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Capitolo 43

IVAN' S POV

La festa più devastante della mia vita. Mi risvegliai a giorno inoltrato con un forte mal di testa e una sete incontrollabile. Tastai sul comodino alla ricerca del cellulare ma non lo trovai, al suo posto trovai un bigliettino. A giudicare dalla scrittura femminile doveva essere di Sara, Davide ha una scrittura decisamente più disordinata.

"Ti ho preparato l'acqua e un'aspirina, so benissimo come si affrontano questi risvegli. Il cellulare l'ho preso io, non si lascia un cellulare ad un ubriaco. Succedono cose strane." Lessi con un sorriso sincero quelle poche parole che mi fecero comprendere quanto mi fossi sbagliato al primo incontro. È una ragazza genuina, sincera e non è niente male fisicamente parlando ... in più ora è anche single e ha la mia età. Avrei meno fortuna vincendo un terno al lotto. Presi la medicina e mi alzai. Mi resi conto solo allora che indossavo solo i pantaloni di un vecchio pigiama di mio fratello, ricordo ancora quando lo indossava, aveva la mia età. Cercai nella valigia un paio di pantaloni più consoni è meno imbarazzanti ed iniziai a togliere quel orrendo capo d'abbigliamento quando la porta si aprì non troppo delicatamente.

I: < Ma che ..... Davide! Stai .... SARA?!> vidi la ragazza coprirsi il viso con le mani e farsi rossa in viso. Mi affrettai a rivestirmi mentre mio fratello rideva come se niente fosse.

D: < Fratellino ti sembra questo il modo? Abbiamo una signora con noi e altre 2 ti aspettano per pranzo quindi muoviti!>

Infilai la maglietta e uscii dalla stanza dando di proposito una spallata a mio fratello. Sempre il solito idiota, ci credo che l'angelo al suo fianco non vuole saperne più niente. Scendendo le scale sentii i due discutere a bassa voce ma non diedi troppo peso. In cucina ci aspettavano Giulia, Federica e Riccardo.

S: < Ma Laura e Luca non sono ancora arrivati?>

D: < Chissà che staranno facendo a casa da soli quei due ...> ridemmo tutti a quella affermazione. Ora capisco perché Luca e mio fratello erano così amici.

SARA'S POV

Davide era sempre il solito scemo. La vicinanza con Luca lo stava peggiorando sempre di più. Ivan ci guardava divertito, anche se il suo sguardo aveva un non so che di strano .... Gli sorrisi e distolse immediatamente lo sguardo. Che strano.

G: < Allora ragazzi programmi? Io e Riccardo avevamo pensato di portare Fede a fare un po' di sano shopping ... vi unite a noi?>

D: < Io purtroppo non posso, ho un incontro con Claudio e alcuni discografici .... Sai l'uscita dell'album incombe. Anzi Sara ti dispiace stare con Ivan? So che devi lavorare ma ... mi sento più tranquillo a sapere che c'è lui con te in quel locale.>

Cercai di fermare Davide prima che facesse scoprire tutto. Ok volevo rivelare la verità ma .... Non gliene avevo ancora parlato. Lui ovviamente non colse al volo i miei segnali così dovetti improvvisare.

S: < Certo Davide non vedo l'ora di fare da baby sitter al tuo fratellino. Ah no scusa deve farmi lui da baby sitter .... Cosa c'è? Hai paura che vedendo l'ufficio di Andrea io abbia un crollo emotivo? O magari che ci possano essere foto mie e sue nascoste in quella stanza che potrebbero farmi avere nostalgia dei vecchi tempi? .... Io non ho bisogno di nessuno!> era così difficile urlargli contro .... Avevo le lacrime agli occhi, tutti avrebbero pensato che erano per la rabbia ma in realtà piangevo perché non volevo farlo. Ero stanca di litigare con Davide. Eppure quello più ferito parve essere Ivan.

I: < Nessuno qui ha bisogno della baby sitter ma magari posso aiutarti con l'attrezzatura, sai ho accidentalmente letto la tua agenda lì sul tavolo e ho visto che hai un servizio in giro per la città per un'agenzia di viaggi. A me farebbe molto piacere aiutarti.>

Quel ragazzo era così genuino e innocente, quasi mi dispiaceva dovergli mentire. Mi ripromisi di parlare con Davide al più presto. Feci segno di assenso al ragazzo, dopodiché corsi a cambiarmi .... come al solito stavo facendo tardi.

