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Bullo?

*Nota Autore*
Uuh, la mia prima Nota da autore, sono emozionato. No, non è vero...
Prima cosa, dato come ho deciso di scrivere questo capitolo, vi sarei grato se commentaste a caldo, riga per riga, prima di finire tutto. Seconda cosa, non ho molte idee su che altri canovacci rielaborare, eccetto due in lavorazione, quindi, volendo, potreste suggerirmi la trama di qualche fanfic odiosa, che potrebbe giovare da una presenza femminile più... "massiccia"?
Infine, potrei ampliare questi racconti fino a farne delle storie a sé, ma anche per questo mi servirebbe aiuto, visto quanto scrivo poco, se non devo parlare di cose personali... ho scritto capitoli più brevi di questa nota...

Mi volto.
È lì, puntuale come al solito.
"Eccoti" dice, senza tradire emozioni.
Alzo i pugni, ma sappiamo entrambi che è più un riflesso che altro.

Inspiro.
Aspetto ad espirare.
Il pugno mi colpisce sull'addome, costringendomi a sputare fuori tutta l'aria. Il secondo lo segue. Il mio braccio lo intercetta prima che finisca sul viso, ma sento tutto l'impatto.

Faccio per rialzarmi, preparandomi psicologicamente per il prossimo colpo, quando sento una voce.
"Bellini! Cosa stai facendo?" Il professore si avvicina, guardandolo storto. "Adesso vieni con me dal preside, e vedrai cosa ti tocca!"
Sento il panico assalirmi. Se venisse espulso per questo, chissà cosa potrebbe fare!
Scatto in avanti. "No! Non lo punisca! È colpa mia!"
Il professore si interrompe, interdetto. Mi guarda con compassione, poi annuisce. Spero abbia compreso quello che pensavo...
Mentre Bellini si allontana, a testa bassa, il professore mi passa un volantino, poi scorta il ragazzo in presidenza.
Getto il foglio senza neanche guardarlo. So già cosa ci sia scritto. Chissà quanti tra insegnanti e compagni me ne hanno passato uno uguale.
"Impara a reagire al bullismo!"
Sorrido, triste. Non capirebbero neanche se glielo spiegassi. Anzi, potrebbe peggiorare la situazione.

Alla fine delle lezioni, vedo Bellini... Marco, fermo davanti al cancello. Appena passo vicino a lui mi si accoda. Non lo guardo. Non posso guardarlo in faccia, dopo quello che è successo. Prima di allontanarsi, mi dice solo: "Suppongo che dovrò trovare un altro posto..."
Sento ancora il panico assalirmi.
Spero non intenda quello che penso...

"Anche oggi, abiti sporchi di fango... mi dici come fai? Non avrai fatto a botte con qualcuno?"
"No, mamma, tranquilla, non è nulla..."
Neanche con lei posso parlare. Non capirebbe la verità, e non mi crederebbe se mi inventassi qualcosa. Negare è la cosa migliore.
"Se hai bisogno di parlare di qualcosa, qualunque cosa, sai che ci sono sempre" mi dice. Lo so bene, ma questa è una cosa che devo affrontare da sola.
In camera mia, trascino una panca da sotto il letto, insieme a dei manubri. Devo diventare più forte, fisicamente e mentalmente, perché il tutto si risolva...

Il giorno dopo, sto mangiando, non lontano dalla mia aula.
"Ehi, Bellini!"
Mi giro, come se avessero chiamato me.
Lo vedo avvicinarsi a chi l'ha chiamato, con la testa bassa.
L'altro è  il leader ufficioso di un gruppo di ragazzi e ragazze, appassionati di letteratura, noti per provare a risolvere storie di bullismo, dando consigli a vittime e bulli. Ho sentito, però, che talvolta criticano pesantemente le vittime se agiscono in maniera troppo passiva...
Non voglio che si immischino, nonostante la loro sensibilità non credo possano capire come stanno le cose.
"Sì?" Chiede Marco, avvicinandosi a lui, cercando di non far notare la sua agitazione.
Faccio un passo avanti verso di loro. Voglio capire cosa succederà.
Sentendo il mio passo, Marco alza la testa, e percepisco una ben nota minaccia nel suo sguardo.
Non credo l'altro abbia notata...
"È vero che hai ripetutamente picchiato Despirito negli ultimi giorni? Ciao, Laura."
Mi rivolge un gesto di saluto, seguendo lo sguardo di Marco.
Bellini, ovviamente, nega.
Forse è ora che parli, ma lo sguardo di Marco è più che eloquente. Non posso permettermi che qualcuno lo sappia. Per il suo bene, e per il mio.
Il ragazzo mi guarda, come a chiedere "È vero? Ti perseguita?"
Scuoto la testa, debolmente.
Prima o poi dovrò dire la verità, ma non oggi...

