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18 - la macchia

Hogwarts
Corridoio dei sotterranei.
23 novembre 1996, ore 8,30 A.M.

Camminiamo a passo spedito per i corridoi.
Tieni il mio polso intrappolato nella mano.
Mi trascini correndo verso il tuo studio.
Mi fai quasi male.
Ma non oso parlare.
Ho addirittura paura di respirare.
E continuo a non capire niente.
Mi sono ritrovata di colpo con il tuo volto paonazzo che mi osservava.
Tu seduto sul letto, immobile.
Con un'espressione di stupore a possederti gli occhi.
Uno stupore mischiato alla paura.
Mi hai intimato malamente di rivestirmi in fretta.
Mi hai dato il tempo di infilarmi a stento i jeans e la camicia bianca.
Una camicia che adesso penzola malamente sul mio corpo, abbottonata solo per metà.
Non hai più detto una parola.
E io ho paura.
Perché non capisco cosa stia succedendo.
Cosa abbia potuto sconvolgerti fino a questo punto.
Incrociamo gruppi di studenti che ci osservarono a bocca aperta.
Con gli occhi sgranati nel vedere l'arcigno professore, il re nero dei sotterranei, trascinare per un braccio l'amica secchiona di Potter, parzialmente svestita.
E a me non importa nulla.
Di loro.
Dei loro mormorii indistinti.
Delle loro risate lasciate sfuggire di nascosto.
A me importa solo di capirti.
Tu, e questo tuo comportamento assurdo che sta continuando a terrorizzarmi.
Raggiungiamo la porta del laboratorio.
Finalmente allenti la presa sul mio polso.

- "Entra!"

Mi intimi freddo.
E io obbedisco, perché non so che altro fare.
Mi ritrovo in piedi, davanti ad un camino che qualcuno deve aver acceso per te, solo poche ore fa.
Immobile.
A guardarti camminare per la stanza.
Ti prendi la testa tra le mani.
Arraffi velocemente dalla libreria alcuni grossi libri.
Li sbatti sul tavolo.
Srotoli con gesti quasi isterici una pergamena.
Lasci che ti possieda interamente la scrivania.

- "Severus... cosa succede?"

Sento la mia voce sfuggirmi dalla labbra.
Ti volti.
Mi accechi con uno suo sguardo gelato.

- "Spogliati!"

Me lo sibili appena, con gli occhi ancora imprigionati sulla carta ingiallita.

- "Cosa?!"

Non capisco.
E lo dico tradendo un accenno di pianto.
Ti riscuoti.
Ti avvicini lentamente.
Con gli occhi immobili, inondati da scintille nere.
Mi raggiungi.

- "Togliti la camicia Hermione, per favore..."

La tua voce è cambiata.
È tornata quella gentile che, solo ieri sera, è riuscita a trascinarmi in territori sconosciuti e straordinari.
Ti guardo per un momento, cercando di decifrare cosa mi stia accadendo intorno.
Comincio a liberare il primo bottone.
Scendo sul secondo, sul terzo.
Mi sfilo la camicia con un briciolo di imbarazzo ad arrossarmi le guance.
Rivelo i miei seni nudi a cui non è stato dato il tempo di farsi coprire dal reggiseno.
Tu mi sorridi.
Di quel sorriso vero che ho visto poche volte.
E a me sembra che l'aria torni a infondermi sicurezza nei polmoni.

- "Vorrei guardarti la spalla, quel simbolo che hai sulla scapola..."

- "La mia strana macchia?"

Chiedo.
Interrompo la tua richiesta.

- "Sì."

Mi rispondi.
Con le labbra contratte dalla tensione e gli occhi quasi privi di luce.
Mi volto lentamente.
Afferro i capelli con una mano per liberare la schiena.
Li faccio scorrere sulla spalla, abbassando leggermente il collo.
Mi lascio guardare.

- "Maledizione!"

È l'unica parola che sento uscire dalle tue labbra.
Ti vedo allontanarti.
Raggiungi la scrivania.
Infili nuovamente la testa in un grosso libro.

- "Cos'ha che non va la mia macchia, Severus... ti prego! Mi stai facendo paura!"

- "Non è una macchia!"

Rispondi di getto.
Senza spostare lo sguardo dalla pergamena che sembra rapirti.
Resto in silenzio.
Continuo a non capire.
Un'inquietudine insidiosa mi sale negli occhi.
Mi accorcia il fiato.
Ti volti verso la libreria.
Afferri un nuovo volume, enorme e vecchissimo.
Lo apri sul tavolo.
Insieme alla confusione che già vi regna indisturbata.
Sfogli velocemente alcune pagine, poi sembri trovare quello che cerchi.
Sollevi lo sguardo fino a portarlo ad incrociare il mio.
Ti avvicini a me, lentamente.

- "Fammi rivedere la tua scapola."

Lo dici, e allunghi una mano per afferrarmi la spalla.
Fai per voltarmi.
E io mi ritraggo di scatto.

- "No!"

Te lo urlo sul viso.

- "Adesso tu mi spieghi cosa sta succedendo. Cos'ha la mia macchia... la mia... cosa... quel diavolo che dici di essere?"

