Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

II - Closed Epigraph: (Okabe) Closed Time Curve

OKABE

             5 Dicembre 2010

   «Interessante...»
Dopo essere rimasta in silenzio per una buona manciata di secondi, Amadeus Kurisu finalmente aprì bocca, cogliendomi di sorpresa.

  «Che cosa hai detto?»

  «Non mi hai sentito?» replicò lei. «Ho detto che è interessante.»
Esitai per un istante.

  «Non dirmi che vorresti andarci...»

  «Mi piacerebbe.»
Dovevo aspettarmelo...
Ero al centro di Ikebukuro con il telefono in mano e gli occhi fissi sul cielo azzurro di Tokyo. Avevo cercato di parlare il più possibile con Amadeus in quei giorni e l'avevo portata a fare un giro nei dintorni.
A volte era lei a chiamarmi, a volte la contattavo io. Non avvertivo nessuna stranezza: era come avere un'amica reale, umana.
Parlarle in un posto così affollato era leggermente imbarazzante, ma facevo leva sul fatto che, paragonato alle follie che combinavo tempo prima, quello non era niente di strano.
Discutevo con Kurisu degli argomenti più disparati, ma spesso dimenticavo di avere davanti una sua copia digitale, tant'era simile il suo modo di parlare a quello dell'originale...
In un attimo mi ero lasciato scappare dell'esistenza del laboratorio e lei, curiosa, aveva colto al volo l'occasione per fare domande.
  «Dunque, questo posto...» riprese Amadeus. «La me originale lo frequentava?»

  «Sì... Cioè, no.»
Amadeus Kurisu aggrottò le sopracciglia.

  «Sì o no?»

  «No, mai.»
Kurisu era diventata un membro del laboratorio nella linea di universo alfa ma, in quella in cui mi trovavo, era morta prima di venirne a conoscenza...
  «Ti sei fatta un'idea sbagliata: lo chiamiamo così, ma non è un vero e proprio laboratorio. È solo un gruppo di amici.
  «E poi...»
Suzuha viveva lì e Daru passava la maggior parte delle sue giornate con lei. Non volevo che sapessero del test con Amadeus, perché avrebbe solo complicato le cose.

  «Mi piacerebbe che finissi le tue frasi...»
Amadeus incrociò le braccia e mi fissò dritto negli occhi.

  «Lascia stare...»

  «Comunque, voglio vedere di più del laboratorio del professore. Voglio conoscere il mondo esterno.»
Kurisu aveva insistito particolarmente per fare un giro della città.

  «È per questo che siamo qui a Ikebukuro questa domenica mattina.» risposi. Erano le dieci e anche a quell'ora il posto era gremito di gente. Probabilmente si sarebbe riempito ancor di più con il passare delle ore.
   «Ti avrei portato volentieri fino a Maiden's Road.»

  «Che cos'è?» chiese lei.

  «C'è un mondo intero là fuori di cui non sei a conoscenza.» ridacchiai.

  «Aspetta, faccio una ricerca...» Lo sguardo di Kurisu si perse nel vuoto – stava navigando su Internet – poi lei mormorò qualcosa che non afferrai.

  «Sei davvero interessata?» chiesi.

«Cosa?!» Arrossì improvvisamente, incrociando le braccia.
«Certo che no!» Non riuscii a trattenere un sorriso. «Comunque, oggi voglio solo andare al tuo laboratorio. Ora che me ne hai parlato, devi prenderti la responsabilità.»
Dopodiché riattaccò e io abbassai il telefono, senza parole.
Mi sentivo come se fossi il suo tassista personale.

  «Che razza di egoista...»
Non sembrava avere una grande considerazione di me. Continuando in quel modo, avrebbe iniziato a trattarmi come un servo.
Amadeus non poteva muoversi autonomamente e non ci sarebbe mai riuscita, ma...
Da parte di Kurisu era comprensibile - cioè no, non lo era – ma con la sua versione digitale era incredibilmente umiliante.
  «Forse dovrei mettere un freno alla cosa...»
Mentre riflettevo ad alta voce, qualcuno si avvicinò a me.

  «Okarin?»
Mayuri mi corse intorno. Stava portando tre buste colme di materiali per confezionare costumi.
I suoi occhi verdi scivolarono sul cellulare che tenevo in mano.
  «Stavi parlando con qualcuno?»

