Victim fights back
Primo giorno di scuola.
Eccoli là...
Osservai la cricca di ragazzi appoggiati al muro davanti alle porte dei bagni: Hunter, Shawn, Ramon, "Diesel" e "Six-pack".
Hunter era il leader del gruppo e il fidanzato della figlia del preside, nonché uno snob di prima categoria. Sapevo anche per certo che la sua suoneria era l'Inno alla Gioia...
Shawn, il belloccio della compagnia, era famoso in tutta la scuola per il suo egocentrismo e il suo comportamento da rubacuori.
Ramon, di origine messicana, portava sempre con sé un rasoio, e si diceva avesse legami con dei gangster messicani.
Di "Diesel" e "Six-pack" non conoscevo i veri nomi, dato che, a differenza degli altri, non avevano corsi in comune con me. Sapevo solo che i loro soprannomi derivavano rispettivamente da una supposta somiglianza a Vin Diesel, non riconoscibile per via dei capelli, di uno, e dal culto per i propri addominali e l'amore per la birra dell'altro.
Loro si accorsero del mio sguardo e mi salutarono con la mano, sorridendo sarcasticamente.
Presi un respiro profondo, nel tentativo di sciogliere la tensione che si stava accumulando nelle mie spalle, e mi avviai verso il bagno femminile.
"Ehi, nana! Riesci a sederti sul gabinetto, o ti serve una scala?" Scherzò Hunter, facendo leva sul fatto che erano tutti e cinque alti almeno sei piedi, ossia sette pollici più di me.
"Tranquillo, Vostra Maestà." Risposi, con una sicurezza che credevo di aver perso "Piuttosto, riuscite a respirare là in alto?"
Le espressioni dei cinque divennero accigliate: "Che cazzo hai detto, stronzetta?"
La mia sicurezza svanì di fronte a questo scatto d'ira, e mi chiusi nel bagno. Avanti, reagisci! Altrimenti avrai sprecato la tua estate! Mi dissi.
Primo giorno di vacanze estive
Allora... il posto dovrebbe essere questo...
Mi trovavo poco fuori dalla città, ai piedi di una piccola collina sulle cui pendici era ancora quasi visibile un vecchio cimitero e stavo guardando l'edificio sulla cima: "Palestra Hellfire and Brimstone..." lessi a mezza voce.
Avevo chiesto alla mia compagna Asuka, nota per aver fatto a pugni con la maggior parte delle ragazze, e alcuni ragazzi, vincendo ogni volta, dove si allenasse, e lei mi aveva indirizzato a quella palestra.
Mi feci coraggio e entrai. Nell'ingresso vidi un omone, alto almeno sette piedi, vestito di nero, che si stava togliendo un lungo impermeabile.
L'uomo mi sentì e si girò. Con una voce e un'espressione indecifrabili, mi domandò: "Non credo di averti mai visto qui, e tutto sommato questo posto non sembra adatto a te... cosa ti serve?"
Balbettando intimidita, chiesi a mia volta: "S-scusi, l-lei lavora qui...?"
La sua voce si addolcì in maniera appena percettibile, ma il suo volto rimase impassibile. "Se lavoro qui? Non proprio, o meglio, non solo. Sono il proprietario, mi chiamo Mark. Sei qui per allenarti?"
"S-suppongo di sì... Asuka mi ha parlato molto bene di questa palestra... non so se ha presente, è una ragazza giapponese, arrogante ma divertente, con capelli tinti di colori sempre diversi..."
"Sì, sì, ho presente... L'imperatrice di domani, no? Comunque, non mi hai spiegato perché ti sei rivolta a lei, e ad una palestra hardcore come questa..."
Mi apprestai a spiegare: "Beh, durante l'ultimo anno scolastico, cinque bulli mi hanno preso di mira, arrivando anche a pestarmi quotidianamente... come può vedere..." mostrai lividi ed ematomi su tutto il mio corpo "Purtroppo, denunciarli al preside ha peggiorato solo le cose, dato che non mi ha creduto... sua figlia è fidanzata con uno di loro, dopotutto..." descrissi la situazione per filo e per segno, ricacciando indietro le lacrime per quanto possibile.
