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22. Solo per me

"Ridere,
sarò sorpreso poi a vederti ridere
senza il bisogno poi di dover decidere
per chi, se non per me."
-Basta così (Negramaro feat. Elisa)

Biondo
È stata una settimana particolarmente impegnativa per me e quella di sabato non è stata una puntata particolarmente soddisfacente.

Ci sono state un'infinità di chiacchiere e pochissime esibizioni.
Claudia è stata eliminata per far entrare un'altra ballerina al suo posto; Zic ha continuato la sua diatriba con il professor Di Francesco e Bryan ed Orion sono stati sospesi dalla puntata per una discussione avuta contro le signore delle pulizie.

Insomma l'unico momento che ho amato è stata l'esibizione di Emma con In assenza di te.
La sua voce è meravigliosa e in italiano secondo me assume sfumature ancora più particolari.

A quanto pare la mia espressione durante la sua esibizione ha lasciato intendere quanto effettivamente fossi rapito dalla dolcezza con cui ha interpretato la canzone e alle telecamere non è affatto sfuggito, tanto che sono stato inquadrato con una faccia da vero ebete per cui i ragazzi della Wave mi hanno preso in giro a partire da sabato sera fino ad oggi.

È martedì, le lezioni sono quasi finite e tra poco si torna in hotel per cena, ma io ho altri programmi per questa sera.
E in questi programmi è inclusa anche Emma, che da ieri è un po' giù dopo un incontro con Carlo Di Francesco.

A lezione le ha detto che non è riuscita a trasmettere nessuna emozione con il testo in italiano perché troppo concentrata sulle parole e quando in sala le chiesto di spiegargli il significato di Calore, che lei ha portato ai provini, è entrata in paranoia scoppiando a piangere.

Inutile dire che per una perfezionista come lei quello che è successo è stata una vera e propria catastrofe, per questo motivo è mio dovere risollevarle un po' il morale e non esiste giorno migliore di questo per farlo.

È il 13 febbraio, il che vuol dire che domani sarà San Valentino, festa che io non ho nessuna intenzione di festeggiare principalmente per due motivi: l'anno scorso ho trascorso il peggior San Valentino della mia vita per colpa della mia ex e quest'anno non posso certamente dire di essere innamorato.

Sono preso, attratto e legato ad Emma, ma io e lei non siamo una coppia di innamorati, quindi ho deciso di fare una cosa un po' diversa.

Trascorreremo questa serata insieme come se fosse una piccola anticipazione di una festa che ancora non ci appartiene e soprattutto avremo modo di stare un po' di tempo insieme senza altre persone tra i piedi.

Ho chiesto a mia sorella Sara di lasciarmi casa per questa sera e di portare i nostri genitori da qualche parte in modo da stare tranquilli soltanto io ed Emma.
Ho intenzione di mostrarle il lato di me che solitamente fa impazzire le ragazze: Chef Biondo.

Ovviamente i miei non conoscono il motivo per cui mia sorella li sta praticamente costringendo ad uscire e non dovranno nemmeno conoscerlo. È già stato abbastanza imbarazzante parlarne con Sara che ha iniziato a fare mille domande e a immaginare mille cose diverse.

In realtà voglio solo rendere felice Emma e non voglio più vederla con il broncio che tiene da ieri mattina ormai.

Raggiungo quindi la sua camera e quando viene ad aprirmi non le do neanche il tempo di dire una parola.

"Alle 20:30 ci vediamo nella hall, non fare tardi." le lascio un bacio veloce e corro verso la mia stanza senza darle modo di replicare, lasciandola con un'espressione confusa sulla soglia della porta.

Probabilmente entrerà in crisi per il poco preavviso.

"Simone!" mi richiama però lei con un tono severo che non mi sarei aspettato e che mi sorprende.

Rido tra me e me e torno indietro da lei.

"Dimmi almeno dove andiamo. Come devo vestirmi? Non puoi dirmi queste cose all'ultimo momento! Dove siamo? Metto un vestito o dei pantaloni?" spara domande a raffica mischiando inglese ed italiano facendo allargare il sorriso sul mio volto.

Ero certo di questa reazione.

