[46]
N.
Mi svegliai poco dopo e la osservai dormire. Era una delle tante cose che preferivo fare in assoluto. La spostai dolcemente, facendole poggiare la testa sul mio petto. Misi una mano sul suo ventre, pensando a quanto fosse piccolo. Sorrisi e lo accarezzai. Non potevo credere che fosse incinta. Aveva solo quindici anni, eppure voleva tenerlo ed io mi sentivo il ragazzo più felice del mondo. Sarei diventato padre. Si mosse e mi si distese sul mio corpo. Continuai a massaggiarle il ventre e strofinai il mio naso con il suo. Le diedi un leggero bacio sulle labbra, per paura di svegliarla. Poi, mi alzai e la coprii bene, affinché non si ammalasse.
"Amore..." Bisbigliò nel sonno.
"Shh, sono qui. Continua a dormire, piccola." Le accarezzai i capelli e vi lasciai un bacio. Sorrise e si riaddormentò.
Uscii dalla stanza, accostando la porta per non farla svegliare. Scesi in cucina e preparai la colazione, tornai al piano di sopra e poggiai il vassoio sul comodino. Mi distesi di nuovo nel letto e la rimisi su di me. Mi piaceva sentire il calore del suo corpo contro il mio e mi piaceva coccolarla, visto che tremava dal freddo. La strinsi a me, per paura che potesse andare via, e la cullai dondolando. Le accarezzai le braccia ed afferrò la mia maglia in un pugno. La sorressi dai fianchi e si svegliò.
"Giorno, principessa." La bacio in modo casto e sorride.
Baciai anche il suo ventre, mentre mi accarezzava i capelli dolcemente. Il suo tocco mi faceva rilassare e chiusi gli occhi, godendomi il momento.
"Giorno, amore." Mi sussurrò all'orecchio.
"Non me lo dai un bacio?" Dissi, facendole una faccia da cucciolo. Rise e mi diede un bacio a fior di labbra. "Non sai fare di meglio?"
La istigai e mi prese la maglia, per far scontrare le labbra in un bacio caotico.
"È stato di tuo gradimento?"
"Molto." Annuii. Arrossì e mi guardò, mordendosi un dito. "Guarda cosa ti ha preparato un ragazzo che ti ama tanto."
Mi sedetti sul letto con lei tra le mie gambe, facendo aderire la sua schiena contro il mio petto e sollevai il vassoio, per poggiarlo sulle sue gambe.
"Grazie da entrambi." Mi baciò ancora una volta.
"Papà, che ci fai qui?"
"Volevo dirti che la colazione è pronta, ma vedo che hai già risolto." La guardò, forzando un sorriso.
Ma non gli riuscì. Al contrario, Angel gli sorrideva radiosa.
"Buongiorno, signor Horan."
"Buongiorno." Mormorò mio padre freddamente, infine continuò. "Hilary è già arrivata, ti aspetta in cucina."
"Di già?" Sussurrò la mia ragazza, roteando gli occhi al cielo.
"Se hai bisogno di qualcosa, sono giù." Concluse, per poi chiudere la porta e tornare in salone.
"Sei gelosa?" La abbracciai da dietro e le baciai il collo, ma alzò le spalle.
"Sì, ok? Sono molto gelosa. Sta sempre in mezzo. Non ha una casa? Deve sempre rompere qui?" Risi e le lasciai un bacio sulla spalla, poi una scia di baci umidi sul collo.
"Non ti arrabbiare, fa male al bimbo."
"Scusa..." Sussurrò.
"Va tutto bene." La rassicurai. "Ora mangiamo e poi ci parlo. Ricorda che devo presentarti ai miei."
"Credo che ormai mi conoscano..." Avvampò.
La strinsi a me e la baciai a lungo, in modo casto.
"Adesso, si mangia!" Esclamai e scoppiò a ridere.
"A volte sembri un bambino." Ridacchiò.
"Almeno, sono carino?"
"Sei molto tenero." Mi cinse il collo con le braccia.
"Voglio le coccole." Rise e scosse la testa.
"Certo, amore." Mi accarezzò i capelli e chiusi gli occhi.
Era così rilassante il suo tocco, da farmi addormentare. Mi diede alcuni baci sul naso, senza smettere di accarezarmi.
"Amo le tue coccole."
"Ed io amo le tue."
[...]
Ci vestimmo e scendemmo giù. Entrammo in cucina e diedi un bacio sulla guancia a mia madre ed uno a Denise. Presi poi in braccio Theo e lo sollevai in aria, vedendolo ridere. Scorsi che Angie mi guardava sognante e si toccò il ventre. Posai mio nipote sul passeggino, visto che stavano per uscire, ma non prima di avergli dato un bacio sulla guancia. Salutai Hilary per ultima.
"Ciao." Mormorai.
"Ehi." Si avvicinò per darmi un bacio sulle labbra, ma la scansai. "Dobbiamo parlare."
"Di cosa?"
"Non voglio che tu venga più a trovarmi, tanto meno che mi tocchi o mi parli. La nostra storia è finita, ormai mi sono fidanzato."
Cinsi i fianchi ad Angel e mi baciò con la lingua, per farle un dispetto. Ricambiai volentieri e la vidi arrabbiarsi.
"Sei uno stronzo." Mi diede uno schiaffo.
"Come ti permetti di parlare così al mio ragazzo?" Mi difese.
"Mi permetto eccome. E, poi, ti credi importante solo perché avete una relazione? Sono sicura che non durerà."
"Ci amiamo davvero e non lo tradirei mai per niente al mondo, non come hai fatto tu. E, tra l'altro, sono incinta." Si pietrificò ed uscì, sbattendo la porta.
"Piccola, grazie." Sorrise e la baciai.
"Nessuno può parlare così al mio ragazzo." Ridacchiai e lo fece anche lei.
"Lo sai che ti amo?"
"Sì, e tu lo sai che ti amo anche io?"
"Diciamo di sì." Ridemmo all'unisono e la baciai. Andai in cucina e lei mi aspettò fuori. "Stasera cenerà con noi anche Angel, la mia ragazza."
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