26- Storia di una leggenda (p.1)
Quelle persone lo stavano circondando, e lui stava sorridendo: non era il suo solito sorriso allegro e spensierato, un po' scanzonato, decisamente malizioso.
Le labbra erano curvate verso l'alto, ma la luce non raggiungeva i suoi occhi.
Quelle persone lo stavano circondando e inevitabilmente lo stavano portando via.
E lui non si opponeva.
Alzò lo sguardo, solo per incrociare quello dell'altro.
In quel momento, una lama spuntò dall'improvviso in un lampo argenteo, conficcandosi nel suo corpo: quel sorriso si stava macchiando di sangue, quegli occhi si stavano sciogliendo in lacrime.
Allungò una mano, ora tentando di resistere a quella folla che come una marea lo stava portando via, travolgendolo, uccidendolo.
Si aspettava che l'altro allungasse la sua, che almeno emettesse un suono, invece si limitava a guardarlo, immobile.
Wei Ying.
Voleva allungare a sua volta la mano, e prendere la sua.
Voleva dirgli che non l'avrebbe lasciato andare.
Ma le sue labbra erano sigillate, il suo corpo immobile, e non poteva muoversi.
«Lan WangJi!» lo chiamò, tendendosi verso l'estremo, aspettandosi una reazione che non arrivò.
La folla lo stava sommergendo.
WEI YING!
Non poteva fare altro che ripetersi il nome nella sua mente, lottando intro sé stesso e contro il suo corpo per muovere almeno un muscolo, per avvicinarsi a lui anche di un passo.
In ogni caso, era ormai troppo tardi: la folla lo aveva spinto giù, sopraffacendolo come le onde del mare che trascinano verso il fondale un nuotatore inesperto.
Non rimaneva più nulla di lui, tranne le grida che chiamavano il suo nome, come se quelle fossero ancora tese verso di lui, alla ricerca di una risposta.
Una risposta che non c'era.
«Wei Ying!» Lan WangJi si alzò all'improvviso, scattando seduto sul letto, la vista annebbiata e la mano tesa in avanti, come a voler afferrare quella dell'altro.
Si guardò attorno frastornato, smarrito, tentando di mettere a fuoco la realtà: aveva il respiro affannato e non riusciva a ritrovare il controllo.
«Lan Zhan?» al suo fianco, Wei Wuxian si era svegliato quando aveva sentito il compagno muoversi, e gridare il suo nome.
Preoccupato, si portò indietro i capelli che gli ricadevano sulle spalle nude, e posò con delicatezza una mano sulla schiena piena di cicatrici di Lan WangJi.
Era insolito che Lan WangJi avesse incubi, e questo rendeva Wei Wuxian estremamente nervoso.
Prima che potesse chiedere qualcosa, il compagno lo aveva già avvolto tra le sue braccia, stringendolo forte, il respiro spezzato.
Wei Wuxian non poté fare altro che ricambiare la stretta, accarezzandogli la schiena delicatamente, smarrito, sentendo quasi le ossa spezzarsi tra quelle braccia:«Lan Zhan?» lo chiamò di nuovo, incerto.
«Sei qui...» gli sussurrò l'altro contro la pelle nuda, mentre il respiro tornava piano piano a stabilizzarsi.
«Sono qui.» ripeté Wei Wuxian, tentando di rassicurarlo e stringendolo più forte.
Lan WangJi si separò per primo, allontanandolo e squadrandogli il viso.
In risposta, Wei Wuxian gli sorrise, allungando una mano e posandola sua sua guancia di giada.
«HanGuang-Jun ha fatto un brutto sogno?» gli chiese, tentando di tirarlo su di morale e cominciando a scherzare.
«Ti stavano portando via.» sussurrò l'altro in risposta.
Wei Wuxian si immobilizzò: non si aspettava che Lan WangJi cominciasse a raccontargli il sogno:«C-cosa?» balbettò.
