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Le navi americane

Anzio, 22 gennaio 1944

Quella notte Giada dormì profondamente, e la mattina successiva si svegliò ristorata: Anzio le aveva sempre garantito quel senso di pace che la città le toglieva; dopo gli eventi di San Felice Circeo, poi, ne aveva un bisogno disperato, come di mangiare, bere o respirare.
Tuttavia quel giorno tirava un'aria strana, che percepì affacciandosi alla finestra: la gente in strada sembrava avere fretta, mentre sul mare navi da guerra somiglianti a quelle dei Cantieri Navali Belmonte ma battenti bandiera americana si stagliavano sullo sfondo, come un temporale che si abbatteva sulla costa.
Si vestì in fretta e corse in cucina a chiedere alla governante Fabiola cosa stesse succedendo.
<< Perché ci sono delle navi americane a largo? >> domandò subito, curiosa di sapere in quale situazione si trovasse Anzio.
<< Nessuno lo sa, hanno cominciato a venire ieri pomeriggio sul tardi, voi già vi eravate addormentata. Le ragazze hanno cercato di capire di cosa si trattasse, ma in paese non sono riuscite ad ottenere spiegazione >> rispose la donna, mentre dirigeva i lavori domestici.
Giada pensò che i suoi genitori avessero preso un gigantesco abbaglio, e che nel tentativo di portare la loro unica figlia al riparo, l'avessero appena mandata nel ventre della vacca; tuttavia finché nessuno era allarmato, non vi sarebbe stato sicuramente pericolo.
Fece colazione, e successivamente si ritirò nella sua stanza per scrivere a Giovanni a Parigi.
Prese perciò carta e penna e si sforzò di seguire il cuore pensando a quel ragazzo che sarebbe presto diventato suo marito:

Anzio, 22 gennaio 1944

Carissimo Giovanni,
finalmente riesco a trovare il tempo di scriverti.
Sono arrivata ad Anzio proprio ieri pomeriggio, e trovarmi davanti alla villa delle vacanze mi ha fatta tornare con la mente indietro nel tempo, a quando non c'era la guerra ed eravamo tutti più sereni.
Mi è sembrato quasi come se quella vita l'avesse vissuta un'altra; non te l'ho mai chiesto: tu ricordi ancora la tua, prima di Parigi, prima di De Gaulle e della bomba atomica?
Ricordi quanto eravamo spensierati, all'epoca? Tu forse già di meno, io completamente, tanto che faccio fatica a riconoscermi, oggi come oggi.
Forse non mi riconosceresti neanche tu: sono molto diversa dalla ragazzina di sedici anni da cui ti sei congedato a Roma.
Adesso ti saluto, perché alcune navi americane si stagliano a largo e tutti ad Anzio stanno cercando di capire di cosa si tratta. Speriamo che non sia nulla di catastrofico, anche se ho imparato ad avere i miei dubbi.
Spero di rivederti presto, tua

Giada.

Dopo aver finito di scrivere si accorse che fino a qualche tempo prima avrebbe scritto "sempre tua", e che adesso si era limitata al "tua".
Forse non era ancora pronta a lasciare il mondo di San Felice Circeo, ma era necessario fare un sacrificio.
Mise la lettera in una busta, incollò il francobollo e decise di andare personalmente ad imbucarla, anche per raccogliere quante più informazioni possibili sulle navi americane.

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