Degli strani compagni di classe.
Una volta terminato il discorso, il preside accompagnò tutti i ragazzi in classe, una per una, io facevo parte del IV A (per chi non lo sapesse è il quarto ginnasio, liceo classico), il preside chiamò un'altra classe, era prima della mia. Avevo incontrato un mio amico delle elementari, ed ero venuto a sapere che stava in classe con me, mi aveva dato delle informazioni sui compagni di classe, e sulla collocazione della classe:
1) In classe eravamo 20
2) Conosceva due persone, uno che si chiamava Giuseppe, ed un altro che si chiamava Gianluca.
3) La nostra classe non si trovava nelle catacombe, - le catacombe così chiamate dagli studenti, era il piano terra, un piano che non vedeva la luce del sole... Sappiate da subito che io avevo paura degli spazi chiusi, o meglio, degli spazi senza finestre-. Noi invece stavano nel 1° piano, eravamo l'unica classe affacciata sulla strada, l'unica pecca era che le finestre erano sbarrate, il mio amico mi aveva raccontato che un ragazzo molto tempo prima aveva avuto la brillante idea di uscire dalla finestra, andarsi a prendere un caffè al bar e tornare, solo che tornando aveva incontrato la professoressa in classe, si era beccato la sospensione, che ragazzo astuto...
Il mio amico (Alessio), mi chiamò, lo guardai e lui mi fece cenno di guardare l'entrata. Era arrivato il preside, toccava a me... Il preside prese la lista di nomi dei ragazzi della mia classe. Iniziò a chiamare... Il cuore mi palpitava per una cosa apparentemente stupida- il che era completamente sbagliato, visto che dovevo stare 5 anni con questi ragazzi...-Mi chiamò, mi avvicinai al gruppetto di ragazzi della mia classe, non sembravano speciali, la maggior parte dei ragazzi era di sesso femminile, contai un momento i ragazzi, eravamo 6 compreso me, e c'erano 14 ragazze. Il preside ci accompagnò in classe dove la professoressa di matematica, un signora alta e magra con i capelli scuri, si presentò con un sorriso. Una volta entrati in classe il preside ci salutò e ci augurò un buon anno scolastico. La professoressa ci fece accomodare. Ovviamente mi sedetti vicino alla finestra, anche avendo le sbarre, potevo respirare meglio... la prof.ssa si presentò - ci disse solo il cognome e la provenienza- e iniziò a fare l'appello, non feci molto caso ai ragazzi che si alzavano e si presentavano, fino ad una ragazza che disse - Buongiorno! Io mi chiamo Erika, ho 13 anni e ne compio 14 il 20 di marzo, vengo da un paesino qua vicino, e ho scelto il liceo Classico perchè voglio diventare una scrittrice! E' un mio sogno da quando ero piccola- Da questo punto in poi non la sentii più, quella ragazza voleva diventare una scrittrice... Era la ragazza giusta! A dir la verità non l'avevo nemmeno notata all'inizio, non avevo notato nessuno/a, non erano interessanti, in quanto a nessuno piaceva leggere, ero l'unico ragazzo che leggeva, pensavo che venendo in questo liceo avrei sicuramente trovato qualcuno, qualcuno a cui piaceva leggere, invece mi sbagliavo, però avevo trovato qualcuno a cui piaceva scrivere... dovevo assolutamente leggere qualcosa di suo... questa ragazza doveva assolutamente farmi leggere qualcosa di suo... Era un mio dirittto morale in quanto Fanboy, leggere il suo racconto, è come se una persona non babbana non ricevesse la lettera per Hogwarts, è come se uno Shadowhunter senza rune... -spero di aver espresso bene il concetto xD- .
Alla fine della prima ora mi avvicinai alla ragazza - Ciao! Ho sentito che ti piace scrivere!-
-Si! Io adoro scrivere! Tu scrivi?- mi chiese lei.
