Capitolo 22
SARA'S POV
Quello schiaffo a Davide era il modo perfetto per scaricare la tensione. Una parte di me, quella che continuava a provare qualcosa per quei meravigliosi occhi colornocciola, era dispiaciuta per il segno rosso che la mano aveva lasciato sul suo viso, ma l'altra, quella razionale e che ricordava bene i disastri dell'ultima serata al karaoke, era fiera di essere riuscita a farsi valere e aspettava il momento migliore per dare una lezione anche ad Andrea. Mentre uscivo dal teatro trionfante sentivo i loro passi seguirmi e anche fuori mentre mi dirigevo verso la fermata dell'autobus, sentivo i loro sguardi fissi. Erano ai miei piedi. Entrambi.
Arrivai nel luogo dell'incontro con 10 minuti di ritardo, un classico per me. Le modelle erano tutte già pronte, indossavano dei magnifici abiti bianchi con inserti in pizzo, chi sulle maniche, chi sul corpetto, chi sulla gonna, tutte meravigliose. Ce n'era una però che spiccava. Era distante dalle altre, che di sicuro stavano commentando quel ritardo, e indossava un abito nero, con un taglio che ricordava molto un trench e delle maniche che si aprivano all'altezza del gomito, con un morbido pizzo dello stesso nero che cadeva morbido fino ai polsi, donando una nota sensuale ad un abito già di per sé piuttosto femminile. Non chiesi spiegazioni, anzi apprezzai come la ragazza avesse voluto distinguersi. Chiesi i nomi di ognuna di loro, ma li dimenticai dopo appena due minuti. Vennero delle foto stupende e con l'aiuto del greenscreen, riuscimmo a porre alle spalle delle ragazze sfondi che valorizzassero i loro abiti. Era il bello del mio lavoro. Impiegammo quasi tutto il pomeriggio per sistemare tutto e alla fine del lavoro le ragazze ci chiesero una copia dei lavori, che fui ben felice di consegnare loro. Ci lasciarono con la promessa di fare pubblicità ad ognuno di noi. Solo la ragazza con l'abito nero rimase con noi.
S: < Scusami, non dovresti andare a casa anche tu? Il lavoro è finito.>
X: < Sto aspettando il mio fidanzato. Faremo una cena per festeggiare l'ennesimo lavoro concluso, perché non vieni con noi?>
S: <Ouh beh .... Non so, dovrei avvertire la mia coinquilina ..... ma si in fondo che può succedere.>
Inviai un messaggio a Laura per dirle che non sarei tornata per cena e nel frattempo vidi Manuele, il ragazzo che mi aveva contattata per il lavoro, venire verso di noi con i suoi due collaboratori.
M: < Sara spero che sarai dei nostri stasera, è anche merito tuo se abbiamo concluso un lavoro così eccellente.>
S:< Ma no, in fondo non ho fatto nulla di grandioso .... Comunque molto volentieri.>
M:< Perdonatemi non ho fatto le presentazioni, loro sono Miguel e Samuele, i miei scenografi e maghi del computer e la mia bellissima metà, Serena. >
S: < Piacere di conoscervi.>
Mi&Se: < Piacere nostro.>
M: < Sara hai la tua auto?>
S: < Veramente no ....>
Mi: < Puoi venire con me, andiamo al ristorante qui vicino poi pensavamo di passare in discoteca. Credi sia un problema?>
S:< No nessun problema.> si che lo è! Non avrei mai pensato di uscire con persone di cui conosco a malapena il nome, ma tornare a casa per rischiare di vedere la faccia da cane bastonato di Davide non era tra le opzioni consigliate .... E poi a 19 anni qualche follia si può anche fare.
Seguii Miguel fino alla sua auto e mi fermai ad osservarne i lineamenti. Era un ragazzo non troppo muscoloso ma ben proporzionato con una folta chioma nera e un paio di occhi di un nero penetrante. L'unica pecca era il naso da porcellino d'india che non permetteva di apprezzare il resto, anche se la risata contagiosa era un gran punto a suo favore.
Mi: < Allora Sara .... Che ne dici di raccontare un po' di te? Magari quanti anni hai, di dove sei e soprattutto se c'è un fidanzato di cui mi devo preoccupare.>
S: < Wow avevi giusto una domanda.> dissi ridendo imbarazzata, odio parlare di me. Mi ricomposi e proseguii.
