II - Closed Epigraph: p.3 Epigraph of the Closed Curve
«Salve, Rintarō Okabe. Io sono Kurisu Makise.»
La mia mente era così offuscata da rendermi impossibile pensare a una risposta e i miei occhi si andavano riempendo sempre più di lacrime. Cercai di reprimerle a forza, senza un grande risultato.
C'era qualcosa di strano nella voce di Kurisu, qualcosa di robotico, ma con un po' di abitudine la stranezza avrebbe lasciato posto alla consapevolezza di non avere davanti la vera "lei".
Non è reale...
Il modo in cui parlava, il suo tono di voce, era uguale a quello della Kurisu che conoscevo, il che mi portò sull'orlo di una crisi di nervi.
«Siamo in piena notte, Maho?» Amadeus Kurisu si rivolse alla scienziata accanto a me con uno sguardo confuso e la webcam si girò automaticamente verso di lei.
«No, perché?»
Amadeus abbassò gli occhi.
«Sembrate entrambi addormentati...» osservò. Si riferiva al mio silenzio?
«Mi sono alzata dal letto circa due ore fa.» ridacchiò Maho. «Sono perfettamente sveglia.»
Non potevo dire lo stesso di me: mi sembrava di vivere un'illusione.
«Sei sempre la solita pigrona.» Amadeus incrociò le braccia e distolse lo sguardo.
«Non essere scortese...»
«Posso farti una domanda?»
Maho annuì. Amadeus Kurisu aveva un'espressione indecifrabile dipinta sul volto. «Come hai conosciuto questo ragazzo?»
Io ero ancora troppo stordito per poter elaborare la discussione.
«E' uno studente che ha partecipato all'ultimo ATF. Era interessato al progetto, quindi l'ho portato qui.» Maho decise di non specificare che fossi amico della defunta Kurisu, con mia sorpresa. Forse non voleva farglielo sapere, oppure toccava a me dirlo.
«Le sue capacità devono essere notevoli.»
La Kurisu sullo schermo si girò verso di me e sorrise.
Non riuscii a far altro che impallidire.
Stai calmo.
«Dunque, Okabe, di cosa ti occupi? Neuroscienze?»
Le parole mi si bloccarono in gola.
Cerca di stare calmo!
È solo un programma. Le sue parole, il suo aspetto, persino la conversazione che stai avendo in questo momento... È tutto artificiale.
Nonostante avessi ripetuto quelle parole nella mia mente centinaia di volte per mantenere il controllo, non riuscivo ugualmente ad aprire bocca.
Dopo quel "piacere di conoscerti", avevo avuto un tuffo al cuore. Non credevo che avrebbe fatto questo effetto, ma dovevo aspettarmelo: lei non era la Kurisu con cui avevo trascorso quelle tre lunghissime settimane. Maho mi aveva avvertito, ma sperimentarlo in prima persona era di un'intensità indescrivibile.
Avrei dovuto prendere le pillole per l'ansia...
Il mio battito cardiaco stava accelerando, il mio respiro era irregolare e la testa mi girava impedendomi di focalizzare lo sguardo sullo schermo. Le mie labbra erano secche e pallide.
«Va tutto bene, Okabe?» Amadeus Kurisu sembrava preoccupata. Il programma doveva essere molto accurato per poter gestire quel tipo di intonazione.
«No, non si occupa di Neuroscienze.» Maho continuava a venirmi in aiuto, forse perché si era accorta della mia difficoltà a rispondere. «Ma è interessato alla nostra ricerca.»
«Davvero?» Adesso Amadeus era decisamente incuriosita.
«Il professor Leskinen l'ha preso in simpatia. Credo che prima o poi farò di Okabe il mio assistente.»
Quella bizzarra affermazione mi scosse improvvisamente. Io, il suo assistente? Alla Viktor Chondria University?
«Non ti piacerebbe?» Maho si voltò verso di me, le braccia sempre conserte.
Trovai finalmente il coraggio di rispondere, ma la mia voce era rauca e sottile...
«Non intendo questo.»
«Bene, perché stavo solo scherzando. L'hai presa sul serio?»
Strinsi le labbra.
«No, affatto.» Non avevo nessuna intenzione di ammettere il contrario.
«Se studiassi molto duramente, potrebbe non essere una battuta, dopotutto...» Maho alzò le spalle.
«Preferirei essere l'assistente del professor Leskinen.» ribattei per risponderle a tono.
«È più difficile di quanto pensi...»
Mentre parlava, Maho si avvicinò a me e mi batté una mano sulla spalla, come per dire "meglio rassegnarsi". O forse stava solo cercando di calmarmi con un po' di ironi...
«Ho capito... Grazie.» Lei mi fissò con un'espressione confusa.
«Per cosa?»
Cogliere le sottigliezze non era il suo forte, nonostante fosse una scienziata...
«Maho, scusami...» Amadeus Kurisu chiamò Maho con un cenno in una maniera straordinariamente umana e naturale. Lei si accostò.
«Dimmi.»
«Avvicinati al microfono...» Kurisu ammiccò dallo schermo nella mia direzione, facendomi sbiancare. Cosa stava succedendo? Mentre riflettevo sulla stranezza del fatto, Maho attirò la mia attenzione cacciando un urletto. Le sue guance si erano improvvisamente tinte di rosso.
«Certo che no! Di cosa stai parlando?»
Amadeus le strizzò un occhio.
<0«Non devi essere così imbarazzata...» sussurrò con uno sguardo colpevole.
«Non lo sono!» si difese Maho incrociando le braccia. «Smettila...»
«Ne sei sicura?»
«Assolutamente.»
