[27]
N.
"No!" Sentii un urlo. Mi svegliai e vidi Angie seduta sul letto, ansante.
"Piccola, che succede?" Mi avvicinai a lei.
"Non voglio più sognare." Mi guardò e scoppiò in lacrime.
La presi tra le mie braccia e la feci sedere sulle mie gambe, poggiando la testa sul mio petto.
"Vieni qui." Annuì e la strinsi, dandole un bacio vagante tra i capelli. Iniziai a cullarla dolcemente e lentamente, cantandole una nostra canzone e sussurrandogliela all'orecchio. "Buonanotte, piccola." Mi distesi e controllai che stesse dormendo.
Restai tutta la notte a vegliare su di lei in attesa di un altro incubo, ma non fu così. Dormì per tutta notte, mentre le accarezzavo i capelli.
[...]
La sentii muoversi e si svegliò, stropicciandosi gli occhi. La strinsi fortemente, accarezzandole i fianchi.
"Buongiorno." Disse, con la voce impastata dal sonno.
"Buongiorno." Le diedi un bacio sul naso. "Hai dormito come un angioletto stanotte."
"Sei stato tutta la notte a guardarmi?"
"Sì, volevo starti accanto nel caso avessi avuto un altro incubo."
"Che carinp che sei." Mi abbracciò e ricambiai. "Ma non sei stanco?"
"Niente affatto, mi sento rilassato."
"Va bene." Sorrise. "La colazione?"
"È giù, piccola." Risposi e la baciai.
"E questo?" Chiese perplessa.
"Il bacio di prima non mi è bastato." Ridacchiò.
"Ora andiamo a mangiare, ho una fame." Scendemmo per mano e ci sedemmo, iniziando a mangiare.
"Ah, oggi dobbiamo andare a vedere quelle ville."
"È vero, me ne ero dimenticata." Sospirò.
"Ma come faresti senza di me?" Scherzai.
"Non lo so. E tu come faresti senza di me?" Mi stuzzicò.
"Morirei, tu sei la metà del mio cuore." Si morse il labbro.
"Amore." Si alzò e sedette su di me, baciandomi le labbra più e più volte.
Finito di sparecchiare, salimmo nella nostra stanza, ci lavammo e ci cambiammo.
"Piccola?"
"Sì?" Mi sorrise.
"Cosa hai sognato?"
"Niente di che, le solite cose."
"Di me ti puoi fidare."
"Lo so, ma non è facile dirlo. Non so nemmeno io cosa sia in realtà, non ricordo niente di quel giorno. So solo che ho perso i miei genitori." Sussurrò. "E un incubo ricorrente, lo sogno spesso. Però non voglio parlarne."
"Non preoccuparti."
Non disse niente e continuammo a camminare, fino ad arrivare alla macchina. Le aprii la portiera e la feci salire. Infine salii sedendomi, accanto a lei. Arrivammo dopo una quindicina di minuti alla via prestabilita e ci si presentò davanti una schiera di ville.
Una di queste sarà la nostra casa.
-
A.
Iniziammo a visitare le ville una per una, ma nessuna era perfetta per noi due.
"Dai, piccola, andiamo. Nessuna di queste va bene."
"E quella?" Mi avvicinaì alla villa ed entrai, passando per il vialetto che si trovava nell'ampio giardino.
"Aspetta, non si può."
Non badai a lui e feci di testa mia, così entrai. Era disposta diversamente dalle altre e forse era per questo che mi aveva colpito. Appena entrata, notai l'ampio salone dalle pareti turchese ed un divano di pelle a quattro bianco. Proprio accanto, c'era la cucina open space. I piani erano in granito e la cucina era moderna, completa di elettrodomestici.
Salii le scale e notai ci fossero molte stanze. Una di esse, era un camera matrimoniale nera, con una cabina armadio. Il bagno era in camera, così da non doverlo condividere. Le altre stanze erano vuote. Tutto era in perfetto ordine, come se fosse stata costruita di recente.
"Arriva qualcuno." Mi raggiunse Niall per avvertirmi.
"Ancora un altro po'." Mormorai, incantata dalle foto appese alle pareti accanto alle scale.
Le guardai e notai che ci fosse la stessa bambina in molte di quelle. Era ritratta con varie persone al suo fianco, ma ad un certo punto le foto si interrompevano. La bambina era molto piccola, forse non più tre anni. In alcune di esse, era addirittura più piccola. Era adorabile. I suoi occhi profondi ispiravano tanta dolcezza.
"Cosa fate in casa mia?" Chiese una signora, entrando in casa.
"Mi scusi ero, ma-" Mi voltai e la riconobbi. "Lei?"
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