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N.

"Piccola, ti va di dormire?" Scosse immediatamente la testa, senza nemmeno indugiare. "Provaci." Sfiorai le mie labbra con le sue, senza baciarla. "Prima o poi dovrai farlo, perché sentirai la stanchezza ed io non voglio che tu stia male. Farei qualsiasi cosa pur di non veder soffrire le persone che amo più al mondo." Ammiccai verso il ventre e sorrise, guardandolo.

"Che faresti per noi?"

"Qualunque pazzia." Si morse il labbro sorridendo e la baciai a stampo.

"Vieni, ho un idea." Mi alzai e le presi la mano, baciandola. "E facessimo dei video? Magari uno ogni mese, così che possiamo vedere il pancione crescere. Poi, li rivedremo assieme al bambino."

"Sarebbe bello." Si mordicchiò il pollice imbarazzata ed arrossì.

"Come sei bella, lo sai?" Scosse la testa e la baciai. "Aspetta, prendo il telefono."

Mi alzai dal letto ed andai verso la scrivania dove era poggiato, lo afferrai e tornai a letto. Cliccai sull'icona del video e premetti il pulsante.

"Ciao!" E la baciai. Mi cinse il collo con le braccia e dopo essersi staccata mi abbracciò chiudendo gli occhi e sorridendo. "Saluta."

"No." Si nascose sotto le coperte e risi.

"Principessa?" La richiamai e le alzai le coperte, in modo che solo io potessi vedere. Posai il telefono su una piattaforma poggiato su qualche oggetto solido per non tenerlo tra le mani. "Ehi!" Andai sotto le coperte e rise. "Ti stacco le labbra a morsi." Le morsi una guancia, scherzosamente.

"No, smettila." Rise e si allontanò, ma la afferrai per un polso. Le morsi il labbro inferiore e lo succhiai. Alzai le coperte subito dopo e la attrassi a me. "Ti odio." Disse, toccandosi il labbro. "Mi hai fatto male."

"Ma stai zitta." La misi sotto di me e la baciai violentemente.

"Lasciami." Si staccò.

"Non ti è piaciuto?" Scosse la testa. "Ripeti." La solleticai ovunque. Rise fino ad avere le lacrime agli occhi, poi si mise su di me e mi bloccò i polsi.

"Basta." Li lasciò e si avvicinò all'orecchio, sussurrando. "Comunque, baci malissimo."

"Come, scusa?"

"Non sai baciare." Mi sfidò.

"Mi stai provocando?" Alzò le spalle.

"Forse."

"Ti farò ritirare tutto, giuro."

La misi sotto di me, poggiai le mie labbra sulle sue, spingendo, e le ficcai la lingua dentro. Da dolce e romantico, diventò violento e caotico. Sgranò gli occhi e si fece trasportare, ricambiando. La sollevai e la presi in braccio, avvicinandomi al telefono, ed inquadrai le nostre labbra e le nostre lingue che si leccavano l'un l'altra disperatamente. Iniziò ad ansimare ma non le diedi modo di staccarsi e mi tirò i capelli, mentre io le strinsi il fondoschiena,  lasciandosi sfuggire un gemito.

Fece scontrare il bacino con il mio e capì che voleva di più. Sfregò le intimità e gemetti nella sua bocca. Potevo sentire la sua eccitazione, per quanto era bagnata, e la mia erezione spinse su di lei. La presi dalle natiche e la feci sedere sulla scrivania, mettendomi tra le sue gambe. Spinse più velocemente e più forte il ventre sul mio rigonfiamento ed intuì che non resisteva più.

"Toglili." Disse, senza fiato nel bacio.

Non me lo feci ripetere due volte e in poco tempo me li tolsi. Così, la sollevai e le tolsi le mutandine. Mi distaccai ansante e le colò un rivolo della mia saliva. Si leccò le labbra e mi spinse sulla sedia dietro di me. La guardai bramoso di toccarla e di farla sentire bene. Mi alzai, le aprì le gambe e le stimolai il clitoride. Fece leva sulle sue braccia, che iniziarono a cederle. Affondò la mano tra i miei capelli, stringendoli.

"Niall..." Gemette. "Niall..." Tolsi la mano e leccai la sua eccitazione. "Niall..." Trattenne il respiro. "Ti prego..." Succhai il clitoride, ignorandola. Si contorse di piacere. Le infilai tre dita e spinsi forte e veloce. "Cazzo..." Imprecò, sussurrando e serrando gli occhi. Dalle sue labbra, per quanto volesse dire altro, uscivano soltanto gemiti.

"Sei così fottutamente calda e bagnata, piccola." Le dissi sensualmente. "Avrai ciò che vuoi." Conclusi.  Venne poco dopo gritando il mio nome. Uscii in lei e leccai tutto. "Vuoi di più?"

"Sì." Ansimò. "Per favore." Aggiunse.

"Sapevo che lo avrei detto." Le sorrisi e si morse il labbro. La distesi nel letto e mi posizionai su di lei, poi la penetrai, baciandola. Spinsi lentamente. "Ti amo." Diedi una spinta più intensa.

"Ti amo." Gemette, tornando sulle mie labbra. Erano così morbide ed ogni volta che un gemito lasciava le sue labbra, sorridevo, ammirandola. "Niall..." Il mio nome usciva a sbuffi. Lo ripeté più volte e venne.

"Angie..." Feci la stessa cosa e venni poco dopo. Uscii da lei e le baciai la fronte. Si distese su di me e le sorrisi. "Altro bagno?" Risi ed annuì, ridacchiando.

[...]

Aprì l'armadio e prese una mia maglietta.

"Non ti ho dato il permesso di farlo." Trattenni una risata.

"Guarda che non ci esco."

"Beh, vorrei vedere." Ritornò a frugare tra le magliette e sbuffò.

"Eccola!" Tirò fuori la mia polo blu e se la mise. Si voltò e la guardai.

"Ti stanno bene le mie cose."

"Allora, dobbiamo iniziare a scambiarci i vestiti." Allacciò le braccia al mio collo e si mise in punta di piedi, ridendo. Scossi la testa e la alzai facendola volteggiare, distendendola sul letto. "Dai, fammi stare sopra." Sbuffò.

"Ti piace dominare?" Avvampò e la baciai. "Accomodati." Mi distesi e si mise a cavalcioni su di me. Mi mossi per solleticarla, ma intrecciò le sue mani tra le mie. Allacciò le braccia attorno al collo e la sollevai in aria.

"Mettimi giù!" Scalciò. Abbassai improvvisamente braccia e gambe, cadendo su di me con un tonfo. Infine, la strinsi.

"Fatta male?"

"No, va tutto bene." Poggiai l'orecchio sul ventre e lo sentii muoversi.

"Meno male." Sorrisi.

"Sai che amo i tuoi occhi?" Chiese.

"Io amo te." La strinsi e la baciai passionalmente, ma senza accenno di lingua. 

Si scostò e ci rimasi male. Si alzò e mi alzai rapidamente, cingendole i fianchi da dietro. Continuò a camminare, ridendo e andai verso il comodino. La vidi intenta a fare qualcosa, ma non capii cosa. Ero troppo concentrato a lasciare dei baci umidi sulla spalla.

"Cazzo!"

"Che succede?"

"Il telefono ha ripreso tutto!"

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