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"Sam!" La bambina lo chiamò, un sorriso furbo che le illuminava gli occhi d'ambra. "Cosa stai mangiando?" Gli chiese, avvicinandosi.

L'uomo sorrise a sua volta, appoggiando la testa alla poltrona e chiudendo gli occhi.

Le porse un sacchetto di caramelle dalla quale la piccola estrasse un piccolo orsetto di gomma rosso.

Il fuoco scoppiettava nel camino, l'unica fonte di luce della stanza e la bimba non vide una strana sostanza bianca che si era depositata nello stomaco dell'orsetto.

Ingoiò la caramella e, soddisfatta, tornò a sfogliare l'enciclopedia che aveva trovato sullo scaffale.

Si reggeva il viso con una manina, i lunghi capelli biondi che coprivano la camiciola bianca come una coperta leggera.

Osservava distrattamente le immagini che scorrevano pagina dopo pagina, gli occhi che si appannavano di tanto in tanto.

Le palpebre si erano fatte pesanti, le guance arrossate sulla pelle di porcellana.

Una potente fitta all'altezza dell'intestino la fece sobbalzare.

Si portò la mano alla pancia e fece per alzarsi, per chiamare Sam, ma le gambe cedettero e crollò a terra, svenuta.

                                *

Rannicchiata su un pavimento di fredda roccia, la bimba tremava per il freddo.

La fronte bagnata da un sottile strato di sudore, le labbra dischiuse ed il volto pallido. Riaprì lentamente gli occhi, ma li richiuse immediatamente, spaventata dal buio.

"Sei sveglia finalmente. Iniziavo a preoccuparmi".

"S-sam?" Riconobbe la voce e si mise a sedere, rincuorata da quella presenza familiare.

Il soffitto della grotta era aperto e faceva entrare una pallida luce rossastra che si rifletteva su un piccolo laghetto.

L'uomo sorrise ed accarezzò i capelli della bambina poi estrasse da un fodero un piccolo pugnale finemente intarsiato.

Sulla sommità dell'impugnatura c'era incastonato un rubino, venature rossastre percorrevano l'argento come rivoli di sangue.

La piccola di ritrasse, spaventata.

"I-io voglio...voglio Memi" sussurrò.

"Ed io voglio la pietra di luna". La mise a tacere in modo brusco.

"Ma tu sei mio amico..." era confusa: si fidava di lui.

"Mi dispiace Selene. Saresti dovuta restare con la tua Memi".

Era stanco. Aveva aspettato per troppo tempo la luna rossa stando dietro a quella fastidiosa bambina.

La prese per un polso e fece in modo che fosse al centro del fascio di luce lunare.

"Ironico vero? La Custode della pietra che viene uccisa nella notte di luna rossa. Quasi...poetico non trovi?"

La bambina piagnucolava terrorizzata, tentando invano di strisciare via da quel traditore.

Egli la immobilizzò completamente e alzò il pugnale.

Gli occhi di Selene erano chiari, brillanti, la sua pelle vibrava di energia, tra le mani socchiuse una luce bianca si stava espandendo.

Sam le sorrise nuovamente ed abbassò il braccio.

La lama colpì la roccia con violenza mentre una macchia rossa si andava ad allegare sul petto dell'uomo.

Cadde, una freccia che gli spuntava dalla schiena.

La donna abbassò l'arco, i corti capelli neri che si scompigliavano mentre correva dalla bambina.

La prese in braccio e l'abbracciò forte, cullandola e rassicurandola.

Ora che c'era lei, nessuno le avrebbe più fatto del male.