Non avevo idea di che cosa stessero parlando, ma l'espressione sconvolta di Maho era abbastanza per farmi presagire un malinteso.
«Scusate, di cosa state parlando?» chiesi.
Qualunque cosa Amadeus Kurisu avesse detto, Maho non doveva averla presa bene. Infatti, la scienziata dagli occhi verdi si girò verso di me, ancora rossa in viso, e poi mi diede nuovamente le spalle un attimo dopo.
Conoscendo Kurisu, c'era solo una spiegazione per questa reazione bizzarra: aveva sicuramente ipotizzato che io e Maho fossimo una coppia. La ragazza di cui avevo memoria avrebbe immediatamente immaginato una cosa simile, lei era fatta così...
Maledetta Celeb_17, sussurrai sentendomi improvvisamente molto meglio. Era un soprannome che utilizzavo per stuzzicarla, uno dei tanti che il vecchio me stesso aveva inventato opportunamente per lei.
Che programmino...
Era davvero necessario renderlo così simile all'originale?
Ridacchiai, immaginando Amadeus alle prese con @channel all'insaputa di Maho e del professore... Chissà se avesse già commentato qualcosa.
Proprio come quella volta, al Laboratorio di Gadget Futuristici, quando sorpresi Kurisu a navigare sul computer...
...
—
«Dovresti bussare prima di entrare!»
Kurisu mi fissa, paralizzata. Fa del suo meglio per nascondere il computer alla mia vista, senza alcun risultato.
«Christina, dovresti essere a lavorare. Che stai facendo?» Lei agita le mani davanti allo schermo e avvampa. E' aperto su una pagina di @channel piena di commenti postati dal suo profilo...
«Stai indietro!»
Sfodero la mia fragorosa risata da repertorio, avvicinandomi a lei. Ha le sopracciglia aggrottate e un'espressione indispettita sul volto. «Perché quella cosa?»
La sua voce trema leggermente, io gonfio il petto ed esclamo:
«Non ti agitare, Christina. O forse dovrei dire...» Punto il dito contro di lei con un gesto teatrale. «@channeler Kurisu!»
«Non chiamarmi in quel modo!»
«Lo sapevo!» Le mie mani scivolano in tasca e assumo l'espressione più compiaciuta di cui sono capace. «L'ho sempre saputo. Tu puzzi di @channel!»
«Non è vero! Il mio profumo non è così forte.»
«Non mi riferisco a questo. Parlo del livello di combattimento della tua anima, ma è carino che tu stia cercando di nascondermelo, @channeler Kurisu!»
Gli occhi stretti a fessura, Kurisu mi perfora con lo sguardo.
«Non... Chiamarmi... In... Quel... Modo.»
...
—
Il livello di combattimento della tua anima...
Il mio stupido commento sembrava avere un significato più profondo adesso: chissà se il modello 3D di fronte a me avrebbe un giorno acquisito, come aveva detto il professor Leskinen, una vera anima artificiale...
E cosa sarebbe un'anima in questo mondo senza il suo corpo? Qualcosa di immateriale, appeso a un filo tra la vita e la morte. Non si trattava più di scienza, ma di filosofia, se non di religione...
«Abbiamo scherzato abbastanza.» Maho mi scosse dai miei pensieri. «Okabe non è venuto qui per perdere tempo con queste cose.»
Amadeus Kurisu, però, non accennava a demordere.
«Il modo in cui cerchi disperatamente di cambiare argomento rende tutto molto più sospettoso...» osservò lanciando un'occhiata innocente a Maho.
«Se continui ancora ti arriverà un virus dritto in testa.»
Amadeus diventò improvvisamente seria e abbassò la testa.
«Scherzavo. Non lo ripeterò più.»
Doveva essere una formula piuttosto comune, perché Maho accennò a un sorriso subito dopo. Probabilmente lei e la vera Kurisu avevano avuto spesso conversazioni di questo tipo e il professor Leskinen si divertiva come un matto a sentirle discutere...
«Mi dispiace, Okabe...» Maho si scusò per l'intraprendenza di Amadeus. «Vuoi provare a parlarle?»
Inspirai lentamente: era giunto il momento. Maho sistemò la sedia davanti al PC e mi ritrovai faccia a faccia con Kurisu. I nostri occhi si incontrarono e lei sorrise. Forse era il suo modo naturale di reagire di fronte a una nuova conoscenza, ma per me fu come ricevere cento pugnali nel petto. Mi risultava difficile credere che quelle parole pungenti pronunciate poco prima rientrassero nel suo solito atteggiamento...
«Chiedimi qualunque cosa. Cercherò di rispondere.»
La mia mente era completamente vuota, non riuscivo a pensare a nulla: ricordare i momenti passati con Kurisu non era di aiuto. Le scene si susseguivano veloci nella mia testa in una serie di flash rapidissimi: le giornate al laboratorio, le D-Mail, la macchina per il salto temporale, la mattina alla stazione, la conferenza...
La conferenza.
Senza neanche lasciarmi il tempo di ragionarle, le parole uscirono dalla mia bocca:
«Credi sia possibile creare una macchina del tempo?»
-Angolo dell'autrice
Terza parte dell'Epigrafe della Curva Chiusa (episodio 2 dell'anime). Okabe riflette sull'incontro con Amadeus avvenuto qualche giorno prima e si perde tra i ricordi...
Consiglio vivamente di seguire questo video...
[Dovrebbe esserci un GIF o un video qui. Aggiorna l'app ora per vederlo.]
...mentre leggete la traduzione, in modo da avere un supporto audio-video e godervi la storia al massimo.
Trovate questa parte intorno al minuto 10.05.
Nuovo capitolo lunedì!
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