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N.

Aprii gli occhi e dormiva ancora. Aveva le labbra leggermente schiuse e respirava tranquillamente. I capelli erano sparsi sul cuscino ed era ranicchiata nel mio petto. Le accarezzai la schiena e si mosse leggermente, ancora dormiente. Era così innocente ed indifesa. Riesco ad immaginarmela da bambina. Due bellissimi e grandi occhi neri, morbidi capelli biondi con dei boccoli alla fine, il nasino lievemente all'insù, la pelle chiara e le labbra carnose, piene e color ciliegia.

Doveva essere bellissima. Se solo penso a quanto ha sofferto, mi si stringe il cuore. Pensare che una bambina così piccola e tenera, sola al mondo, a combattere un male più grande di lei. Le disegnai dei cerchi sul dorso della mano per poi portarmela alle labbra e lasciarvi un delicato bacio. Le accarezzai i capelli, per poi passare alle spalle e scendere verso il braccio, sentendo il suo profumo di caramello che tanto amavo. Si mosse avvicinandosi di più al mio petto e sorridendo, sapendo che ero io a toccarla.

Quanto vorrei averla conosciuta prima, avrei potuto proteggerla e prendermi cura di lei, come nessuno aveva mai fatto. Avrei voluto vederla ridere sin da bambina e coccolarla quando cadeva, sbucciandosi il ginocchio mentre correva. Avrei voluto farle il solletico quando era triste, beandomi del suo sorriso, anche se sarebbe durato poco.
Avrei voluto alleviarle il dolore, dicendole che non tutto è negativo, e che presto il dolore sarebbe stato rimpiazzato dall'amore. Avrei voluto amarla sin da bambino, sarebbe stato così bello. Avrei voluto starle accanto ogni singolo istante, per evitare che facesse delle scelte sbagliate. Ed avrei voluto esserci quando veniva maltrattata perché, pur di non vederla soffrire, mi sarei fatto carico del suo dolore.

"Mi dispiace." Le sussurrai contro la sua guancia, baciandola subito dopo.

Una lacrima rigò il mio viso e la asciugai in fretta. La strinsi, continuando a piangere in silenzio e ripetendole che mi dispiaceva.

"Amore." Sentii un bacio sulla guancia. "Cucciolo, piangere." Mi disse dolcemente.

"Scusa se ti ho svegliata." Singhiozzai.

"Shh, mi sarei svegliata lo stesso." Mi diede un bacio sul naso. "Che succede?" Si mise seduta sul letto e mi fece poggiare la testa sulle sue gambe, accarezzandomi i capelli come solo lei sapeva fare.

"Mi dispiace." Ripetei. "Mi dispiace che tu abbia sofferto così tanto."

"È passato ormai." Mi disse, confortandomi.

"Mi sento in colpa."

"Non dirlo nemmeno per scherzo."

"Invece sì, io non ero lì!" Mi giustificai, alzando di poco la voce.

"Ehi, guardami."

"No." Guardai in basso, rivolto verso il letto.

"Amore mio, guardami." Mi alzò il mento verso di lei ed incastonò i suoi occhi nei miei. "Non è colpa tua e voglio che tu non dica più una cosa del genere. È vero ho sofferto, ma ora sono felice perché ho una bellissima famiglia, un ragazzo meraviglioso ed un bambino che ha tanta voglia di nascere." Mi sorrise e forzai un sorriso anche io.

Mi baciò dolcemente e ricambiai. Mi alzai in piedi per andare in bagno e prontamente mi intrappolò in un abbraccio. Le sue braccia erano a cingermi il collo e le mie avvolte attorno ai suoi fianchi. La strinsi più che potei, evitando di farle del male. Restammo così per svariati minuti, mentre mi ripeteva, sussurrando all'orecchio, che andava tutto bene. Si staccò, ma la intrappolai di nuovo nelle mie braccia.

"Ti amo, ti amo sempre di più." Dissi più calmo.

"Ti amo come nessun altro." Risi.

