03
"Non approfittare troppo della mia gentilezza." Mi raccomanda Harry, prima di aprire una piccola porta in legno, la quale porta all'uscita secondaria del negozio.
Il vicolo è piuttosto stretto ed è utilizzato principalmente in caso di emergenze.
A fondo della stradina vi sono dei cassonetti della spazzatura dove i camerieri del pub tendono a buttare i rifiuti a fine giornata.
Tutto di questo posto è terribile, dall'odore di smog e spazzatura ai pali della luce rotti ed arrugginiti.
Niente è in ordine, o tantomeno pulito e ciò mi rende irritata.
"Ti devo tre sigarette, ho afferrato il concetto." Rispondo, per poi alzare gli occhi al cielo.
Harry si morde il labbro e abbassa per qualche secondo lo sguardo sulla mia intera figura.
Essere osservata da lui mi rende nervosa, poiché non riesco a percepire neanche un minimo di ciò che i suoi occhi esprimono.
"Hai un accendino?" Gli domando dopo un po', pur di spezzare il silenzio.
Lui, sembrando realizzare il fatto che io abbia notato il suo sguardo, scuote leggermente la testa e affonda le mano nelle tasche, alla ricerca dell'oggetto.
Trattengo un sorriso, trovando la sua confusione negli occhi piuttosto tenera.
"Perché sorridi?" Domanda, serrando la mandibola.
"Niente." Rispondo, afferrando l'accendino dalle sue mani e sfiorandole leggermente.
Scatto immediatamente indietro.
Il viso di Harry è sempre più confuso, ma tento di non farci caso.
Mi appoggio con un fianco alla porta del negozio, che sembra essere l'unica superficie pulita a sufficienza.
Accendo la sigaretta che ho in mano, guardando il ragazzo che fa la mia stessa azione, posizionandosi esattamente di fronte a me.
La sua maglia nera arrotolata sulle braccia fa in modo che siano ben visibili dei tatuaggi incisi sulla sua pelle.
"Ti piacciono?" Domanda lui, guardandosi per un secondo gli avambracci.
"Sono tanti."
Lui scoppia in una risata, mettendo in mostra profonde fossette: "Non hai risposto alla domanda." Mi fa notare, per poi abbassare leggermente la testa e scompigliarsi i ricci castani.
"Non ho detto che non mi piacciono," mi difendo immediatamente "solo... non so cosa vogliano dire e quindi non posso dirlo."
"Sono solo tatuaggi, disegni." Mi informa, ritornando al suo tono glaciale.
Mi mordo il labbro inferiore, chiedendomi perché si comporti in modo tanto freddo.
Improvvisamente sentiamo delle urla e riesco a vedere Harry girarsi di scatto, così seguo anch'io il suo sguardo.
Il riccio scatta immediatamente verso l'incrocio della strada, da dove provengono le grida.
Cinque ragazzi sono in gruppo e calciano il ventre di un loro coetaneo, in quale è piegato per terra.
Harry si precipita in mezzo a loro e li sposta dal giovane, urlandomi di portarlo via.
"Stai bene?" Chiedo sconvolta al ragazzo, rastrellando svariate volte il suo corpo ferito ed i vestiti strappati.
La sua faccia sembra pulita ed i suoi occhi azzurri innocenti.
Arriccio il naso, guardando con disprezzo alle mie spalle i cinque adolescenti.
Il ragazzo scuote la testa, tra le lacrime.
Faccio il mio meglio per non sembrare troppo compassionevole e annuisco.
Giro la testa verso di Harry, il quale dice furioso qualcosa ai teppisti.
"Come ti chiami?" Gli domando, accarezzandogli leggermente le spalle.
"Andrew." Risponde timidamente a sgurdo basso.
"Posso vedere cosa ti hanno fatto?"
Lui annuisce, alzandosi la T-shirt e mettendo in mostra il suo busto ricoperto di contusioni.
Riesco a vedere Harry raggiungerci e gli adolescenti andarsene.
"Harry, credo si dovrebbe chiamare un'ambulanza." Gli dico, indicandogli con un cenno del capo Andrew.
"No!" Si intromette quest'ultimo "non fatelo, per favore."
Lo guardo confusa, in cerca di spiegazioni.
"Chiameranno di sicuro i miei genitori ed io dovrò dare spiegazioni, solo che non sono stati solo loro a sbagliare, da un lato me lo sono meritato." Dice a testa bassa, con fieve voce.
"Non ti sei merirato nulla, Andrew! Sei stato picchiato e la violenza non ha assolutamente scuse!" Alzo la voce, provocandomi occhiatacce.
Harry mi stringe la mano, facendomi venire i brividi in tutto il corpo, e mi guarda dritto negli occhi: "Cailey, stai esagerando, se non vuole non puoi costringerlo." Dice pacatamente.
"Stiamo scherzando? Harry, sto solo cercando di fargli fare la scelta giusta!"
"È un ragazzino, diamine! Deve sbagliare e bruciarsi per capire!" Controbatte, avvicinandosi sempre di più a me.
"E questo non è sano! Ogni giorno andrà sempre peggio se non farà nulla ora!" Gli punto un dito sul duro petto.
"Basta, per favore. Non voglio." Dice a voce bassa Andrew, trattenendo le lacrime.
"Chiamerò un mio amico che sa cosa fare, ad ogni modo non è nulla di grave, basterà una pomata e antidolorifici." Risponde Harry con il suo classico tono duro.
Nel frattempo, invece, io chiamo il mio superiore e spiego dell'incoveniente avuto e lui suona piuttosto comprensivo.
Dopo poco più di un minuto, Harry afferra un mazzetto di chiavi e lo fa balzare tra le mani, dopo aver chiuso la telefonata.
"Forza, dobbiamo raggiungere Niall alla sua casa." Ci informa, iniziando ad incamminarsi.
Andrew ed io lo seguiamo silenziosamente.
Una volta arrivati in auto, mi stupisco dalla sua eleganza: è una Mercedes di un lucido blu notte e, una volta entrati, emana un piacevole odore di cocco ed è perfettamente pulita.
Dopo essersi allacciato la cintura, assicurandosi che anch'io lo facessi, è partito, sfrecciando.
***
Vari secondi dopo aver suonato il campanello, ci ha aperto un ragazzo dai capelli biondi portati a spazzola e vivaci occhi azzurri cerulei.
"Ciao," saluta educatamente, sfoggiando un sorriso perfetto "piacere, Niall." Allunga la mano prima a me, poi ad Andrew.
Lancia uno sguardo ad Harry, quasi confuso: "posso rubarvelo per un secondo?" Domanda, continuando a sprizzare allegria da tutti i pori.
"Certo." Sorrido leggermente, appoggiando la mia giacca di jeans all'attaccapanni posizionato all'ingresso.
Lui stira le labbra, prendendo Harry per un polso e quasi trascinandolo verso la sua camera.
Guardo stupita la scena, chiedendomi cosa ci sia dietro.
Ad ogni modo, non sono affari miei.
N/A.
Scusate per il ritardo, ma ero in gita scolastica e sono anche stata morsa da un ragno.
Yuhu.
Per farmi perdonare ho già scritto il prossimo capitolo:).
Fatemi sapere se vi sta piacendo la storia!
Un bacio.
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