  «Io? No, era...» Non sapevo cosa inventarmi.
«Un collega dell'università.» azzardai sul momento. Mayuri sembrò credere alle mie parole.

  «Capisco. Stai andando a incontrarlo?»

  «No, non ho impegni per oggi.» risposi mentre riponevo il telefono in tasca. «Devi andare a lavorare, Mayuri?»
Lei scosse la testa.

  «Yuki mi sta aspettando al laboratorio.»

  «Il... laboratorio?»
Che tempismo...

  «Sì! Perché non vieni con me?» Mayuri mi sorrise entusiasta. «È passato tanto tempo. Potresti assaggiare qualche piatto di Yuki.» Forse si era accorta della mia indecisione, perché il suo tono di voce si fece più insistente.
  «Preparerò qualcosa anche io!»
Non risposi.
  «Che ne pensi?»
Non volevo deluderla di nuovo. Avevo rimandato troppe volte quel giorno.
Alla fine andai con lei al laboratorio.

                                                                           ***

Per tutto il tragitto, Mayuri non smise di esternare la sua contentezza per la mia visita ed elencò tutti gli ingredienti delle ricette che avrebbe preparato con Yuki, spiegandomi nei minimi dettagli l'organizzazione della festa di Natale.

  «Sembri davvero felice.»

  «Lo sono!» trillò lei.
A differenza sua, io ero terribilmente nervoso. Non appena avevamo svoltato l'angolo e la sagoma dell'edificio era comparsa alla mia vista, il mio stomaco aveva iniziato a contorcersi: avevo la sensazione che da un momento all'altro avrei potuto vomitare.
Il pensiero di incontrare Suzuha mi destabilizzava...

  «Ti senti bene, Okabe?»
La porta del negozio di tubi catodici Braun al piano terra si aprì e il proprietario dell'edificio, Yugo Tennōji, uscì con un'espressione seria sul volto.

  «Mr. Tennōji, Tutturu!» esclamò Mayuri non appena si avvicinò.

  «Ciao, Mayuri.»
Lei spalancò gli occhi.

  «Non sente freddo solo con una maglietta addosso?»

  «Sono molto resistente.» ridacchiò lui.
Yugo Tennōji era ricoperto di muscoli, alto e forte come una roccia. Indossava un grembiule verde con un cuore rosa stampato e la scritta "I love CRT" in totale contrasto con la ruvidezza del suo aspetto.
Quando vivevo al laboratorio, gli avevo affibbiato il soprannome "Mr. Braun".
Era passato tanto tempo dall'ultima volta che l'avevo visto...
  «Okabe!»
Trasalii nel sentirmi chiamare. «Da quel che vedo, ti stai dando da fare all'università.»
Mi limitai a rispondere con un filo di voce:

  «Grazie.» Poi, rivolgendomi a Mayuri:
«Come va con l'affitto?»
Un tempo lo pagavo direttamente io, ma ormai...

  «Non ti preoccupare. Ci pensa Hashida.» precisò Tennōji.

  «Va bene...»
La discussione si interruppe lì.
Quest'uomo...
Che fosse un Rounder anche nella linea di universo beta?
Non avevo nessun modo per confermarlo e non potevo fare a meno di guardarlo con sospetto. Avevo fatto del mio meglio per evitare i contatti con lui, così come con quasi tutti gli altri...

  «Vi saluto. Cercate di non mettervi nei guai.»
Tennōji si accorse del mio silenzio e risolse di tornare dentro il negozio. Mayuri mi guardò preoccupata.

  «Tutto bene? Preferisci andare a casa?»
Inspirai lentamente.

  «No, entriamo.»
Non sapevo perché mi trovavo lì. Forse volevo cambiare qualcosa... ma cosa?
Si trattava davvero solo di Amadeus Kurisu?
Salii su per le scale, senza una risposta certa alle domande che mi frullavano in testa.
Mayuri entrò per prima e io rimasi per un attimo fuori dalla porta.

  «Scusa, Yuki, sono in ritardo.»

  «Ciao, Mayuri.»
Sbirciai all'interno della stanza attraverso la porta socchiusa. Daru e Yuki spalancarono gli occhi appena si accorsero della mia presenza.
  «Vedo che Okabe è qui con te.»