"Stai bene con qualsiasi cosa, sei bellissima. Metti dei jeans e una maglia, andranno più che bene." dico vedendo le sue guance arrossarsi per il mio complimento.
"Ma dove andiamo?" insiste.
"È una sorpresa." resto sul vago e non riesco ad ignorare l'espressione corrucciata di Emma.

Le prendo il viso tra le mani e le lascio un bacio sulla fronte, poi due su entrambe le guance, uno sulla punta del naso e infine arrivo alla sua bocca.

"Perché?" chiede con innocenza mostrandomi finalmente un sorriso luminoso.
"Per far tornare questo sorriso qua." le sfiorò con un dito le labbra piegate all'insù.

Il Sex symbol freddo ha ufficialmente abbandonato Simone.

"Ci vediamo giù." mi dice lei continuando a sorridere.

Ci scambiamo un ultimo bacio e poi lei chiude la porta per andare a prepararsi, cosa che dovrei fare anche io considerando che ho poco più di un'ora per fare una doccia, scegliere un outfit che sia abbastanza swag senza essere troppo impegnativo, dare una forma accettabile ai miei capelli e ripassare mentalmente i passaggi per un'amatriciana da perfetto romano.

Trovo inaccettabile che Emma ancora non abbia assaggiato uno dei piatti tipici della mia città e a quanto pare dovrò essere io a farle conoscere questo tipo di pasta.

-

Un'ora e qualche battuta da parte dei miei compagni di stanza dopo, sono già seduto su una poltrona della hall in attesa di Emma.

Sono in anticipo di dieci minuti perché non riuscivo più ad ascoltare Irama, Luca ed Einar, che si è intrufolato nella nostra camera, intenti a prendermi in giro per i miei atteggiamenti "non affatto freddi" nei confronti della cantante maltese.

Praticamente chiunque mi conosce non fa altro che ricordarmi quanto io sia diventato sottone per Emma senza nemmeno poterla ritenere ufficialmente mia.

Sono messo proprio male.

Dopo l'ultima relazione finita tragicamente avevo detto che non mi sarei mai più interessato così tanto ad una ragazza, che non avrei mai più permesso a qualcuna di avere tanta influenza sul mio umore e su di me in generale.
Poi è arrivata Emma.

È impossibile non sciogliersi con lei.
Lei che è andata oltre le apparenze e che si fida di me, che crede in me e sostiene il mio sogno, che accetta sempre nuovi consigli e che non è mai presuntuosa.
Così insicura da farsi condizionare completamente dal giudizio di un solo professore, così riservata da non voler parlare con nessuno di ciò che le passa per la testa.

Con nessuno, tranne che con me.
Solo a me confida le sue incertezze e le sue fragilità qui dentro e solo a me rivolge certi sorrisi che tenta sempre di nascondere al resto delle persone.

Esattamente come quel sorriso che ha illuminato il suo volto quando le ho detto della piccola sorpresa di stasera.

Per ingannare l'attesa prendo il cellulare ed entro su Twitter per dedicarle una frase di un pezzo che ho scritto con Vaimo non troppo tempo fa.

"Ti strapperò dal viso quel sorriso che spesso nascondi."

Non so se lo capirà che è riferito a lei e non so nemmeno se lo leggerà, ma so esattamente che il mio obiettivo è proprio quello di farla sorridere il più possibile.

Resto ancora qualche minuto a fare un giro dei social fin quando una nuova notifica di Twitter non attira la mia attenzione.

"I smile, you smile x"

Ha scritto Emma e io realizzo due cose importanti in un solo momento: ha capito che il mio tweet era dedicato a lei e ha anche capito l'influenza che il suo sorriso ha sul mio.

Quando lei ride automaticamente io rido e adesso penso che non potrei essere più preso di così da una ragazza.

Se continuo di questo passo, dopodomani le giuro davvero amore eterno!

Emma
Scendo di fretta le scale sapendo benissimo di essere in ritardo di qualche minuto, ma è tutta colpa di Simone e dei suoi tweet.
È riuscito a distrarmi anche attraverso un social!

