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2- Storia di una vita passata (p.1)

Appena entrato nel jingshi, Wei Wuxian si catapultò sul letto di Lan WangJi, sospirando estasiato.
Era un letto semplice e pratico, come tutto ciò che era presente ai Meandri delle Nuvole, ma odorava di Lan Zhan- quell'aroma di sandalo permeava l'aria e ogni superficie della stanza- , e per Wei Wuxian andava bene così.

«Lan Zhan, vieni sul letto e riposiamo un po': abbiamo viaggiato così tanto, non c'era neanche Piccolo Melo a farci compagnia, sarai di certo stanchissimo. Vuoi dormire con me, Lan Er-gege?» chiese Wei Wuxian, sbattendo le ciglia e curvando le labbra verso l'alto, i capelli scompigliati e i vestiti scuri stropicciati, sdraiato sul letto con una mano dalla pelle liscia tesa verso il compagno.

Lan Zhan distolse subito lo sguardo da quell'irresistibile concentrato di sensualità.
Wei Wuxian era, per qualche motivo, stranamente nervoso, e Lan Zhan non aveva intenzione di non affrontare il problema crogiolandosi in baci e carezze.

«Wei Ying.» lo chiamò.

L'altro lo guardò da sotto le lunghe ciglia, sorridendo malizioso.
«Cosa c'è che non va?» chiese senza giri di parole Lan Zhan.

Il sorriso traballò un attimo, ma si ricompose subito.
Wei Wuxian si alzò, dirigendosi verso Lan WangJi:«Non c'è niente che non vada, Er-gege, davvero. Ora, se vuoi, potremo stenderci un attimo e tu potresti prenderti il tuo "ogni giorno". No?» ripose, accarezzando con un dito Bichen.

Lan Zhan sapeva di stare per svenire, sapeva che avrebbe perso il controllo a breve, quindi cominciò a ripetere le quattromila regole del Clan di Gusu a mente, scrutando attentamente gli occhi del compagno.

«Wei Ying!» sibilò, allontanando Bichen dalla sua presa e afferrandogli invece il polso.

Wei Wuxian sospirò, socchiudendo le palpebre ed evidentemente arrendendosi.
«Va bene, Lan Zhan, farò quello che vuoi tu: cosa vuoi sapere?»

«Cosa c'è che non va.» ripeté Lan WangJi, pacato.

Wei Wuxian si voltò, dandogli le spalle e liberando il suo polso, incrociando le braccia e facendo spaziare lo sguardo sul panorama che Gusu offriva.

«Niente di serio, Lan Zhan. Mentre eravamo a Caiyi ho sentito dire che ai Meandri delle Nuvole girano voci su alcune cose successe ai Colli dei Sepolcri, tutto qui. Saranno solamente chiacchere.» rispose finalmente.

Lan WangJi serrò le labbra, osservando la schiena di Wei Wuxian.
Dalla sua reazione, sicuramente non erano "solamente chiacchere".

«Che voci?» chiese quindi.

«Nulla di importante.»

«Che voci?» ripeté.

«Solo...voci.»

«Wei Ying!»

«Lan Zhan!» replicò Wei Wuxian, voltandosi infine verso il compagno.

Si guardarono negli occhi, ed entrambi capirono che non si sarebbero mossi dalle loro decisioni.
Lan Zhan voleva assolutamente sapere.
Wei Ying non avrebbe detto assolutamente nulla.

Infine, Wei Wuxian sospirò e si gettò tra le braccia di HanGuang-Jun, che lo accolse come sempre.
«Davvero, Lan Zhan, non c'è bisogno di preoccuparsi. Saranno solo stupide chiacchere, lascia perdere.» mormorò contro la sua spalla.

Scostandosi, Wei Wuxian sorrise, sebbene l'inquietudine non fosse scomparsa dal suo sguardo.
E Lan Zhan, che era arrivato alla regola tremila novantanove, rifiutò di ripetere l'ultima e lo baciò.

Sentì le labbra del compagno curvarsi verso l'alto mentre si tendeva con slancio verso di lui, cominciando a giocherellare con il nastro del clan Lan.

«Pensi che faremo in tempo a trascorrere in po' di tempo insieme, prima che i bambini vengano a disturbarci e vedano cose che non dovrebbero vedere?» domandò Wei Ying, scostandosi dal viso di Lan Zhan e leccandosi le labbra, gli occhi che scintillavano di malizia.

Lan WangJi allungò una mano e la posò sulla guancia arrossata di Wei Wuxian, sorridendo appena.
Per Wei Wuxian non esisteva, né sarebbe mai esistita, cosa più bella e più chiara di quel sorriso.
E sapeva che erano tutti suoi.

