Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Invisible enemy

Boi.
Chernobyl mi ha fatto deprimere.

M M M M M.

Vabbè, ispirazione incoming.

__________________

"Papà! Guarda che bella!"

Bielorussia mostrò la collana di fiori che Ucraina aveva fatto per lei.

Ussr spostò lo sguardo dai fogli sulla scrivania verso la figlia, sorridendo.

"È davvero bella Bielorussia."

La bambina cominciò a ridere, per poi tossire.

L'uomo si avvicinò a lei, abbassandosi alla sua altezza.

"Ancora quella brutta tosse?"

Bielorussia annuì, sistemandosi la sciarpa ricamata che indossava nonostante fosse Aprile.

"Bielorussia! Vieni! Abbiamo trovato un gattino!"

La voce di Russia richiamò l'attenzione della bambina, che subito si voltò verso la porta che si affacciava sul giardino.

Ussr accarezzò la testolina della figlia sorridendo.

"Ora vai a giocare con i tuoi fratelli, papà deve lavorare."

La bambina lo guardò con dispiacere.

"Ma non vieni a giocare?"

Ussr sospirò.

"Se mi lasci ora, avrò del tempo per giocare con te, capisci?"

La bambina annuì, uscendo fuori a giocare con i suoi fratelli.
_____________

I giorni passarono, ed l'aria di Aprile oramai si faceva sentire nell'aria.

MA qualcosa cambiò.

Quel 26 aprile del 1986, qualcosa ruppe la quiete.

Ussr stava lavorando nel suo ufficio, quando ricevette una telefonata nel cuore della notte.

Una voce spaventata, impanicata stava dall'altra parte dell'apparecchio.

"Capo...ci aiuti..! La prego...!"

L'uomo si alzò in piedi.

"Aalim!? Sei te?! Che succede?!"

Il ragazzo, Aalim, ansimava da dietro il telefono, impanicato.

"La centrale...Chernobyl...il reattore..."

Ussr ascoltava le parole del ragazzo, con il terrore agli occhi.

"Cosa è successo."

"È....è..."

Poi un tonfo, urla e sirene uscivano dalla cornetta.

"AALIM! MI SENTI?!"

In quel momento sentì una voce gridare il suo nome, seguiti da numerosi pianti.

"PAPÀ! PAPÀ!"

Ussr si voltò di scatto, vedendo Russia, seguito da Kazakistan e Ucraina con Bielorussia in braccio.

La bambina respirava a fatica, continuava a tossire sangue e uno strano liquido.

Ucraina, sostenuto da Kazakistan, piangeva come non mai, coprendosi il volto.

Ussr accorse subito e prese in braccio la figlia.

"Cosa è successo?!"

"Non lo so papà...davvero non lo so..."

Disse Russia con le lacrime agli occhi.

Ussr corse in macchina, mettendola in moto.

I bambini lo seguirono senza pensarci.

"Russia, tieni tua sorella, andiamo in ospedale."

Il ragazzo prese il corpicino della sorella, tremando.
_____________________

L'uomo faceva avanti indietro per il corridoio, in modo abbastanza impaziente.

Il rumore delle lancette era l'unica cosa che rompeva il silenzio in quella stanza.

Ogni secondo era un carico di ansia sulle sue spalle.

Poi sentì la porta della sala operatoria aprirsi.

"Signor Ussr?"

L'uomo si girò.

"Sua figlia sta bene, ma abbiamo trovato qualcosa di molto strano."

Ussr si mise davanti al dottore.

"Cosa è successo?"

"Vede, essendo voi la rappresentazione delle varie nazioni, subite gli stessi disastri che succedono all'interno del vostro territorio sottoforma di malattie e dolori...mi segue?"

L'uomo annuì.

"Abbiamo trovato tracce di una sostanza radioattiva durante l'operazione.
Sa per caso dirmi il perché?"

Ussr si immobilizzò, e senza rispondere corse fuori dell'edificio.

Mise in moto macchina e partì sotto lo sguardo confuso di tutti quanti.

La sua mente era piena di pensieri orribili.

Poi, da lontano, la vide.

Chernobyl in fiamme.