- "Non posso dirtelo, Hermione!"

La tua voce si è fatta impaziente.
Ma non ho intenzione di mollare la presa.

- "Questo è il mio corpo Severus, e se vuoi studiarmi come una cavia da laboratorio, almeno mi devi spiegare che diavolo sta succedendo!"

Te lo dico con rabbia, coprendomi il seno con un braccio e facendo saettare l'altro a raccogliere la camicia dal pavimento.
Faccio per indossarla.

- "È un simbolo..."

Interrompi i miei movimenti frenetici.
E io ti osservo con gli occhi che intuisco velati di stupore.

- "Che simbolo, Severus?"

Fai per aprire la bocca.
Poi scuoti la testa.

- "E non azzardarti a rispondermi che non puoi dirmelo!"

Mi fissi negli occhi.
Io tengo le braccia incrociate al petto con aria di sfida.
Tu prendi fiato.
Poi cominci a parlare, lentamente.

- "Le cose che sto per dirti sono di una segretezza assoluta, Hermione.
Non ti far venire in mente nemmeno per un attimo di correre dal tuo amico con gli occhiali a spiattellargli in faccia tutto quanto.
Intesi?"

Fai una pausa.
Io mi lascio sfuggire prontamente un gesto del capo in segno di assenso.

- "La profezia che tu e i tuoi amichetti avete cercato di proteggere lo scorso anno è falsa!
È stata messa lì apposta da Silente perché Voldemort continuasse a pensare ciò che io..."

Ti interrompi.
Abbassi lo sguardo sul pavimento.
Poi lo alzi nuovamente nei miei occhi.
Prosegui.

- "...che io gli avevo riferito quasi diciotto anni fa.
Che continuasse a credere che Harry Potter fosse il prescelto.
Colui che lo avrebbe sconfitto."

Interrompi il tuo discorso.
Mi osservi per un momento.
Io sento la bocca spalancarsi per lo stupore.

- "Sei stato tu? Perché...?"

Non c'è odio nella mia voce.
Non c'è delusione.
C'è solo curiosità.
E tu sembri ritrovare la forza per continuare a parlare.

- "Non sapevo che sarebbe andato a cercare loro.
Non immaginavo che li avrebbe uccisi..."

Ti fermi un istante.
Incerto se raccontarmi o meno tutta la verità.
Lo vedo.
È come se avessi paura.

- "Se avessi saputo che lui avrebbe ricollegato il bambino nato nel mese di luglio ad Herry, non glielo avrei mai detto.
Anche se all'epoca mi fidavo di lui. Se lo credevo il Salvatore del Mondo Magico.
Perché io... io amavo Lily Evans."

Fai un sospiro profondo.
E io mi sento tramortita.
Da una realtà assurda.
Da un sentimento di cui assurdamente mi scopro gelosa.
Dal tuo viso quasi deturpato da un dolore che non vorresti lasciarmi vedere.
Sembri riafferrare i fili del tuo coraggio. 
Prosegui il discorso.

- "Dovevamo gettate del fumo negli occhi al signore oscuro.
E finché lui fosse stato impegnato a consumare le sue energie cercando di sconfiggere Potter, noi avremmo avuto tempo per decifrare la vera profezia."

- "Quindi l'avete usato come diversivo?"

Te lo chiedo con un velo di risentimento.

- "Non abbiamo avuto scelta, Hermione.
Purtroppo la libertà è più grande di un solo uomo...
E credimi, nessuno può testimoniarlo meglio di me."

Non capisco.
Anche se avverto un filo di paura.
Per cosa potresti dirmi.
Paura di sentirmi confessare quello che già sospetto da tempo.
Che tu sia stato uno di loro.
Che continui a fingerti uno di loro.
Perché so che non puoi esserlo ancora.
Non l'uomo che con rispetto e passione mi ha amata per tutta la notte.
Cambio discorso.
Non so se sono pronta per ascoltare questa storia.
Torno al simbolo.
Al dannato simbolo.
Impresso sul mio corpo.

- "È quindi cosa c'entra il simbolo sulla mia spalla?"

Tu mi guardi in silenzio per un attimo.
Poi prosegui.

- "La vera profezia parla di una traduzione da un antico testo elfico.
Dice che, chi possederà il simbolo, potrà tradurre lo scritto nel quale è nascosta la via per sconfiggere il male.
Un simbolo fatto di cerchi concentrici e di astri intrecciati..."

Mi lascio scappare un urlo.
Porto velocemente una mano sulla scapola.

- "È quello che ho sulla spalla!
Sono tutti cerchi uno dentro l'altro con quei puntini che li circondano sui lati..."

- "Esattamente, Hermione!"

Mi giro.
Osservo la mia vecchia macchia.
Il mio nuovo simbolo.
E il fiato mi si incastra nella gola.

- "Cazzo Severus... guarda!"

Sento il terrore impadronirsi del mio petto.
Ti volti di scatto.
Osservi anche tu la mia spalla.
Spalanchi gli occhi.

- "Che diavolo sta succedendo?"

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