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[30]

A.

Mi vestii con un paio di pantaloncini di jeans chiari, una canottiera celeste con un infinito bianco ed un paio di vans nere. Uscii dal bagno e Niall mi squadrò da capo a piedi.

"Non puoi uscire così." Disse.

"Perché?" Chiesi ingenuamente.

"Sei troppo... Scoperta. Sei la mia ragazza." Calcò la penultima parola.

"Sei geloso?" Sorrisi, mordendomi il labbro inferiore.

"No..." Mormorò, osservando il pavimento.

"Amore, guardami." Si voltò ed incastonò i suoi occhi nei miei. "Sei geloso?" Riformulai la domanda, in tono più dolce.

"Sì. Mi da fastidio vedere la reazione degli altri ragazzi, che ti squadrano da capo a piedi. Non voglio, ecco." Risi e gli accarezzai i capelli, giocando con una ciocca di essi.

"Sono sicura che non lo permetteresti, me lo hai già dimostrato. Non lo faresti di nuovo?"

"Certo. Anche mille volte, se servisse."

"Sappi che anche io lo farei." Pronunciai, cingendogli il collo con le braccia. Mi baciò il naso e chiusi gli occhi divertita.

"Dove mi porti, allora?"

"Seguimi." Disse.

Afferrò la mia mano e la strinse nella sua, facendomi sorridere ampiamente. La sua dolcezza era infinita, e lo adoravo anche per questo. Portò una di essa alle labbra e vi lasciò un delicato bacio. Poi, proseguimmo, fino a giungere in un quartiere con delle villette a schiera.

"Vieni, siamo arrivati." Bussò ad una porta e la mia nonna aprì.

"È uno scherzo?" Domandai.

"No, voglio che chiariate." Ribadì. "So che non vuoi parlarle, ma almeno ascolta cosa ha da dirti." Sorrise alla signora, che ricambiò, ed annuii.

"Vieni anche tu." Indicò il mio ragazzo. "Di certo, non ti lascio fuori dalla porta." Sì scostò, facendolo passare. Ci sedemmo sul divano, e Niall mi massaggiò la schiena. "Devi sapere che il tuo patrigno non è quello che sembra. Potrebbe sembrarti un benefattore, dato che ti ha adottata. Ma non è così." Sospirò. "Il giorno dell'incidente, dovevate venire a casa mia per festeggiare insieme il tuo terzo compleanno. Ero impaziente, non facevo altro che chiedermi quando sareste arrivati. Poi, il telefono squillò, avvisandomi dell'accaduto."

I suoi occhi si fecero tristi ed il luccichio presente nelle sue iridi svanì, lasciando spazio a delle lacrime silenziose. Cadevano lungo le sue guance, incurante del fatto che le stessero inumidendo i vestiti. Fece una pausa ed attesi che continuasse. Ascoltavo ogni minimo dettaglio, ma più avanzava nel racconto, più sentivo il dolore raffiorare. Niall mi prese in braccio,bfacendomi sedere su di lui, e mi abbracciò, tenendomi stretta a sè. Infine, mi disegnò dei piccoli cerchi su dorso della mano e di tanto in tanto lasciava dei baci sul mio collo. Una combinazione che mi trasmetteva tranquillità e che riusciva a placare i miei singhiozzi. Non saprei che fare senza di lui.

"Lara e Valerio stavano bene, ma tu avevi battuto la testa a terra. Le tue condizioni erano serie. Ti riscontrarono un forte trauma cranico, una gamba fratturata ed avevi perso molto sangue. Qualche giorni dopo, la situazione precipitò ed un tuo rene smise di funzionare. Così, pur di salavrti, tua madre ti donò il suo rene e tuo padre del sangue. Lara morì durante la notte, perché senza il suo rene non riusciva a fare nulla. Mentre, tuo padre aveva avuto un collasso. Il sangue che gli avevano prelevato era più del previsto. A quel punto, era pronta ad adottarti. Ma arrivò lui e rovinò tutto. Litigammo per l'affidamento e ci fu detto che saresti rimasta in orfanotrofio, fino a che non avremmo preso una decisione. Ci avevano dato tre mesi per rifletterci. Non volevo rinunciare a te, però mi minacciò e fui costretta a rinunciare a te. Il resto... Lo sai."

Niall mi asciugò le lacrime e mi baciò, per farmi smettere di piangere. Non riuscivo a parlare e tutte le domande che volevo farle,  si placarono insieme ai miei gemiti.

"Quando ti ho rivista in quel negozio, ho avuto un tuffo al cuore. Sei uguale a Lara, anche se lei aveva gli occhi azzurri." Le lacrime cadevano velocemente. "Mi dispiace." Concluse.

"Sono io che dovrei dispiacermi. Ti ho trattata male, quando non avrei dovuto. Scusami."

"Non importa, anche avrei reagito come te." Le sorrisi e la abbracciai forte. "Mi sei mancata così tanto."

"Anche tu." Sorrisi tra le lacrime. "Ti voglio bene."

"Anche io te ne voglio." Sciogliemmo l'abbraccio e abbracciai anche Niall, baciandolo in modo casto.

"Grazie." Sussurrai sulle sue labbra.

"Ti amo." Disse allo stesso modo e ci baciammo di nuovo.

"Anche io ti amo." Sorrisi e lo baciai ancora. "Quale sarebbe la sorpresa?" Chiesi, ricordando le sue parole.

"Che ho comprato la casa. Adesso, è tutta per noi." Sorrisi, abbracciandolo fortemente. "Ti amo."

"Non sai quanto ti ami io." Scoppiai a ridere e, dopo esserci ricomposti, ringraziammo mia nonna e iniziammo i traslochi.

Nuova vita, nuova casa.

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