A.

Sentii squillare il telefono e mi dimenai, affinché mi facesse scendere.

"Non rispondere, ti prego." Disse, durante il bacio.

Prese il telefono dalla tasca posteriore dei jeans, approfittandone per toccarmi il fondoschiena, e cercò di spegnerlo. Ma glie lo strappati dalle mani e risposi, accigliata.

"Ciao, papà." Mi abbracciò da dietro, dandomi baci umidi sul collo. Mi percorse un brivido di eccitazione.

"Amore, va tutto bene?"

"S-sì." Balbettai, non appena iniziò a leccare e mordere leggermente quel punto.

"Sicura?"

"Sì... Qui fa soltanto m-molto fred-do." Strinsi la sua maglietta per non gemere. "Voi?"

"Stiamo bene. Con il tuo ragazzo?" Chiese imbarazzato.

"Benissimo. Anzi, ti saluta." Continuò a procurarmi piacere e torturami. Chiusi il microfono  e mi rivolsi a lui. "Hai finito?"

"No." Rispose divertito.

Mi voltai nuovamente e si mise nella stessa posizione di prima. Leccò un punto e lo succhiò avidamente. Un gemito lasciò le mie labbra e portai una mano alla bocca, pentendomi subito dopo.

"Ti lascio, devo andare. Buone vacanze, cucciola."

"Grazie, buona giornata." Gli mandai un bacio ed attaccai. "Cazzo, la smetti? Ero al telefono."

"Chi era?" Chiese durò.

"Mio padre e credo abbia frainteso qualcosa, perché mi è sembrato strano." Alzò le spalle e tornò ad abbracciarmi, camminando per i vicoli.

"Sai che hai un bel marchio viola sul collo?"

"Lo so, l'ho sentito." Risposi. "È tutta colpa tua, biondo."

"Allora, te ne farò altri."

"No, va via!" Iniziò a seguirmi e corsi per non farmi prendere. Scoppiai a ridere all'improvviso e mi fermai sfinita. "Basta, per favore." Dissi con il fiatone.

"No." Mo afferrò, intrappolandomi nella sua dolce presa. "Ti voglio tutta per me."

"Per farmi cosa?"

"Molte cose, piccola." Sorrise malizioso. "Ora sei mia." Annuii sorridendo.

"Ero già tua."

"Sì, ma adesso nel vero senso della parola." Mi morsi il labbro e gli accarezzai la guancia.

Mi sporsi per baciarlo, però gli feci un succhiotto, talmente grande da fargli ricordare quel giorno speciale.