Buonanotte
Scivola lenta, la lacrima candida, in cui il peccato è celato tra l'innocenza dei suoi ammalianti occhi.
La catturi con un sguardo, imprigionandola tra il pollice e l'indice per poi schiacciarla e liberarla del suo inutile peso; e come un palloncino si libera della sua aria, così la lacrima si liberava del suo peccato, liberandosi nell'aria.
Sorridevi, alla vista della sua fragile innocenza che lentamente la abbandonava, insieme alle lacrime, nutrite da una sorda consapevolezza.
Ed ecco il mostro che risplendeva tra l'oscurità delle sue pupille, quel mostro che tu stesso avevi creato con i tuoi errori ricaduti su di lei, in un tempo lontano.
La tua mano si posò dolcemente sul suo viso, sfiorando appena la sua anima, incapace di varcare quella porta che un tempo ti era sempre aperta, ma che ora era sigillata da catene maturate nel corso del tempo, segnate dal dolore e dall'ingenuità.
Solo allora posasti il tuo sguardo su quello di lei, lasciandolo annegare tra i ricordi di una vivida sofferenza e di un malsano amore di cui le tracce sono state estirpate dal mare, che, scagliandosi contro quel cuore in tempesta, le ha strappate con la forza.
Ti affacciasti timoroso al vetro che ti separava dai suoi pensieri che, come zanzare, la tormentavano durante la notte e le succhiavano via la linfa vitale; tremolavi di fronte alla potenza oscura che scatenavano i suoi pensieri, incredulo che sia stato tu stesso la fonte di tale malvagità.
Gli occhi, corrosi dai corsi d'acqua che scorrevano liberi dalle dighe, demolite dalla loro potenza, si affacciavano direttamente sul cuore, ricoperto da ferite sanguinanti e da cicatrici infettate dalle tenebre. Ne rimasi sconcertato eppure una parte di te ne era rimasto piacevolmente soddisfatto.
Le lacrime irrigavano la sua pelle rinsecchita, sfiorando dolcemente il naso per poi posarsi sulle sue labbra, mutando in parole a cui non avrebbe mai dato la voce per urlare, facendole morire ancor prima di ripensarci.
Per un secondo, ti parve di vedere un pizzico di felicità negli specchi della sua anima, ma venne subito inghiottita dalle tenebre, nutrendo ancora e ancora il mostro, rendendolo sempre più potente.
Le presi la mano tremolante tra la tua e le sorridesti, come per dirle "Sono qui, sono vivo, mi vedi?" ed ella allora esplose come una bomba che non riesce a scoppiare per troppo tempo, urlando quelle parole disperate di aria, di essere liberate e di mescolarsi con l'aria, la terra, il cielo e tutto ciò che in quel momendo vi circondava.
Il calore si espanse nell'aria, avvolgendo i vostri corpi ricoperti da fitte ragnatele e dal profumo della terra, dove avvolgeva, con abbraccio materno, i cadaveri in pultrefazione, dove dormirete per l'eternità, tretti in un abbraccio di affetto.
"Buonanotte".
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