Capitolo 11: Shining soul
Capitolo 11
Hayley's POV
Mi trovavo con Ash nel bar che lei amava, dinanzi a noi era posta una tazza di cioccolata calda e un piatto colmo di biscotti al burro che. Si trattava dello stesso locale che sapevo fosse precedentemente stata una tappa fissa per lei, Bella ed eventualmente Matt.
Alle mie narici giungeva il profumo della bevanda e quello del caffè proveniente dalle tazze di coloro che si trovavano seduti al tavolo accanto al nostro. Alle mie orecchie giungeva la melodia di Hey Jude dei Beatles riprodotta dallo stereo del locale, il suono della canzone si fondeva al chiacchiericcio soffuso dei presenti nel bar e si alternava, di tanto in tanto, alle risate emesse da alcuni ragazzi seduti poco distanti da me e la mia migliore amica.
Erano trascorsi tre giorni dal mio secondo tentato suicidio ed Aiden aveva trascorso quel l'intero lasso di tempo in mia compagnia, dato che non voleva che io restassi da sola e che, di conseguenza, rimuginassi sul passato. Trovavo incredibilmente bello da parte del ragazzo voler restare al mio fianco proprio come aveva promesso ed ero felice della sua scelta, soprattutto perché la sua vicinanza mi stava aiutando a cacciare i demoni dalla mia mente. Adien era la miglior cura in grado di alleviare il dolore che attanagliava il mio cuore.
Il ragazzo in quel momento era agli allenamenti di basket, successivamente si sarebbe recato a casa per farsi una doccia e mi aveva promesso che quando sarebbe stato pronto si sarebbe recato a casa mia in modo da tenermi compagnia per il resto della serata, esattamente come i giorni precedenti. L'indomani sarebbe tornato mio padre e io avrei dovuto ridurre drasticamente le ore durante le quali avrei potuto godere della compagnia di Aiden, tuttavia ero contenta che avrei rivisto mio papà, sentivo la sua mancanza.
Il tavolo a cui sedevo era lo stesso su cui erano incise le iniziali di Bella e Matt, trovai che fosse uno strano scherzo del destino considerando che io non avessi ancora trovato il coraggio di confessare ad Aiden del bacio che avevo scambiato con il ragazzo che tanto detestava.
Avevo paura, troppa. Temevo quale sarebbe stata la reazione di Aiden e non tanto per il bacio, quanto piuttosto per la persona con cui l'avevo condiviso, perché non avevo informato il ragazzo del fatto che, di tanto in tanto, mi incontrassi con Matt nonostante sia lui che Ash mi avessero informata che lui non era una persona raccomandabile.
Ero combattuta tra il non voler mentire ulteriormente ad Aiden oppure lasciare che i sensi di colpa mi divorassero lentamente, portarmi quel fardello e inghiottire quel segreto finché mi avrebbe soffocata.
And anytime you feel the pain, hey Jude, refrain.
E ogni volta che senti il dolore, Jude, trattienilo
Don't carry the world upon your shoulder.
Non sopportare il peso del mondo sulle tue spalle.
Sembrava quasi che la canzone volesse spingermi a non portare l'intero peso del mio stesso errore e che grava sul mio cuore, a mettere da parte il dolore e a farmi coraggio, quasi fosse un consiglio sussurrato. Tuttavia, avevo così tanta paura di perdere Aiden, ancora una volta mi stavo lasciando sopraffare dal mio egoismo perché temevo le conseguenze che le mie stesse azioni avrebbero sortito.
Io davvero non capisco a che livelli possa arrivare la tua idiozia.
Ho paura.
Non me ne frega niente, finirai per ferire anche lui.
" Sono contenta che mio fratello ti abbia incontrata, sai? Non l'ho mai visto guardare nessuno come guarda te" disse Ash, interrompendo così il mio fiume di pensieri e costringendomi a distogliere lo sguardo dalla cioccolata calda per puntarlo su di lei.
Il viso della mia migliore amica era illuminato da un sorriso timido, i suoi occhi celesti e sinceri macchiati da screziature castane vicino alla pupilla fissi nei miei.
Era come se attraverso quello sguardo Ash volesse trasmettermi la sua gioia, il sentimento genuino di felicità che provava nei confronti di suo fratello e sostenerlo per me risultò improvvisamente complesso, tanto da spingermi a fissare nuovamente i miei occhi sulla bevanda che riempiva la tazza bianca posta dinanzi a me.
" Davvero? Credevo fosse innamorato di Bella " replicai, portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio ed iniziando a sentire le mani sudarmi.
Sapevo che Ash non era propensa a parlarmi del passato di Aiden, né tantomeno della relazione che legava i due, tuttavia speravo che ponendole le domande giuste sarei riuscita a racimolare qualche informazione a riguardo.
Eppure continuavo a sentirmi sempre più in colpa, persistevo a volermi concentrare sul passato di Adien invece che sul mio così da poterlo ignorare e mi lasciavo guidare dall'egoismo velenoso che mi caratterizzava.
" No, il loro non era amore" disse Ash, la voce fioca quasi fosse un pensiero ad alta voce più che una risposta vera e propria al mio quesito.