"E quindi, voglio reagire! E le sarei immensamente grata se mi aiutasse a prepararmi. Sono disposta a venire tutti i giorni, se necessario!"
"Beh... facciamo così, torna domani, e io avrò preparato un programma da sottoporti, per rafforzare il tuo corpo, il tuo carattere e le tue abilità."
La campanella mi riscosse dai miei pensieri. Mi diressi in aula, cercando, durante tutta la lezione successiva, di ignorare i commenti che Shawn, seduto dietro di me, mi rivolgeva.
Alla fine dell'ora, avvicinò la sua bocca al mio orecchio: "Se vuoi che la smettiamo, sai cosa devi fare..."
Lo fulminai con lo sguardo: "Ancora questa storia? Sapevo quanto siete immaturi, ma non credevo ti comportassi davvero come un bambino che infastidisce la bimba che gli piace perché lo noti..."
"Questa è l'ultima goccia! Ti farò pentire di avermi disprezzato." Sibilò "Ti aspetteremo fuori. Se non ti fai vedere, te ne daremo anche di più, domani..."
"Contaci..." mormorai, sospirando.
L'anno precedente, a dicembre.
"Ehi, bella!"
Eccolo di nuovo...
"Ciao, Shawn..." sospirai.
Incredibile come quel ragazzo potesse essere appiccicoso...
"Perché non vieni con me in discoteca, questo venerdì?" Mi chiese, come se pensasse che non avrei potuto rifiutare.
"Senti, Shawn, quante volte devo dirti che non sono interessata? Mi spiace, ma lo sai già, non sei il mio tipo..."
"Beh, non sai quello che ti perdi" sorrise, beffardo "e soprattutto non sai con chi hai a che fare..."
Poche ore dopo, mentre uscivo, mi arrivò un pugno in faccia dal nulla. Era Ramon, che rise e disse: "Adesso scoprirai cosa significa mettersi contro di noi, puttanella!"
Sentii qualcuno prendermi per i capelli e tirarmi in piedi, per poi bloccare le mie mani dietro la schiena, mentre Ramon e "Diesel" mi colpivano con pugni e calci. Ero appena capace di pensare e tenermi in piedi. Poi, vidi Shawn avvicinarsi. Sussurrò: "Mi dispiace, ti amo..." poi sorrise beffardamente, e mi colpì al mento con un calcio. Caddi a terra, e si fece tutto nero. Mi svegliai, ore dopo, in infermeria.
Oggi sarà diverso, pensai. Meglio mettere le cose in chiaro dal primo giorno.
Spostandomi tra le classi, vidi Stephanie, la fidanzata di Hunter. Una bella ragazza, nulla da dire. Il suo problema era che il potere di cui disponeva come figlia del preside e l'infatuazione per il teppista Hunter l'avevano trasformata in una spocchiosa di prima categoria. Decisi di chiamarla e spiegarle la situazione, sperando che la comprendesse e mi aiutasse in qualche modo. "Ehi, Steph!"
"Cosa vuoi?" Ribatté, irritata "Di cosa vuoi accusare il mio Hunter, questa volta?"
"Niente... anche se ci sarà anche lui... Shawn mi ha minacciata con l'ennesimo pestaggio cinque contro uno."
"E io cosa c'entro con tutto questo?"
"Ti chiederei, se possibile, di portare Hunter da qualche parte, così che non ci sia anche lui... se non lo fai, potrei anche finire per fargli male..."
"E come potresti, tu, fare del male al mio Hunter?" Chiese, a metà tra lo stupito e il sarcastico.
"... O, più probabilmente, finirò male data l'inferiorità numerica." Conclusi, prima di risponderle. "Beh, mi sono allenata tutta l'estate, e ora guardami." Piegai il braccio destro e lo tesi, lasciando che il bicipite riempisse la manica della divisa. Contemporaneamente mi fermai, mettendo in tensione l'intera gamba sinistra, così da allargare la lunga calza regolamentare. L'espressione di Stephanie era così eloquente che non ebbe bisogno di dire nulla. Si sistemò i lunghi capelli color castano scuro e recuperò il cellulare, con la chiara intenzione di togliere Hunter dalla mia strada. La ringraziai mentalmente, mentre mi accorgevo di essere in ritardo per la lezione successiva.
