58- Storia di una rissa (p.4)
Wei Wuxian si fece trascinare verso il jingshi con la testa piena di pensieri: doveva essere ancora arrabbiato con Lan Zhan?
Però aveva appena fatto una scenata, era sicuro che l'altro fosse furioso.
Lan WangJi davvero non voleva sposarlo? Dopo il guaio che aveva combinato, non poteva biasimarlo.
I due entrarono nel jingshi, e Lan WangJi fece sedere Wei Wuxian sul letto, chinandosi poi davanti a lui e preparano bende ed erbe medicinali, più una tinozza d'acqua.
C'era silenzio tra loro, il ché metteva a disagio entrambi.
Wei Wuxian stava racimolando il coraggio per parlare per primo, come sempre, chiamando l'altro anche se non sapeva come continuare.
Le dita fredde di Lan WangJi si posarono sulla sua guancia, e prese a strofinare con delicatezza lo zigomo, sul quale c'era un taglio sanguinante che si sarebbe a breve trasformato in un livido.
Gli prese poi anche la mani, pulendo con cura le nocche graffiate, senza profferire parola.
«Lan Zhan...» arrischiò Wei Wuxian chiamando il compagno, che alzò lo sguardo su di lui, aspettando che l'altro continuasse a parlare.
Ma stavolta Wei Ying non sapeva davvero cosa dire: scusarsi gli sembrava d'obbligo, ma al tempo stesso le parole di Lan WangJi erano ancora come aghi appuntiti nel suo cuore, pungevano dolorosamente.
«Lan Zhan, tu davvero...davvero non vuoi sposarmi?» le parole gli uscirono fuori in un pigolio ferito, quasi infantile alle sue stesse orecchie.
Solo dire quella frase gli aveva appesantito il petto e fatto curvare le spalle, la testa bassa e lo sguardo rivolto sulle sue nocche graffiate.
Lan WangJi non rispose.
Allungò invece le braccia, prendendo una con una mano il viso del compagno, mentre con l'altra lo spingeva giù sul letto, mettendosi sopra di lui:«Wei Ying.» bisbigliò il suo nome, chinandosi a baciargli la fronte, scendendo sugli zigomi e sfiorando con le labbra il taglio appena trattato, tracciando con reverenza ogni curva del suo viso.
Le mani di Wei Wuxian si serrarono spasmodicamente attorno all'orlo delle vesti bianche. Gemette, sorpreso dalla piega presa dalla situazione, chiedendosi perché l'altro ancora non gli avesse risposto.
«Lan Zhan, HanGuang-Jun, rispondimi...» esalò.
«Io voglio tutto ciò che vuoi tu. Se credi che sia troppo presto, ritarderemo. Se credi che sia troppo lontano, anticiperemo. Avrei dovuto metterti al corrente delle mie decisioni, e non tenerti all'oscuro.» rispose infine Lan WangJi, separandosi per piantare il suo sguardo chiaro negli occhi del compagno, mostrandogli il suo più profondo pentimento e la più cristallina sincerità.
«Ah, Lan Zhan...» sospirò Wei Wuxian, curvando le labbra e alzando una mano per accarezzare il viso di giada del compagno:«Mi dispiace se ho scatenato una rissa con quel Gran Maestro. Non avrei dovuto: le mie azioni si ripercuotono su tutta la Scuola. Sono profondamente dispiaciuto, scusa.» replicò, arrossendo appena.
Ma Lan WangJi scosse il viso, afferrandogli la mano e tenendola stretta nella sua:«Tra me e te, non c'è bisogno di "grazie" e "scusa"» gli ricordò.
E poi improvvisamente sorrise, e il suo viso si illuminò, sbocciò come il primo fiore della primavera, come la prima stella che sorge di notte.
Wei Wuxian continuava ad innamorarsi di quel sorriso.
«Ci hai protetto.» notò infine Lan WangJi, stringendogli la mano.
«Siete la mia famiglia.» replicò l'altro, come se questo bastasse.
Ed era così: Wei Wuxian aveva sempre dato tutto sé stesso per proteggere le persone a lui care, e lo avrebbe rifatto ogni volta senza pentirsi.
HanGuang-Jun chinò nuovamente il viso, posando la sua fronte su quella del compagno, gli occhi socchiusi.