La mia avversione contro gli ascensori inoltre mi obbliga a rinunciare ad un grande risparmio di energia ogni santissima volta in cui devo raggiungere la hall e anche ora, quando arrivo davanti a Biondo, ho il respiro accelerato a causa della corsa fatta per le scale.

"Ti ho lasciata senza fiato?" mi prende in giro il ragazzo ossigenato appena mi vede.
"Scemo." lo spintono leggermente ridendo.
"Comunque con gli insulti hai fatto passi da gigante davvero, complimenti." continua a scherzare lui.

Mi dice sempre che le parole che conoscono meglio in italiano sono quelle che solitamente servono ad offenderlo e so che non ha tutti i torti, ma è una cosa particolarmente divertente per me.

"So dire anche che sei davvero...figo statsera." gli riservo un sorrisetto malizioso e mi mordo il labbro inferiore conoscendo esattamente cosa fa impazzire Simone.

Infatti non perde tempo a passarsi la lingua sulle labbra sorridenti prima di premerle sulle mie con delicatezza per lasciarmi un bacio a stampo.

"Va bene, così va un po' meglio." ride probabilmente per il mio modo impacciato di pronunciare alcune parole e mi prende una mano trascinandomi fuori dall'albergo fino alla sua auto.

-

Trascorriamo circa quaranta minuti imbottigliati nel traffico di Roma per arrivare davanti ad un palazzo accanto al quale Simone parcheggia tirando un sospiro di sollievo.

"Me so esaurito a stà in fila tutto quel tempo!" esclama mentre mi apre la portiera della macchina e mi porge una mano.

Certe volte mi stupisco di queste piccole accortezze da principe azzurro che sembrano fare a pugni con il suo aspetto da ragazzo duro.

"Dai, andiamo." continua a tenermi la mano e mi guida verso il portone del palazzo.
"Dove...?" chiedo un po' titubante osservandolo mentre prende delle chiavi dalla tasca del giubbotto.

Sento l'ansia crescere in me.

"A casa mia." mi dà l'unica risposta che non avrei voluto sentire.

Che significa casa sua?
Con i suoi genitori? Sua sorella?
Senza preavviso? Vestita in questo modo?
Non stiamo neppure insieme e io vengo già a casa sua.

Forse ho capito male.
Avrò decisamente capito male.

"Tranquilla, ci siamo solo noi." aggiunge notando il panico nel mio volto.

Tiro un sospiro di sollievo, ma la sensazione di tranquillità dura appena qualche secondo, sostituita poi da una nuova ansia.

Solo noi vuol dire che saremo soli tutta la sera. Soli come non siamo mai stati da quando ci frequentiamo.
E se dovesse succedere qualcosa tra noi?

Non posso prendermi in giro e dirmi che non vorrei succedesse qualcosa, ma è ancora troppo presto per due come noi.

Non ci amiamo e non stiamo insieme e abbiamo promesso di non fare cos'è troppo avventate e questa mi sembra una cosa esageratamente avventata.

"Emma, mi sembri un po' agitata. Se vuoi andiamo in qualche ristorante." la voce di Simone mi riporta alla realtà, allontanandomi dalle mie mille paranoie "Ho pensato di venire qui per cucinarti una cosa e per non avere l'ansia di essere visti in giro." continua a spiegare come per giustificare il suo gesto.

Sorrido automaticamente per il suo essere così premuroso e prendo un respiro per tranquillizzarmi.

Devo smetterla di pensare così tanto, devo solo godermi la serata con lui.

"No, va benissimo." gli stringo un po' di più la mano e mi lascio condurre dentro l'androne del palazzo fino a giungere davanti all'ascensore.

"Emma, ti prego, sono stanchissimo." ride lui provando a convincermi a prendere l'ascensore nonostante abbia ormai imparato che io odio questi aggeggi infernali.
"Io userò le scale." affermo con convinzione dirigendomi verso la rampa accanto a noi.
"Vieni qui." mi tira per un polso e mi trascina dentro l'ascensore mentre io sento già la claustrofobia prendere possesso del mio corpo e soprattutto della mia mente.
"Simo, mi sento male. Per favore."