Alla fine delle lezioni, attesi che tutti gli altri uscissero, poi mi posizionai di fronte all'entrata, in attesa.
Tre giorni prima
"Otto... nove... chiudi quei gomiti!... Trenta! Stop. Molto bene, abbiamo finito."
Mi alzai dalla panca, e guardai negli occhi il signor Cain. "Pensa che io sia pronta?" Gli chiesi. La sua risposta non tardò: "Direi proprio di sì, ragazza. Devo ammetterlo, mi hai stupito. All'inizio, sia io che Mark pensavamo non saresti durata molto... ma ci hai dimostrato quanto ci sbagliavamo."
Il signor Mark entrò in quel momento, raggiante. O meglio, aveva quella che supponevo fosse la sua espressione raggiante. Mi scattò una foto, appendendola di fianco alle altre; guardandole, notai quanto il mio corpo, la mia guardia, la mia espressione fossero cambiate in così poco tempo, e sentii di poter superare ogni prova si parasse davanti a me.
"Siamo qui. Dove stai guardando?" La voce mi riportò alla realtà.
Era quella di Ramon.
Mi voltai di scatto.
Erano tutti e... quattro. Hunter non c'era. Ringraziai ancora una volta Stephanie nella mia mente.
Improvvisamente, Shawn si slanciò verso di me, pronto a far partire un pugno. Con sicurezza, dovuta ai riflessi, mi scansai di lato, colpendo Shawn con l'avambraccio. Con una sicurezza che sconfinava nell'arroganza, affermai: "Qualcosa mi dice che non andrà come avete previsto."
"Come hai...? Non importa, siamo comunque in quattro!" Ramon mi caricò, ma lo anticipai con un calcio sul retro della gamba destra, costringendolo a mettersi in ginocchio. Alzai lo sguardo giusto in tempo per vedere il calcio al mento di Shawn, che si era già ripreso. All'ultimo secondo, mi gettai a terra, fingendo di essere stata colpita. Six-Pack mi si avvicinò, chinadosi e caricando un pugno; mi prese per i capelli, così da tenermi la testa ferma, e scaricò il braccio...
In quel momento, dandomi la spinta con le mani, avvinghiai le mie gambe al braccio del ragazzo, bloccando il pugno con entrambe le mani. Lui urlò di rabbia, e di dolore quando le mie gambe iniziarono a stringersi e bloccare la circolazione, ma io non mi staccai, manovrando lentamente le gambe così da passare ad una headscissor, e strinsi fino a far svenire il poveretto, mentre gli altri tre non sapevano che fare.
"Che gli hai fatto, puttana?" Urlò Diesel, incredulo, caricandomi.
"Ma non sapete fare altro? Siete dei rinoceronti?" Lo provocai, spostandomi lateralmente. Cercando di rallentare perse l'equilibrio, e si girò giusto in tempo per ricevere un uno-due a stomaco e mento, che lo stese istantaneamente ma temporaneamente. "Che c'è? Non riuscite ad avere ragione di una ragazzina come me?"
Dio, come ero fastidiosa quando prendevo sicurezza... ma credo che questo sia stato il mio asso nella manica per sopravvivere in quattro contro una.
"Facile, eh, fare la superiore evitando i colpi? Vediamo cosa succede quando non puoi farlo!" All'improvviso sentii le braccia bloccate dietro la schiena, e la voce di Shawn nel mio orecchio "Basta che tu dica una parola, e tutto questo finirà, lo sai bene..."
"Fottiti."
Ramon si avvicinò e si preparò a colpirmi con un pugno. Chiusi gli occhi, digrignai i denti e attesi le fitte di dolore... che non arrivarono. Percepii invece una spinta all'indietro, localizzata sui miei addominali contratti.
Ero stupita quanto loro, erano bastati davvero!
Come un fulmine, colpii Shawn con una tallonata all'inguine, liberandomi le braccia, per poi proiettarlo in avanti addosso a Ramon. Dopotutto pesava circa la metà del signor Mark e del signor Cain...