Senza rispondere, HanGuang-Jun lo adagiò sul letto, e Wei Wuxian si affrettò a tirarlo giù verso di sé, mentre le mani dell'altro gli slacciavano le vesti, scoprendogli la pelle.

Le labbra di Lan WangJi baciarono e morsero ogni centimetro di pelle nuda, facendo ridacchiare e gemere Wei Wuxian, che intanto aveva liberato Lan Zhan del suo nastro frontale e adesso si accingeva a togliergli i vestiti.

Proprio quando le sua mani birichine si erano insinuate dentro le vesti, un insistente vociare rumoreggiò fuori dal jingshi.

Lan Zhan alzò subito il capo, scomposto e con un pelo di rammarico, allontanandosi da Wei Wuxian e riaggiustandosi i vestiti che non aveva nemmeno fatto in tempo a levarsi.

Wei Wuxian abbandonò la testa contro il letto, lagnandosi mentre si rivestiva approssimativamente.
Annodò distrattamente la veste, superando Lan WangJi e precipitandosi all'ingresso del jingshi, aprì la porta con un sorriso enorme, ritrovandosi davanti una marmaglia bisbigliante di ragazzi della Scuola Lan, SiZhui e JingYi in prima fila.

«Wei gongzi!» esclamarono tutti appena lo videro.
Alcuni arrossirono quando notarono i segni dei morsi sparsi sulla pelle in vista, ma lui sembrava non curarsene ed essere invece felicissimo di averli tutti attorno a lui.

«A-abbiamo interrotto qualcosa?» chiese JingYi, con una smorfia malcelata.

Wei Wuxian gli diede una pacca sulla spalla, ridacchiando, l'inquietudine di poco prima ormai praticamente dissipata:«Certo che sì! Cosa pensate che dovessimo fare io e HanGuang-Jun nel jingshi ? Prendere del thè? Mangiare uno dei vostri brodini?» rispose.

JingYi boccheggiò, scandalizzato, e SiZhui spalancò gli occhi.
Wei Wuxian poteva giurare di aver visto qualche ragazzo avere un mancamento.
Si divertiva troppo a prendere in giro i discepoli della Scuola Lan.

«Wei Ying.» lo chiamò una voce pacata alle sue spalle, e Wei Wuxian sentì il tocco delicato di Lan Zhan tirargli su la veste che era scivolata lungo le sue spalle, scoprendogliele.

Quando i discepoli videro il loro HanGuang-Jun, l'emblema della perfezione e della via illuminata, parvero sospirare.
D'altronde, anche Wei Wuxian avrebbe sospirato per la bellezza del suo uomo, così candido ed etereo nelle vesti bianche.

«Oh, suvvia Lan Zhan, vedere un po' di nudità non gli farà male!» scherzò, facendo svenire un altro paio di discepoli.

JingYi spalancò la bocca, e SiZhui, con un sorriso rassicurante, gli diede una spallata per fargliela chiudere.

Lan WangJi, intanto, era rimasto impassibile, immobile, a guardare Wei Wuxian:«Non la tua.» sentenziò infine.

Se Wei Wuxian aveva fatto svenire qualche discepolo del Clan Lan, con quella frase HanGuang-Jun distrusse tutti i rimanenti.
Anche Wei Ying pensò di svenire.

«Wei Qianbei...» lo chiamò infine SiZhui, salvando la situazione.
Wei Wuxian si voltò verso di lui e gli regalò il miglior sorriso che avesse, sinceramente felice:«Aaaaah, SiZhui, quanto tempo! Come vanno i tuoi studi? Ho un'idea geniale per i tuoi futuri progressi. Vi farò diventare dei coltivatori fantastici. Vero, Lan Zhan?»

«Mh.»

Wei Wuxian rise, stringendo appena la stoffa di Lan WangJi come saluto, prima di inoltrarsi tra la coltre di ragazzi smaniosi di imparare dal Patriarca di Yiling.

A capo del gruppetto, l'unica macchia di colore scuro tra l'accecante bianco delle vesti di Gusu, si allontanò, seguito dai giovani.

Lan WangJi rimase sulla soglia del jingshi, osservandoli allontanarsi.

Quando non furono più visibili, uscì dal jingshi, dirigendosi verso le stanze di suo zio: voleva assolutamente sapere che voci girassero ancora sul Patriarca di Yiling, e se Wei Wuxian non voleva dirglielo, l'avrebbe scoperto da solo.

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