Le pareti attorno a noi sembrano essere sempre più vicine e l'aria sempre meno respirabile.

"Lo sai che quello in ascensore può essere un momento molto piacevole?" il sussurro caldo di Biondo si infrange contro il mio collo.

Le sue mani si poggiano sui miei fianchi tenendomi salda, le sue labbra sulle mie iniziano a muoversi con dolcezza facendomi chiudere gli occhi.

Quasi dimentico di essere chiusa dentro quella che io ho sempre considerato una scatoletta mortale.

Le mie braccia avvolgono automaticamente il collo di Simone e le mie mani non perdono tempo per andare a finire tra i suoi capelli per tirarglieli leggermente.

Non so esattamente come faccia, ma con un solo bacio Simone riesce ad annebbiarmi il cervello e so che io gli faccio lo stesso effetto.

Sorride sulla mia bocca e mi morde il labbro ricevendo in risposta un mugolio da parte mia.

Gli tiro una ciocca di capelli con più forza per vendicarmi e questa volta sono io a ridere.

"Ahia!" esclama staccandosi da me.

Alzo le spalle con indifferenza, gli lascio un ultimo bacio sulle labbra e sorrido con sorpresa vedendo le porte automatiche dell'ascensore che si aprono.

"Visto? Un'esperienza piacevole!" dice compiaciuto Simone mentre mi indica la strada verso una delle due porte sul pianerottolo.

Effettivamente non ho neanche pensato al fatto che fossimo dentro un ascensore presa com'ero dalla sua bocca e da lui in generale, ma non gli darò mai la soddisfazione di dargli ragione.

"Non ammetterai mai che ho ragione vero?" chiede infatti lui retoricamente, conoscendomi meglio di quanto mi aspettassi.

Lo vedo ridere mentre armeggia con le chiavi ed è così adorabile che non riesco a reprimere l'impulso di abbracciarlo da dietro sorprendendolo.

La sua risata si amplifica riempendo l'aria attorno a noi.

Lo stringo più forte intrufolandomi tra le sue braccia e distraendolo così dalla sua ricerca della chiave giusta per aprire la porta.

"Sei proprio una Pupellina eh!" dice dandomi un bacio sui capelli e permettendo finalmente l'accesso al suo appartamento.
"Cosa?" chiedo senza aver capito il nomignolo che ha utilizzato.
"Sei dolce e carina e ami le coccole. Sei una Pupellina." spiega ridendo e facendo ridere anche me.

Non conosco l'esatto significato di questa parola, ma mi piace sentirglielo dire.

"Dai entra." mi fa un cenno per invitarmi a varcare la soglia della sua casa.

È carina ed accogliente, con le pareti chiari e gli spazi ariosi.

Tolgo la giacca e la poso insieme alla borsa sul divano su cui Biondo ha già lasciato tutto per dirigersi in cucina.

Sono sola nel soggiorno della casa di Simone in cui non sono mai stata prima d'ora e mi sento davvero imbarazzata.
Non so cosa fare o dove andare, fin quando alcune foto non attirano la mia attenzione.

Quasi tutte ritraggono Simone e sua sorella Sara in diverse fasi della loro vita e io non posso far a meno di notare che bel bambino fosse lui da piccolo.

Con il suo nasino all'insù e gli occhi scuri sempre attenti, coinvolti in un'espressione da piccola peste.

"Che stavi a fà? Vedevi quanto ero bono anche da piccolo?" due mani mi prendono all'improvviso i fianchi facendomi sussultare e io rimetto al proprio posto la cornice con la sua foto che avevo preso in mano sentendomi un po' stupida.

Alzo gli occhi al cielo e mi rigiro tra le sue braccia per trovarmi faccia a faccia con lui.

Biondo
Gli occhioni verdi di Emma si puntano nei miei.
Brillano come due stelle e sono divertiti dal mio commento.

È la prima volta che io ed Emma passiamo così tanto tempo insieme completamente da soli da quando abbiamo iniziato a frequentarci e devo dire che tutto ciò non mi dispiace.

Ho dubitato fino all'ultimo minuto della mia stessa idea di portarla qui a casa, ma adesso mi rendo conto che è stata un'ottima idea.