Le parole della ragazza mi spinsero a rivolgere nuovamente lo sguardo su di lei e notai che i suoi occhi azzurri erano già fissi sulla mia figura, era intenta a mordicchiarsi nervosamente il labbro e mi dava l'impressione di essere intenta a riflettere intensamente sulle parole che avrebbe dovuto pronunciare successivamente.
" Vedi, Aiden ha sempre avuto una sorta di fissazione per i supereroi, fin da bambino. Quando eravamo piccoli lui si divertiva a fingere che io fossi una principessa da salvare, aiutava sempre gli altri e una volta ha persino portato a casa un uccellino perché aveva un'ala rotta. Inutile dirti che mio padre si era infuriato come un toro e che, ad ogni modo, mio fratello si prese cura del corvo che aveva salvato fino a quando si riprese.
Agli occhi di Aiden, Bella era sempre apparsa come quel corvo: ferita, triste, lontana da casa e attanagliata dalla disperata voglia di trovare la libertà che aveva perso.
Il problema era che Bella ha sempre pensato esclusivamente a sé stessa, perciò ha sempre approfittato della bontà di coloro che conosceva e la sfruttava a suo favore, senza mai prendersi le sue responsabilità. Con questo non voglio dire che fosse cattiva, anzi, era solamente una ragazza triste e sola che nascondeva il suo dolore e attirava a sé chiunque attraverso l'alone di mistero che la circondava.
Era impossibile non restare affascinati da Bella, aveva un modo di fare che intrigava e di conseguenza risultava alquanto difficile non amarla. Aiden, come me, Matt e tutti quelli che l'hanno conosciuta era rimasto affascinato da lei, però si sa che a giocare con il fuoco prima o poi ci si brucia. Mio fratello si è avvicinato troppo alle fiamme e Bella, essendo la gatta randagia che è sempre stata, non ha fatto altro che approfittarsi di lui e di Matt in modo da ottenere la libertà che tanto bramava.
Quindi no, Aiden non l'amava. Semplicemente si divertiva a giocare al supereroe e a tentare di salvare la ragazza in pericolo, fino a quando ha scoperto che il nemico era proprio lei" spiegò Ash, gli occhi fissi nei miei e la voce leggermente incrinata per via delle emozioni.
Non mi era molto chiaro cosa intendesse la mia migliore amica, quale fosse il motivo per cui Aiden era rimasto bruciato dopo essersi avvicinato tanto a Bella, tuttavia, nonostante non la conoscessi nemmeno persino io mi sentivo affascinata dalla quella ragazza. Non mi sembrava di averne abbastanza di Bella, continuavo a sentire il bisogno di sapere più sul suo conto, eppure ero perfettamente consapevole che avrei dovuto aspettare che Aiden fosse pronto a parlarmi di lei. Dovevo smetterla di ficcare il naso nel passato del ragazzo dagli occhi tempestosi, prima che io stessa finissi bruciata dalle fiamme del fantasma che rappresentava ai miei occhi Bella.
"Però con te è diverso, credo davvero che si stia innamorato di te Hayley e tu di Aiden. Anche se so benissimo che né tu né lui siete disposti ad ammetterlo, ma va benissimo così perché sono certa che prima o poi ve ne accorgerete. Altrimenti sarò costretta a prendervi entrambi a botte in testa fino a farvi aprire gli occhi" aggiunse Ash, prima di scoppiare in una leggera risate che contagiò anche me.
" Beh allora tu dovresti ricordarti che se Will ti ferisce io sono pronta ad aiutarti a compiere un omicidio, so come scamparla" replicai divertita, per poi bere un lungo sorso di cioccolata che era ormai divenuta tiepida.
Ash rise di gusto nel sentire le mie parole e il suono della sua risata attirò l'attenzione di alcuni presenti nel bar che dopo averci rivolto una veloce occhiata tornarono subito a riprendere ciò che erano intenti a fare.
" Lo stesso vale per Aiden, sono disposta a privarlo delle sue noccioline, appenderle ad un muro ed usarle come bersaglio per giocarci a freccette" disse, il tono di voce ilare e le labbra allargate in un sorriso.
Scoppiai a ridere nuovamente e continuai a farlo fino a quando sentii i crampi allo stomaco per via dello sforzo.
" Grazie Ash, lo apprezzo molto. A proposito, tra una settimana ci sarà la mostra di Aiden. Tu per caso sai che foto ha scelto per l'esposizione?" domandai, prima di terminare ciò che rimaneva della mia cioccolata e di afferrare uno dei biscotti al burro rimasti nel piatto.
Il sole era ormai calato e il bar aveva iniziato a svuotarsi lentamente, infatti gli unici tavoli occupati erano il nostro e uno non molto distante dal bancone dietro al quale, tra l'altro, una barista era intenta a riempire un bicchiere di birra.
" A dire la verità no, gliel'ho chiesto ma mi ha detto che vuole sia una sorpresa" replicò Ash, alzando le spalle prima di bere un lungo sorso della sua cioccolata.
