era troppo tardi, quel segreto minacciava di distruggere ogni cosa.

" Aiden ci siamo visti solo qualche volta, lui mi parlava del suo amore per Bella e io lo ascoltavo" spiegai, avvicinandomi al letto di Aiden e osservandolo alzarsi dal materasso.

Gli occhi di Aiden erano fissi nei miei e le sue iridi chiare che in quella circostanza tendevano maggiormente al grigio, parevano le nuvole color piombo che oscuravano il cielo prima di una tempesta. Era quasi come se riuscissi a vedere nei suoi occhi il riflesso della rabbia che sapevo imperversasse dentro di lui come un mare in burrasca.

" C'è mai stato qualcosa?" chiese, mentre la sua mano destra si stringeva attorno al mio telefono e l'altra formava un pugno che tese i muscoli delle sue braccia e mise in risalto le vene che mi parevano dei serpenti sinuosi che gli scrosciavano sotto la pelle, quasi fossero la personificazione della sua collera.

" Un bacio" replicai, la mia voce fioca e titubante lasciava intuire quanto avessi paura di quale sarebbe stata la reazione del ragazzo alle mie parole.

Mi sentivo il cuore in gola e le mie mani avevano iniziato a sudare il per il nervosismo inumidendo la mia pelle. Lo sguardo di Aiden si fece ancora più torbido, un cielo che veniva oscurato con lo scandire dei secondi e che minacciava di scatenare un tempesta di lì a poco.

" Vattene, Hayley" disse, la voce colma di una rabbia cieca e lo sguardo accigliato, la mandibola tesa per via della collera.

Mi aveva chiamata Hayley, non Angelo come faceva sempre e mai tanto quanto in quel momento odiai il mio stesso nome. Le sue parole furono come un tuono, lo scatenarsi di una tempesta alla quale io stessa avevo dato vita; lui era un oceano le quali acque erano alimentate dalla rabbia e dell'odio, minacciando di consumare ogni cosa avesse il coraggio di sfidarlo.
Indietreggia, quasi le parole di Aiden mi avessero colpita nel profondo, come un proiettile invisibile e al contempo distruttivo quanto una bomba nucleare.
Ciò che mi arrecava più dolore, tuttavia, era la consapevolezza che ero stata proprio io a dare via a quella burrasca, l'uragano denominato Hayley ancora una volta aveva distrutto ogni cosa, anzi, aveva sgretolato ciò che di più bello le fosse mai capitato.
Avrei volto dire qualcosa, giustificarmi o tentare di calmare le sue acque, ma ritenni che la scelta più corretta fosse quella di lasciare la sua stanza e la sua casa alle spalle, persistendo a ripetermi che nessuna tempesta durava in eterno, che non poteva piovere per sempre.

Spazio marshmallow:
Ciao a tutti! Che ne pensate del capitolo? Vi è piaciuto? Che vi aspettate dal prossimo?
Volevo dirvi che spesso sulla pagina Twitter vengono organizzati dei sondaggi, perciò vi invito a seguire la page così da partecipare! Come sempre io vi ringrazio dei complimenti e di ciò che fate per me, grazie infinite.
Vi voglio bene.
Baci
Xoxo
-Alex

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