Ci meritiamo un po' di tempo senza altre persone attorno.

Ormai Emma è entrata a far parte della mia quotidianità e non so ancora spiegarmi come abbia fatto in così poco tempo.

"Eri davvero carino da piccolo." mi dice in inglese pizzicandomi la punta del naso.
"Io so' sempre stato carino." mi vanto ridendo.

Scuote la testa con fare esasperato mentre si guarda attorno, probabilmente curiosa di vedere la casa.

"Dopo te faccio fa il tour della casa, ma ora vieni a vedè chef Biondo all'opera e me dai na mano eh!" le lascio un bacio a fior di labbra incapace di trattenermi dal farlo.

Inizio a pensare che tutti i miei amici abbiano ragione: sono un vero e proprio sottone, un insulto al mio essere un Sex symbol.

"Lo stai facendo perché sai che io amo il cibo e amo mangiare? È questo il tuo modo di farmi sorridere?" domanda in una risata.

In buona parte.

Emma ama davvero mangiare, come altre poche ragazze che ho conosciuto.
Non le interessa nulla della linea o di altro, quando vede cibo le si illuminano gli occhi e adoro questo lato di lei.

Per chi cucina non c'è soddisfazione più grande di avere accanto qualcuno capace di apprezzare i propri piatti.

"Io te faccio sorride a prescindere, l'hai scritto pure te!" le ricordo riferendomi al suo tweet di un'ora fa.

Lei non risponde, ma ridendo scrolla le spalle con finta indifferenza e mi segue in cucina dove gli ingredienti che mi serviranno sono già disseminati ovunque.

Amo cucinare, ma non sono affatto ordinato quando lo faccio.
Mia madre mi ha sempre rimproverato per il disordine che lascio in cucina anche dopo aver preparato un semplice piatto di pasta, ma è più forte di me.

Per avere tutto sotto controllo devo avere tutto disperso qua e là.

Prendo la padella e l'occorrente per poi avvicinarmi ai fornelli sotto lo sguardo attento di Emma.

Mi volto un attimo per guardarla e la trovo intenta a fissarmi con uno sguardo tutt'altro che innocente.

"Signorina, mi aiuti?" la richiamo soltanto per averla più vicina, non avendo realmente bisogno del suo aiuto in questo momento.
"Cosa devo fare?" chiede con un sorrisetto mettendosi accanto a me.
"Dammi un bacio." ordino.
"Fa parte della ricetta?" mi prende in giro.
"Un bacio non si rifiuta mai e sta sempre bene con tutto." lei mi guarda con un'espressione scettica e un po' sfottente che mi fa venire subito voglia di provocarla "Tutte le altre ragazze per cui ho cucinato non mi hanno mai negato un bacio."

Immediatamente Emma mi rivolge uno sguardo di fastidio e so di aver fatto centro con una sola frase.

"Probabilmente le altre ragazze erano le tue fidanzate e io non lo sono, quindi non ti bacio solo perché cucini per me." ribatte con un pizzico di acidità nella voce che mi fa scoppiare a ridere.

Da una ragazza dolce come Emma non mi aspetto mai toni del genere e ogni volta mi fa sorridere.
Inoltre il suo discorso non ha un senso logico e il che mi diverte ancora di più.

"Ma se mi hai baciato fino a poco fa!"
"Da adesso non lo farò più." mi sfida allontanandosi un po'.
"Davvero?"
"Davvero."
"Beh è un vero peccato allora. Vuol dire che stasera cucinerò solo per un'amica e noi due non ci baceremo mai più!"

Lei mi riserva uno sguardo truce e io continuo a ridere.

Entrambi sappiamo che abbiamo superato da un po' di tempo la fase "amici" e che ormai manca solo un piccolo passo per essere qualcosa di più che due ragazzi che semplicemente si frequentano, ma non riusciamo mai a compierlo questo passo.

Restiamo fermi allo stesso punto.

Lei perché ha lasciato il suo ex da poco e non vuole affrettare le cose con me adesso; io perché rispetto i suoi tempi e a dire la verità anche perché sono un po' spaventato da ciò che provo quando sto con lei.