Ero in trepidante attesa del giorno in cui si sarebbe finalmente tenuta la mostra di fotografia di Aiden, soprattutto perché ero al corrente di quanto il ragazzo ci tenesse e perché io ed Ash nel periodo natalizio ci eravamo impegnate al massimo per trovare la location perfetta per l'occasione. Non vedevo l'ora di assistere all'espressione gioiosa di Aiden quando le persone avrebbero assistito alla sua mostra e avrebbero fatto commenti di apprezzamento per le sue fotografie.
" Non ho più voglia di parlare di quello scemo di mio fratello, parliamo d'altro. Tipo di quanto siano appetibili gli addominali di Tyler Hoechlin, farei carte false per andare a cena con lui. No, cancella. Farei carte false per giocare al dottore con lui" disse Ash, mentre era intenta a scorrere il dito sullo schermo del cellulare.
La ragazza aveva gli occhi fissi sulla bacheca di un social network ed erano intenti ad osservare attentamente svariate foto di ragazza senza magliette che, tra l'altro, sembravano degli dei greci.
" Mi trovi totalmente d'accordo, quel suo sguardo torvo da cattivo ragazzo mi fa impazzire " replicai sorridendo ed appoggiando i miei gomiti al tavolo in modo da sporgermi abbastanza per ammirare meglio la foto che Ash era intenta ad osservare.
" Ed ecco spiegato perché siamo migliori amiche" rispose divertita la ragazza, prima di ridere leggermente e consumare ciò che rimaneva della sua cioccolata.
Di lì a poco io ed Ash pagammo il conto e dopo essere uscite dal locale io mi preoccupai di accompagnare la mia migliore amica a casa di Will, dato che i due avevano intenzione di andare a cena insieme.
Io d'altro canto, una volta tornata al mio appartamento vuoto, buio e silenzioso, trascorsi il mio tempo a rimuginare sul mio secondo tentato suicidio e a sentirmi un'idiota patentata per ciò che ero stata sul punto di fare.
Inoltre il fato aveva deciso che quello era il giorno perfetto perché mi venisse il ciclo cosa che, ovviamente, non fece altro che alimentare la mia frustrazione. Mi preoccupai di informare Aiden dell'accaduto e di metterlo in guardia sui miei possibili sbalzi d'amore, mentre aspettavo che il ragazzo si sarebbe presentato a casa mia.
Approfittai del mio momento di solitudine per fare ciò che Aiden mi aveva consigliato: rileggere la lettera che Scott mi aveva scritto prima di abbandonare me e coloro che lo amavano.
Avevo nascosto i fogli sul fondo del cassetto nel mio comodino, assieme alla prima bozza della poesia sulla tristezza che ci era stata assegnata per compito nei mesi precedenti dalla professoressa Stone e che, tuttavia, non le avevo mai consegnato.
Era come se quel cassetto nascondesse i miei ricordi e li custodisse come una tesoriera, una sorta di nascondiglio in che racchiudeva il mio passato. All'interno del mio comodino, infatti, si trovano alcune foto di me e mia sorella, gli scatti che ritraevano la mia famiglia quando era ancora integra e persino i plettri di Emma che avevo trovato in camera mia prima di trasferirmi a New York. Quel pezzo di arredamento racchiudeva in sé un parte di me e aprirne il cassetto talvolta mi risultava difficile, quasi avessi paura che il passato avrebbe potuto attaccarmi come fanno i leoni con la propria preda.
Presi un bel respiro prima di afferrare i fogli nascosi sul fondo del cassetto e ne feci un altro prima di trovare il coraggio di rileggere le parole scritte dal mio migliore amico.
Iniziai a leggere accuratamente la lettera, soffermandomi su alcuni passaggi e tentando di imprimerli nella mente in modo da non scordarli mai, forzandomi di pensare che se fossi stata in grado di farlo, in quel caso, avrei potuto immaginare la voce di Scott sussurrarmi quelle parole quando ne avrei avuto più bisogno.
<< Tu sei stata una delle persone migliori che io abbia mai incontrato in vita mia e ti assicuro che anche se, tornando indietro nel tempo, qualcuno mi dicesse che, dopo anni, sarei finito a scrivere questa lettera, sarei comunque venuto da te >> lessi, sentendo gli occhi pizzicarmi per l'emozione e sperando che quelle parole sarebbero rimaste marchiate a fuoco nella mia memoria.
La vita di Scott sarebbe stata completamente diversa se non mi avesse mai conosciuta, se solo quel giorno di dieci anni fa avesse scelto di non venire a parlarmi probabilmente in quel momento sarebbe stato vivo. Se il mio migliore amico mi avesse ignorata, non avrebbe mai incontrato Emma e non si sarebbe mai innamorato di lei, in sarebbe stato a casa con un altra ragazza oppure allo skatepark.
Tuttavia io ricordavo ancora il sentimento d'amore che legava mia sorella e Scott, perciò sapevo che lui avrebbe scelto di rincontrarla ancora e ancora, anche se avesse saputo dove l'avrebbe portato fare la conoscenza di Emma.
Scott amava mia sorella, tanto da morirne e forse il destino o di qualunque cosa si trattasse aveva scelto di fargli sentire sulla pelle quell'emozione tanto bella quanto distruttiva. Le favole si preoccupavano sempre di far conoscere ai bambini un tipo di amore che, tuttavia, era fittizio e tanto lontano dalla realtà da risultare illusorio.
