Il rifugio dei senza cognome
Un ragazzino sui 14 anni lavora alacremente saldando una lastra di ferro in modo che funga da tettoia a quella che sembra l'entrata di un rifugio ricavato nei rifiuti. Le scintille volano ovunque rimbalzando sui suoi occhiali da saldatore.
Alcune vanno a finire sulla canottiera bianca bruciandone delle parti che si anneriscono al contatto.
Alzando gli occhiali per asciugarsi una goccia di sudore che dalla fronte gli sta cadendo sugli occhi nota in lontananza delle sagome avvicinarsi alla sua posizione.
Allarmato scende con un salto atterrando in piedi per poi rivolgersi ad alcuni ragazzini che lavorano lì intorno.
"Presto andate tutti dentro e dite agli altri di non uscire finchè non torno".
I ragazzini si guardano l'un l'altro non capendo bene, ma eseguono l'ordine senza discutere. Intanto le sagome che prima erano oscurate dal sole di mezzogiorno, quello stesso classico sole rovente che trova spazio dopo i grandi acquazzoni ora le illumina rendendole ben visibili.
Il ragazzo avanza con passo sicuro verso gli sconosciuti rivolgendo la parola ai due ragazzi che camminano davanti a quella che sembra un'enorme armatura a vapore.
"Avete bisogno di aiuto".
I due non fanno in tempo ad aprir bocca che l'armatura si apre lasciando fuoriuscire Rose che si getta fra le braccia del ragazzo urlando: "Kaligos".
Lui anche se stupito afferra la ragazza al volo facendola volteggiare due o tre prima di stringerla in un forte abbraccio: "Rose, che bello rivederti".
"Ahia ahi ahi, con meno forza però mi stai facendo male". Il ragazzo la appoggia a terra grattandosi con una mano dietro la testa mentre sorride di gioia.
"Scusa, è che sono cresciuto tanto da l'ultima volta che ci siamo incontrati ed ora sono molto più forte di prima", nel dirlo rigonfia in modo vanesio il bicipite.
"Vedo, ti sei anche tinto i capelli, me li ricordavo bianchi". Intanto con fare affettuoso gli scompiglia l'ordinata treccia in cui sono raccolte le varie ciocche rosso fuoco di Kaligos.
"Già ti piacciono?".
Rose si ferma un attimo squadrandolo dalla testa fino agli stivali neri e logori in cui entrano dei pantaloni arancio fluo per poi concludere.
"Sembri proprio un teppistello ora".
A quell'affermazione il ragazzo sfoggia un sorriso a 32 denti dicendo: "Lo sono sempre stato in fondo".
Il sorriso però gli sparisce non appena nota la grossa chiazza di sangue che si apre sui vestiti della ragazza in corrispondenza del punto in cui è stata trafitta da Antoniette.
"Che cosa ti è successo? Sei ferita?!".
"K è una lunga storia...", Cool irrompe nella conversazione interrompendola.
"Si e noi ora non abbiamo tempo per stare a spiegartelo a te, ti basti sapere che abbiamo bisogno di bende, farmaci ed alcool". Si interrompe un attimo guardando su fratello: "Molto alcool".
Lo sguardo di Kaligos si sposta su Cool ed indugia sul fondoschiena di Flemeth che il ragazzo si sta premunendo di tenere sotto mano con grande attenzione. Leggermente imbarazzato sentendosi poco più che un bambino rispetto al suo interlocutore Kaligos cerca comunque di apparire il più sicuro di sé possibile.
"E tu chi saresti?", poi ritorna con lo sguardo su Rose: "Sono amici tuoi?".
Lei indugia un po' prima di risponde: "Conoscenti, al momento mi stanno dando una mano".
Il ragazzo non sembra molto soddisfatto della risposta dell'amica, soprattutto dopo aver notato la moltitudine di ferite che solcano i corpi dei due ragazzi i quali stanno letteralmente grondando sangue anche se non sembrano farci troppo caso.
Notando la titubanza nello sguardo dell'amico Rose gli afferra una mano portandolo a guardarla negli occhi mentre le guance gli si accendono di rosso.
"Per favore K, abbiamo bisogno del tuo aiuto, so di chiederti molto vista la tua condizione, ma mia sorella sta molto male. Abbiamo assoluto bisogno del tuo aiuto".
"Anche Viola è ferita".