Fidanzarsi sarebbe una conferma che ha un qualcosa di eccitante, ma allo stesso tempo un non so che di terrificante.

Non so se riuscirei a gestire una relazione seria con lei.
Avrei sempre paura di deluderla o di stare di nuovo male come è successo con la mia ex.

Sposto il mio sguardo su Emma che adesso sta appoggiata al piano di lavoro della cucina con le braccia incrociate sul petto e un broncio stampato in faccia.

Ne varrebbe la pena?

La distanza, le telecamere, la fama, i tour, gli impegni...potrebbero essere degli ostacoli per due ragazzi giovani come noi.
Quando usciremo dal programma sarà tutto diverso.

E se noi non riuscissimo a reggere?
Ne avrebbe la pena stare male dopo?

Continuo a fissare Emma e penso a quello che è successo da quando l'ho conosciuta, a tutto quello che ho provato con lei.

E sì, ne varrebbe la pena.

"E comunque a me importa se la mia fidanzata mi sorride, mica se mi dà i baci quando sto a cuinà per lei." dico con un tono più serio di quello che avrei voluto.

La vedo infatti sgranare gli occhi in preda all'agitazione.

Forse non dovevo dirlo in questo modo.

Sono certo però che abbia colto il riferimento a quello di cui abbiamo parlato oggi e che abbia anche capito esattamente quello che voglio dire.

Lo so che io e lei ci capiamo sempre.

"Biondino!" si apre improvvisamente in un sorriso che spazza via ogni segno di preoccupazione dal suo volto.

Mi prende un braccio per tirarmi verso di lei e per la prima volta mi sento in imbarazzo davanti ad una ragazza.

"A me interessa davvero che tu sia felice." dico in un sussurro affondando la testa tra i suoi capelli per non guardarla in faccia.

Non so se mi sono mai esposto così tanto con qualcuna, ma con lei mi sono sentito di farlo.

"Io sono felice. Nessuno mi fa sorridere come te e non ho bisogno di altre conferme. Non mi interessa di Keanu e alla mia famiglia lo dirò un giorno di questi, ma per adesso..." dice tutto d'un fiato in lingua inglese che però comprendo perfettamente.

Non completa la sua frase ma mi guarda e la capisco al volo.

La bacio in modo diverso rispetto a tutte le altre volte, come se questo fosse un nuovo inizio.

Non è cambiato effettivamente nulla, ma adesso so che posso considerarla ufficialmente mia e ogni volta che la guarderò potrò ricordare a me stesso che ha davvero scelto me e che non le importa di quanto possiamo sembrare opposti o di quello che potrebbero pensare le persone.

"L'ho detto che sei la mia Pupellina!" esclamo prima di lasciarle ancora un altro bacio.

Non diciamo nient'altro, ma ridiamo come due stupidi e le nostre risate sono la conferma del fatto che ciò che c'è tra noi è puro ed è bello.

È qualcosa di raro che non va sprecato, per cui vale la pena rischiare un po'.

Vale la pena se poi ho qualcuno per cui sorridere e che sorride per me.
Solo per me.

Spazio autrice
In occasione dei quattro mesi dei Pupellini, ecco a voi come ho immaginato in 3775 parole il loro fidanzamento ufficiale (è il capitolo più lungo che abbia mai scritto finora)
Ho cercato di mantenere fede alla spontaneità del loro rapporto e ai loro caratteri, ma ovviamente è molto difficile e non so se ci sono riuscita al 100%.
Comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto lo stesso e che non abbia deluso le aspettative di nessuno, quindi fatemi sapere nei commenti se vi va e vi prego di perdonare gli errori che mi saranno sfuggiti sicuramente!
Piccolo spoiler: Una parte del prossimo capitolo conterrà il punto di vista di Emma di questo ultimo momento, perché sono certa che i loro pensieri saranno stati diversi in quegli istanti.
Detto ciò, esattamente come si superano i Biemma così cuccioli? Aiutatemi se avete delle risposte ahaha❤️
A presto e grazie per il supporto✨
La foto che ho messo come copertina l'ho presa dalla pagina Instagram @biemmaa_

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