La verità era che quel sentimento era forte, spasmodico e talvolta letale, l'amore alle volte risultava fare più vittime dell'odio e io lo avevo visto con i miei stessi occhi, sentito sulla mia pelle.
<< Non darti la colpa per ciò che è accaduto, non ne vale la pena e, soprattutto, non è giusto. La tua lontananza da me non ha influito in alcun modo sulla mia scelta, voglio che tu lo sappia >> continuai a leggere, mentre una serie di sorrisi amari allargava le mie labbra.
Mi sentivo una stupida, perché Scott mi conosceva meglio di me stessa e aveva scelto di lasciarmi quella lettera proprio perché io la leggessi quando sarei stata attanagliata dai sensi di colpa. Il mio migliore amico aveva scritto quelle parole perché era perfettamente consapevole che mi sarei incolpata di tutto, dato che per me era una un'abitudine.
Ero un'idiota, mi ero concentrata di nuovo su me stessa invece che sulle conseguenze che le mie stupide azioni avrebbero sortito sugli altri. Mi ero fatta guidare dall'egoismo e dal senso di colpa, lasciando che mi prendessero per mano e mi conducessero verso il buio più totale. Avevo permesso ai miei demoni di farmi compiere gesti insensati come baciare Matt, perché mi ero lasciata incantare dalle sue belle parole che a quel tempo mi avevano confortata incredibilmente, inoltre avevo tentato nuovamente il suicidio.
Avevo perso me stessa assieme al mio migliore amico, ancora una volta non ero riuscita a gestire il turbine di emozioni che imperversavano dentro di me e avevo permesso ai miei demoni di attaccami, di approfittarsi della mia debolezza.
Avevo bisogno di smettere di incolparmi per tutti ciò che mi accadeva attorno, cessare di farmi del male da sola e impegnarmi seriamente per stare meglio.
Il problema era che la mia mente era ancora offuscata dal dolore della perdita, il che era comprensibile considerando che non fosse trascorso nemmeno un mese dalla morte di Scott. Dovevo fare ciò che mi aveva insegnato la mia psicologa: accettare il fatto che non ci fosse più, che la colpa non era mia perché non potevo avere il controllo di tutto ciò accadeva attorno a me e che farmi consumare dai rimorsi non mi avrebbe aiutata ad andare avanti. Lei mi aveva comunicato che il modo migliore per accettare una perdita era permettermi da dare sfogo alle mie emozioni, di non affogarle spingendole verso il fondo perché, prima o poi, sarebbero tornate a galla e in ogni caso avrebbero gravato sul mio cuore come un macigno.
Quando la signorina Bloom mi aveva avuta in cura e mi aveva piegato ciò che avrei dovuto fare per superare la morte di mia sorella, mi ero ritrovata pensare che avesse torto, che in realtà per me la scelta migliore fosse quella di ignorare il mio dolore. Eppure mi ero sbagliata, perché dopo la morte di Scott avevo avuto la dimostrazione di quanto dare sfogo alle mie emozioni fosse fondamentale, che affogarle nel fiume del tempo e dei ricordi non mi aveva portato da nessuna parte, anzi, mi aveva soltanto corroso il cuore come succede ai metalli per via della ruggine.
Io avevo già pianto, abbastanza da ritenere di aver dato sfogo al mio dolore alleviandolo almeno un minimo, sapevo che avevo bisogno di tempo per guarire completamente dato che la mia ferita era ancora aperta, ma per fare ciò avevo bisogno di liberarmi anche della rabbia in modo che non si infettasse.
Afferrai il cuscino posto sul mio letto e lo avvicinai al viso, per poi gridare contro il tessuto a squarcia gola fino a quando sentii la gola bruciare per lo sforzo. Avevo bisogno di liberarmi della rabbia per aver guardato negli occhi i rapinatori che avevano ucciso mia madre, per aver regalato ad Emma i biglietti dei Green Day, per non aver ascoltato il mio migliore amico quando ne aveva bisogno, per aver ignorato i consigli di Ash, Aiden e persino Will riguardo a Matt, per aver baciato colui che il mio ragazzo odiava maggiormente. Il fulcro di tutta quella collera ero io stessa, ma sapevo di non potermi fare del male, di non potermi concedere di essere ancora debole e di scaricare il fardello che portavo nel cuore a qualcun altro. Non potevo essere ancora più egoista di quanto già fossi, dovevo continuare a combattere e non deporre le armi per dichiararmi sconfitta. Avrei lasciato che Aiden mi avesse affiancata in quella battaglia, sarei sopravvissuta, quel dolore prima o poi si sarebbe affievolito fino a scomparire e proprio come aveva detto Kyla: un giorno - si sperava non troppo lontano -, mi sarei sarei svegliata e avrei compreso che non avrei potuto cambiare il passato nemmeno volendolo, avrei accettato la mia vita per quella che era e che piangermi addosso non mi sarebbe mai servito a nulla.
Aspettavo con trepidazione quel giorno, volevo stare bene.
In quel preciso momento, qualcuno suonò il mio citofono e dopo aver riposto il cuscino sul letto ed aver ripiegato i fogli della lettera prima di lasciarli cadere nel cassetto del mio comodino, mi alzai per andare ad aprire la porta.