  «Okarin! È passata un'eternità, amico!»
Incrociai le mani davanti a me e feci un passo avanti.

  «Hai ragione...»
Il mio sguardo si spostò da una parte all'altra della stanza: non c'era traccia di Suzuha. Mi sentii leggermente sollevato. «Posso entrare?»

  «È il tuo laboratorio, non chiederlo nemmeno.» esclamò Daru.

  «Sì, certo...» esitai.
Non credo sia il momento adatto per chiamare Kurisu, riflettei mentre mi sistemavo sul divano. Cercai di rilassarmi, ma la mia testa era confusa...
  Mayuri si avvicinò a Yuki:

  «Che bel vestito!»
Yuki assunse un'espressione compiaciuta.

  «L'ho indossato proprio per sentirtelo dire!»

  «Mi piacerebbe tanto metterlo.» Mayuri sorrise.

  «Facciamo cambio più tardi?» le propose Yuki.

  «Non credo sia la mia taglia...»
Suzuha mi aveva raccontato che in futuro Yuki sarebbe diventata sua madre. Non riuscivo ancora a credere che una ragazza così bella avrebbe sposato uno come Daru...
Mentre le ascoltavo discutere, sentii il mio telefono vibrare nella tasca della giacca.
Era una chiamata da Amadeus.

  «Cosa...?»
Kurisu apparve sul mio schermo. Sembrava elettrizzata.

  «Dovresti essere al laboratorio secondo i miei calcoli.»
Nascosi il cellulare e corsi nella stanza di lavorazione sul retro.

  «Hai un sacco di tempo libero, non è vero?»
Ero irritato.

  «Perché abbassi la voce? Non vuoi che i tuoi amici mi conoscano?»

  «Certo che no.»
Non avevo nemmeno chiesto al professor Leskinen e a Maho il permesso di mostrare Amadeus in giro. Non avrei agito senza la loro approvazione.

  «Non importa. Credo di capire cosa sta succedendo...» Kurisu abbassò il tono di voce. «Fammi solo dare uno sguardo. Tieni il telefono in mano.»
Sbuffai e alzai il cellulare all'altezza del petto compiendo un giro su me stesso, come se stessi registrando un video.
  «È... Sporco.»

  «È questa la tua prima impressione?»
Kurisu alzò le sopracciglia.

  «Riformulo: è pieno di rottami.»
Non era una risposta migliore, ma aveva ragione. «I laboratori devono essere disordinati per definizione, ma questo è davvero senza speranza. Quasi quanto la camera di hotel di Maho.»

  «Se ti sentisse divulgare le sue informazioni personali, ti finirebbe male.» risi.

  «Dovresti dirglielo anche tu...» riprese Kurisu «Di pulire la stanza.»

  «Mi ucciderebbe...»
Immaginai l'espressione indispettita che avrebbe avuto la scienziata dagli occhi verdi se avesse sentito la nostra conversazione.

  «Tuttavia...» Amadeus si bloccò per un attimo e sorrise. «Ho sempre voluto lavorare in una stanza come questa. Deve essere divertente condividerla con gli amici.»

  «Kurisu...»
Una sensazione di nostalgia mi strinse il petto.
Sì, Kurisu, hai detto la stessa cosa anche nella linea di universo alfa...
  «Davvero, tu...»

  «Con chi stai parlando, zio?»
Sobbalzai improvvisamente sentendo una voce femminile proveniente da sotto il tavolo. Per lo spavento, gridai e spensi istintivamente il cellulare.

  «Chi...» Il cuore a mille, mi voltai di scatto. «Chi c'è?!»

  «Fai silenzio!»
Suzuha mi si presentò davanti, tappandomi la bocca.

  «Sei tu... Suzuha?!» farfugliai.
Perché si sta nascondendo?

  «Stai zitto, ti prego!»
Daru, Mayuri e Yuki ci raggiunsero subito al sentirmi gridare.

  «Okarin, che è successo?»

  «Quella è Suzuha?»
Yuki fissò la figlia, sorpresa. Suzuha sbiancò improvvisamente.
La cosa non mi sorprende affatto...

                                                                         ***

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro