24- Storia di una proposta (p.6)
«Aish, Lan Zhan! Mi fa male ovunque!» si stava lamentando Wei Wuxian, mentre i due attraversavano Caiyi fianco a fianco.
In tutta risposta, Lan WangJi sorrise, facendo boccheggiare Wei Wuxian per l'indignazione: non solo non era stato affatto gentile, ma ora rideva pure soddisfatto.
«Lan Zhan! Sei senza cuore! Come puoi ridurre così il mio povero fragile corpo e poi riderne! No, ho deciso: fino al matrimonio non ti è permesso avvicinarmi.» lo rimproverò, montando su Piccolo Melo e tirando fuori il dizi.
«Ogni giorno significa ogni giorno.» gli ricordò Lan WangJi, guardandolo di sbieco.
Wei Wuxian gli puntò contro il dizi come fosse una bacchetta:«Se non sei carino con me, non ci sarà nessun ogni giorno. Come ci arrivo, vivo, al giorno delle nozze, se non riesco nemmeno a muovermi?»
Lan WangJi non rispose, e Wei Wuxian rise internamente: poteva chiaramente vedere la frustrazione dipinta su quel viso impeccabile.
Si allungò sinuosamente verso di lui, sorridendo malizioso:«Se mi chiami "gege", però, potrei pensarci su.» gli disse, battendo le ciglia.
Sapeva che Lan WangJi sarebbe morto piuttosto che usare quel nomignolo smielato.
«HanGuang-Jun! Wei qianbei!» la voce di SiZhui attirò l'attenzione di entrambi.
Il giovane si trovava davanti ad un bordello, e sventolava un braccio nella loro direzione.
Alla vista delle tende sgargianti che coprivano l'entrata, Lan WangJi aggrottò le sopracciglia, ma non disse nulla.
Alla fine, per prendere le misure di Wei Wuxian avevano deciso di rivolgersi ad un contatto di HuaiSang, che era esperto in abiti da matrimonio e che sapeva bene come giostrarsi tra tessuti rossi e ricami dorati.
Nessuno aveva pensato che il contatto del Gran Maestro Nie si trovasse in un bordello, e l'unico che non sembrava a disagio era Wei Wuxian, che appena incontrò il gruppetto si mise a chiacchierare e ridere allegramente, non menzionando i dolori di cui prima si era lamentato con HanGuang-Jun.
Quest'ultimo stava osservando con insistenza le fanciulle affacciate alle finestre, che avevano gli occhi puntati su di loro, incuriosite da quegli illustri cultori che sostavano davanti a quella loro casa del piacere.
«Giovane Maestro, volete salire a farmi compagnia?» chiese una di loro, sorridendo a Wei Wuxian, che in risposta rise e sventolò una mano, salutandola.
«Sto per sposarmi, non posso proprio!» replicò.
«Congratulazioni!» esclamò allora lei.
HanGuang-Jun era ad un passo dall'esasperazione.
Sì chiese cosa avesse fatto di male nella vita precedente per innamorarsi di un tale così sensuale e scherzoso da attirare l'attenzione di chiunque gli posasse gli occhi sopra.
«Wei Xiong, Gran Maestri, Giovani Maestri! Scusate per il ritardo.» arrivò Nie HuaiSang, trafelato, inchinandosi velocemente davanti a Jiang Cheng, Lan XiChen, i giovani e i due promessi.
Posò distrattamente la mano sul braccio di Wei Wuxian, guardando all'interno del bordello e annuendo tra sé:«Dovremmo entrare. Ci vedremo dopo, HanGuang-Jun!» decise dopo, dando una spintarella a Wei Wuxian.
Lan WangJi non voleva davvero lasciarlo andare, non in quel posto, non senza di lui, non con quelle persone che lo guardavano ammaliate.
La strana voglia di prendere Wei Ying e di nasconderlo si impossessò di lui, e serrò la presa su bichen.
Wei Wuxian sorrise, cosa che rese quella separazione ancora più difficile:«Non ti preoccupare, HanGuang-Jun, non accadrà nulla di scandaloso!» lo rassicurò, sventolando il braccio mentre veniva trascinato nel bordello.
Come ultima cosa, agguantò un fiore posto in un vaso lì vicino, e glielo lanciò con grazia.