«Ti stavano portando via. Tu cercavi il mio aiuto, ma io non riuscivo a muovermi, e nemmeno a parlare. Non ho potuto fare nulla.»
Wei Wuxian allacciò le braccia attorno al collo dell'altro:«Lan Zhan, era solo un sogno.»
«Non permetterò che ti portino via.»
«Lo so. E io non andrò da nessuna parte senza il mio Lan Er-gege.» gli rispose, pacato ma serio.
«Mh.»
«Non hai nulla di cui preoccuparti, davvero.»
La mano di Lan WangJi gli accarezzò con dolcezza lo zigomo, scendendo sulla guancia e ripercorrendo la linea delle labbra, che erano ancora rosse per i baci.
Il suo sguardo era oscuro, ancora non del tutto tranquillo, ma si distende nuovamente sul letto, lasciando che Wei Wuxian si accoccolasse nell'incavo della sua spalla.
«Lan Zhan, quando saremo sposati, potremo dormire una notte all'aria aperta.» gli sussurrò Wei Ying, assonnato, alzando il braccio come per toccare il soffitto che lo separava dal cielo.
«Mh.»
«É così bella sera, quando ci sono le stelle. Vedrai, ti piacerà.» mormorò ancora, prima di sbadigliare e far ricadere il braccio e addormentarsi di nuovo.
Lan WangJi, invece, rimase sveglio tutta la notte, accarezzando Wei Wuxian e lasciandosi rassicurare dal calore della sua presenza: non voleva che se ne andasse. Non avrebbe permesso a nessuno di portarlo via, non di nuovo.
Quando alle nove tentò di svegliarlo, il compagno fu meno restio del solito, e dopo un'intensa sessione di baci si lasciò facilmente convincere.
«Lan Zhan, secondo te i giovani si stanno divertendo? Ieri sono andati a caccia notturna e dovrebbero tornare stasera: chissà che tipi di mostri avranno incontrato. Possiamo andare a dare una sbirciatina, vero?» gli chiedeva insistentemente mentre si lavava, sporgendosi dalla vasca e lanciandogli occhiate maliziose, ignorando il fatto che lui stesse correggendo gli scritti degli stessi giovani.
«Mh.» rispose, nascondendo un sorriso quando lo sentì esultare.
Dopo ciò, il Patriarca di Yiling fu svelto a vestirsi, e quando uscì fuori dal jingshi si stava ancora legando i capelli col nastro compratogli da Lan WangJi.
Si appese al suo braccio, ed insieme si diressero a Caiyi.
Wei Wuxian rise e si divertì a girare fra le bancarelle, facendo complimenti alle ragazze e mostrando tutto orgoglioso il suo promesso, chiaccherando con i giovani locandieri e rimediando alcool a volontà.
«Non è bellissimo il mio HanGuang-Jun?»
«Sì, davvero!» cinguettavano le fanciulle.
«Vero? E pensate che tra poco sarà mio marito!»
«Anche voi siete bello, gongzi.» replicava qualcuna più sfrontata, facendo irrigidire Lan WangJi e ridere Wei Wuxian.
«Ma HanGuang-Jun è molto più bello di me! Se fosse semplicemente grazioso, come me, non gli dareste una seconda occhiata, invece è proprio bellissimo!»
Tuttavia il sorriso gli morì sulle labbra quando in lontananza vide sparato lo stemma del Clan Lan, seguito poi da quello del Clam Jiang.
Serrò le dita sul braccio di Lan WangJi, diventando improvvisamente serio.
I giovani dei clan di erano riuniti per una caccia notturna che sarebbe finita quella sera: se inviavano segnali, significava che avevano bisogno di aiuto e che quindi erano incappati in qualcosa che non erano in grado di gestire.
La preoccupazione trasformò il viso di Wei Wuxian, rendendogli lo sguardo serio e affilato.
Lan WangJi distolse gli occhi da quell'espressione che trovava sensuale, anche lui teso.
Sfoderò bichen, e insieme i due si diressero verso il luogo indicato dai giovani.
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