"Si ora si trova dentro l'armatura a vapore in bilico tra la vita e la morte, dobbiamo intervenire immediatamente se volgiamo salvarla".
"Perchè non me l'hai detto subito? Forza entrate vi daremo tutto ciò che abbiamo". Allarmato dalle parole di Rose Kaligos si volta accompagnandoli dentro il rifugio a cui stava lavorando prima.
Tutti i presenti devono abbassare leggermente la testa per poter varcare la bassa entrata, dopo di essa si trovano a percorre un corridoio largo poco più di un metro ad altezza variabile tra i due ed i tre metri.
Mentre camminano Kaligos domanda: "E il fratellone Joseph dove si trova invece?".
Rose colta nuovamente da quel senso di perdita in quel momento non si sente migliore dei rifiuti a cui sta camminando in mezzo.
"Riguardo a J ti dovrò dire un po' di cose, ma prima pensiamo a curare Viola".
Arrivati alla fine del corridoio entrano tutti in quel che sembra essere una grande sala circolare piena zeppa di bambini. Le pareti sono composte da diversi tipi di rottami incastrati tra loro e tanti insieme da una rete in fil di ferro, in modo che non cada niente dal soffitto.
Sul limitare della circonferenza sono situate tante piccole rientranze che assomigliano a delle cuccette. Mentre appoggia Viola a terra a Shoot viene da pensare che probabilmente è lì dentro che dormono tutti gli inquilini del posto.
Nel tempo che i ragazzi impiegano a guardarsi intorno Kaligos fa tempo a sparire e ricomparire con delle bende lerce in una mano ed alcuni flaconi pieni di pillole nell'altra. Appoggia tutto di fianco a Cool che intanto sta slegando la fasciatura d'emergenza che aveva fatto prima a Viola.
"Queste sono tutte le bende ed i farmaci che abbiamo, ora ti vado a prendere l'alcool".
In un attimo il ragazzo sparisce dentro una rientranza più grande delle altre che probabilmente sfruttano come magazzino. Nel mentre Cool controlla i vari farmaci dividendo quelli scaduti da quelli utilizzabili.
Finisce la suddivisione nel momento in cui Kaligos ritorna con una bottiglia tutta impolverata di vino di pessima qualità. Intanto Rose si china di fianco a Cool chiedendogli: "Riuscirai a salvarla?".
Lui si guarda attorno iniziando a pulire la ferita della ragazza col vino.
"Farò tutto ciò che mi è possibile con quel poco che ho a disposizione".
"Se posso fare qualcosa per favore dimmelo". Anche Kaligos di unisce alla richiesta di Rose.
"Si, se c'è altro che posso fare dillo anche a me, voglio essere di maggior aiuto possibile".
"Allora prendete un secchio ed iniziata pulire le bende, se le utilizziamo così sporche rischiamo solo di infettare la ferita. Utilizzate ciò che resta del vino per pulirle".
Senza neanche guardarla Cool passa la bottiglia ancora mezza piena alla ragazza.
"Dovrebbe aiutare ad eliminare germi e batteri".
I due annuiscono contemporaneamente per poi allontanarsi e mettersi al lavoro seguendo le istruzioni di Cool.
Mentre pulisce le bende Rose continua a guardarsi intorno ammirando quel luogo così bello nel suo caos.
"Vedo che hai fatto un ottimo lavoro qua dentro?".
"Ho fatto del mio meglio, all'inizio è stata dura senza Joseph, ma grazie ai soldi che ci manda ogni settimana abbiamo sempre un pasto caldo al giorno; io ho pensato solo a costruirci un tetto sopra la testa".
Nel mentre anche Shoot, dopo averle legato meglio con delle corde trovate in giro Flemeth, si avvicina ai due.
"Davvero impressionante, che posto sarebbe questo esattamente". A rispondergli è Rose.
"Questo è un rifugio creato da Joseph per i senza cognome, i bambini abbandonati dalle proprie famiglie dell'isola dei rifiuti".
Shoot abbassa lo sguardo su Rose rispondendole: "So chi sono i senza cognome, anche io e Cool siamo come loro; davvero encomiabile il lavoro di questo Joseph".
"Già a quanto pare tra voi fratelli sei l'unico a pensarlo".
La frecciatina di Rose arriva alle orecchie di Cool che per la prima volta in vita sua sente montare in fondo al cuore un sentimento che non aveva mai provato prima d'ora.
Sente il rimorso per aver tolto una vita.
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