[70]
N.
Ci staccammo lentamente e riaprii gli occhi, per poi vedere aprire i suoi e sorridermi innocentemente.
"Quando ti cresce la pancia?" Sbuffai.
"Credo si inizi a vedere dal terzo mese." Disse, guardandosi il ventre e mordendosi il labbro. "Secondo te, che starà facendo in questo momento?"
"Secondo me sta dormendo." Misi l'orecchio sul ventre e sentii dei piccoli respiri, si udivano a malapena. "Lo sento respirare."
"Sul serio?" Chiese stupita e felice allo stesso tempo. Annuii e le dissi di non fare rumore pr alcuni secondi, così che anche lei potesse sentire.
"Lo senti, piccola?" La guardai negli occhi. Scrollò la testa tristemente e le diedi un bacio sulla guancia. "Sai quando lo sentirai meglio?" Le cinsi i fianchi da dietro e poggiai testa sulla sua spalla. Scosse la testa accigliata. "Quando lo terremo in braccio." Ridacchiò e si voltò per guardarmi intensamente. Si morse nervosamente il labbro e la baciai.
"Quanto siamo dolci, cucciolo." Si stiracchiò sbadigliando e le diedi un bacio sul collo.
"Come te, principessa." Strofinai il naso sul suo collo ed alzò la spalla, ridendo e coprendosi per via del solletico che le procurai. "Sei così bella." Roteò gli occhi. "Lo so, te lo dico mille volte al giorno, ma non mi basta mai. Ho la costante voglia di ripeterlo giorno dopo giorno, così che senta quanto io ami i tuoi difetti e come l'amore che provo per te li trasformi in pregi. Come le tue imperfezioni, diventano perfezioni. Come la mia ragazza sia il mio angelo e quanto io ti ami."
Mi abbracciò e la strinsi a me fortemente, ma non eccessivamente. La presi in braccio e la riportai nel castello, mettendola nel letto che vi era nelle stanze superiori. Le mura erano così vecchie e rovinate all'esterno, ma dentro era ben decorata e ricca di mobili.
Probabilmente, ci abitava qualcuno. La misi nel letto e le diedi un bacio sulla fronte. Presi il telefono e misi le cuffiette, per ascoltare un po' di musica e rilassarmi, prima della partenza per il tour del giorno dopo. Pensai stesse dormendo, ma quando si distese su di me, capii che prima stesse fingendo.
"Pensavo dormissi."
"Che c'è, vuoi liberarti di me?"
"Spero tu stia scherzando." Le dissi, mostrandole un sorriso triste.
"Sì, amore." Mi stampò un bacio sulle labbra e tornò a poggiare la testa sul mio petto. "Che stavi facendo?"
"Beh, volevo ascoltare un po' di musica. Vuoi sentirla con me?" Le porsi la cuffia destra e mi sorrise afferrandola e mettendosela all'orecchio. "Scegli."
Le diedi il telefono e scorse le canzoni per poi scegliere Always. La nostra canzone. Chiuse leggermente gli occhi, per godersi meglio il suono della musica. Le accarezzai la schiena, distendendomi sul letto a mia volta e coccolandola.
"Pensavo ad Hailey." Disse, mentre disegnava cerchi immaginari sul mio petto.
"Cosa?"
"Il nome della bambina, sempre se è femmina."
"È un bellissimo nome."
"Già." Sorrise.
"Io pensavo a Brian, sempre se è un bambino." Ridacchiò e la guardai ridere. Era la risata più bella del mondo.
"Bello." La strinsi, come a non volerla lasciare andare ed intrecciai le braccia sotto il suo fondoschiena, in modo da sorreggerla.
"Quindi, abbiamo i nomi dei bambini?" Sorrisi fiero e mi mi rivolse un ampio sorriso.
"Direi di sì." Si morse il labbro e la baciai nuovamente.
[...]
"Oggi è festa." Dissi eccitato.
"Di cosa? " Chiese assonnata.
"Di paese, si festeggia il nostro patrono. Ogni due anni, coincide con il giorno delle stelle cadenti e quest'anno sarà così. Dopo la festa finisce con i fuochi d'artificio, e da qui si gode una bella vista."
"Possiamo vederli?" Fece il labbruccio.
"Sì, piccola." Risi per la sua faccia tenera. "Stanno per inziare. Di solito, iniziano alle sette e finiscono alle otto. Si dice, inoltre, che se durante questo vedi una stella cadente, il tuo desiderio si avvererà."
"Oh, ma perché così presto?"
"Perché poi si fa la cena e dopo nessuno si cura di vederli o per stanchezza o per pigrizia."Si poggiò al balcone, annuendo.
"Eccoli!" Li indicò e fu entusiasta dallo spettacolo. Rimase a bocca a aperta. La abbracciai da dietro e la strinsi.
"L'hai vista?" Le sussurrai all'orecchio.
"No." Disse tristemente. Ma quando alzò lo sguardo, ne vide una anche lei. Chiuse gli occhi e li riaprì poco dopo.
"Cosa hai desiderato?" Le chiesi, con le labbra poggiate sul collo.
"Se te lo dico non si avvera."
"A me puoi dirlo, sono il tuo ragazzo. Se abbiamo desiderato la stessa cosa, è impossibile che non si avveri." Annuì e guardò in basso, verso le sue scarpe.
"Di stare con te per sempre."
"Allora, si avverrà."
"Come fai ad essernene certo?" Chiese confusa.
"Perché è la stessa cosa che ho desiderato anche io." La baciai sotto le luci dei fuochi d'artificio e sorrise in quest'ultimo. Mise le mani nei miei capelli e ricambiò dolcemente.
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