Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Alien Abduction

La voce del giornalista in tv arrivò bassa e confusa alle mie orecchie.
Mentre rigiravo svogliatamente il cucchiaio nella minestra, la mia mente continuava ad andare altrove...

"- Perchè proprio io? -"

Avevo chiesto quel mattino alla piccola, svitata, inquietante Zoey Graves.

"- Perchè se lo dicessi a qualcun'altro, rischierei che lo andasse a raccontare a uno dei suoi amici, mentre meno persone lo sanno e meglio è. -"

Aveva risposto all'istante la rossa. In volto ancora quell'espressione seria e matura, che mai avrei creduto potesse appartenerle.

"- Quindi hai scelto me perchè... -"

"- Perchè non hai una vita sociale, ovvio! -"

Aveva risposto lei all'istante, finendo la frase al posto mio e piegando perfino un angolo delle labbra verso l'alto in un mezzo ghigno! Quell'impertinente...

"- Non posso darti tutti i torti. -"

Avevo risposto io sbuffando.

"- Ma comunque... Non ti aiuterò. -"

Lei aveva stretto le labbra in una linea sottile, arricciando, insieme al piccolo nasino all'insù, tutte le lentiggini che lo circondavano.

"- Me lo aspettavo. -"

Aveva sospirato, chinando il capo affranta.

E io avevo appena pensato di essere finalmente riuscito a liberarmene (che sciocco, eh?), quando lei aveva rialzato di scatto i suoi grandi occhi verdi su di me, stabilendo con voce ferma e decisa:

"- Bene. Allora domani dopo scuola vieni sul retro. Ti mostrerò le prove. -"

Quindi, senza neanche aspettare la mia risposta, si era voltata ed era corsa via, lasciandomi lì, con una mano ancora ferma sulla chiave infilata nella toppa dell'armadietto e le mente in subbuglio.

A proposito di menti in subbuglio, se devo proprio dirla tutta, in realtà, oltre alla bizzarra discussione con Zoey Graves, c'era anche un'altra cosa che mi stava dando il tormento.

Mentre sollevavo dal piatto il cucchiaio colmo di brodaglia, un ricordo mi attraversò improvvisamente la mente.

Due occhi azzurri che mi osservavano intensamente da pochi centimetri di distanza. Le nostre dita intrecciate in una stretta confusa e calorosa. Il brivido che aveva attraversato tutto il mio corpo, da cima a fondo, nel momento in cui avevo sentito il suo respiro rapido e irregolare sulle mie labbra.

Mi irrigidii e lasciai cadere il cucchiaio, osservandolo con distacco mentre lentamente affondava nel piatto, facendosi spazio tra verdure e pezzetti di carne non meglio identificata.

- Ti è passato l'appetito? -

Chiese la voce stanca e leggermente divertita di mia madre.

Sollevai lo sguardo dal piatto, incontrando i suoi sottili occhi castani, in parte coperti da ciocche dei suoi lunghi capelli color paglia e sotto i quali si poteva intravedere, nonostante lo strato di fondotinta, l'accenno di un pesante paio di occhiaie.
Scesi, osservando la sua mascella squadrata e i suoi tratti così affilati e dolci al tempo stesso.
Quindi mi soffermai sulle sue carnose labbra rosa, ora leggermente sollevate verso l'alto.

Cos'aveva da ridere? Solo perchè avevo una quindicina di chili di troppo, non significava che avevo sempre fame. E poi non è che quella brodaglia fosse uno dei miei cibi preferiti...

- Ti ho lasciato in frigo qualche pancake che è... -

- L'ho già mangiato. - La interruppi con uno sbuffo. - Per merenda. -

Ora stava davvero sorridendo.

Stavo per ribattere in qualche modo a qualsiasi cosa quel sorrisino volesse sottintendere, quando la voce del giornalista dalla tv, che fino a quel momento avevamo bellamente ignorato entrambi, catturò la nostra attenzione.

- È a Ness City, Kansas, che questa sera, alle sei in punto, ben diciassette persone affermano di aver visto volare in cielo un oggetto non identificato. Un UFO. Si sa per certo che a quell'ora nessun aereo di linea o militare avrebbe dovuto sorvolare la città, sono in corso delle indagini per... -

- Secondo te sono tornati per riportarcelo? -

Dissi scoppiando in una breve risata.

- Bah, chissà? - Replicò mia madre ricambiando il mio sorriso ironico. - Più che altro, mi meraviglierebbe che ci abbiano messo tutti questi anni per stancarsene. -

- Magari li ha corrotti a lasciarlo andare. -

- E con cosa? Con il cartone di latte che era andato a comprare? -

A quel punto scoppiammo a ridere entrambi. Una risata forte ed esplosiva, che riuscimmo a placare completamente solo un paio di minuti dopo.

Accadeva almeno una volta al mese che uno di noi due, o entrambi come in questo caso, se ne uscisse con commenti del genere, ma, per quanto fosse ripetitiva, questa cosa non avrebbe mai smesso di farmi ridere.

Come potreste aver intuito, la persona di cui stavamo parlando, quella che andando a comprare il latte è stata rapita dagli alieni, altri non è che mio padre.

Ovviamente non era andata così.
Per quel che ne sapevo, non c'erano stati avvistamenti alieni quel giorno e lui non doveva neanche andare a fare la spesa.
In realtà non se n'era andato da un giorno all'altro, senza dire una parola. Secondo quel poco che ero riuscito a scucire a mia madre, anche se la separazione era stata repentina e desiderata da una sola delle due parti, comunque lei sapeva già che sarebbe accaduto.
Ah, per la precisione, è successo circa un mese dopo la mia nascita e a quanto pareva loro non erano sposati.
Non avevo la più pallida idea se le due cose fossero collegate o meno, fatto sta che è andata così.
Neanche so come si chiamasse e, sinceramente, non poteva fregarmene di meno.

