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N.
"Va bene." Sussurrai.
La seguii in un corridoio e controllò che non ci fosse nessuno, per poi iniziare a parlare.
"Cos'è questa storia che mia sorella è incinta?"
"Non è una storia, è la realtà. Angel è incinta."
"Da quanto?"
"Tre mesi e mezzo."
"E quando volevate dirmelo, eh? Sono sua sorella, avrò il diritto di saperlo!" Era infastidita. Il suo tono non era più tanto calmo come all'inizio della conversazione.
"Senti, mi dispiace." Mi scusai. "Ma Angie non se la sentiva di dirlo a nessuno. Io sono rimasto stupito tanto quanto te quando me lo ha detto."
Si passò una mano tra i capelli, in segno di stress, ed iniziò a camminare avanti ed indietro per il corridoio.
"Quando è successo?" Abbassò il tono, ormai stanca.
"Dopo che le ho chiesto di essere la mia ragazza. Abbiamo iniziato a baciarci ed abbiamo fatto l'amore, però non ho messo il preservativo." Arrossii. "È così umiliante dirlo."
"Non importa. Se siete felici, io sono contenta." Sorrise. "Perdonami per aver gridato in, non volevo." La abbracciai, consolandola. "Come lo hai scoperto?"Mi grattai la nuca.
"Ero ancora in tour, ma lei era strana. Quando le parlavo al telefono, sembrava distaccata. Ma lei mi diceva che andava tutto bene. Invece, quando mi vide, non fu entusiasta. Ero stato via per un mese ed era come se non gli fossi mancato. Così mi rivelò di essere incinta." Sorrisi. "È stata la notizia più bella che avessero potuto dirmi."
"Trattala bene." Mi intrappolò in un abbraccio, che ricambiai volentieri. Era così carina a preoccuparsi per lei. "Niall, se non ti dispiace, posso entrare prima io?" La guardai confuso, non capendo a cosa si riferisse, ma poi annuii.
-
A.
Mi svegliai frastornata. La testa mi pulsava e non voleva smettere, in più mi sentivo tremendamente debole. Mi toccai la fronte, cercando di ricordare perché ero in ospedale, ma non ci riuscii. Improvvisamente, la porta alla mia sinistra si spalancò ed entro Melissa.
"Ehi." Disse e sorrise.
"Ciao." Risposi, stanca. Venne al mio fianco, dandomi un bacio sulla fronte e prendendomi per mano.
"Come stai?" Chiese premurosa, come sempre.
"Un po' meglio, grazie." Le sorrisi e ricambiò. Mi toccò la pancia e mi accigliai.
"Il bambino?" Sgranai gli occhi. Si accorse della mia espressione allarmata e mi sorrise. "Tranquilla, so tutto. Niall me lo ha detto poco fa."
"Io-"
"Va tutto bene, non sono arrabbiata. Ma lo sai che con me puoi parlare liberamente, l siamo sorelle."
"Lo so, Meli. Però, cerca di capirmi. Ho paura e non voglio che lo sappiano in tanti." Chinò la testa verso la pancia, sfiorandola. "Ma sta bene." Dissi con un fil di voce.
"Io sono dalla tua parte, su di me potrai sempre contare. Solo che la prossima volta sfogati, ok?" Annuii, ridacchiando. "Ora, vado. Fuori c'è un irlandese impaziente di vederti. Ti voglio bene, ricordatelo."
"Grazie, ti voglio bene anche io." Mi depositò un bacio sulla guancia. "A dopo." Si voltò a sorridermi ed uscì.
-
N.
Vidi Melissa uscire dalla stanza e sorridermi.
"Tutta per te." Risi e la ringraziai. Aprii la porta ed entrai.
"Ehi, piccola." La strinsi e si coccolò a me. Mi staccai e la baciai. Mi era mancata, anche se solo per poche ore. "Stai bene, vero? Ed il bimbo?" Ridacchiò lievemente e mi abbracciò di nuovo.
"Sto bene, amore. Ed il bambino sta meglio di me, direi." Rise contro il mio petto e le accarezzai i capelli, sorridendo.
"Mi hai spaventato."
"Dimmi una volta in cui non lo fai." Pronunciò divertita.
"Quando si tratta di voi, mi preoccupo perché vi amo." Si morse il labbro inferiore e la baciai di nuovo, ma in modo casto. "Comunque, il dottore ha detto che posso portarti in hotel. I ragazzi si sono impauriti nel sapere che eri svenuta, specialmente El."
"Mi dispiace..." Biascicò provata. "Adoro quella ragazza, penso che abbiamo qualcosa in comune. Magari diventeremo amiche."
"Lo penso anche io." Le feci l'occhiolino e sussultò lievemente, quando la sollevai tra le mie braccia e la strinsi al mio petto.
Rise e sentii il suono più bello del mondo. L'avrei sentita ridere per ore senza mai stancarmi.
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