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Come quattro anni prima

Anzio, 27 gennaio 1944

<< Iris? Iris, dove sono le coperte? >> fece la voce della contessa Orsini, mentre chiamava la sua nuova collaboratrice: alla fine la Cataldo aveva convinto Elsa a farla venire con le crocerossine ad Anzio, a patto di non occuparsi dei feriti.
<< Sto arrivando, contessa! >> esclamò la giovane, arrivando con una pila di lenzuola bianche.
<< Le hai stirate? >> domandò Giuliana, dando un'occhiata all'operato della sanfeliciana.
<< Certo, una signora di qui mi ha prestato il suo ferro da stiro. È stata gentilissima >> confermò quest'ultima, posando i panni sul retro dell'ambulanza che Astrid ed Luisa avrebbero portato in giro per il paese, consegnando coperte a tutti gli abitanti.
<< Perfetto, adesso puoi occuparti del pranzo, che è quasi mezzogiorno >> disse la Orsini, ed Iris ubbidì.
Nel frattempo Elsa raggiunse la sua superiore.
<< Ho finito il giro delle medicazioni, contessa >> dichiarò.
<< Perfetto, allora vai a dare una mano alla tua amica con il pranzo. I volontari sono il doppio di noi e hanno una fame... >> aggiunse la contessa.
<< Subito, contessa >> ubbidì la Filomusi, raggiungendo Iris che già si era messa a tagliare le cipolle.
Erano arrivate da appena un giorno ad Anzio, ma già si erano ritrovare con milioni di cose da fare: fortunatamente gli autoctoni si erano rivelati molto collaborativi, per quanto si fossero spaventati durante lo Sbarco degli Alleati; la verità era che nessuno ne poteva più della guerra, e quindi avevano ricacciato in dentro la paura per dare il loro contributo al cammino verso la pace.
<< Elsa, Iris! Ma siete voi? >> intervenne una ragazza con i capelli castano chiaro e gli occhi azzurri.
<< Giada! >> esclamò la Filomusi. Le due si baciarono su entrambe le guance, poi Giada fece lo stesso con la Cataldo, la quale represse l'istinto di ucciderla: in fondo le aveva portato via Rinaldo da molto tempo prima che lei se ne andasse da San Felice Circeo.
<< Ma quando siete arrivate? >> domandò loro la Spinelli.
<< Proprio ieri, ed eravamo piene di lavoro. Lo siamo ancora, in effetti >> raccontò Elsa, mentre si occupava di tagliare le zucchine.
<< E tu, Iris? Stai ancora insieme a quel... Menotti? >> chiese poi Giada, rivolgendosi alla Cataldo.
<< No, l'ho lasciato. Non potevo continuare a stare con un gerarca, avrei dovuto lasciarlo già da dopo l'8 settembre >> confessò quest'ultima, anche se era convinta che la Spinelli non fosse la persona più indicata per venire a conoscenza dei fatti suoi.
<< Annalisa e Luciana mi hanno detto del tuo fratellastro, Jack Carter. Hanno detto che ti vuole molto bene, che dopo la guerra vorrebbe portarti in America >> proseguì la romana, inconsapevole della rabbia repressa che montava nella sua interlocutrice.
Per fortuna che la Filomusi ci aveva fatto caso, tanto cercò di troncare quel discorso spinoso.
<< Credo proprio che sia una scelta che dipenda esclusivamente da Iris >> intervenne prontamente.
<< Non credo che andrò a vivere a New York. La verità è che intendo tornare a San Felice Circeo. Nonostante tutto, è quello il mio paese >> rispose fieramente la Cataldo.
Inconsapevole della tensione che si era creata, Giada sorrise.
<< Fai bene, è giusto che tu ti riprenda la tua vita di prima. Proprio come quattro anni fa! >> decretò, inducendo Elsa a pregare che si creasse un clima di distensione.
Iris sorrise a sua volta: forse la guerra tra le due donne di Rinaldo non era finita, ma almeno avevano raggiunto una tregua.

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