50- Storia di nuovi ospiti (p.5)
Wei Wuxian stava passeggiando nei recessi dei Meandri delle Nuvole con passo leggero, le mani dietro la schiena, fischiettando una melodia.
Aveva da poco lasciato Lan WangJi alle prese con i discepoli, e aveva deciso di vagare senza meta fino al suo ritorno.
Si sistemò meglio sulle spalle il mantello che Lan Zhan gli aveva regalato per coprirsi dal freddo di Gusu: la temperatura diventava sempre più glaciale, e a Wei Wuxian sembrava che da un momento all'altro potesse nevicare.
«Gongzi!» si sentì chiamare da dietro, e, sorpreso, si voltò.
Non succedeva spesso che i giovani lo fermassero o lo approcciassero così direttamente, sebbene avesse instaurato con loro un bel rapporto.
Il ragazzo che gli stava venendo incontro indossava delle variopinte vesti arancioni, ed era altissimo, un armadio.
Wei Wuxian gli sorrise, salutandolo:«Cosa ti porta qui?» chiese, perplesso.
«Gongzi, volevo chiedervi delle cose circa la coltivazione demoniaca, trovo le vostre lezioni più semplici rispetto a quelle di HanGuang-Jun.»
Wei Wuxian inarcò un sopracciglio, trovandolo strano:«Va bene, dimmi pure.» acconsentì comunque.
«Possiamo...spostarci altrove? Fa freddo qui in mezzo al sentiero.» la piega che stava prendendo quella situazione non era affatto piacevole, ma volendo concedere il beneficio del dubbio, Wei Wuxian guidò il giovane sotto un riparo provvisorio, dove l'aria era più chiusa e quindi meno fredda.
Wei Wuxian si voltò verso il giovane, sorridendo educatamente per poi aprire bocca per chiedergli nuovamente cosa non avesse capito sulla coltivazione demoniaca.
Prima che però potesse parlare, il giovane, che sebbene fosse più piccolo era molto più massiccio di lui, lo aveva violentemente sbattuto contro la parete, afferrandogli i polsi per tenerlo immobilizzato, le labbra sulle sue.
Lo stava baciando con talmente tanta brutalità da fargli male, sentiva il sapore del sangue sulle labbra e le scapole doloranti dopo la botta presa.
Ma più di ogni dolore, sentiva la rabbia.
Non era la prima volta che veniva sbattuto contro un muro e baciato con foga, ma la persona che gli faceva tutto ciò era una e così sarebbe sempre stato.
E non poteva davvero sopportare di essere baciato da qualcuno che non fosse Lan Zhan.
Il giovane lo teneva bloccato col suo corpo, la lingua che si faceva strada nella sua bocca nonostante provasse a tirarsi indietro, ma Wei Wuxian era pur sempre il Patriarca di Yiling.
Alzò un ginocchio e lo colpì con decisione nel suo punto sensibile, facendolo mugolare dal dolore, e separare anche se di poco.
Quel poco bastò per tirare fuori un Talismano, che teneva sempre nelle maniche, e immobilizzarlo.
Fissò due occhi di fuoco su di lui, passandosi la mano sul labbro che l'altro aveva tagliato coi denti.
Gli era improvvisamente venuta voglia di sputargli addosso.
«Questa tua mossa è stata vile, subdola e incredibilmente stupida. Non credere che i tuoi studi proseguiranno qui.» ringhiò ferocemente, prendendolo per la collottola e cominciando a trascinarlo via.
«Non hai l'autorità.»
«Io forse no, ma sarà HanGuang-Jun a spedirti fuori di qui.»
«Lan Er-gongzi non farebbe una cosa del genere per...te! Sei solo la sua puttana.»
Quella cattiveria gratuita e superficiale lo stava facendo arrabbiare più del previsto, mentre un senso di indignazione gli chiudeva lo stomaco.
Quando vide il padiglione della biblioteca in cui aveva lasciato Lan WangJi e gli altri discepoli, ci si fiondò dentro come una furia.
Gli sguardi di tutti si focalizza tono su di lui.
Erano tutti sorpresi nel vedere quel ragazzo in nero, che era sempre stato sfrontato e irriverente, ardere di rabbia, il labbro sporco di sangue e tra le mani quel giovane vestito d'arancio.
Lo depositò ai piedi HanGuang-Jun come un sacco di patate.
