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Capitolo 27

Davide's pov

Sono passate settimane ormai dalla partenza di Sara. Dopo la rappresentazione di Anastasia, avendo finito il suo ultimo lavoro da fotografa, la poverina ha deciso di attaccare l'obiettivo al chiodo e allontanarsi il più possibile da Andrea .... Solo che questo vuol dire anche allontanarsi da tutti noi.

L: < Davide sono ore che hai il computer acceso .... Allora che fai parti o no?>

D: < Come reagirà vedendomi? Magari non vuole più vedere nemmeno me. Hai visto come era arrabbiata? >

L: < Davide la conosco come se fosse mia sorella .... Le farà solo piacere vederti.>

Lu: < E così smetterai di fissare quel foglio ..... Hai solo qualche nota scribacchiata ...>

Purtroppo avevano ragione, da quando se n'era andata Sara avevo perso anche l'ispirazione. Claudio stava aspettando paziente l'ultimo singolo che volevo scrivere da solo ma .... avevo perso le parole oltre che la voglia di scrivere.

L: < Davide una sola cosa devi fare, parti e riportala da noi.>

Anche per Laura la sua partenza è stata un duro colpo. A dir la verità anche io vorrei tornare nel mio paese, dire addio a tutto ma sento che ormai sono troppo attaccato a Verona e a tutti i miei amici per lasciarli soli. Decisi di fare la cosa più folle che mi passasse nella mente. Cliccai sullo schermo del mio portatile e prenotai quel benedetto biglietto. Ero deciso. Se lei non vuole tornare, io rimarrò lì per lei.

Le valige erano pronte. Biglietto alla mano, scesi nel salone. Era un dejà vu. Laura abbracciata a Luca con le lacrime agli occhi mentre Luca cerca di mostrarsi forte per entrambi. Altro colpo al cuore.

R:< Davide tornerai vero?>

D: < Non lo so Ric. Spero di si ma non voglio tornare solo, o torniamo insieme o niente.>

Salutai tutti e mi avvicinai alla porta quando sentii tirarmi la manica della giacca. Era Laura.

L: < Davide, riportacela indietro! Abbiamo bisogno della nostra fotografa.>

Le sorrisi e partii, deciso a convincerla.

Prendere il treno era una cosa che non mi era mai piaciuta. Scomodo e affollato. Ma per la mia scimmietta nemmeno questo mi fermava. Scesi a Roma dove, secondo gli aggiornamenti di Instagram, aveva deciso di prendere un monolocale per non gravare di nuovo sui suoi genitori. Non riuscivo ad immaginare una persona tanto fragile da sola in una grande città. Continuai a pensarci per tutto il viaggio in metro, mentre nelle cuffie suonava la melodia che avrebbe dovuto fare da base al mio nuovo singolo, forse in cerca di parole. Controllai il cellulare per assicurarmi di ricordare l'indirizzo. Sul treno le avevo mandato un messaggio, fingendo un viaggio casuale a Roma e Sara si era dimostrata disposta ad incontrarmi. Chiesi informazioni ad una signora che mi guardò male, forse a causa del mio marcato accento veneto. Secondo le indicazioni dovevo aspettare un'altra metro per poter arrivare a casa sua. È destino che questo Romeo superi l'avversione dei mezzi pubblici per raggiungere la sua Giulietta. Quando la signora mi indicò una ragazza bionda che doveva essere la mia guida, ebbi un colpo al cuore. Era lei, la mia Sara.Vederla in quel modo era un colpo al cuore. Quel fotografo montato è stato in grado di distruggerla. Laura era sua sorella e non si sarebbero separate e sola in una grande città come Roma .... Me la immaginavo a girare per le vie con la cartina al contrario. Eppure era sempre bellissima.

D: < Sara! Non immaginavo di incontrarti proprio qui, stavo giusto pensando di venire a farti una sorpresa a casa. Ti vedo provata, tutto ok?>

S: <Si si tutto ok, ho solo dormito poco.>

D: < Capisco, bhe allora partiamo presto e puoi riposare in treno.>

S: < La nostra metro è arrivata. Perdonami in anticipo se ti farò perdere ma ho ancora difficoltà ad orientarmi, poi il posto dove vivo è allucinante .... Gli automobilisti corrono come matti.>

D: < Come sempre tesoro .... È destino che devi tornare con me.> rise serenamente e ritrovai l'eterna bambina che avevo difeso dalla frustrazione di Claudio, dopo una registrazione deludente per i continui problemi tecnici.

Salimmo sul mezzo che non prometteva un viaggio comodo. Ci sedemmo vicini alla porta per far sentire Sara più tranquilla e istintivamente la strinsi di nuovo in un abbraccio, come se questo potesse rimettere insieme i pezzi.