E così noi ci scherzavamo abitualmente.
Ogni volta che sentivamo al telegiornale notizie del genere (cosa che accadeva molto più spesso di quanto non dovrebbe), uno di noi due se ne usciva con un commento su di lui e l'altro rincarava la dose, finchè non riuscivamo più a resistere e scoppiavamo a ridere.

Sì, poteva sembrare piuttosto deprimente vista da un'occhio esterno, ma a noi andava bene così.

- Mi è tornato l'appetito. -

Annunciai, riafferrando il cucchiaio.
Mia madre soffocò una risata mettendosi una mano davanti alle labbra e io le risposi con un'occhiataccia.

Sì, non avevamo bisogno di nessun'altro per stare bene.
Ci bastavamo e avanzavamo a vicenda.

- Allora... - Riprese mia madre, puntando un gomito sul tavolo e posando il mento sul palmo della mano. - Hai qualcosa da dirmi? -

- Ehm... Tipo? -

- Beh, tipo perché prima ti era passata la fame. -

- Dici oltre al fatto che la signora Perez non sa cucinare? -

- Nick... -

Mi riprese lei, aggrottando le sottili sopracciglia chiare.

- Lo so, lo so. - Sospirai io, alzando lo sguardo al cielo e sollevando i palmi delle mani in segno di pace. - Ci aiuta molto e le siamo infinitamente grati. Anzi, ci aiuta così tanto che la prossima volta che la vedo le suggerirò di limitarsi al brodo la prossima volta e lasciare a noi il resto. -

- Ora va meglio. -

Sorrise lei.

E io pensavo di averla scampata, quando...

- Quindi? -

- Mhm? -

Replicai io con la bocca piena, per poi mandare giù.

- Lo vedo che c'è qualcosa che ti turba. -

- E cosa te lo fa dire con così tanta sicurezza? -

- Sei un adolescente. Tutti gli adolescenti hanno sempre, e dico sempre, in qualsiasi momento e contesto, qualcosa che li turba. -

- Il tuo ragionamento non fa una piega. -

Ammisi, accingendomi poi a portare alle labbra l'ennesima cucchiaiata.

- Hai un succhiotto sul collo, Nick. -

Merda.

Quindi stava lì da tutto il giorno? E nessuno mi aveva detto nulla? Beh, non che ci fosse qualcuno a scuola che avrebbe potuto farmelo presente...

Senza pensarci, afferrai la lampo della felpa e la tirai su tutta in una volta, nel vano tentativo di coprire il misfatto.

A quel punto, però, sollevai lo sguardo verso mia madre.
Stava sorridendo, ma non era tanto il sorriso da "ora mi dai i particolari", quanto piuttosto il ghigno da "ti ho fregato".

- Non... Non c'è niente sul mio collo, vero? -

- Candido e immacolato come sempre, tesoro. -

Confermò lei annuendo lentamente con il capo.

Mi volevo sotterrare.
O morire strozzato con la brodaglia della signora Perez, che forse sarebbe stato anche peggio.

- È... Una cosa complicata. -

Bofonchiai, cacciandomi in bocca un pezzo di carne per tenermi momentaneamente al salvo da ulteriori domande.

- Non avevo dubbi. -

Replicò mia madre con un lieve sospiro, per poi voltarsi verso il televisore, benchè in quel momento ci fosse la pubblicità.

Davvero voleva lasciar cadere così la discussione?
Era alquanto improbabile, ma, conoscendola, intuii che volesse darmi in questo modo l'illusione di avere una via di fuga, anche se era evidente che non fosse così. Pensai, a ragione, che sicuramente prima o poi avrebbe ritirato fuori quell'argomento.

Ma ad ogni modo, era meglio allontanarsi il prima possibile da quel campo minato.

- Domani quando pensi di finire? -

- Non prima delle nove. - Rispose, continuando a tenere lo sguardo fisso sullo schermo, come se ritenesse la pubblicità del cibo per cani la cosa più interessante che avesse mai visto. - Perchè? -

- Niente, era tanto per chiedere. -

- Ti devi organizzare per dare la cena al procione prima del mio ritorno? -

Impallidii. Ancora di più di quanto non l'avessi fatto poco prima per il suo scherzo del succhiotto.

- Come...? -

- Lo so da un mesetto ormai. Gli do da mangiare io quando tu te ne dimentichi. È un po' diffidente e scorbutico, ma di solito con un po' di cibo si raddolcisce all'istante. È proprio vero che animale e padrone si assomigliano sempre, eh? -

- Un momento... Ma se lo sapevi da tutto questo tempo e ti andava bene, perchè non l'hai detto? -

- È stato divertente vederti sgattaiolare in cortile alle due in punto per tutte le notti della settimana scorsa, quando tornavo ad orari così irregolari che non riuscivi a organizzarti. -

Disse lei in tutta risposta, sorridendo.

Che dire?
Ci bastavamo e avanzavamo a vicenda, ma in effetti ogni tanto mi capitava di pensare che alla fin fine non sarebbe stato poi così male se ci fosse stato con noi anche qualcun'altro, in modo tale da avere qualcuno con cui spartire il suo intuito femminile e non esserne l'unica vittima.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro