[73]
N.
"Amore..." Sentii una mano scostarmi capelli dalla fronte. "Amore, è ora di alzarsi." Sussurrò all'orecchio.
"Shh." La strinsi, facendola distendere su di me e tenendola dai fianchi. "Dormi un altro po' con me."
"Mi piacerebbe tanto, ma dobbiamo prepararci per il volo." Si alzò da me e mi diede un bacio sulla guancia.
"Dai vieni qui. Facciamoci le coccole e dammi un altro bacio." Mi diede un altro bacio sul naso, per poi afferrare un cuscino e lanciarmelo.
"Alzati, dai." Mi alzai, sbuffando, e le cinsi i fianchi da dietro, dandole un bacio all'angolo della bocca. "Buongiorno, cucciolo." Sorrise.
"Buongiorno, principessa." La strinsi ancora e poggiai la testa sulla sua spalla.
"Sei tenero quando fai così." Si morse il labbro e mi scompiglio i capelli.
Di solito mi darebbe fastidio, ma lei lo rendeva piacevole, era l'unica che poteva farlo, ed in futuro, nostra figlia.
"Voglio le coccole." Si voltò per guardarmi e si sciolse.
Si sedette al bordo del letto e mi fece poggiare la testa sulle sue gambe. Iniziò a giocherellare con i miei capelli, dandomi qualche bacio sul naso e sulle labbra. Chiusi gli occhi e mi rilassai sotto il suo tocco.
"Amore, ora dobbiamo vestirci."
"Rovini sempre tutto." Sbuffò e mi alzai dal letto di malavoglia ed andai a farmi una doccia.
Infilai un t-shirt bianca, dei skinny jeans blu scuro e delle converse nere. Quando tornai in camera, era vestita anche lei: aveva una cannottiera bianca e una gonna a balze nera, con una fantasia bianca e dei sandali traforati marroncini. I capelli le cadevano delicatamente sulle spalle, ed aveva le guance tinte di un colorito rosato. Si voltò e mi rivolse un sorriso dolce.
"Sei arrabbiato per prima?"
"No, però..."
"Però?"
"Speravo restassi." Si morse il labbro.
"Mi dispiace, fosse stato per me lo avrei fatto. Ma hai, anzi abbiamo, il tour e non possiamo non andare. Specialmente tu."
"Sì, lo so." Sbuffai.
"Ma la cena che tuo padre aveva promesso di fare?"
"È vero!" Misi le mani tra i capelli. "Beh, possiamo sempre farla. Hai fame?" Annuì vivacemente. "Allora invece di fare una cena, faremo la colazione." Ridacchiò e mi rivolse un sorriso.
"Non si offenderanno?" Chiese, torturandosi il labbro inferiore.
"Certo che no." Le sorrisi. "Dai vieni, le valigie sono già pronte." La presi per mano e scendemmo le scale.
"Oh, finalmente, ragazzi. Vi stavamo aspettando." Disse mia madre.
Angie sorrise ampliamente ed andò a salutare Denise e Greg, per poi scoccare un bacio a Theo. Mia madre la intrappolò in un caldo abbraccio, mentre mio padre le rivolse un sorriso tenero quanto dolce e ricambiò.
"Dobbiamo festeggiare il vostro fidanzamento, perciò facciamo un brindisi." Afferrammo le tazze con il cioccolato caldo e brindammo.
[...]
"Vuoi che ti aiuti con la tua valigia, piccola?"
"No, amore. Ce la faccio." La sollevò, scendendo lentamente le scale. Scese il gradino successivo, ma cadde e le circondai la vita con il braccio libero.
"Stai bene?"
"Sì." Mi diede un bacio sulla guancia. "Grazie." Le sorrisi e le lasciai un bacio a fior di labbra.
"Fa più attenzione, però." Le feci un occhiolino e sentimmo delle voci. Alzammo la testa e Denise e Greg ci stavano guardando.
"Eh, il mio fratellino." Disse sospirando.
"Smettila, Greg." Ringhiai.
Angel ridacchiò per il nostro piccolo battibecco e arrivammo sul pianerottolo in corridoio.
"A presto, ragazzi." Denise e Greg ci salutarono affettuosamente, per poi veder giungere mia madre e mio padre dalla cucina.
"Mi raccomando state attenti, occhi aperti, non fare cazzate e abbi cura di lei e del bambino."
"Sì, mamma." Roteai gli occhi e le diedi un bacio sulle labbra. "Ti voglio bene."
"Anche io, amore." Mi abbracciò e strinse nell'abbraccio anche Angel. Mio padre non disse nulla, ma si limitò a fare quello che aveva fatto mia madre, esclusa la solita ramanzina.
"A presto!" Rispondemmo all'unisono ed uscimmo di casa. Intrecciai la mia mano con la sua e chiamai un taxi, che ci portò all'aeroporto in meno di dieci minuti.
[...]
Eravamo sull'aereo per andare a Roma, così che Angie prendesse le ultime cose. Mi voltai e stava mangiando caramelle. Feci per prenderne una, ma tirò via la busta, prima che potessi farlo.
"Ehi." Incrociai le braccia al petto, mettendo il broncio.
"Che c'è?" Disse, inarcando un sopracciglio.
"Non me ne dai nemmeno una?"
"No, sono tutte mie." Mi fece la linguaccia.
"Ma dai, guarda quante ne hai."
"Eh, allora? Le ho prese in aeroporto e quindi sono solo mie."
"Ti ricordo che ho condiviso con te la mia nutella."
"Lo so."
"Quindi?"
"Quindi, cosa?"
"Dai, piccola. Hai comprato si e no dieci pacchetti di caramelle. Fammele mangiare anche a me."
"E va bene." Sbuffò. "Ma solo perché sei tu." Sorrisi beffardo per averla fatta cedere e presi una caramella, assaporandola. Finimmo tutti i pacchetti.
"Amore, ho tanta fame." Si lamentò.
"Dai, manca poco. Appena scendiamo, andremo a pranzare da qualche parte, ok?" Annuì e poggiò la testa nel mio petto. "Qualcosa non va?" Le accarezzai una guancia.
"No, sono solo un po' stanca." Alzò la testa e mi sorrise, dandomi un bacio sulle labbra. "Guarda siamo arrivati!" Sorrise trionfante. Scossi la testa e scendemmo dopo mezz'ora.
Prendemmo un altro taxi, che ci portò diritti a casa sua. Prendemmo le valigie e salimmo le scale. Bussò entusiasta e vidi una Melissa appena sveglia aprire la porta.
"Chi-" Non finì la frase, che Angel le saltò addosso, abbracciandola.
"Meli." Le diede un bacio sulla guancia.
"Angie." Ricambiò il gesto per poi darmi un bacio sulla guancia. "Allora, com'è andato il viaggio?"
"Bene." Si limitò a dire. "Mullingar è così carina." Sorrise. "E sai cosa, Niall mi porta in tour!" Sgranò gli occhi e la abbracciò, di nuovo.
Entrarono anche Karen e Drew che ci salutarono cordiali. Alex mi diede una pacca sulla spalla, mentre Nana iniziò a leccarci.
"Niall?"
"Dimmi." Sorrisi.
"Posso parlarti in privato?"
"Certo." Mi trascinò in cucina ed accostò la porta.
"Non è che... Possiamo portare anche Melissa?"
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