S: < Sai in realtà ho pensato spesso di tornare da voi .... Non sono fatta per vivere da sola. Solo che .... Ho paura di vederlo di nuovo.>

D: < Sara ti giuro che non lo vedrai. È partito te l'ho già detto! Come posso farti capire che ho bisogno che tu torni ..... in questo periodo sei diventata una persecuzione! In senso buono ovviamente .... Ti vedevo ovunque, quando mi alzavo la mattina, in macchina quando andavo da Claudio a registrare ..... persino nei vetri della cucina quando quei pigri dei miei coinquilini mi costringevano a lavare i piatti a mano perché dimenticavo di caricare la lavastoviglie ...... ovunque. Certo ti immaginavo mora, a questo biondo non mi abituerò mai, ma ti dona molto, sembri ancora di più una principessa.>

S: < Davide .... >

D:< Sara ... la mia non è una dichiarazione d'amore, semplicemente è per farti capire quanto conti per me, per tutti noi.>

Stava per rispondere ma cambiò idea.

S: < Siamo arrivati.>

Il monolocale si trovava proprio al centro della città, una strada molto trafficata lo divideva da dove ci trovavamo noi.

D: < Come ...>

S: < Qui non è come su al nord .... Ci vuole prepotenza.> dopodiché prese la mia mano e iniziò a correre deviando per un soffio le macchine.

D: < Ma sei impazzita?!>

S: < No cerco di integrarmi. E mi piace definirmi folle.>

D: < Questa l'ho già sentita.> dissi più a me che a lei, ma lei capì comunque e scoppiò di nuovo a ridere.

Salimmo a casa sua e guardai con orrore ciò che mi circondava .... Era un buco.

D: < Sara hai lasciato noi per diventare un topolino?>

S: < Lo so fa schifo .... Ogni volta che la vedo rimpiango Verona.>

D: < C'è un biglietto per entrambi.>

S: < Forse .... E dico forse, accetto la proposta, anche perché sono appena stata licenziata. Ma ora pizza e film .... Puoi fermarti da me se vuoi ho una stanza libera.>

D: < Come hai fatto? Comunque il divano non si può definire proprio stanza ...>

S: < Dettagli e .... Niente mi hanno licenziato perché ero al decimo ritardo su 15 giorni lavorativi e oggi ho distrutto un intero servizio tazzine con un colpo solo .... Perciò il mio capo ha detto che avrebbe trovato qualcuno che gli sarebbe costato meno.> disse tra l'imbarazzato e il divertito, si vede che non era poi così dispiaciuta di come erano andate le cose. Ci accomodammo nel salotto dove io poi avrei dormito, con le pizze a vedere The Ring.

Mi erano mancate le serate in sua compagnia .... Vedere i film horror con chi non si spaventa non è mica male. Sara era evidentemente distrutta perché si addormentò come una bambina. La portai nella sua stanza, mentre io decisi di provare a scrivere, magari è la volta buona. Iniziai a scrivere una parola dietro l'altra senza rendermi conto del tempo che passava. Stavo rileggendo quando crollai in un sonno profondo, sul freddo tavolo della cucina.

Svegliarsi sentendo una voce angelica cantare è il miglior buongiorno che ci sia. Ancora di più se è la SUA voce.

S: < Una canzone alla radio parla di te

Ed ogni volta che suona sono con te.

Per ogni notte che dormi sopra di me

Ma ti rendi conto che non esistono .... Parole.>

Suona così bene ora che la sento.

D: < Sara .... Hai preso lezioni per caso?>

La vidi sorridere di fronte alla voce impastata dal sonno.

S: < No perché?>

D: < Sei migliorata molto. Comunque è incredibile, appena ti ho visto ho ritrovato le parole.>

S: < Ahahaha allora dovrai tenermi sempre con te se vuoi dare qualcosa a Claudio. Piuttosto che ci fai qui? Sono le 3 del mattino e tu stai dormendo sul tavolo ....>

D: < Non ce l'ho fatta, stavo scrivendo e sono crollato.>

S: < Lo vedo ahaha, sei macchiato di inchiostro sulla guancia.> abbassai la testa e la guardai da dietro al mio inconfondibile ciuffo ribelle, mentre le sorridevo con tenerezza.

S: < Che ne dici di andare in camera ora però? Direi che dovremmo riposare se vogliamo partire.>

In quel momento decisi di far leva sul suo lato più pudico.

D: < Che vuoi fare stasera eh? Non ti facevo così ..... però direi che il romanticismo c'è: la luna piena è splendida, il comune di Roma ha deciso che questa via non ha bisogno della luce .... Sai il nostro Mercuzio sarebbe forse fiero di te, ti direbbe che era ora che ti dessi una svegliata.>

Le sorrisi e la vidi perplessa. Il sorriso aumentò quando si rese conto del significato delle mie parole e arrossì violentemente.