Lan WangJi prese quel regalo con delicatezza, seguendo fino all'ultimo con lo sguardo lo scintillio di quegli occhi birbanti.
Infine, sospirò, incasso le spalle, prese Piccolo Melo e si allontanò.
«HuaiSang, perché il tuo contatto si trova in questo bordello? Perché conosci così tanti bordelli? Sono luoghi che frequenti abitualmente?» ciarlava intanto Wei Wuxian, senza ottenere l'attenzione del Gran Maestro Nie ma portando Jiang Cheng all'esasperazione.
Lan XiChen invece sembrava quasi rilassato, mentre oltrepassavano la folla di ragazze e si inoltravano tra i corridoio più stretti e appartati.
«HuaiSang, non ci avrai portato qui per ucciderci, spero.» scherzò Wei Wuxian, eppure nel suo tono era chiaramente percettibile la minaccia velata.
Non poteva davvero essere tranquillo, accanto al Gran Maestro Nie, che aveva architettato la propria vendetta con tanta minuzia e tanta pazienza fino a poco tempo prima, portando alla rovina e alla morte Jin GuangYao.
Il Patriarca di Yiling e il mondo della coltivazione avevano deciso di archiviare e quasi dimenticare quel caso, alcuni perché ritenevano improbabile che proprio il signor "non-ne-so-niente" della Scuola Nie avesse complottato un piano talmente rifinito da poter essere definito perfetto.
Ma in quel momento, tutti stretti in un angusto corridoio poco illuminato, Wei Wuxian sentì rinascere il vago sospetto accantonato.
HuaiSang sorrise, nascondendo il viso dietro al ventaglio:«Non dire assurdità, Wei Xiong: non vi farei mai del male.» li rassicurò, continuando a procedere ed infine fermandosi davanti ad una porta chiusa.
Bussò delicatamente, aspettando solo qualche secondo prima che una voce dall'interno gli desse il permesso di entrare.
Il Gran Maestro Nie entrò per primo, subito seguito dagli altri, che spalancarono gli occhi, guardandosi attorno sorpresi.
Sì trovavano in un'ampia stanza, la luce non entrava da nessun'apertura, non essendoci finestre, ma le candele erano talmente tante da non mettere in ombra nulla. Valanghe di stoffe erano gettare alla rinfusa per tutta la camera, e la rendevano coloratissima e vivace: c'era il rosa, l'arancione, un intenso viola, un delicato azzurro, il bianco, del verde, il nero, il rosso.
Al centro della stanza, distesa su un letto, c'era una fanciulla bellissima dai capelli scuri come l'ebano e le vesti così sottili da mostrare le sue curve sinuose.
Si alzò con eleganza, spostandosi i capelli su una spalla e chinandosi per agguantare una veste esterna più coprente, ma che comunque indossò distrattamente, adocchiando i nuovi arrivati con un sorriso malizioso.
JingYi stava per sbavare, mentre Jin Ling aveva gli occhi sgranati e si aggrappava alla manica di SiZhui, che era arrossito.
Jiang Cheng e Lan XiChen stavano facendo di tutto per non guardare la ragazza, ma la sua bellezza e la sua delicatezza erano tali che era impossibile distogliere lo sguardo.
«Gran Maestro Nie, non ci vediamo da parecchio tempo, cosa vi porta qui, oggi?» chiese, e anche la sua voce era bellissima, un miele, un balsamo, di una musicalità squisita.
Osservò attentamente uno per uno i presenti, sorridendo di chi non osava guardarla e di chi invece la stava fissando con insistenza, e poi il suo sguardo si posò su Wei Wuxian.
Dal canto suo, il giovane aveva la mani dietro la schiena, e osservava divertito le espressioni esileranti del gruppetto: aveva lanciato giusto un'occhiata alla bellissima fanciulla, perché per quanto potesse essere stupenda, ai suoi occhi non era comunque paragonabile ad HanGuang-Jun.
La ragazza lo squadrò attentamente: i capelli scompigliati legati in una coda grazie al solito nastro rosso, un sorriso capace di sciogliere la pietra e uno sguardo colmo di malizia e divertimento, le vesti nere come la pece e, al fianco, il dizi.
La fanciulla sbiancò, e la il gelo calò nella stanza che era stata fin troppo bollente fino a poco prima.
«Il Patriarca di Yiling...» esclamò infine, sconvolta, la voce ridotta ad un sussurro.
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