Airashi (2)
Lo tenne tra le braccia per tutta la strada del ritorno.
Non sarebbe andato a scuola nemmeno il giorno dopo, anzi, forse non ci sarebbe tornato mai più.
Lo guardò, ancora intatto, ancora bello, e pianse, come non aveva fatto nemmeno la prima volta che aveva sentito menzionare la morte e il suo nome.
<< Perdonami, papà, perdonami, ma è l'unico modo perché non ti catturino loro, perché non scoprano chi sei... Chi eri... Papà... >>
Chiuse gli occhi, senza guardare.
Era l'unico modo per combattere l'assassina, l'unico rimedio contro la sua cronica debolezza nel ventiquattresimo distretto, un labirinto che si stringeva intorno alle sue ali e gli impediva di volare...
Mangiò, piangendo su quella carne, bevendo le proprie lacrime insieme a quel sapore.
<< I-iram... >>
Si voltò di scatto, l'ultimo boccone ancora tra i denti: le ali eruppero all'istante, cristallizzandosi in meno di un secondo: aveva lasciato la porta aperta, idiota, idiota, idiota...
Airashi lo stava guardando con gli occhi innocenti di sempre, e non sembrava spaventata da lui.
Sembrava piuttosto che... Lo stesse ammirando.
<< Iram... >>
<< Sta' lontana da me! >>
Ma dove poteva fuggire?
La mano della ragazza sfiorò le ali di farfalla del ghoul, sorpresa, ma non timorosa. L'ingenua di sempre.
"Umani, stupidi, stupidi umani..."
<< Non mi hai sentito!? Vattene subito via! Non voglio averti qui, lo capisci?>>
Il viso ancora imbrattato di sangue e lacrime,Iram la fronteggiò, scansando l'ala dal suo tocco e osservando la sua espressione commossa, partecipe... Ma di che cosa?
<< Io sono un mostro, umana. Scappa come tutti gli altri, non merito la tua compassione! >>, urlò, ma d'improvviso sentì le braccia di Airashi stringersi intorno al suo torace, la sua testa appoggiarsi al suo petto, e quel semplice contatto lo lasciò senza fiato: si abbracciarono, l'anima di farfalla nella ragazza che non ne aveva l'aspetto, la figlia della colomba e il figlio del ghoul... Il gesto più naturale del mondo, quello più inaspettato.
<< Non ho paura di te, Iram, non dirò nulla a mio padre, ti prego... Ti prego, non nasconderti da me! Non cacciarmi, non odiarti per ciò che sei, è la natura con cui sei nato, non quella che ti sei scelto... Lasciami restare, giuro che non ti tradirò! >>
Sempre solo, sempre lontano da tutti, Iram le somigliava, nonostante la ragione che lo spingeva a rompere ogni possibile contatto con il consorzio umano non fosse di natura caratteriale; a lei nessuno avrebbe teso una mano amica, ma allora... Allora, visto che lo avrebbe desiderato per se stessa, per quale motivo non cercare di aiutare chi le pareva bloccato nella stessa situazione? Perché non invitarlo a mangiare, a fare colazione insieme? Perché non andarlo a trovare, per sapere se stava male oppure...
<< Io non ho paura. >>
<< Perché? >>
Airashi lo guardò dal basso in alto, con una debole traccia di sicurezza nello sguardo ancora appannato dalle lacrime: voleva essere forte, voleva essere forte per lui, che aveva perso il padre, che era un ghoul, che era solo al mondo e non aveva alcun appoggio per non crollare.
Voleva essere quell'appoggio.
<< Perché io mi fido di te, Iram >>.
Il ragazzo, il ghoul, la guardò frastornato, non riuscendo a comprendere appieno il senso di quelle parole: come poteva anche solo essere possibile, una cosa del genere? Sentiva di avere i vestiti zuppi di sangue, l'odore che aleggiava all'interno della stanza era talmente forte da dare la nausea persino a lui, come poteva Airashi ignorare l'assoluto caos che regnava nell'ambiente?Anche se non rimaneva traccia del corpo che aveva sottratto al suo loculo, anche se ormai aveva interamente divorato suo padre... restava il fatto che le tracce del suo pasto erano evidenti. Si staccò di scatto dalla ragazza, dirigendosi deciso verso il bagno e chiudendovisi a chiave, certo che non appena avesse finito di lavarsi e rivestirsi avrebbe trovato l'appartamento di nuovo deserto.
~
<< Tu... Che cosa? >>
<< Mentre ti facevi la doccia, ho pulito >>, rispose semplicemente la giovane, sistemandosi una ciocca di capelli ramati dietro l'orecchio. << A volte mio padre occupa lavatrici intere di vestiti macchiati di sangue, nella maggior parte dei casi è costretto a buttare mezzo guardaroba. Sono abituata a vedere... questo tipo di macchie, ecco tutto >>, continuò, sorridendogli timidamente.
"Già", pensò Iram: "Suo padre per lavoro ammazza quelli come me, dopotutto".
Si mise una mano sulla fronte, ma non riuscì a trattenere una risata: era tutto così... surreale.
<< Ti hanno mai detto che sei una ragazza molto strana, Airashi? >>
Lei tornò seria, e il suo sguardo si fece lievemente malinconico: dopo una manciata di secondi, sul suo viso sbocciò di nuovo un'espressione serena: << Non sai quante volte >>, commentò, sedendosi a gambe incrociate sul tappeto, subito imitata da Iram.
Rimasero a parlare fianco a fianco, come amici d'infanzia: si scambiarono ricordi del passato, richiamando alla mente episodi divertenti, buffi o comici della loro infanzia, scoprendo che, dopotutto, non si notavano le differenze.
"Papà mi prendeva sulle spalle, a volte!"
"Lottavamo sul pavimento, ma vinceva sempre lui!"
"Gli regalavo dei fiori di campo per il compleanno, quand'ero piccola, e lui me li infilava tra i capelli..."
"Facevo da modello per i dipinti di Bacco, così capitava anche a me di finire con un cesto di frutta tra le braccia e una corona d'alloro in testa..."
Risero fino a sera, fino a quando non fu quasi ora di cena.
<< E' tardi, Aira. Faresti meglio ad andare a casa... >>
<< Posso vedere ancora le tue ali? >>
Iram sospirò e le spalancò, facendo attenzione a non rovesciare nessun mobile. Non avrebbe potuto sfasciarne altri.
<< Puoi... Volare? >>
<< Non credo, in compenso mi muovo veloce come le rondini... Le hai mai viste volare? >>
Iram pensò all'apertura alare di cui disponeva. Non era Leonardo e in fisica faceva schifo, ma provò ad immaginarsi planare... Aveva visto degli scoiattoli volanti, in un filmato.
Perché non avrebbe dovuto funzionare?
<< Potrei provare, adesso che mi ci fai pensare... >>
<< A veder volare le rondini? >>
"Non proprio".
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro