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Celine

Beethoven risuonava negli auricolari di Celine, era da mesi che soffriva di insonnia, e ogni notte ne approfittava per ascoltare il suo artista preferito. Guardò fuori dalla finestra, il paesaggio di campagna travestito dalla nebbia. Non c'era una stagione che le piacesse piú o meno delle altre, ma l'inverno era molto interessante per lei.

D'inverno il freddo si impadroniva della sua piccola città sui monti, il grigiore copriva la poca luce del sole e ogni tanto si incuriosiva al solo pensiero del gelo che si insinuava tra le membra o la sua camera ne troppo calda, ne troppo fredda. Amava distendersi sulle lenzuola profumate con calzini, pigiama invernale e il plaid che le faceva da mantello.

Fu proprio all'inizio del suo brano preferito che cominciò a sentire dei rumori sospetti, erano corti ma forti, forti ma corti. Si tolse un auricolare aspettando di sentire ancora una volta dei boati, ma non accadde. Aspettò ancora un minuto senza sentire nulla. Si stese sul letto riprendendo l'ascolto della sua playlist preferita.

Quel silenzio, però non la convinceva molto, riprese a guardare fuori dalla finestra. Un ramo era caduto pesantemente sulla cornice di legno e come una mano era riuscito a girare la maniglia, Celine osservò la situazione stupita e quando la finestra si aprì pian piano riuscì a intravedere una sagoma nascosta dietro agli alberi. vide l'ombra che si spostava piano piano giocherellando sulla chioma sotto la nitida luce lunare. Pensava di non vederci bene, perciò attese per verificare se avesse davvero visto qualcosa di strano o fosse solo l'insonnia a giocarle brutti scherzi.

il pensiero venne confermato quando l'ombra si trasformò in una ragazza con capelli neri caschetto e un sorriso furbo sulla bocca. Era lei.

La figura scomparve dando di nuovo spazio alla fitta nebbia. Un rumore proveniente dal salotto la fece rabbrividire , non era sola in casa. Pensò ai pochi film horror che aveva visto in vista sua e decise che la scelta migliore sarebbe stata rinchiudersi in camera senza che nessuno potesse entrare. chiuse la porta della camera a chiave e costruì una barriera con mobili e sedie dopodichè si occupò della finestra, nel frattempo la nebbia era diventata più scura

"Ciao Celine" la voce le era famigliare, si girò di scatto. La cosa da cui stava scappando era lei, lei in persona.

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