S: < DAVIDE!!! Cosa hai capito? Io ho parlato di dormire! Dobbiamo svegliarci presto dato che devo impacchettare le mie cose e rispedirle a Verona.>

D: < Quindi torni con me?> non riuscii a trattenere la gioia al sentire certe parole.

S: < Non se continui con queste insinuazioni. Merlini sei odioso! Io me ne vado in camera e tu torna a dormire sulla sedia.>

D: < Tu non te ne vai.> decisi di continuare a farla irritare. Il rossore che le provoca l'imbarazzo di certi discorsi farebbe innamorare anche un cieco. Le rivolsi un'occhiata maldestramente ammiccante che la fece ridere ma allo stesso tempo la vidi arretrare. Mi avvicinai sempre di più. Le appoggiai una mano sulla guancia e fissai i miei occhi nei suoi. Lei deglutì ma non abbassò lo sguardo. Cercai un contatto anche fisico oltre che visivo, così la presi per mano e la attirai verso di me. Lei era completamente imbambolata, ma si vedeva che la situazione non le dispiaceva. Piano piano ci avvicinammo sempre di più, i nostri nasi erano sul punto di toccarsi. Il cuore stava per esplodere per la gioia di averla di nuovo lì, tra le mie braccia, in tutta la sua innocenza e fragilità, senza nessuno a dividerci. Nella mente una sola parola vorticava e si ripeteva come un mantra: "baciala". E anche lei lo voleva. Le si leggeva negli occhi. Ma decisi di farmi desiderare ancora un po'. Iniziai ad annullare le distanze tra noi e proprio quando la vidi chiudere gli occhi .....

D: < Sai che ti dico? Che quella sedia non è poi così scomoda.> lei mi fissò con un espressione tra lo scocciato e il deluso. Poi forse in un impeto dettato dall'irrazionalità o dall'emozione, fu lei a prendere l'iniziativa. Mi tirò per la mano che avevo indugiato a lasciare e annullò quella distanza che a fatica avevo iniziato a ricreare. Rimasi inizialmente stupito e anche lei, riacquistato un cipiglio di razionalità fu sorpresa di se stessa, ma la sentii rilassarsi quando trasmisi ciò che provavo attraverso quel bacio tanto desiderato, sperato e .... Cercato. A malincuore fu lei a staccarsi per prima, aveva un sorriso bellissimo e una luce negli occhi che non le vedevo da tempo.

D: < Era dalla prova generale che lo aspettavo.>

S: < L'attesa del piacere è essa stessa il piacere. Ora davvero però almeno due ore dobbiamo dormire.>

D: < Ho troppe cose da dire, non mi faccio capire

Se vuoi ti do uno spoiler poi lo scriviamo noi il finale

Ho troppe cose da fare, allora fammi capire

Che facciamo stasera, con i fari spenti e la luna piena.>

È incredibile come sia cambiata la situazione. Fino a questa mattina non riuscivo nemmeno a suonare. E ora che la mia musa è tornata, mente e corpo, è tornato anche il fiume di parole.

S: < Bella, dovresti scriverla.>

D: < Ma in essa c'è di nuovo la stessa domanda.>

S: < E io ti do la stessa risposta: DORMIRE MERLINI, DORMIRE!>

Era troppo bella quando arrossiva.

D: <Va bene va bene dormiamo, ma poi a Luca come lo spieghiamo?> tornammo nella sua stanza e per la prima volta dopo troppo tempo dormimmo nello stesso letto. La sua presenza al mio fianco mi fece addormentare all'istante.

Il mattino dopo mi svegliai quando lei era già pronta, aveva il mio cellulare in mano mentre tentava di chiudere la sua valigia.

D: < Che ci fai con il mio cellulare?>

S: < Ha chiamato Luca e ho dovuto rispondere o ti avrebbe svegliato. Dopo aver sentito le sue solite allusioni appena ha capito che abbiamo dormito nella stessa stanza ... > non la feci finire di parlare e aggiunsi

D: < E nello stesso letto.> la vidi arrossire per l'ennesima volta e guardarmi con sguardo truce per poi riprendere a parlare.

S: < .... Dicevo, dopo aver sopportato le sue allusioni gli ho detto che stiamo tornando.>

Le sorrisi dolcemente e la aiutai a finire gli ultimi preparativi. Sotto casa ci aspettava la signora della metro a cui lasciammo le chiavi, per poi dirigersi in stazione.

Occhio Veronesi, i Romeo e Giulietta più inusuali del mondo stanno tornando .... E hanno intenzione di restare. 

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