R: < Non cambierai mai scimmietta!>

Scesi poco dopo con il borsone in spalla.

S: < Bene, mio fedele assistente è ora di andare. Dimmi hai la patente?>

I: < Ehm si .... >

S: < Bene allora guidi tu. Io sarò il tuo navigatore. > per tutta risposta il ragazzo prese la mia attrezzatura e rubò le chiavi a suo fratello.

D: < Ehi e io come vado?>

S: < Ti accompagniamo noi basta che ti sbrighi.>

Salimmo in macchina e fra me e Davide partirono gli sguardi sfuggenti. Arrivati davanti casa di Claudio, cercai di nascondermi meglio possibile e per fortuna passai inosservata. Quando ero sicura di essere fuori dalla portata del manager di Davide, senza far fermare Ivan, presi posto al suo fianco.

S: < Scusami ma non mi va proprio di farti fare il taxi. Così va molto meglio! Ora innanzitutto andiamo allo studio, parlo con Manuel così ti presento anche e poi lasciamo la macchina al parcheggio sotterraneo e giriamo per Verona a piedi. Sicuro di sentirtela? Dovrai portare il tre piedi in giro per mezza città e so benissimo quanto sia scomodo.>

I: < Il fatto che tu lo sappia mi incentiva a farlo. Non mi piace vedere una ragazza come te fare simili sforzi, so che vuoi essere indipendente e mi meraviglio che mio fratello non lo abbia capito..... prendila come una punizione per ciò che è successo ieri alla festa.>

S: < Le punizioni dovrebbero essere un peso non le puoi decidere tu.>

I: < Vorrà dire che mi lamenterò tutto il tempo per quanto sei cattiva.> non potei fare a meno di ridere mentre attaccavo il mio telefono alla calamita così che il percorso sul navigatore fosse ben visibile. Arrivammo allo studio di Manuel in un baleno, il ragazzo era una scheggia .... eppure aveva una guida sicura degna di un istruttore di scuola guida. Manuel come da manuale ci venne incontro e mi porse la mano affinché io gliela stringessi, non potendo fare a meno di lanciare sguardi diffidenti al mio accompagnatore. Da quando avevo deciso di raccontargli la verità su Andrea e me era diventato un altro. Non si permetteva più di prendersi strane confidenze perché temeva io lo rifiutassi, compromettendo il lavoro, ma allo stesso tempo aveva sviluppato un istinto da fratello maggiore che lo spingeva a non fidarsi di chiunque mi si avvicinasse.

S: < Manuel lui è Ivan, il fratello di Davide. È qui perché sono la sua carceriera dopo la bravata di ieri e quindi sarà il mio assistente.>

M: < Auguri amico.> furono le uniche parole che gli rivolse, dopodiché mi lasciò il foglio con i posti da fotografare e si volatilizzò nella camera oscura. Nonostante fosse ormai tutto digitalizzato, di comune accordo avevamo deciso di aggiungere quel tocco di tradizionalità, come a voler stabilire il nostro marchio di fabbrica.

I: < Posso dirmi spaventato? Cosa intendeva con "auguri amico"?>

Cercai di fare un ghigno malefico che però dovette risultare divertente data la reazione di Ivan. Dovevo far paura non far ridere!

Ci caricammo di tutte le attrezzature e lessi il foglio anche al mio "assistente"

S: < Allora le tappe descritte sono tutte legate alla tragedia di Romeo e Giulietta, dal ponte del famoso duello, passando per la tomba di Mercuzio, la casa di Giulietta con relativa statua e balcone.>

I: < Io direi, se posso, di ricostruire la storia a ritroso, quindi partire dalla tomba di Giulietta, le mura che dividevano Verona dal resto, la tomba di Mercuzio, il ponte, la casa di Giulietta e infine quella di Romeo.>

S: < Interessante itinerario.... credo che Manuel apprezzerà e anche chi ci ha commissionato il lavoro.>

Quel ragazzo aveva talento da vendere, oltre che una strana luce negli occhi.   

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