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A.

"Con quale per primo?"

"Poliziotta, ti prego." Mi supplicò.

"Va bene." Presi il completo e mi spogliai davanti a lui, che mi guardava sbavando. Lo indossai lentamente ed il più sensualmente possibile.

"Sbrigati." Disse, leccandosi le labbra e mordendosi il labbro. "Ti desidero."

"Io di più." Mi sedetti su di lui a cavalcioni. "Amore, mi abbottoneresti qui?" Annuì. "Ah, una cosa prima."

"Dimmi."

"Ti amo." Mi baciò il più dolcemente possibile.

"Anche io ti amo." Ricambiai il suo gesto. "Sei l'unica ragazza che mi rende felice. Sei così bella." Mi accarezzò i capelli e mi poggiai a lui, che mi strinse a sé. "Vuoi ancora giocare o prendiamo i vestiti e lo facciamo un altro giorno?"

"Oggi voglio le coccole più dolci che sai farmi."

"Ti piaceranno." Mi spogliai e mi rimisi i miei vestiti. Afferrai gli altri, andammo a pagarli e restituimmo le chiavi al commesso.

-

N.

"Non vi siete divertiti?" Fece una smorfia.

"Senti, hai rotto il cazzo. Riprenditi le tue stupide chiavi e lasciaci stare." Gliele porsi in faccia e la presi per mano, baciandogliela.

"Con una ragazza come lei, non sai cosa le farei." Ammiccò verso di Angie, che avvampò e guardò in basso a disagio.

"Vuoi sapere che ti faccio io?"

"Amore." Mi richiamò. "Amore, shh." Mi fece voltare e mi baciò a fior di labbra.

Ricambiai, anche per fare invidia a quel testa di cazzo, ed intensificai il bacio. Le poggiai le mani sul fondoschiena e mi cinse il collo con le braccia.  Uscimmo, ancora presi dal bacio, e la sollevai prendendola in braccio. Ritornammo a casa ancora uniti dal nostro gesto dolce ed aprì la porta. Entrammo e passammo davanti il salotto.

"Ehi, hai comprato vestiti al sexy shop?" Chiese mio padre, ma alzai le spalle in risposta.

Salimmo le scale e la adagiai sul letto delicatamente. Mi distesi su di lei e continuai a baciarla. Mi staccò ed il nostro baciò risuonò in un suono languido. Stava ansimando, ma sorrideva e le sorrisi di rimando.

"Ti amo."

"Io di più." Rispose.

"Impossibile, io di più." Scosse la testa divertita.

"Ho detto io."

"No, io." Le baciai il naso. "Ora, le coccole." Mi distesi accanto a lei e si mise su di me.

"Sei comodo, cucciolo." Risi e rise anche lei. La abbracciai, stringendola e le baciai i capelli.

"Guarda cosa ho qui."

"Cosa?"

"Nutella, ma è tutta pere." Risi e la afferrai, stringendola.

"No, è anche mia."

"Prendila, allora." Si alzò da me e lo feci anche io, per poi iniziare a correre per la stanza. "Sei troppo lenta." La rimproverai.

"Dai." Si lagnò. "So che me la darai."

"E cosa te lo fa capire?"

"Il fatto che mi ami e che condivideremo tutto. Perciò, anche quella."

"E va bene." Glie la porsi. "Tieni." Si allungò per prenderla, ma mi scansai e cadde a terra sussultando. "Principessa!" Andai accanto a lei. "Il bambino scalcia? Tu come stai? Riesci ad alzarti, ed a camminare?"

"Amore, sto benissimo. Anche il bambino. So alzarmi e camminare, ma se provassi ad aiutarmi?"

"Certo." Mi chinai e la aiutai. "Vieni."

Gli tesi la mano e la intrecciò alla mia. La fissai a lungo, sempre più convinto di essere innamorato di lei alla follia.

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