Rimasero immobili in quella posizione a lungo, lasciandosi cullare dai loro respiri.
«Lan Zhan.»
«Mh.»
«Anch'io ti voglio sposare.»
Lan WangJi spalancò gli occhi, scusandosi per scrutare il viso di Wei Wuxian, che stava sorridendo:«Ti sposerei anche ora, lo sai. Ma aspetterò una settimana per il bene di Zewu-Jun, che sicuramente si sarà scervellato per preparare tutto.»
«Mh.» fu l'unico suono che HanGuang-Jun riuscì ad emettere, sopraffatto.
«Non credi che sia meglio che io lo sappia? Ora potrò andare in giro a vantarmi e potrò aiutare tuo fratello e sarà moooolto più divertente. Quando tu dovrai occuparti delle scartoffie del Clan io potrò architettare il miglior matrimonio della storia! Non sei contento, Lan Zhan? Ci sposiamo per davvero!» la parlantina di Wei Wuxian era tornata a riversarsi nella stanza, inarrestabile, rumorosa, sfrontata: per le orecchie di Lan WangJi non esisteva suono più bello.
Dopo anni di silenzio e sofferenza, quel suo sproloquiare gli riempiva l'anima e il cuore come nient'altro sarebbe mai riuscito a fare.
L'impellente bisogno di baciarlo si fece strada dentro di lui, e HanGuang-Jun obbedì ai suoi istinti immediatamente, interrompendolo posando le labbra contro le sue.
Wei Wuxian cacciò un gemito sorpreso, sciogliendosi tra le mani del compagno e avvolgendosi attorno a lui, un ghigno malizioso stampato in faccia:«Lan Er-gege, per caso mi vuoi adesso?» sussurrò, separandosi per osservare l'altro da sotto le ciglia, leccandosi le labbra rosse.
Era una visione insostenibilmente sensuale, neanche un monaco avrebbe saputo resistervi.
Lan WangJi lo voleva. E lo voleva adesso. Voleva divorarlo.
Lo spinse contro il letto, afferrando le sue vesti e cominciando a togliergliele, mordendolo con decisione alla base del collo, lasciandovi il segno dei denti, e poi scendendo sempre più giù man mano che lo spogliava.
«Lan Zhan, Lan WangJi, mio Lan Er-gege, sei davvero ossessionato da me, ammettilo. Abbiamo scopato ieri notte, per tutta la notte mi hai tenuto sveglio, e adesso eccoti di nuovo qui a mordermi ovunque...ah!, Lan Zhan! Ah!, HanGuang-Jun, sei davvero senza pietà, davvero, mi stai spaccando!»
Le mani di Wei Wuxian stavano artigliando con foga le spalle nude dell'altro: lo attirò verso di sé, allacciandogli con foga le braccia attorno al collo, avviluppandosi attorno a lui e gemendo rumorosamente quando quella posizione si rivelò particolarmente paradisiaca.
«Ah! Lan Zhan!»
«Wei Ying. Non urlare.» ordinò l'altro, posando le mani sui suoi fianchi per tirarselo ancora più vicino, facendogli sfuggire un altro rumoroso ed inequivocabile urlo.
«Ah! Lan Zhan, come puoi chiedermi una cosa del genere! Ah! Mi sbatti così bene che è impossibile non urlare. E poi a te piace sentirmi, no? Ah! Lan Er-gege, ti prego, risparmiami, risparmiami! Non urlerò più. Lan Zhan, ah!» Wei Wuxian, però, non accennava affatto ad essere più silenzioso, si sarebbe potuto sentire a kilometri di distanza. HanGuang-Jun ringraziò il fatto che il jingshi fosse distante dalle zone abitate dal resto del Clan.
«Lan Zhan, Lan Er-gege, mi stai sbattendo così bene! Mmmh! Ah! Solo tu mi scopi così bene, Lan Zhan, non smettere mai di scoparmi. Ah!» gemeva Wei Wuxian, gli occhi lucidi e brillanti, un sorriso malizioso dipinto su quelle labbra rosse per i baci, la pelle pallida imperlata di sudore cosparsa dai morsi e dai segni che l'altro gli stava lasciando addosso.
E Lan WangJi non aveva davvero intenzione di smettere.
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