Ussr si avvicinò alla centrale, per poi vedere cosa era successo.

Il reattore numero 4...esploso.

Il suo sguardo si posò su uno dei corpi stesi a terra.

"AALIM!"

L'uomo si fece strada tra la folla, prendendo il corpo del ragazzo.

"AVANTI RAGAZZO! DI QUALCOSA! DI UNA DELLE TUE BATTUTE! QUALSIASI COSA CAZZO!"

Il ragazzo sorrise, per poi dare in mano a Ussr una collanina.

"F-felice...di...averla...s-servita...signore..."

Disse a fatica, con il sangue che gli scorreva dai fianchi della bocca.

"D-dica... a mia figlia...che le voglio bene..."

Poi il nulla, i muscoli divennero freddi e rilassati, gli occhi color verde smeraldo si spensero per poi chiudersi, ed il sorriso svanire su quel volto roseo pieno di tagli e scottature.

Ussr scuotè il corpo del ragazzo con le lacrime agli occhi, ma sapeva che non poteva fare più nulla.

Era colpa sua, e lo sapeva.

Aveva detto lui di continuare il test.

E ora il danno era venuto a galla.
Aveva perso la vita un uomo che aveva visto fin da quando era un bimbo.

La sua attuale figlia stava male a causa sua.

Migliaia di vite innocenti rischiavano la vita per un suo errore.

Tutto ciò, era causa sua.

E lo sapeva.
_______________

Erano passati 33 anni da quel giorno.

Russia camminava per le strade di Pripryat, la città che sotto ordine del Padre venne evacuata.

Guardò bene le strade, i palazzi, i parchi.

Sembrava una città fantasma, anche se lo era.

Era come se ci abitasse davvero qualcuno li.

Ricordava anche i pianti strazianti di Ucraina, mentre vedeva che tutti se ne andavano dalla sua città.

Ricordava anche le testimonianze delle persone colpite dall'incidente.

C'era anche chi doveva scrivere a causa tumori.

C'erano i figli o i nipoti delle persone che un tempo vivevano li.

Si ricordava anche che una sera venne a testimoniare la moglie e la figlia di Aalim in TV.

Ricordava Ussr che piangeva sul divano con tutti accanto a lui a consolarlo, mentre pregava quel ragazzo ormai morto di perdonarlo.

Ricordava la figlia, Iliana, a quel tempo di appena dieci anni, che si mise a piangere sulla tomba del padre, mentre cercavano di calmarla.

Erano come spade infilzate nel suo cuore.

Bielorussia intanto guardava tutto quanto con una leggera malinconia, per poi passare attraverso il cancello arrugginito del cimitero.

Si fermò davanti ad una tomba.
Era piccola.
Semplice.
Rovinata.
Ma così importante per lei, per loro.

La ragazza si mise a sedere davanti al monumento.

"Ehi Aalim...come va oggi?"

Disse in modo malinconico.

"Oggi è il 26 aprile..."

Bielorussia poggiò la rosellina bianca vicino alla lapide.

"Curioso non è vero...?
Anche loro se ne sono andate quel giorno..."

Disse spolverando i nomi di Iliana e Lida, posti sotto il nome di Aalim.

"Almeno ora non sei più solo..."

Disse mentre lacrime amare scendevano dal suo volto.

"Scusa...Avevo promesso che sarei stata forte..."

La ragazzina tirò fuori una foto di lui e di suo padre.

"Papà mi ha detto si dartela...così può stare vicino a te..."

Disse lasciando il pezzetto di carta per terra, per poi alzarsi e tornare da suo fratello senza voltarsi.

Non voleva crederci.

Non poteva.

Aveva visto così tante cose orribili nella sua vita.

Perché? Si domandava.

Perché se la prendeva con qualcosa che non poteva vedere?

Come poteva combatterlo?

Come può distruggerlo?

"La morte, bambina mia, sono come queste radiazioni...

È veloce, scaltra, letale.

Non ha pietà per nessuno.

Non c'è modo per combatterla.
Bisogna accettare ciò che è accaduto.

Bisogna convivere con questa nemica invisibile..."

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro