[26]
N.
"Che significa?" Chiesi perplesso.
"Ha dei parametri rigidi e dure regole, che io avrei già infranto." Sussurrò l'ultima parte, al mio orecchio.
"Quindi... Mi odierà?"
"Non credo, tu sei un bravo ragazzo." Si chinò per baciarmi, ma suo padre si schiarì la gola, attirando tutta l'attenzione dei presenti su di noi. Gli invitati.
"Vedo che qui di coppie ce ne sono due." Iniziò il discorso suo padre. "Sappiamo già da qualche anno del fidanzamento tra Alex e Chiara, perciò vogliamo sapere di voi due." Ammiccò verso di noi.
"Lui è Niall, il mio ragazzo." Disse Angie arrossendo. "Papà, noi ci siamo fidanzati ufficialmente. Mi ha regalato una collana con l'iniziale del suo nome, mentre lui ha la mia."
La mostrò a tutta la famiglia, che sorrise alla notizia. Melissa e Karen erano felici e si congratularono. Venne anche Alex, che pensavo fosse il più severo tra i suoi parenti, con al seguito la sua ragazza.
L'invio che rimase seduto fu Drew, il padre. A quanto pare, era lui il più severo.
-
A.
"Vorrei parlare con te, in privato." Annuii in conferma e mi condusse in cucina, per poi chiudere la porta alle sue spalle.
"Angie, sarò onesto." Sospirò, cercando le parole giuste. "Non credo sia adatto per te. Primo, avete diversi anni di differenza e secondo, non mi sembra un ragazzo affidabile."
"Ti sbagli, invece. È davvero gentile, educato e perbene. Non ha nulla che non vada."
"Sei tu che stai sbagliando." Alzò di poco il tono. "Come pensereste di vivere insieme? E dove andrete, resterete qui a Roma o andrete a Londra? Perché, se le mie fonti sono giuste, lui abita attualmente lì."
"Noi ci amiamo." Sibilai con un fil di voce e le lacrime agli occhi. "Ovunque andremo, saremo felici." Lasciai trapelare un singhiozzo.
"Te lo dico per il tuo bene, tesoro." Si avvicinò per abbracciarmi, ma lo respinsi.
"Se fosse davvero per il mio bene, come tanto dici, allora mi lasceresti stare con lui!" Urlai.
Non mi importava se le mie grida si sarebbero sentite fino al soggiorno, dovevo difendere ciò a cui tenevo più al mondo. Niall.
"Un padre cercherebbe di capire la propria figlia, invece a te non importa nulla! Tutto ciò che ti preoccupa è di apparire perfetto agli occhi degli altri, ma ti sei mai chiesto che cosa volessi io?" Lo guardai negli occhi. "No, ecco la risposta." Mi asciugai gli occhi.
"Sono e rimarrò sempre tuo padre, anche se non di sangue. Perciò, se ti dico una cosa deve essere quella." Disse con fermezza.
"Un padre non impone un ragazzo alla propria figlia, se la ama."
"Sono un padre all'antica, voglio decidere io il ragazzo ideale di mia figlia e Jake lo è."
"Jake?" Scossi la testa. "Scordatelo, lui non mi interessa."
"L'odio può trasformarsi in amore."
"Sì, ma l'indifferenza no."
"Provaci."
"No, io amo solo una persona ed è Niall. Non lo tradirò mai."
"Non si tratta di tradire o meno, basterà lasciarlo e metterti con Jake."
"Mai! Niall mi ama per quella che sono, lui non mi giudica. Mi accetta per come sono, con tutti i miei pregi ed i miei difetti. E non mi lascerò scappare l'opportunità di aver trovato l'uomo perfetto e averlo lasciato, soltanto per compiacere il tuo egoismo."
"Non ti riconosco più, la mia Angie non era così. Non mi avrebbe contraddetto, in più, guardati come ti vesti. Sembri una sgualdrina."
Mi pietrificai e mi voltai per tornare in salone, prendere la borsa e correre via. Non salutai nessuno, nemmeno mia madre ed i miei fratelli. La mia rabbia e il mio dolore non me lo permisero, tanto erano grandi. Niall mi seguì perplesso. Non ha capito una parola di tutto ciò che è accaduto, ed un po' è positivo.
Preferisco non sappia tutto quello che mio padre gli ha detto alle spalle, tutta la cattiveria e tutto l'odio che gli ha gettato addosso. Mi fermai, sedendomi sul marciapiede. Scoppiai in lacrime davanti ad i suoi occhi, mentre mi guardava ancora confuso.
"Ehi, amore." Mi abbracciò e lo strinsi fortemente, continuando a versare lacrime.
"Mi ha chiamata sgualdrina e tu non gli piaci. Ha iniziato a dire che non eri giusto, che preferiva Jake, il figlio della vicina." Dissi singhiozzando nel suo petto.
"Cosa?" Chiese basito.
"Mi ha chiesto di lasciarti e di mettermi lui, ma io non voglio lasciarti." Piansi disperata.
"Shh, va tutto bene." Mi diede un bacio tra i capelli. "Lo sai che ci sarò sempre e comunque per te, non permetterò che questo succeda." Mi strinse più forte.
Mi baciò lentamente, ma tutto ciò che riuscii a fare fu piangere.
"Basta piangere, piccola."
Calò un dolce silenzio tra di noi, nel quale il calore del nostro abbraccio parlava per noi. Mi scaldò tra le sue braccia forti e protettive, che tanto adoravo.
"Mi porteresti a casa? Sono un po' stanca, ed ho bisogno di riposare."
"Certo." Mi sollevò, prendendomi in braccio, e mi portò a casa.
-
N.
Salii in camera la adagiai sul letto, notando si fosse addormentata. La spogliai delicatamente e le infilai il pigiama, per poi metterla sotto le coperte ed unirmi a lei.
"Notte, principessa."
Le diedi un bacio sulla fronte e la attrassi a me, circondandole la vita con un braccio e mi addormentai, stringendo la ragazza dei miei sogni.
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