-No... Io leggo- accennai ad un sorriso, o quello che a me sembrava un sorriso. Quando lei stava per rispondere arrivò una nuova professoressa, questa era bassa e abbastanza grassottella, aveva dei capelli neri e untuosi, salutai velocemente Erika e tornai al mio posto, quest'ultima professoressa ci disse di fare quello che volevamo, basta che stavamo in silenzio, io ovviamante da bravo fanboy mi misi a leggere... Continuai a leggere L'Alchimista, il libro parlava di un ragazzo, che per esplorare il mondo si era fatto pastore, il racconto era ambientato in Spagna ma da quanto avevo capito, il proseguo si sarebbe svolto in Egitto. Fatto sta che il protagonista Santiago, era andato in città per far tosare le pecore, ma tornando dalla città aveva incontrato un vecchio signore che gli aveva detto che lui era destinato a trovare un tesoro ai piedi delle piramidi, proprio mentra il protagonista stava per decidere se accettare o meno la campanella suonò, accipicchia... che tempismo perfetto... Mi ero immerso nella lettura e al suono della campanella ero sobbalzato, sembrava quasi che l'Universo tramasse contro di me*. Misi il segnalibro, e chiusi il libro, quanto era brutto avere un libro e non poterlo leggere. Mi stavo per alzare quando Erika si avvicinò e mi domandò -Cosa stavi leggendo?-
-Un libro- ma che risposta da bravo ragazzo- ehm... un libro di Paolo Coelho... si intitola L'Alchimista- non cominciare a fanborlizzare, senò sono guai per smettere - è un libro stupendo, troppo asdfghjkl- ecco hai fatto una figura di *****
- è troppo cosa?- mi chiese lei, ovviamente non sapeva che quel asdfghjkl era pe noi fangirl/fanboy un aggettivo, anzi era l'aggettivo, un libro stupendo? Noi dicevamo: awww quel libro è troppo asdfghjkl, ma purtroppo Erika non era una fangirl, - no scusa stavo parlando fra me e me- altra frase intelligente - Il fatto è che questo libro è troppo... bello, ti consiglio di leggerlo, parla di bla bla bla-gli spiegai tutta la parte che avevo letto- fino ad ora lo trovo assolutamente stupendo, lo devi leggere- alla fine non me l'ero cavata poi tanto male, fatto sta che arrivò un altro professore,quest'ultimo era alto così così, ed aveva una circonferenza dello stomaco abbasstanza larga, portava degli occhiali colorati come ferma capelli e quando li toglieva rimaneva la forma degli occhiali in testa, una scenetta comica xD. Il professore si presentò e ci disse che sarebbe stato il nostro professore di inglese per il biennio sicuramente, mentre per il triennio ancora non lo sapeva. Ci fece presentare prima in italiano, poi in inglese, e poi fece la battuta di presentarci in giapponese... la maggior parte dei ragazzi si mise a ridere- credo per far contento il prof- mentre un altra parte rimase pietrificata da una battuta di questo genere, e poi c'ero io che non avevo quasi nemmeno capito perchè dei ragazzi stessero ridendo. Dopo un pò suonò anche la terza ed ultima campanella. Breve descrizione che mi ero fatto sui nuovi compagni di classe, la maggior parte erano ragazzi che avevano voglia di scherzare e divertirsi, mentre un altra piccola parte aveva voglia di studiare (Erika faceva parte di quest'ultima), e poi c'ero sempre io che avevo intenzione di leggere un infinità di libri, e contemporaneamente studiare come un ossesso. Uscito da scuola alle 11:30 non avevo tempo per parlare con Erika in quanto dovevo prenmdere il pulman delle 11:40, oppure mi toccava aspettare fino alle 14:30 per prendere il prossimo pulman, e non ci tenevo a rimanere ancora a lungo, dovevo arrivare a casa, per avere più tempo per leggere. Arrivai appena in tempo, presi il pulman al volo, trovai anche posto a sedere, ero seduto vicino al finestrino, presi il libro da dentro lo zaino, e... beh oramai sapete cosa stavo per fare.
Spazio dell'autore:
ecco un nuovissimo capitolo, vorrei chiedervi se vi piace come sto scrivendo, visto che mi sto contenendo molto, per quanto riguarda il prossimo capitolo, penso che dovrete aspettare un pò, visto che ultmamente mi stanno assegnando una marea di compiti, (ho scelto davvero il liceo classico).
L'autore, xx
*L'universo tramasse contro di me= è una frase che viene usata molto ne L'achimista, se ne volete sapere di più+ leggetevi il libro ;) non ve ne pentirete ;)
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