Mi staccai, solo per baciarla, bisognoso di sentire la sua lingua muoversi con la mia. La strinsi dalla vita, mentre lei mise una mano tra i miei capelli spingendomi più a fondo. La presi in braccio, senza interrompere il bacio, e sorridendo. Sorrisi perché ero contento di aver conosciuto una ragazza come lei, di averla resa felice e che lei mi abbia reso migliore me.

"Basta limonare, so che non mi resisti." Spalancò la bocca.

"Cosa? Sei tu quello che mi è saltato addosso, baciandomi!" Disse sorpresa. "E poi, è piaciuto anche a te." Sorriss compiaciuta.

"Può darsi." La baciai di nuovo, mentre scrollava la testa.

"Stronzo." Disse nel bacio e ridacchiai.

"Non puoi capire quanto cazzo ti ami."

La baciai ancora ed ancora, senza mai stancarmi. Ricambiò ogni mio bacio ed entrammo in bagno, facendoci la doccia.
Uscimmo poco dopo ed aprì l'armadio, prendendo una mia maglietta.

"Scusa." Tossii. "Ma non hai i tuoi vestiti, ragazzina?"

"Sì." Sorrise, voltandosi. "Ma i tuoi sono più sexy." Mi fece l'occhiolino.

"Decisamente." Mi morsi il labbro inferiore, fantasticando sul suo corpo ed immaginandola nuda.

"Stai facendo pensieri perversi su di me?" Fui colto in flagrante.

"Giusto un po'." Arrossì e le baciai la guancia. "Vieni, oggi faremo una cosa nuova."

"Che cosa?" La presi per mano, facendola sedere sul letto ed afferrai il computer sulla scrivania, poggiandolo sul letto davanti a lei. Mi sedetti alle sue spalle e le cinsi i fianchi con una mano.

"Vedremo un po' di Tweet e faremo una Twitcam, solo io e te." Le sorrisi.

"Una Twitcam così?" Ammiccò verso il basso. "Siamo semi nudi Niall." Mormorò a disagio.

"Lo so." Le sorrisi.

"E non sei geloso?"

"Abbiamo più fangirl. Quindi, no."

"Va bene, ma io non voglio."

"Me la fai fare solo?" Feci la faccia da cucciolo.

"Se fai così non riesco a dirti di no." Sorrisi vittorioso e sbuffò. "Ad una condizione."

"Quale?"

"Copriti."

"Perché, quello che vedi non ti piace?"

"S-sì." Balbettò, arrossendo. "È che sono gelosa." Si morse il labbro inferiore.

"Allora, anche tu."

"Ma come, non erano solo fangirl?" Rise.

"Ho cambiato idea. Girano tipi loschi su Twitter." Scoppiò a ridere di gusto. "Che c'è?" Mi offesi per la sua reazione.

"Sei così tenero." Mi baciò, voltandosi. "Dai, vestiti." Mi diede un bacio a fior di labbra.

"Anche tu." Le diedi una pacca sul sedere.

"Ehi!" Mi guardò male. "Smettila."

"Ma quando siamo a letto, ti piace che te lo tocchi e che lo te schiaffeggi."

"Niall!" Urlò, arrossendo.

"È vero." Arrossì ancora di più. "Ok, scusa." Le baciai il collo e sorrise.

La vidi avvicinarsi alla valigia e prendere un gonna nera velata fino alla coscia ed una canottiera bianca con su scritto “She's lost control”, che calzava a pennello, e sotto un top grigio e nero.

"Allora?" Chiese.

"Lo sai che mi piace moltissimo come ti vesti? Non so, sei semplice ma raffinata. Non vuoi troppi sfarzi e lustrini. Per di più, una a cui non piace truccarsi troppo." Sorrise.

"Grazie." Guardò in basso.

La baciai e mormorai un prego. Andai verso l'armadio, estraendone un paio di pantaloni neri fino al ginocchio ed una maglietta bianca con la scritta “Crazy Mofos”, nonché la mia preferita.

"Pronta?"

"Pronta." Disse decisa. Mi sedetti sul letto con lei davanti e fece aderire la sua schiena al mio petto.

"Ora, tutti sapranno che siamo fidanzati."

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