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N.
"Andiamo da un'altra parte." Disse ansimando.
"E dove?"
"Dove vuoi." Mi alzai e la presi per mano, andando in una casetta abbandonata a qualche metro da lì.
"Quà non ci vedrà nessuno." Si distese e mi distesi su di lei, ma scosse la testa.
"Non così, Horan. Ho detto che comando io." Mi puntò l'indice sul petto e mi fece alzare. Si tolse tutti i vestiti e mi spogliai anche io.
"E come, allora?"
Mi distese e si mise a cavalcioni su di me. Si chinò leccandomi il collo e muovendo il bacino, facendo scontrare le intimità. Gemetti e scese fino al membro, massaggiandolo. Tolse subito la mano e tornò a torturarmi il petto, facendo i succhiotti.
"No, basta." Mi lamentai.
"Decido io quando."
"Ti prego..."
"Impaziente?"
"Da morire." Mi leccò e succhiò i capezzoli e gemetti. Si avvicinò alle mie labbra e mi sporsi per baciarla, ma si scostò.
"Fermo." Sussurrò, in modo sensuale. Se continua così la faccio sanguinare per un mese. "Fai solo ciò che ti dico." Annuii e deglutii. "Tira fuori la lingua." Obbedii e fece lo stesso, iniziando a leccarla. Imitai i suoi gesti, e la mia eccitazione aumentò.
"Basta torture, voglio fare l'amore."
"Shh, piccolo pervertito." Mi baciò con la lingua e ricambiai, senza aspettare una sua conferma.
Si posizionò sopra il membro e si penetrò decisa. Un gemito lasciò le sue labbra e risuonò nella mia bocca. Fu la goccia che fece traboccare il vaso. Non potevo più aspettare. Così, ribaltai la situazione e mi alzai con lei tra le mie braccia. La strinsi e la sbattei al muro, spingendo.
"Piano..." Gemette.
"Shh." Spinsi sempre più veloce e sempre più forte.
So che era incinta, mi sarei controllato. Gemiti sempre più intensi lasciarono le sue labbra e puntò con i piedi sul mio fondoschiena, affinché andassi più in profondità. Gridò quando accadde. Le accarezzai i fianchi e spinsi di più. Gemette fino all'orgasmo. Ansimò, accasciandosi su di me. Infine, venni insieme a lei e le sorrisi.
"Wow." Rise, senza fiato. "Penso che la tortura ne sia valsa la pena."
"Altroché." Uscii da lei e la feci distendere sul letto della casetta.
Presi la sua borsetta e la svuotai. Dentro vi trovai una spazzola e mi leccai le labbra.
"Che vuoi fare?" Chiese.
"Rilassati." La baciai.
Le aprii le gambe e senza darle il tempo di rispondere, la penetrai con essa. Spinsi prima lentamente per abituarla, visto che era spesso il manico e poi sempre più forte. Si contorse di piacere sotto i miei occhi e, nel mentre, le leccai il clitoride.
"Ti... Prego... No." Gemette, ma non la ascoltai. Sentii le sue gambe irrigidirsi e capii che era sulla soglia dell'orgasmo, ma lo tolsi. "Bastardo." Ansimò.
La penetrai una seconda volta e spinsi come prima. Quando, però, sentiva l'orgasmo vicino lo toglievo.
"Fammi venire, per favore." Mi implorò.
"Shh." La penetrai un'ultima volta e spinsi con violenza.
La sentii gridare sotto di me e gemere. Non ce la faceva più, tanto che stringeva le coperte ed inarcava la schiena. Si irrigidì e la lasciai venire. Rimossi il manico e lo leccai di gusto, per poi farlo anche con la sua intimità.
"Basta, non ce la faccio più."
"Riposati, adesso." Le baciai la fronte ed il ventre. "È stato intenso." Le sorrisi malizioso.
"Niall!" Arrossì.
"Scusa." Ridacchiai. "Un ultima cosa."
"Sì?"
"Ti amo."
"Ti amo anche io."
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