Sentii una fitta di mal di pancia per via del ciclo ed imprecai sottovoce chiedendomi perché mai noi ragazze dovessimo sopportare una volta al mese quello strazio, mentre il mio citofono veniva suonato una seconda volta.
Stupido ciclo.
Stupido citofono.
Stupido Aiden.
Stupido mondo.
E il premio per Miss simpatia dell'anno va Hayley Kingston signore e signori.
Mentre ero intenta a far girare le chiavi nella toppa, Aiden suonò nuovamente il citofono cosa che, ovviamente, mi fece imprecare ad alta voce.
" Suona ancora una volta quel maledetto affare e giuro che ti stacco le dita" dissi, una volta spalancata la porta.
Adien rise leggermente ed entrò nell'appartamento passandomi accanto e lasciando che la scia del suo profumo mi invadesse le narici facendomi papi tare il cuore.
Quella fragranza contribuì almeno in parte a risollevarmi il morale e a mettere da parte il ricordo del mio tentato suicidio risalente a pochi giorni prima.
" Ti ho portato un regalo" replicò Aiden, porgendomi il sacchetto di Victoria's secret che reggeva nella mano destra.
Alzai le sopracciglia con fare stupito, prima di fissare i miei occhi in quelli di Aiden e guardare il viso del ragazzo con un'espressione stranita dipinta in volto.
" Batman, lo sai che qualunque cosa tu abbia comprato non me la puoi vedere addosso per almeno una settimana, vero? " domandai, suscitando una leggera risata da parte del ragazzo che, tra altro, si avvicinò a me fino a che il suo viso fu a pochi centimetri dal mio.
" Angelo, partendo dal presupposto che per me saresti sexy anche con un sacco della pattumiera addosso e che non ho bisogno di comprarti un intimo provocante perché mi basta guardarti per volerti baciare e non solo, perché invece di blaterare non apri il sacchetto e basta? " rispose lui, prima di allargare le labbra nel sorriso che tanto odiavo.
Sentii le mie guance arrossarsi e di conseguenza mi accigliai, per poi colpire Aiden con un pugno sul braccio.
Idiota.
Sì, un idiota dal quale mi farei spogliare volentieri.
Oh. Mio. Dio. Stai zitta.
Aprii il sacchetto a righe rosa e notai che al suo interno si trovava un barattolo di gelato, svariate barrette di cioccolato fondente con le nocciole - il mio preferito -, un Mc Chicken, una bomboletta di panna spray, un sacchetto di nachos e un barattolo di burro d'arachidi - con i frammenti di noccioline che io amavo -, il tutto accompagnato da ben tre dvd di film horror.
" Quando mi hai chiamato ho sentito che dalla tua voce che eri un po' triste e alquanto arrabbiata. Ho pensato che il ciclo è un po' come i Dissennatori: ti fa sentire come se tutta la felicità sia scomparsa dal mondo e l'unico rimedio è magiare cioccolata. Perciò ho pensato di comprarti qualche snack e i film horror più brutti e dalla trama insensata che ho trovato perché so quanto ti piacciono" mi spiegò Aiden, mentre io ero intenta a scrutare il contenuto della busta di Victoria's secret.
Sposalo.
Sei scema?
Scoppiai a ridere nell'udire la parole del ragazzo, dopodiché appoggiai il sacchetto a terra e mi avvicinai al viso di Aiden e sfiorai le mie labbra con le sue.
Sentii una scarica elettrica attraversarmi il corpo e il mio cuore accelerare i suoi battiti, mentre la mano del ragazzo si posava sulla mia guancia così da approfondire il nostro contatto.
Afferrai il labbro inferiore di Aiden con i denti, per poi riprendere a baciarlo e lasciare che le nostre lingue danzassero insieme sulla melodia della passione bruciante che sentivo crescere dentro di me.
" Angelo, così mi dai l'idea che l'unica cosa che vorresti mangiare sia io " disse il ragazzo, mentre le nostre labbra erano a pochi centimetri di distanza.
Sorrisi divertita e lasciai che il profumo di menta che permeava Aiden mi invadesse le narici ed offuscasse ogni mio pensiero, era come se sua vicinanza mi bastasse per disconnettere il mio cervello e porre il resto del mondo in secondo piano.
" Adesso non darti troppe arie, Batman" replicai, prima di allontanarmi da lui e accoccolarmi sul divano del mio salotto.
Nel frattempo il ragazzo dagli occhi tempestosi si tolse il giubbotto blu che indossava e lo appese ad uno dei ganci dell'appendiabiti bianco posto a accanto alla porta, si tolse le scarpe e le abbandonò sul pavimento. Osservai Aiden slacciare la zip della felpa nera che indossava e che, tra l'altro, ricordavo essere la medesima che portava il primo giorno di scuola, quando io e lui eravamo restati sotto lo scroscio persistente dell'acqua piovana. Erano passati mesi dal giorno in cui avevo conosciuto quel ragazzo e mai avrei pensato che quello che un tempo era solo uno sconosciuto che non cessava di seguirmi per le vie di New York sarebbe divenuto il mio ragazzo.