S:< Comunque andiamo in ordine: ho 19 anni, vengo da un paesino vicino Roma ma sono qui a Verona da ormai due anni ...>
Mi: < E ... per il fidanzato?> chissà perché tanta insistenza.
S: < No non c'è nessun fidanzato di cui preoccuparsi.>
Mi: < Questa è una notiziona anche se è strano che una ragazza sexy come te non abbia nessuno al suo fianco.>
S: < Chissà magari mi puzzano i piedi.> dissi per cercare di sviare il discorso .... Forse ho sbagliato ad accettare. La battuta ebbe l'effetto sperato. Nel frattempo eravamo già arrivati al ristorante.
La cena fu tutta una grande sorpresa e un susseguirsi di battute e di figuracce. Dovrei far conoscere questi ragazzi ai miei amici, andrebbero molto d'accordo. Anche se credo che Miguel non sarebbe molto gradito, per il suo fare da cascamorto .... Luca non lo prenderebbe in simpatia, figuriamoci Davide. Davide .... Perché ogni cosa porta a lui? Cercai di evitare di pensarci e per farlo mi affidai ad un vecchio amico, l'alcool. Bevvi come non facevo da tempo, fortunatamente lo reggevo discretamente. Ma la situazione in discoteca iniziò a degenerare. I miei commensali non erano di certo persone astemie, ma non pensavo così tanto. Eravamo solo a metà serata e sia Miguel che Manuele erano sul cubo, spodestando la ballerina che li fissava in cagnesco, con delle parrucche piuttosto poco virili e si strusciavano l'un l'altro, mentre Samuele e Serena divertiti dalla scena gli infilavano delle banconote nei calzini. Non potei fare a meno di riprenderli. Era una scena da film comico.
La situazione iniziò a degenerare quando la ballerina riprese il suo posto e iniziarono una lotta lei e Miguel per chi doveva ballare lì sopra, usando Manuele come palo. Mi voltai verso Serena per vedere come avrebbe reagito ma lei continuava a ridere divertita.
S: < Serena scusami ma non ti preoccupa nemmeno un po' la situazione? Quella ragazza è praticamente quasi nuda e si sta tranquillamente strusciando contro il tuo ragazzo e .... A quanto vedo a lui non dispiace affatto.> distolsi immediatamente lo sguardo, divampando in un secondo pensando al significato delle mie stesse parole, ma quando mi voltai a guardare di nuovo la ragazza rimasi spiazzata.
Se: < Perché dovrebbe? La nostra è una relazione aperta.> relazione .... Aperta?
S: < In che senso aperta? A te sta bene se Manuele ti tradisce con una sciacquetta qualsiasi?>
Se: < Non c'è tradimento nelle relazioni aperte. Tra me e lui c'è una connessione psicologica che è solo nostra e non si può imitare, ma per quella fisica .... Bhe c'è anche quella ma non è unica. Perciò ci prendiamo la libertà di conoscere altra gente .... Conoscere a fondo, non so se mi capisci, e noi in particolare non facciamo distinzioni.>
S:< Nel senso .... Fra maschi e femmine? Cioè voi siete ....>
Se: < Esattamente, è proprio quello che volevo dire.>
S: < O mamma ...> ma dove sono capitata. Passai il resto della serata, o meglio della mattinata data l'ora, sui divanetti, troppo sconvolta dalla notizia per poter muovere un solo passo. Quando finalmente si decisero a tornare a casa mi alzai. Miguel era ubriaco marcio e uscì a malapena dal parcheggio.
Mi: < Sara non riesco ad uscire dal parcheggio, devi guidare tu.>
S: < Ma io non so .... Guidare.> ormai era già sceso e non mi restava che fare come diceva. Provai a ricordare le poche nozioni di scuola guida che avevo e arrivai con fatica ad un bar, dovevo far riprendere il ragazzo e farmi accompagnare a casa. Arrivammo al bancone e ordinai un caffè macchiato per me e un extra forte per lui e aspettai pazientemente che rinsavisse, impiegò almeno un ora. Erano le 8 di mattina quando finalmente varcai la porta di casa e mi fiondai sul divano del salotto. Ero stremata. Sognai le scene esilaranti di quell'uscita e gente a caso che baciava altra gente a caso.
Fui risvegliata dalla porta che si apriva. Laura aveva la faccia di una che non vedeva l'ora di fare la ramanzina.
L: < Finalmente sei sveglia, Luca era su tutte le furie quando non ti ha vista arrivare.>
S:< Scusa ma è stata una serata .... Particolare.>
L:< Devi raccontarmi tutto.>
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