Lan WangJi osservò il compagno con le sopracciglia aggrottate in un'espressione di preoccupazione: cos'era che gli aveva fatto perdere le staffe in quel modo?
«HanGuang-Jun! Questo gongzi mi ha immobilizzato senza motivo!» strillò subito il giovane.
La tensione era palpabile nell'aria, tutti si chiedevano cosa fosse successo.
Wei Wuxian emise un risolino beffardo, incrociando le braccia al petto:«Perché non spieghi il vero motivo per cui ti ho immobilizzato?» lo provocò.
Quella figura in nero si stava lentamente trasformando sotto lo sguardo di tutti, acquistando improvvisamente maggiore credibilità e mettendoli in soggezione.
La sua energia era strabordante, il suo carisma magnetico, e non stava facendo niente se non stare al centro del caos.
Il ragazzo non disse nulla, si limitò a lamentare dolori dovuti alla posizione scomoda in cui era immobilizzato.
Gli occhi di Lan WangJi si posarono sul compagno, analizzandolo attentamente e notando solo in quel momento un taglio sanguinante sul suo labbro.
Gli si avvicinò, preoccupato, alzando una mano e prendendogli il viso tra le mani, accarezzando col pollice quella ferita.
«Cosa è successo?» chiese infine ad alta voce.
Wei Wuxian indicò il ragazzo ai suoi piedi, una smorfia di disprezzo in faccia:«Mi ha baciato.» sputò fuori.
Il silenzio calò nel padiglione.
Era tutti pietrificati.
I discepoli del Clan Lan si guardarono tra loro, consci di ciò che sarebbe accaduto.
Gli altri, invece, si scambiarono occhiate compassionevoli: davvero il ragazzo in nero credeva che HanGuang-Jun avrebbe mandato via uno stimato ospite solo per lui?
Con loro somma sorpresa, però, il viso di Lan WangJi si trasformò in una maschera di pura rabbia.
Posò due occhi di ghiaccio sul giovane: c'era una sentenza di morte in quello sguardo.
«Non è vero, HanGuang-Jun, non è vero! È stato lui...lui...a venirmi a pregare di baciarlo...»
«AHAHAH, molto divertente, davvero. Perché mai avrei dovuto farlo?!» replicò Wei Wuxian, le dita conficcate nella carne.
«Perché voi...siete solo un passatempo, HanGuang-Jun deve sposare il Patriarca di Yiling...lui...voi non siete NESSUNO!»
In quell'istante, successero molte cose contemporaneamente.
SiZhui saltò su dal suo posto, furioso.
Lan WangJi fece per scagliarsi contro il giovane per porre fine a quelle stupide ciance.
Wei Wuxian, che aveva previsto la mossa del compagno, allungò un braccio trattenendolo dietro di sé e rivolgendo al ragazzo l'espressione più compassionevole che gli riuscisse.
«Ingenuo, sciocco marmocchio. Io sono il Patriarca di Yiling.» rivelò infine, la voce quasi sibilante.
I discepoli capitolarono, sconvolti: alcuni si coprirono la bocca con la mano, altri si buttarono a terra, altri ancora sgranarono gli occhi.
Il ragazzo in nero che avevano silenziosamente apprezzato e sostenuto, con cui avevano scherzato e riso, e si erano confidati era il Patriarca di Yiling?
Improvvisamente tutto ciò che avevano visto assunse un senso: ecco perché Lan WangJi gli era così legato, ecco perché poteva sedersi accanto al Gran Maestro Lan, ecco perché era così competente!
Sembrò che il giovane avesse ricevuto un secchio di acqua gelata in faccia.
Spostò li sguardo su HanGuang-Jun, che si stava ancora visibilmente trattenendo.
«I-io non...mmmh— ma Lan WangJi lo aveva già silenziato, guardandolo con disprezzo mentre avvolgeva un braccio attorno a Wei Wuxian, attirandolo a sé.
Rimosse il talismano, e al giovane, ancora muto, di concesso di alzarsi.
I suoi occhi stavano tremando.
E poi HanGuang-Jun indicò con una mano l'uscita, un'uscita che sembrava proseguire oltre Gusu, che sembrava raggiungere la fine del mondo:«Fuori.» disse solamente, eppure la rabbia era evidente nel suo tono.
Senza farselo ripetere, il giovane uscì dal padiglione e se ne andò definitivamente dai Meandri delle Nuvole, interrompendo la sua educazione, ma fortunatamente, non la sua vita.
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