Torino, città magica per eccellenza, racchiude nella sua storia innumerevoli leggende, facce del bene e del male, magia nera e magia bianca.

E tra i suoi misteri esiste una villa abbandonata, circondata da rovi e sterpaglie, custode e guardiana di un luogo che appare quinta scenografica di un racconto del terrore.

Arrivando da Chieri, la si incontra sulla destra, dopo laGalleria del Traforo del Pino. Porta i segni di una nobiltà decadente sbiadita dal tempo. Una villa le cui stanze sono state testimoni di avventure galanti tra nobiluomini e dame, così come di incontri segreti tra quei cospiratori che 150 anni fa fecero l’unità d’Italia.

Una ‘vigna’ ovvero una residenza collinare utilizzata dai nobili e dai ricchi borghesi torinesi per sfuggire all’afa estiva della città.

La leggenda vuole che quella villa fosse la dimora preferita del re Vittorio Amedeo II di Savoia.

Gli abitanti del luogo preferiscono, la notte “tirare via dritto e veloce”, per il timore di strani incontri. Sostengono di sentire provenire dal parco abbandonato risate e dalle finestre della villa il suono di minuetti.

Qualche temerario che ha avuto il coraggio di avvicinarsi a quelle mura malridotte giura di aver scorto tra le foglie di rami scheletriti un fantasma svolazzante, preceduto da un  lampo e da un sibilo di vento.

Si narra che quasi tutti gli abitanti della villa siano stati accomunati da una fine tragica e gli altri non siano riusciti a viverci a lungo, prima di fuggire con “i capelli sbiancati dal terrore”.

Forse si tratta solo di leggende metropolitane ingigantite dalla suggestione, ma qualcuno sussurra che quella è “la casa del diavolo”, e che ad ogni plenilunio, svanisce nel nulla per qualche secondo “svanisce e non la si vede più” affermato convinte le anziane delle borgate vicine, facendosi frettolosamente il segno della Croce.

La casa dei misteri è villa Capriglio, settecentesca magione dei Melina, dal 1963 di proprietà del comune di Torino.