Sono passati tre anni, tre lunghi anni, eppure ricordo ancora. Credo che la nostra mente ci faccia ricordare sempre quello che vogliamo dimenticare, cerchi di non pensare ad una persona, un luogo, un momento particolare della tua vita, e PUFF la tua mente ti proietta quei momenti, belli o brutti che siano.

Fatto sta, che dopo tre anni, nella mia mente quel  ricordo era ancora limpido, come il ciel sereno. Ricordo ogni dettaglio.

Un urlo lacerante e mia madre mi sveglia; è entrata in camera mia con la stessa delicatezza di un elefante (non ho niente contro gli elefanti, sia chiaro). Capisco dal suo sguardo che la sveglia non è suonata, e che chiaramente ho fatto tardi, niente di nuovo.

Una volta svegliato, mia madre scende in cucina, ritardo ancora un pó il risveglio,  e mi godo quei pochi istanti in cui posso rimanere al caldo fra le coperte. Solo quando stiamo per perdere qualcosa ci rendiamo conto di quanto sia importante, o ovviamente quando l'abbiamo già persa.

Mi alzo a malincuore e rabbrividisco, in camera mia fa molto freddo, infilo le ciabatte, penso a quei risvegli nei film, tutti belli e sorridenti. Scendo in cucina ancora tutto frastornato, saluto mio padre che legge il giornale con il caffe sul tavolo, mi saluta

- Buongiorno, come stai?

- Buongiorno papà, sto come al solito - e la conversazione finisce là. Dopo aver mangiato una fetta di pane con sopra un pó di nutella, vado in bagno e mi sciaquo, mi vesto e prendo lo zaino. Per essere il primo giorno, del primo anno da liceale, non è poi molto diverso dai precedenti.