Gli altri membri del gruppo si avvicinano, circondando noi tre.
Sembra una mossa intimidatoria, e vedo che Marco la sta subendo in pieno. Sorrido tra me e me, forse è ora che la verità sia rivelata, dopotutto.
Marco cede: "Ho mentito... sì, è vero, l'ho fatto. Sono una persona spregevole..."
Una ragazza all'interno del gruppo, un po' più bassa degli altri, parla con voce squillante: "Sì, lo sei. Ma almeno l'hai riconosciuto, e sembri pentito, più di quanto pensassi... io voto per la rieducazione."
"No, ma quale rieducazione? Lui ha bisogno di tutt'altro!" Ho parlato senza accorgermene, la delusione era troppo grande. Come fa a non capire cosa è necessario?
"Capisco come ti senti," mi dice un altro ragazzo. "Ma stai passando dalla parte del torto... ha riconosciuto il suo sbaglio, e sembra sincero."
"No che non capisci! Lui... lui..."
Mi muovo verso Marco, che certamente percepisce come il mio timore sia sparito.
Lui, invece, è spaventato e confuso come non mai.

"Lui è una vittima, in tutto questo!"
L'espressione di tutti i presenti muta in una di stupore.
"Co-cosa intendi?" Mi chiede un'altra ragazza.
Incrocio lo sguardo di Marco. Mi sta chiedendo di non farlo, ma non posso fermarmi.
"Voglio dire che i suoi genitori si stanno separando, e lo stress a cui è sottoposto lo potrebbe portare a compiere gesti inconsulti."
"Oh, capisco..." parla ancora il loro leader "...ma questo non lo può scusare per quello che ha fatto, per i segni che ha lasciato..."
"Segni?" Lo interrompo, con uno sguardo di trionfo. "Vuoi vedere sul serio che segni mi ha lasciato?"
"Non... non ci terremmo, ma se ti può aiutare a sentirti meglio, fai pure..."
Mi tolsi la felpa, la maglia, e...

E rimango con la mia canottiera corta color rosso scuro.
"Volete dare un'occhiata più da vicino?" Chiedo, mentre Marco abbassa lo sguardo, non volendomi guardare in faccia.
Il gruppo si avvicina...

"Non vedo lividi di alcun genere..."
"In compenso, ha dei muscoli non male!"
A quella frase, inizio a flettere ogni singolo muscolo del mio corpo ritmicamente, così da guidare i loro sguardi su ogni gruppo muscolare.
Con la coda dell'occhio, noto che Marco mi sta sbirciando, arrossendo profondamente. So bene a cosa sta pensando...
Aspetto che tutti i membri del gruppo antibullismo abbiano soddisfatto la loro curiosità, provando, per la maggior parte senza successo, a comprimere i miei muscoli, poi parlo: "Marco, caro, ti andrebbe di spiegare cosa sta succedendo? Tranquillo, ormai sono certa capiranno"
"Oh, ehm... certo, Laura..." si schiarisce la voce "A-allora, dovete sapere che la qui presente Laura Despirito è una bodybuilder, o almeno lo vuole diventare. Dopotutto, è ancora troppo giovane per alcune parti del regime di allenamento da culturista... o almeno così mi ha detto lei. E, fin qui, ve ne sarete accorti anche voi..."
"Un momento..." interrompe una mia compagna di classe "è per questo che ti cambiavi solo se eri da sola, a ginnastica, e indossavi sempre abiti lunghi e larghi?"
"Esattamente" rispondo "d'altra parte, nascondere il proprio corpo è anche un atteggiamento, purtroppo, comune tra le vittime di pestaggi, no?"
"Dicevo..." Marco ricomincia, prendendo sicurezza mentre parla "... io e Laura siamo amici di lunga data, e per questo, quando i miei genitori hanno iniziato a litigare, poco prima che iniziassimo a frequentare questa scuola, lei ha iniziato a preoccuparsi per lo stress che stavo accumulando, e mi propose di farmi da sacco per sfogarmi. Ovviamente, obiettai che non volevo farle del male, ma lei mi convinse che non avrei potuto farlo neanche volendo, e, dopo qualche giorno di non convinzione, sentii che stava funzionando, e che lo sfogarmi su un essere umano piuttosto che un sacco o una porta faceva ancora meglio. Voglio chiedere scusa a tutti voi per non averne parlato con nessuno, ma temevo che non avreste capito..."

Appena finisce  di parlare, mi avvicino a lui, lo abbraccio, sollevandolo lievemente da terra, e gli dico "Se vuoi smettere basta che lo dici. Se invece vuoi continuare, mi troverai sempre pronta..."

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