Aiden si preoccupò di inserire nel lettore dvd uno dei film che aveva portato a casa mia e di avvicinare a me il sacchetto contenente snack da lui acquistati, mi si sedette accanto e poggiò il suo braccio sulla mia spalla in modo da avvicinarmi a sé.
Il calore del corpo di Aiden premuto contro il mio mi conforto e al contempo fece riaffiorare il senso di colpa che provavo per non aver ancora trovato il coraggio di confessargli ciò che avevo fatto.
Mi sentivo così egoista e stupida per non voler raccontare la verità al ragazzo che mi affiancava, troppo codarda per svelare il mio segreto perché temevo che lui si sarebbe allontanato da me.
" Angelo ti ho baciata io, non un Dissennatore perciò non fare quel muso lungo. Tieni, mangia un po' di cioccolata e smettila di friggere il tuo cervello con mille pensieri diversi. Siamo io e te, nessun altro e nient'altro conta. Rilassati " disse Aiden, mentre i titoli di testa del film iniziavano a scorrere sullo schermo assieme alle prime scene.
Rivolsi il mio sguardo verso il ragazzo che mi stringeva tra le braccia, il suo viso era illuminato dalla luce fioca che proveniva dalla lampada posta accanto al televisore e il gioco di ombre prodotto dal bagliore dello schermo disegnava strane forme sulla sua guancia. Aveva i capelli scompigliati come sempre e sotto quella luce le sue iridi apparivano ai miei occhi come le onde del mare di notte.
Guardammo il primo film ridendo e scherzando quando i protagonisti facevano qualcosa di prettamente idiota, mi ero sempre chiesta se gli attori delle sceneggiature horror domandassero al regista perché mai dovessero interpretare dei personaggi tanto stupidi. Io di certo lo avrei fatto.
Per esempio, in una scena del film che ormai era quasi giunto al termine, una ragazza aveva udito degli strani rumori in casa e una voce aveva chiamato il suo nome. Io in una situazione come quella avrei preso il cappotto e sarei uscita di casa a gambe levate correndo veloce tanto quanto Barry Allen, la protagonista del film invece aveva scelto di andare a controllare da dove provenisse la strana voce cosa che, per antonomasia, non farebbe nessuno.
Inoltre la sopracitata ragazza aveva persino scelto di andare a controllare al piano superiore dell'abitazione - rigorosamente al buio - e di chiedere " chi c'è? ", come se ricevere una risposta quando dovrebbe dovuto trovarsi a casa da sola avrebbe potenzialmente potuto tranquillizzarla. Sembrava quasi che lei sperasse di ricevere dallo spirito maligno una risposta del tipo: " sì, sono un demone. Tranquilla ora mi preparo un panino burro d'arachidi e marmellata e poi ti uccido. Ma tu non preoccuparti".
" Ma perché cazzo devono essere così scemi? " domandò Aiden, prima di sbuffare rumorosamente.
Il ragazzo era intento a mangiare le caramelle alla coca cola che mi aveva comprato, intatti, in quel lasso di tempo io e lui avevamo consumato quasi l'intero contenuto del sacchetto di Victoria's secret.
" Era proprio quello che stavo pensando io, cacchio meritano di essere perseguitati tutti dal demone più malefico che abbia mai messo piede in tutto l'inferno e di morire violentemente" replicai, gesticolando animatamente poiché sopraffatta dalla frustrazione.
Adoravo i film horror, sopratutto perché mi facevano ridere per quanto fossero idioti, tuttavia ogni volta che li guardavo la collera nei confronti dei protagonisti prendeva sempre il sopravvento su di me. Mio padre era solito dire che far guardare un film horror a me era come regalare una pistola ad un sociopatico: altamente pericoloso.
" Dai, ma guardali. Stanno andando a vedere di nuovo da dove provengono gli strani rumori in casa senza nemmeno accendere la luce, io al posto loro probabilmente mi sarei teletrasportato in un altro stato per la paura" esclamò Aiden, indicando lo schermo e facendo vagare lo sguardo dalla televisione a me.
Risi di gusto nell'udire le sue parole e il suono della mia risata si mescolò alle battute dei protagonisti del film a dir poco orrendo che eravamo intenti a guardare tra un'imprecazione e l'altra.
" E continuano a fare sedute spiritiche, incredibile. Ma non lo hanno ancora capito che si stanno praticamente tirando la zappa sui piedi da soli? Praticamente è come se stessero chiedendo di essere uccisi. Ma poi, stanno morendo tutti uno dopo l'altro come mosche in modi assurdi e nessuno si fa delle domande. Io se fossi quel demone credo che sarei in un angolo a chiedermi cosa abbia fatto di male nella vita per dover perseguitare degli idioti e darei le dimissioni " dissi tutto di un fiato e sentendo il viso divenire incredibilmente caldo.
Strappai il pacchetto di caramelle dalle mani di Aiden e iniziai a mangiare ciò che rimaneva al suo interno, mentre il ragazzo mi fissava con lo sguardo stupito e la bocca leggermente schiusa.
" Hey quello l'ho visto prima io. Cavolo, sei proprio perfida quando hai il ciclo" si lamentò, il tono di voce simile a quello di un bambino al quale era stato sottratto un giocattolo.