Controllai che i due fossero abbastanza storditi da permettermi di andarmene, e stavo per allontanarmi, quando vidi due visi che spuntavano da dietro una siepe.
"Steph, Hunter, vi ho visti, venite fuori, su..."
Si avvicinarono, e ci incontrammo a metà strada, mentre continuavo a guardarmi alle spalle, timorosa di un attacco a sorpresa.
"Abbiamo visto tutto..." iniziò Hunter.
"E...?"
"... Ed è stato incredibile! Credi di poterci insegnare qualche mossa?" Chiese Stephanie, quasi supplicando.
"No." Vidi le loro espressioni tradire la loro delusione, poi continuai. "No, perché non riuscirei ad insegnarvi come si deve..." e spiegai loro come e dove avevo passato l'estate. Detto tutto, mi allontanai verso casa, dove raccontai tutto ai miei, tra le lacrime.
Il giorno dopo
Entrai a scuola, silenziosamente come al solito, e subito le mie speranze che nessuno sapesse del giorno precedente svanirono, quando vidi Shawn, preso in giro da altri ragazzi per il suo essere stato battuto da me. Era sull'orlo di una crisi di pianto, si vedeva che non era abituato a trovarsi dall'altro lato della barricata. Quando mi vide, le sue ginocchia cedettero, e scoppiò in singhozzi, mentre gli altri ridevano e lo dileggiavano.
Mi rivolsi al gruppetto: "Per favore, lasciatelo in pace. Non voglio che qualcuno soffra per causa mia..."
"Ma... ma dopo tutto quello che ti hanno fatto, dopo tutta la tua sofferenza..." iniziò a dire uno. Mi avvicinai a lui, infuriata: "Primo, tu cosa ne sai di cosa ho passato? Secondo, se si meritavano una punizione di qualche genere, perché tu non hai fatto nulla? Terzo, proprio per ciò che ho passato, so che nessuno si merita questo trattamento. Chiaro?"
Mi girai, tendendo una mano a Shawn, che sorrise: "Ma quindi..." iniziò, ma io lo anticipai "No. Non è cambiato nulla, mi spiace. Ma, se dimostri di aver capito i tuoi errori e di poter cambiare, faremo un tentativo. Affare fatto?"
Ancora con le lacrime agli occhi, rispose.
"Affare fatto."
*Legenda ispirazioni personaggi*
Hunter: Paul Levesque, aka Hunter Hearst-Helmsley (aka Triple H), wrestler per la WWE, con il personaggio di un aristocratico di campagna diventato teppista
Shawn: Shawn Michaels (vero nome Michael Shawn Hickenbottom), anche noto come The Heartbreak Kid, wrestler per la WWE. Famosa la frase "I'm sorry. I love you", pronunciata appena prima di dare l'ultimo colpo a Ric Flair in quello che fu il match di ritiro di Flair.
Ramon: Scott Hall, noto come Razor Ramon, wrestler per WWE e WCW
Diesel: Kevin Nash, noto come Diesel, wrestler per WWE e WCW (la somiglianza a Vin Diesel l'ho inventata io per dare una motivazione al soprannome)
Six-pack: X-Pac, o Six-Pac (Sean Michael Waltman), wrestler per WWE e altre compagnie, tra cui WSX. Uno dei più odiati della storia del prodotto.
Asuka: Asuka (duh!), vero nome Kanako Urai, wres... avete capito. Titolare di un periodo di imbattibilità particolarmente lungo, e terminato a Wrestlemania 34.
Mark: Mark Calaway (non sono certo dello spelling del cognome), The Undertaker, leggenda della WWE, detentore della piu lunga serie di vittorie a Wrestlemania, 21, con un ruolino di marcia sul Palcoscenico più grande di 24 - 2.
Cain: Glenn Jacobs, Kane, leggenda della WWE e sindaco di Knox County, Tennessee. Come personaggi, Kane e The Undertaker sono fratelli. "Hellfire and Brimstone" (fuoco infernale e zolfo) è una frase che i commentatori urlavano ogni volta che Kane appariva, agli inizi della sua carriera.
Stephanie: Stephanie McMahon, figlia di Vincent McMahon, proprietario della WWE.
La protagonista non è altro che una Mary Sue, lo riconosco.
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