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Buio


La fantasia degli uomini è infinita si sa, ma quando supera i limiti è pericolosa.  Può diventare una strana compagnia per le persone sole o può traumatizzarle a vita. Tommy era sdraiato nel suo letto aspettando di addormentarsi. La casa era silenziosa in attesa che lui prendesse sonno. Lo voleva anche lui, e tanto. Era stanco, e da un'ora, da quando i suoi genitori lo avevano messo a letto cercava di dormire. Fuori aveva iniziato a piovere, dalla strada davanti casa sua il rumore era cessato. Anche gli automobilisti avevano smesso di muoversi nello spazio, di fretta. Dormivano anche loro pensò Tommy. Molte volte, gli capitava di affacciarsi alla sua finestra e di seguire con gli sguardi tutte le automobili che sfrecciavano come se ci fosse in corso una gara. Ora, doveva solo concentrarsi sul rumore della pioggia, e piano piano si sarebbe finalmente addormentato. Così accadde, per un po' questo metodo funzionò, fino a quando mentre stava finalmente per addormentarsi, quel rumore si spense. Successe all'improvviso come se qualcuno avesse schiacciato un interruttore. Tutti i rumori si spensero. A Tommy sembrò troppo strano, troppo innaturale. Ora non riusciva a sentire neanche il suo respiro. Si mosse e non fece rumore. Insonnolito si alzò dal letto. Pestò qualcosa, il pavimento era macchiato di sangue. Non capiva cosa fosse successo, poi camminando sentì che gli faceva male la pianta del piede. Abbassò lo sguardo e capì che il sangue era suo, ma come era successo? 

Guardò indietro verso la sua camera e vide la sua sveglia digitale a terra rotta. Lo schermo presentava uno buco nel mezzo del vetro. A terra tanti piccoli pezzi di vetro avevano formato una specie di cerchio attorno al letto di Tommy. Come aveva fatto a non sentirla? In fondo, quella sveglia era abbastanza grande. I suoi genitori gliel'avevano comprata apposta, perché pensavano che se si fosse svegliato la notte senza occhiali, forse dei caratteri  più grandi lo avrebbero aiutato a leggere le ore. Spaventato, pensando a come avrebbero reagito i suoi genitori vedendo cosa era successo si girò di scatto nel panico. Urtò un altro oggetto, posto nel corridoio questa volta era un soprammobile. Una imitazione molto realistica di un vaso greco a figure nere di circa 10 centimetri regalato ai suoi genitori per il ventesimo anniversario di matrimonio. Cadde e si ruppe ma non fece rumore. Com'era possibile? Era per caso diventato sordo? Oppure stava vivendo un incubo? Molto probabile questa opzione, si sarebbe svegliato, si sarebbe ritrovato nella realtà, la sua vita vera e poi avrebbe ripreso sonno. Cercò di concentrarsi, ma poi si ricordò che bastava pizzicarsi. Lo fece, ma non accadde nulla. Si trovava ancora in mezzo al corridoio, il piede ancora sanguinante. Iniziò ad urlare a squarciagola e pianse per il piede dolorante e per il fatto che non riusciva a capire cosa stesse succedendo.

La pozza nel corridoio diventò più grande e guardando dritto nel buio continuò a piangere. Gli sembrò di vedere qualcosa muoversi. Prima una zampa, poi un'altra ancora fino ad altre sette. Fluttuavano nell'aria, come un puzzle che si risolveva da solo. Spuntò una testa molto grande, quattro occhi sembravano guardarlo affamati. Un ragno, ci mancava solo questo penso. Questa volta strillo, anche se la sua gola non produceva suoni. Il dolore al piede sparì all'improvviso. Il bambino osservò una striscia di sangue che disegnava una strada in direzione del ragno. No! urlò il bambino. Nella sua testa quella parola fece tanto rumore, quelle che avrebbe prodotto se la sua gola avesse emesso suoni.  L'unica risposta, sembrò venire dalla creatura davanti a sé. La bocca del ragno si aprì e si chiuse. Il sangue disegnò prima una F, poi una A, fino a formare la parola fame. Il bambino guardò per l'ultima volta la pioggia, che non faceva rumore. Il vaso adagiato in corridoio ancora integro e la sveglia sul suo comodino che batteva ancora i secondi. Niente rumore. Il bambino guardò davanti a sé. La scritta era sparita, ora c'era una corda rossa che lo aspirò nella bocca della creatura. La pioggia ora aveva ripreso a fare rumore, mentre il letto disfatto era vuoto.

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