" Ainche io ho visto per prima Ian Somerhalder, però nessuno me lo ha dato. E per tua informazione io sono adorabile, sempre" risposi, allargando le labbra in un sorriso e tornando a guardare lo schermo del televisore.
Aiden non replicò e quando gli lanciai una veloce occhiata con la coda dell'occhio, notai che aveva incrociato le braccia sul petto e che il suo viso aveva assunto un espressine offesa. Gli occhi del ragazzo erano fissi dinanzi a sé e i muscoli sua mandibola erano tesi, quasi si fosse davvero arrabbiato per ciò che avevo fatto.
Mi viene voglia di divorarlo per quanto è dolce.
Su questo siamo d'accordo.
" Scusa" gli bisbigliai all'orecchio, prima di posare le mie labbra sulla linea della sua mandibola e provocando così un sospiro di piacere da parte sua.
Le mie labbra si allargarono in un sorriso divertito e successivamente si posarono sulla pelle calda del suo collo, mentre il mio respiro lo accarezzava e la mia mano si faceva strada verso il suo petto fasciato da una maglietta a maniche corte nera.
Iniziai a baciare ogni centimetro del collo di Aiden, soffermandomi su alcuni punti più a lungo e sentendo i battiti del suo cuore accelerare sempre di più sotto le mie labbra.
" Angelo, lo so che sono irresistibile però devi darti una controllata. Così mi fai impazzire" disse lui, prima di voltarsi a guardarmi e fissare le sue iridi nelle mie.
Mi lasciai sfuggire una leggera risata che, tuttavia, fu messa a tacere quando Aiden chinò il capo in modo da baciarmi. Le dita del ragazzo affondarono nei miei capelli e mi avvicinarono a sé in modo bramoso, come se quel contatto per lui non fosse abbastanza, non sufficientemente profondo.
Non passò molto, prima che Aiden mi afferrasse per i fianchi in modo da mettermi a sedere sulle sue gambe, mentre il sapore delle sue labbra cominciava a inebriarmi completamente e ad offuscare completamente ogni singolo pensiero che avevo nella testa.
I suoi baci erano intossicanti e ogni volta mi sembrava non mi bastassero mai, sarei stata disposta a lasciarmi soffocare dalle sue labbra e ad affogare nella fragranza del suo profumo.
Aiden sapeva delle caramelle alla coca cola che aveva mangiato poco prima le quali, tra l'altro, erano ricadute sul pavimento e la morbidezza della sue labbra non faceva altro che invogliarmi a mordergliele con passione.
Il ragazzo abbassò la manica della felpa che indossavo, rivelando così la mia spalla coperta soltanto dalla spallina della canottiera nera e iniziò a baciare la pelle calda salendo lentamente verso il mio collo. Affondai le mani nei capelli di Aiden e sospirai quando le sue labbra raggiunsero il lembo di pelle vicino al lobo del mio orecchio, il silenzio era simbolo dalle grida provenienti dal televisione e dai nostri respiri che si facevano via via più pesanti.
Le carezze di Aiden si fecero lentamente sempre più bramose, così come i suoi baci che sembravano volermi sussurrare quanto ardentemente la passione lo stesse consumando.
Mi afferrò il labbro con i denti, mentre le mie mani gli accarezzavano il petto e stringevano tra le dita il tessuto sottile della sua maglietta. Un gemito sfuggì dalle mie labbra quando Aiden riprese a baciarmi la pelle del collo e lui si ritrasse da me.
" Angelo, mi stai davvero facendo impazzire. Ronnie sta diventando felice come una pasqua e tu non mi stai aiutando a calmarlo, perciò è meglio se ci fermiamo prima che io perda il controllo" disse, alzandosi dal divano e dirigendosi verso la grande vetrata del salotto che si affacciava sulla città di New York e io lo seguii.
Le luci dei grattacieli erano accese ed illuminavano le strade assieme ai lampioni che costellavano i marciapiedi sui quali, tra l'altro, erano intente a passeggiare svariate persone i quali visi erano affondati nelle sciarpe da loro indossate per ripararsi dal freddo.
Il film era ormai finito e sullo schermo del televisore stavano scorrendo i titoli di coda accompagnati da una melodia inquietante che faceva da colonna sonora al nostro silenzio.
Il respiro del ragazzo stava tornando normale e il suo sguardo era fisso sui grattacieli che aveva dinanzi, l'espressione seria e concentrata come se fosse intento a decifrare un complesso codice. Mentre aspettavo che Aiden si calmasse, rivolsi il mio sguardo al cielo stellato ed osservai le costellazioni che non erano state celate dalle piccole nuvole grigie che, qui e là, macchiavano il manto della notte.
Mi tornò alla mente quante volte io Scott avessimo trascorso le ore a fumare e fissare il cielo, mentre lui era intento a raccontarmi le teorie sugli alieni che lui considerava più credibili. Una sera io e lui avevamo visto un puntino rosso assieme alle svariate stelle che brillavano nel cielo e ricordavo perfettamente che quella stessa sera il mio migliore amico si fosse convinto che quel puntino poteva essere un UFO. La sua tesi, a detta sua, era più che plausibile dato che la luce scarlatta scomparve in pochi secondi e che, di conseguenza, non poteva essere un aereo che attraversava il cielo.
