Il faro abbandonato di Tévennec - Il faro maledetto -
Costruito su uno sperone roccioso tra l'isola bretone di Sein e la punta del Van, il faro di Tévennec è stato uno dei primi ad essere dotato di una luce bicolore (bianca e rossa).
Il faro si trova su una piccolissima isoletta vicino alla costa della Bretagna, nel mare d'Iroise. L'isola prima della costruzione del faro aveva una pessima fama. Pare che secondo le leggende bretoni fosse la residenza di Ankou, personificazione della morte.
Infatti, la losca figura di Ankou è rappresentata da un malefico scheletro con la falce.
Si narra che le navi che passavano in quel tratto di mare, scomparissero misteriosamente, o attratte da una forza misteriosa, venissero sbattute contro le rocce dell'isola . Un solo marinaio, tra i tanti riuscì a salvarsi, raggiungendo l'isola a nuoto. Per giorni cercò di attirare l'attenzione delle navi che solcavano il mare, ma ogni suo sforzo fu vano e alla fine morì da solo e di stenti.
Si racconta, che dal quel giorno, il fantasma del marinaio continua a girovagare nell'isola e che di notte, ancor oggi si possono udire i suoi lamenti.
Nel 1869, il governo francese, diede mandato all'architetto Paolo Joli, di progettare la costruzione di un faro dopo aver appreso anche della morte dello sfortunato marinaio. Durante i lavori di costruzione, ci furono molti incidenti tra gli operai. Ci vollero cinque anni per portare a termine l'opera e finalmente il 15 marzo 1875, il faro fu acceso. Ma nemmeno questo bastò a fermare le morti. La maggior parte dei custodi, addetti alla struttura, pur di non continuare a vivere lì, preferirono gettarsi giù dagli scogli. Chi non ebbe il coraggio di suicidarsi, impazzì e solo pochi riuscirono a scappare, ma non vi ritornarono mai più.
Il primo custode fu un certo Henry Porsmoguer, che resistette solo sei mesi. A lui ne seguirono altri, ma la fine fu sempre la stessa. All'ultimo guardiano, fu anche permesso di portare con se la moglie, ma ciò non bastò a fermare la maledizione e anche questa volta, purtroppo, l'uomo si uccise.
Nel 1910 il governo, visto che ormai nessuno voleva più raggiungere quel luogo maledetto e non trovando quindi alcun custode disposto a lavorare lì, decise di rendere il faro automatico.
Recentemente è stata anche scoperta una grotta marina proprio sotto il faro, di cui era sconosciuta l'esistenza.
Un uomo, Marc Pointud, che nel 2002 Marc ha fondato la National Society for Heritage, che si occupa della conservazione dei fari abbandonati della Francia, ha deciso di andarci ad abitare per due mesi.
Il suo obbiettivo è quello di trasformarlo in una residenza per artisti.
E così, quest'anno in cui ricorre il 140esimo anniversario , Marc andrà a vivere lì, per 60 giorni. Il suo progetto si chiama Light on Tévennec e ha l'obiettivo di raccogliere fondi per ristrutturarlo, poiché il luogo è completamente abbandonato. Non c'è acqua corrente, né elettricità, né riscaldamento.
Marc è al corrente delle leggende del faro, ma è convinto che il tempo ormai è cambiato: "allora non c'era modo di comunicare con il mondo esterno, al massimo potevi parlare con gli uccelli". Lui invece avrà un telefono.
Quando gli hanno chiesto se non ha paura dei fantasmi, Marc ha risposto: "Se dovessi incontrarlo, proverò a scattargli una foto".
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