Da quel momento Scott non fece altro che trascorrere il tempo rimanente che trascorremmo insieme e immaginarsi dove quella era convinto fosse un'astronave aliena potesse provenire e in quale pineta si fosse recata. Sorrisi leggermente a quel pensieri e mi ricordai di quante volte il mio migliore amico mi avesse pregato di andare all'aerea 51 per farci una foto in quel luogo cosa che, tra l'altro, riuscimmo a fare.
Ricordavo quel giorno, avevamo guidato fino in Nevada durante una calda mattina estiva ed avevamo impiegato ben quattro ore a raggiungere la nostra destinazione. Scott per tutto il viaggio non aveva fatto altro che persistere a chiedere quanto tempo ci distanziasse dalla nostra meta e a parlare di alieni fino a farmi venire un esaurimento nervoso, tuttavia fui ripagata di ogni mio sforzo per non aver picchiato il mio amico ed aver pazientemente sopportato ogni sua lamentela. Infatti, quello stesso giorno mi porto a visitare Las Vegas, avevamo diciassette anni ed era stato il periodo che precedette la mia partenza per New York e che io e il mio migliore amico avevamo deciso di comune accordo di sfruttare per fare tutto ciò volevamo.
Avevamo stilato una lista di mete da raggiungere, luoghi da visitare e cose da fare, a Las Vegas il mio migliore amico portò con sé due documenti falsi che aveva rimediato da un nostro vecchi compagno di scuola che, secondo svariate voci di corridoio, era un ottimo Hacker ed uno strepitoso ' spacciatore ' di carte di identità falsificate.
Scott ed io avevamo trascorso ore all'interno dei casinò è sorprendentemente eravamo riusciti a vincere una quantità non indifferente di soldi, prima di decidere di comune accordo che non fosse il caso sfidare la sorte ulteriormente e di lasciare la città.
Persino a quel tempo, nonostante Scott si divertisse ed amasse trascorrere il tempo con me, nel suo cuore giaceva una ferita sanguinante che si era ormai infettata e lo stava facendo marcire dall'interno.
" Un penny per i tuoi pensieri" sentii dire ad Aiden che, di conseguenza, mi costrinse a distogliere lo sguardo dal cielo per rivolgerlo a lui.
I lineamenti del suo viso erano immersi nella penombra e le sue iridi azzurre erano come due pozze d'acqua profonde che nascondevano segreti mai pronunciati.
" Scott diceva sempre che, secondo lui, quando le persone morivano le loro anime trovavano fissa dimora nel cielo, diventando così delle stelle. Per uno che come lui che ha sempre voluto fare l'astronomo, sinceramente ho sempre trovato questa sua credenza piuttosto plausibile. Ho perso il conto di tutte le volte in cui mi ha detto che passava le ore ad osservare il cielo chiedendosi quale dei tanti puntini luminosi che lo costellavano fosse Emma" spiegai, mentre il mio sguardo si distoglieva dagli occhi si Adien per tornare a guardare il cielo.
Il mio fu un pensiero intriso di nostalgia, tuttavia rivangare quel ricordo mi portò ad accendere una piccola scintilla di speranza che, dentro di me, speravo fosse sufficiente ad accendere eventualmente un fuoco. Sperai che sarei stata meglio, che sarei riuscita ad inghiottire ogni briciola di senso di colpa e che, prima o poi, avrei potuto accarezza e gioire nuovamente della felicità che in quel periodo mi aveva abbandonata.
Tentai di trovare due stelle vicine e quando le scovai, mi convinsi che fossero mia sorella ed il mio migliore amico: due anime candide e pure che sarebbero rimaste luna accanto all'altra fino alla fine dei tempi.
Aiden non disse nulla, si limitò ad avvolgermi un braccio attorno alle spalle e a posarmi un delicato bacio sulla fronte. Mi domandai se le mie parole avessero fatto riaffiorare alla mente del ragazzo la storia che Matt mi aveva ragazzo tanto tempo addietro e che, da ciò che sapevo, gli era stata a sua volta narrata da Bella. Mi chiesi se Aiden fosse al corrente di quella triste e malinconica favola e se parlare di stelle gli avesse ricordato la ragazza tanto misteriosa che infestava i suoi incubi.
Restammo in silenzio seduti l'uno accanto all'altra, mentre le sue dita giocherellavano con una ciocca dei miei capelli, fino a quando decidemmo di tornare a guardare film horror in modo da distrarci entrambi.
Ad un certo punto, tuttavia, mia addormentai con il capo poggiato sulla spalla di Aiden e la dolce sensazione delicata dei cerchi immaginari che lui era intento a tracciare sul palmo della mia mano.
Spazio marshmallow:
Ciao a tutte! Come vi è parso il capitolo? Cosa vi aspettate dal prossimo? Chiedo scusa se ho pubblicato in ritardo ma mi sono lasciata distrarre da una serie tv...
Bella scusa, idiota.
Zitta tu.
Ad ogni modo, vi ringrazio per la pazienta e per gli splendidi commenti che mi lasciate sotto i capitoli! Vi voglio bene.
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Baci
Xoxo
-Alex
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